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Autore: Miranh    27/03/2013    5 recensioni
Ciao! Eccomi qui, come promesso, a postare il secondo libro! Mi scuso per il tempo passato! Dunque, in questo seguito troverete tutti i protagonisti finalmente cresciuti e pronti ad affrontare ciò che il destino ha in serbo per loro. Spero vi piaccia! Un saluto a tutti!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16. “ Ombre di lontani ricordi ”

 

 

Laira rimase ferma ad osservare il padre e il fratello. Khendo era talmente nervoso da riuscire a malapena a respirare e a restare in piedi tremolante. Dalla sua bocca non usciva alcun suono. Zhymu invece era risoluto come sempre e cominciava a mostrare impazienza difronte alla riluttanza del figlio. La leonessa pensò che forse un piccolo intervento non avrebbe fatto male alla situazione: << Uhm...E se uscissimo un po' da questo postaccio? Andiamo a fare un giro noi tre da soli. Che ne dite? >>

Khendo riuscì a tranquillizzarsi e guardò la sorella con gratitudine: << E' una splendida idea >> le disse;

Zhymu soffocò un ringhio con un lungo sospiro, ma infine accettò. Laira sorrise soddisfatta ed affiancò il padre per aiutarlo a camminare verso l'uscita. Khendo li seguiva da dietro.

I grandi occhi grigi di Zhymu, che erano abituati all'oscurità, rimasero subito accecati con dolore dal più flebile raggio di Sole che attraversava l'entrata delle grotte. Strizzò forte gli occhi e si tirò indietro col capo in una smorfia di dolore. Laira lo guardò preoccupata, mentre Khendo si fermò con aria interrogativa. Dopo qualche minuto gli occhi cominciarono ad abituarsi nuovamente alla luce e pian piano uscirono fuori dal grande termitaio. Cominciarono a passeggiare, andando in direzione opposta rispetto a quella del branco di leoni.

Trascorsero parecchi minuti prima che tra loro cominciasse una vera e propria conversazione. Ad attaccare discorso per primo fu Zhymu:

<< Sei davvero cresciuto, sai? Sembri diventato un leone responsabile. Mi fa piacere >>

Khendo accennò un sorriso, contenendo il proprio timore: << Grazie, papà >>

La conversazione continuò: << Come vanno le cose nelle Terre del Branco? >> domandò Zhymu con espressione seria;

<< Tutto procede normalmente >> rispose il giovane << Mohatu continua a fare il suo dovere, mentre Uru è diventata davvero una brava e bella leonessa >>

<< Ah, sì? >> il volto di Zhymu assunse un accenno di malizia << E dimmi...Le cose tra voi vanno bene, vero? >>

Laira si voltò a guardare il fratello con preoccupazione. Il giovane si sentiva nuovamente tremar le zampe: << Ehm... “Tra noi”? Cosa vuoi dire? >>

Zhymu si voltò con sbigottimento: << Lo sai bene cosa intendo, figlio mio >>

<< Ah...Bé, penso che le cose stiano andando bene...credo >>

<< Credi? Che razza di risposta è questa?? >> cominciò a perdere la pazienza;

Laira intervenne: << Papà, calmati adesso. L'agitazione non ti fa bene alla salute >>

<< Taci, per piacere. Voglio parlare per bene con tuo fratello >> rispose lui seccato << Si può sapere cosa diavolo stai combinando da quelle parti, Khendo? >>

Khendo deglutì: << Continuo a viaggiare >>

<< E quando torni alla Rupe cosa fai? >>

<< Sto in compagnia dei miei amici >>

<< E che mi dici della principessa? E' trascorso molto tempo dalla sua partenza, ma mi auguro che adesso sia tornata e che voi due stiate insieme... >>

<< Non è ancora tornata >> rispose serio il giovane;

Zhymu conficcò gli artigli nel terreno, soffocando un ringhio: << Dunque non l'hai seguita nel suo viaggio... >> si voltò a guardarlo << E tu la lasci andar via così, con la possibilità che lei trovi un altro compagno...Ma cosa diavolo ti ha detto il cervello??! >> scacciò un ruggito contro il figlio, il quale indietreggiò sconcertato;

<< Basta, papà! Smettila! >> Laira si mise fra loro;

<< Fatti da parte! >> urlò il padre continuando ad avanzare << Dunque sei venuto fino a qui solo per riferirmi queste cretinate?! Non sei affatto il leone che credevo! >>

