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Autore: Fog_    28/03/2013    2 recensioni
Seth è una angelo custode, ma odia fare il "baby sitter agli umani".
Bliss è la sua protetta, ma preferirebbe spararsi piuttosto che avere quel ragazzo intorno.
Ma una delle cose che entrambi dovrebbero imparare è che niente è come sembra.
Perchè Seth in realtà non è l'angelo spavaldo che finge di essere, no. Lui convive ogni giorno con la convinzione di aver ucciso l'unica persona a cui voleva bene; lui a Bliss ci tiene davvero; lui vorrebbe solo essere salvato.
Perchè Bliss in realtà è più forte di quello che sembra, eppure ha ancora della debolezze che non riesce a combattere e Seth è una di queste. Lei non è solo l'anoressica a cui è scomparso il fratello, no, lei è la miccia per far esplodere una guerra che si teme da troppo tempo.
Cosa faresti se il mondo che hai sempre creduto reale ti voltasse le spalle? Cosa saresti disposto a sacrificare per salvare la persona che ami? Cosa sceglieresti tra angeli e demoni, tra bene e male?
Seth avrebbe risposto il male.
Bliss il bene.
Ma le cose possono sempre cambiare.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7
Vampiri pt. 2

 

SETH
 
Il vicolo era stretto e buio.
Sapeva di piscio e pioggia misto all’inconfondibile puzzo di morto che i vampiri si portavano dietro.
Camminavo a testa alta, per niente spaventato, forse solo un po’ infastidito. Il legno del paletto nascosto tra i jeans e la maglietta cozzava contro la pelle e la graffiava, ma l’adrenalina attutiva il dolore.
Avevo voglia di uno scontro, una di quelle scazzottate epiche che ti facevano sentire vivo, però ero lì solo per parlare.
E poi, Bliss era in macchina ad aspettarmi.
E Benjamin si sarebbe incazzato, anche se le sue paternali mi scivolavano addosso come olio.
Mi imposi di calmarmi almeno per quella volta, solo perché avevo meno di mezz’ora per sbrigare tutto.
Arrivato alla fine del vicolo trovai un paio di cassonetti puzzolenti gettai all’aria e una porta verde che si apriva nel palazzo di destra. Chiunque si sarebbe aspettato di vedere Riley uscire da lì, ma io no. Io lo conoscevo.
Per questo non sobbalzai neanche un po’ quando mi comparve alle spalle.
La sua figura esile interamente fasciata di nero, i capelli rossi, gli occhi dello stesso colore. Aveva un qualcosa nello sguardo, nel modo in cui piegava gli occhi, che sapeva di malvagio. Magari, se fossi stato umano, un po’ di paura me l’avrebbe fatta. In quel momento, però, sapevo solo di essere dieci volte più agile e scattante di lui. Nessuno poteva battere Seth Porter. E lui lo sapeva.
«Seth, il mio angioletto preferito, quale onore vederti da queste parti» mi salutò allungando le labbra in un forzatissimo e finitissimo sorriso che non provai neanche a ricambiare. Piuttosto gli lanciai un’occhiataccia mentre mi andavo a poggiare al muro con aria scazzata. Qualcosa dovette impaurirlo, perché in meno di mezzo secondo Riley fu circondato da altri due vampiri più grossi e imponenti di lui. Jack e Blithe.
Dovevano aver fiutato la mia voglia di divertirmi.
«Le tua ali sono putride, Seth! Sono del tutto grigie, cosa diavolo hai combinato?» l’affermazione di Jack mi fece sorridere. Andavo fiero delle mie piccoline, due ali che non avevano più niente di candido, sporche di tutti i miei sbagli e dei miei torti verso il paradiso. A chi le vedeva suggerivano pericolo. Io ero il pericolo.
«Mi conosci Jack, non sono fatto per stare buono» risposi con noncuranza a quello che una volta era stato uno dei miei compagni di avventure. Eravamo stati dei grandi puttanieri, degli stronzi stratosferici e dei maghi del divertimento, poi lui aveva incontrato Riley e la sua setta e bla bla bla. Riley non accettava che i suoi vampiri avessero rapporti con angeli o demoni di altro genere, tranne per casi speciali come il mio. L’eccezione.
«Ho sentito delle storie su di te negli ultimi tempi» continuò Riley, evidentemente in vena di chiacchiere. «Il tuo ultimo protetto è finito in clinica psichiatrica, la gente crede sia pazzo. Quello prima ancora è morto di crepacuore. A chi toccherà ora? Perseguiterai anche la povera ragazzina fragile che ti porti sempre dietro?»
Bliss. Riley sapeva di Bliss.
