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Autore: IZZY COBAIN    27/03/2013    0 recensioni
Questa storia narra di una ragazza che ha un sogno. quello di diventare la chitarra solista di una famosa rock band...
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 – IL RISVEGLIO
Caro diario,
oggi è stata una giornata faticosissima, sei ore di scuola più altre due dei corsi pomeridiani. Davvero non so come faccio a sopravvivere senza svenire dallo stress! Inoltre oggi c’è stato il compito di Italiano a sorpresa che secondo me è andato malissimo, e quando dico malissimo sai meglio di me cosa intendo.
E poi che dire di quell’oca di Flavia che all’uscita di scuola se ne sta sempre con i ragazzi più grandi credendosi chissà chi. È davvero insopportabile, si crede figa solo perché ascolta rap, io odio il rap, il rock è decisamente meglio, anzi, in confronto il rap svanisce!
Non mi resta altro che evitarla come sempre prima che mi veda e che inizi a gridare “Hey Izzy! Come andiamo oggi? Hai suonato la chitarra? Quand’è che metti su una band, così la sentiamo tutti??”.
Per il resto la giornata è andata come al solito, stessa vita, stesse cose, stessi sogni. Nonostante mi ci prendano in giro voglio ancora essere la chitarra solista di una famosissima rock band, è il mio sogno e farò di tutto per realizzarlo.
Izzy chiuse il diario dalla copertina in pelle e lo posò sul comodino. Era frustrata, glielo si leggeva in faccia. Si buttò sul letto a gambe all’aria guardando il poster dei Nirvana attaccato al soffitto, in genere quella faccetta gialla riusciva sempre a metterla di buonumore, ma quel giorno era davvero infuriata, con Flavia forse, perché era presuntuosa e arrogante, o forse con se stessa perché non si accettava, si credeva troppo diversa.
Si alzò di scatto e iniziò a rovistare tra i dischi sulla mensola, alla fine prese Metropolis dei Dream Theater e lo mise sul giradischi.
Tornò sul letto e iniziò ad assaporarsi tutti i 58 minuti del disco. 
I suoi capelli marroni erano lunghi ed erano scompigliati come sempre, la felpa dei Rammstein le stava larga e le scopriva una spalla, era in jeans e anfibi e adorava metterli sul letto e vedere la madre che ogni volta si arrabbiava.
-Izzy vieni è pronto- La madre entrò nella stanza.
-Si mamma arrivo-
-Ancora le scarpe sul letto? Quante volte ti ho detto di toglierle quando stai sul letto?!-
-Scusa mamma, ora le levo- disse Izzy scocciata.
 
Il  pranzo era sul tavolo, Hamburger e insalata, era ovvio che la madre non voleva cucinare.
-Ancora Hamburger mamma?- disse Izzy guardando il piatto con un certo disgusto.
-Si tesoro, non ho avuto il tempo di preparare il pranzo come si deve, lo sai, sono appena tornata dal lavoro.-
Era vero, la madre faceva la segretaria del sindaco ed era sempre impegnata a lavoro, tornava per pranzo una mezz’ora, il tempo di riposarsi, e poi ripartiva tornando la sera tardi.
-Ho capito mamma, però qualche volta potresti fare qualcosa di diverso non credi?-
-Vedremo, ora sbrigati a mangiare sennò si raffredda.- disse la madre con il suo solito fare premuroso.
 
Finito di mangiare, Izzy tornò nella sua camera e si mise a studiare, lei odiava studiare.
-Ma perché devo sempre studire? Scommetto un occhio della testa che Jimmy Page non ha mai studiato, e tanto meno Steve Vai!- continuava a ripetersi sbattendo svogliatamente i libri sulla scrivania.
Iniziò a leggere il libro di storia ma non riusciva a concentrarsi, a malapena riusciva a distinguere le figure e vedeva le righe sfocate. La sua mente era in balia di una tempesta di pensieri, Flavia, la chitarra, i rapper, il palco, le prese in giro, gli applausi del pubblico, tutto si equivaleva e si mescolava nella sua testa, confondendola e distogliendola dallo studio. Chiuse il libro e lo mise nella borsa dei Ramones buttata sul letto.
-Mamma, ho finito- gridò dalla sua camera.
-Non ci credo, di già?- disse la madre con un tono incredulo.
-Si, ho finito, ora esco un po’ che ho mal di testa ed è meglio che prenda una boccata d’aria.-
-Va bene tesoro, in effetti ti vedo un po’ pallida oggi, stai bene?-
-Si mamma, devo solo prendere un po’ d’aria- disse Izzy mettendosi la giacca di pelle che adorava. Imbracciò la borsa, scese le scale, prese le chiavi e uscì.
La strada era deserta e faceva freddo, il meteo diceva che avrebbe nevicato quella sera, e Izzy non vedeva l’ora. Amava la neve, sin da quand’era piccola e poi, ninte scuola. Camminava velocemente sul marciapiede, aveva freddo e voleva scaldarsi, perciò iniziò a correre e senza accorgersene inciampò sui lacci degli anfibi cadendo addosso un ragazzo che sfortunatamente cadde a terra con tutto il carico che portava con sé.
-Oddio scusami!- disse Izzy sollevandosi dall’asfalto freddo.
-Oh merda!- imprecò il tipo alzandosi e prendendo tra le mani il carico che gli era caduto. Izzy guardò bene, all’inizio sembrava una comune borsa, ma alla fine si accorse che era una custrodia, di una chitarra!
-Scusami davvero! Non volevo- continuò a scusarsi.
-Attenta a dove metti i piedi!- disse il ragazzo con un tono infuriato mentre apriva la custodia con una delicatezza fuori dal normale.
-Spero non si sia rotta- commentò Izzy chinandosi anche lei sulla chitarra.
-Stai lontana! Hai combinato abbastanza guai!- esclamò il tipo allontanando la chitarra da lei.
-Guarda che non l’ho fatto apposta! E ti ho già chisto scusa!- continuò lei con un fare offeso.
-Va bene, va bene ora lascia perdere-
-Quella è una Fender?-
-Si è una Strato, suoni la chitarra?-
-Direi che suonare sia un verbo misero per definire quello che faccio io con la mia chitarra, ahahahah!-
-Ah bene, e da quanto?- continuò il ragazzo mentre controllava le condizioni della chitarra.
-Beh più o meno da sempre, ormai saranno otto,nove anni? Sisi siamo li-
-Bene, non si è rotto nulla. Quindi sei una chitarrista? E sentiamo, che genere suoni?- Disse il ragazzo chiudendo la custodia e imbracciandola sulle spalle.
-Oh io amo il rock e sono particolmente devota al metal!- affermò Izzy con gli occhi che le brillavano.
-Allora sei perdonata, ahahah! Comunque piacere Fry-
-Piacere mio, Izzy- 
I ragazzi si strinsero la mano e iniziarono a camminare per il marciapiede parlando di tutte le band che avevano in comune e di cosa ne pensavano l’un l’altro su determinati generi.
-Hai mai pensato di metterti una gonna ogni tanto?- disse Fry in tono canzonatorio.
-Partiamo da questo presupposto: io odio le gonne e odio il rosa.- affermò Izzy con decisione.
-Va bene, fa come vuoi. Ma sarebbe un vero peccato nascondere quelle graziose gambine che hai…-
-Cosa?- Izzy sgranò gli occhi imbarazzata. Era tutta rossa in faccia e non riusciva a credere che dopo neanche un’ora che lei e Fry si erano conosciuti, lui potesse aver detto certe cose.
-Ahaha!  Scherzo, tranquilla!- 
  
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