Khendo chinò il capo e snudò le zanne con un forte ringhio in propria difesa. Sentiva crescere dentro di sé un rancore struggente verso il padre: << Con quale autorità ti permetti di giudicarmi, papà?! Tu non sai proprio un bel niente di me! >>

<< E in vece ti sbagli! Per cosa abbiamo lavorato fin'ora?! Stai vanificando tutti gli sforzi che ho fatto per prepararti a diventare il sovrano del regno! Questo spiega con chiarezza che sei soltanto un idiota! >>

<< Sei tu che hai voluto architettare tutto quanto! Sei sempre stato solo e soltanto tu! Non ti sei mai chiesto cosa realmente vogliamo io e i miei fratelli! Mai! >>

<< Tu hai avuto tutte le possibilità che gli altri non hanno mai avuto! Potevi avere tutto! Potevi ridare lustro al nostro branco! Tu potevi, Khendo! >>

<< Ormai non ci tengo più ad avere i vostri problemi sulle mie spalle! Sono stufo di tutto questo! >>

<< Tu potevi...! Potevi avere le possibilità che io non ho mai avuto! E invece ti sei ritirato a fare la ripugnante vita di un vagabondo! >>

<< Almeno la mia vita ha il diritto di essere considerata meno ripugnante della tua! Ho viaggiato e visto cose che neanche tu potresti immaginare! Non mi pentirò mai di questa scelta di vita, papà! >>

<< Sei indegno di questa famiglia! Mai avrei creduto di dovermi vergognare di te! >>

<< Ma non sono io quello che si è rovinato la vita! Non sono io quello che si tortura da solo vivendo in un orrendo e putrido abisso nero! Almeno io vivo alla luce del Sole! Sei tu a disonorarci! Sono io che dovrei compatire mio padre! >>

Zhymu gettò un altro potente ruggito lasciandosi conquistare dalla rabbia e si protese per scontrasi con il figlio, il quale era pronto a difendersi.

<< NO! >> Laira fermò il padre con un grande balzo e cercò di trattenerlo.

<< Laira! >> esclamò il fratello preoccupato;

<< Vattene, Khendo! >> replicò lei, cercando di atterrare il padre, che era in preda alla follia << Lascia questo posto! >>

<< Ma, Laira...?! >>

<< Ti prego, fratello! >> lo implorò con le lacrime agli occhi << Io me la caverò! Va' via! Presto! >>

Khendo annuì, contenendo la propria agitazione e corse via sveltamente.

Non appena la sua figura scomparve all'orizzonte, Laira lasciò andare la presa e il padre la scansò bruscamente.

<< Sei forse impazzito?! >> lo riproverò lei << Perché ci tratti in questo modo? Perché ti comporti in modo così disdicente? >> le scese una lacrima << Solo...Solo perché tu ricevetti un cattivo trattamento da tuo padre quando eri giovane...non vuol dire che tu debba far soffrire così anche noi! >>

Gli occhi di Zhymu riflessero il dolore di lontani ricordi della propria infanzia. Era un dolore moralmente profondo, che scatenava rabbia e tristezza nello stesso tempo: << Vi ho già detto... >> ringhiò << ...che non dovete mai più pronunciare una sola parola su mio padre! Mai più! >> la guardò con occhi adirati << Tuo fratello ha sprecato la sua occasione! Ha gettato al vento ciò che io non ho mai potuto avere...! >>

<< Ma è la sua vita! Non puoi biasimarlo! >>

<< Ora basta, Laira... Taci e tornatene dagli altri vicino al termitaio! Non voglio sentire altro da te! >>

Laira sentì un nodo alla gola e singhiozzò: << Sei tu quello da biasimare. Io resto qui solo per aiutarti, papà... Per farti capire che non sei solo. Ma ora mi sto rendendo conto che è stato tutto uno sbaglio...E quel che è peggio è che continuerò a restare qui a vegliarti! Perché nonostante tutto resti mio padre! Non avrei mai dovuto provare pena per te! >> detto questo si girò e corse verso il grande termitaio.

 

Khendo attraversò il confine di quelle lande desolate e tornò nelle Terre del Branco. Continuò a correre con tutto il fiato che aveva in corpo, fino ad esaurire le proprie energie. Esausto per la lunga e stremante corsa, si lasciò scivolare mestamente a terra.

La vista gli si annebbiò per via delle lacrime.

<< Tornerò, Laira! >> esclamò << Che tu lo voglia o no, ti porterò via da quell'orribile posto! E' una promessa! >>

 

...........

 

 

Hydo era al culmine della felicità per essere tornato dall'amata Athena e dalla cara sorella. Trascorsero il resto della giornata insieme. Passeggiarono a lungo e parlarono tanto degli ultimi avvenimenti. Poi risalirono le rocce ed andarono a riposarsi. Athena sussultò dolcemente, sentendo i propri piccoli muoversi dentro di lei. Hydo sorrise ed appoggiò delicatamente la testa sul suo ventre prominente: << Senti come si muovono? >> disse lei;

Hydo annuì contento: << Devono essere almeno due >>

<< Cosa ne dite di decidere i nomi? >> propose Helya gioiosa;

<< Buona idea >> rispose Athena.

Rimasero a pensare a vari nomi per diversi minuti. Il primo a parlare fu Hydo: << Che ne pensate di Kiba e Sangah per dei maschi? >>

<< Carini! >> esclamò Helya << Invece se nascesse una femmina.... >>

<< A me piacerebbe Sarafina >> disse Athena;

<< Sì, è un bel nome >> rispose Hydo << se avremo una femmina si chiamerà così >>

<< E se nascerà anche un'altra femmina che ne dite di Aisha? >> propose Helya;

<< Perfetto >> confermò il fratello sorridendo.

 

Il sole toccò il confine tra terra e cielo, tingendo di rosso arancio tutta la savana. Mohatu, dopo aver trascorso la giornata in perlustrazione ritornò alla grande roccia e accolse benevolmente il ritorno di Hydo, dopodiché ripartì nuovamente per andare a trovare Rafiki. Erano passati ormai quasi quattro mesi dalla partenza di Uru e si sentiva preoccupato. Giunse nei pressi del gigantesco albero nel quale abitava il mandrillo e lo chiamò.

Rafiki prese il suo bastone e si arrampicò sui rami per affacciarsi: << Mohatu? Cosa fai qui a quest'ora? >>

<< Scusa il disturbo Rafiki. Ma ho bisogno di parlarti >>

Il mandrillo non fece altre domande e si calò giù dall'albero.

<< E' successo qualcosa? >> domandò;

<< Fortunatamente no. Ma sono seriamente preoccupato per Uru >>

<< Ah, sì? Non è una grande novità >> ridacchiò Rafiki;

<< Ma sono passati quasi quattro mesi e non riesco a togliermi dalla testa il pensiero che potrebbe esserle accaduto qualcosa... >>

<< Ahi, ahi... >> scherzò l'amico;

<< Non fare del sarcasmo, Rafiki... Come fai ad essere così rilassato? >>

<< Ssssh! >>

<< Cosa c'è? >>

Lo sguardo di Rafiki tornò ad essere serio: << Chiudi gli occhi e ascolta il vento >> disse;

<< Perché dovrei? >>

<< Tu fallo e basta >>

Mohatu sospirò ed obbedì. L'aria era piacevolmente tiepida ed il fruscio dei rami degli alberi era estremamente dolce. Ma ciò che più colpì i sensi di Mohatu era un lieve odore trasportato dal vento e accompagnato da foglie e petali di piante. Il re riconobbe l'odore della defunta moglie. Era come se fosse là accanto a lui. Fu una piacevole sensazione. Poi riaprì gli occhi stupito.

<< Cos'hai sentito? >> domandò Rafiki accennando a un sorriso;

<< E'...è stata una cosa incredibile. Mi è parso di sentire Aura qui accanto a me >>

<< Hai visto? Tu devi avere più fiducia. Devi credere in tua figlia. Perfino la regina Aura vuole fartelo capire >>

Mohatu guardò Rafiki contento e lo ringraziò. Tuttavia vi era ancora un pensiero che lo tormentava, ossia l'esilio di Zhymu. Essendo il re non avrebbe potuto fare diversamente per lui. Ma il solo pensiero che Zhymu si trovasse in quelle terre infuocate lo faceva soffrire. E la sua mente riportava in vita i lontani ricordi della giovinezza. Erano colmi di luce. Ma, dove c'è luce, c'è anche ombra.

Le leonesse della Rupe cominciarono a rientrare nelle grotte, preparandosi per la notte.

Hydo, Athena ed Helya rimasero ancora fuori ad attendere l'arrivo di Khendo. Ma il giovane non si fece vedere per tutta la notte.  




Qui termina il secondo libro della serie! Ringrazio tutti quelli che hanno seguito la storia con pazienza e che mi hanno incoraggiata ad andare avanti! Presto comincerò a postare anche il terzo libro! Alla prossima!

  
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