Nessuno l’avrebbe notato, ma la mascella mi si contrasse  automaticamente.  Quello schifo di istinto di protezione nei suoi confronti mi tormentava.
«è solo una ragazzina, mi divertirò con lei poi le rivolterò contro le sue paure» dissi e mi maledii quando mi resi conto di stare mentendo. Non avrei mai fatto qualcosa del genere a Bliss e non sapevo neanche perché.
Cosa aveva lei più degli altri?
Riley rise. Una risata ruvida e gutturale che veniva dal profondo della gola.
«mi chiedo come tu faccia a non essere ancora caduto» 
«Me lo chiedo anche io»
Seguirono attimi di silenzio che sembrarono infiniti. La pioggia continuava a scendere sempre più fitta, ma lì eravamo riparati dai panni stesi tra un palazzo e l’altro sopra le nostre teste.
L’aria tutto ad un tratto si era fatta pesante.
Riley continuava a fissarmi.
«Tu vorresti cadere?» mi domandò incuriosito, accarezzandosi il mento con le dita. Gli occhi rossi sembravano nascondere gli  infiniti progetti e macchinazioni nel suo cervello, eppure a me sembravano chiari. Voleva che cadessi. Voleva, per la prima volta da quando aveva fondato la sua banda, avere un angelo caduto dalla sua parte. Chi non avrebbe voluto un tipo come me come alleato?
Non risposi.
Sapevo che prima o poi sarei passato dalla parte del male, ma non sapevo se ne ero pronto.
Semplicemente chiesi il perché di quella domanda.
«perché se tu volessi, io saprei come fare»
Gli feci un cenno per invitarlo a continuare.
«Dovresti fingerti innamorato della tua protetta. Il consiglio odia gli affari amorosi angelo-umano  e li punisce severamente, ma ancora di più non sopporta che un custode si innamori del suo protetto. Non sei mai stato un bravo angelo, per una cosa del genere ti strapperebbero le ali senza troppe cerimonie.»
E saresti dei nostri.
Non lo disse, ma sicuramente lo pensò.
Mi fece sorridere.
Non avevo mai pensato a quella eventualità.
Fingere di essere innamorato di Bliss avrebbe portato a svolgimenti allettanti considerando che  la sua migliore amica era completamente cotta di me.
Le mie labbra si allargarono ancora di più.
«comunque, non siamo qua per parlare di me» presi in mano la situazione, spostando l’attenzione su altre questioni che in quel momento mi interessavano più che passare al lato oscuro. «State muovendo qualche rivolta verso gli angeli? Avanti, a me puoi dirlo»
Vidi i muscoli di Blithe muoversi istintivamente e l’attimo dopo le sue braccia mi inchiodarono il muro. Non provai neanche a ribellarmi, non mi interessava, ma se avesse provato a colpirmi a quel punto niente mi avrebbe trattenuto dal lasciar sfogare i miei istinti.
«Cosa sai, angioletto?» mi soffiò in faccia, il suo alito sapevo di sangue e morte. Mi venne una battuta stupida da fare, ma a quel punto nessuno mi avrebbe preso sul serio.
«Niente, sento qualcosa nell’aria» risposi vago, cercando di non mettere Ben nei casini. «ma tu hai cinque secondi per togliermi la mani di dosso»
Poi, all’improvviso, sentii davvero qualcosa nell’aria.
Anzi, la sentimmo tutti.
Il rumore metallico di qualcosa che veniva dilaniato, strappato via, disintegrato riempì le nostre orecchie, ma sentii ancora più forte una fitta allo stomaco che confermò i miei dubbi: Bliss era in pericolo.
«I cinque secondi sono passati» annunciai sferrando un calcio a quella montagna che mi sovrastava. Subito dopo cercai di uscire da quel vicolo malamente illuminato e corsi a perdifiato finchè una forza sovraumana non afferrò il mio polso e mi scaraventò di nuovo infondo a quell’inferno.
Ero contro un cassonetto puzzolente, incazzato e finalmente avevo un valido motivo per spaccare la faccia a tutti. Anche perché un indizio l’avevo avuto: qualcosa stava succedendo. Ed era anche qualcosa di grosso.
Mi alzai e mi spolverai i vestiti sotto lo sguardo divertito dei tre vampiri mentre la sensazione aumentava sempre più ogni attimo che passava.
Avrei voluto andare a vedere cosa succedeva, ma quei tre mi avrebbero fermato, allora avrei dovuto ucciderli e ci avrei messo troppo tempo. Dovevo sapere che Bliss stava bene. Subito.
Dal buio del vicolo sbucò una quarta figura, molto più minuta delle altre che però puzzava allo stesso modo.
La ragazzina castana si dimenava tra le sue braccia, scalpitando ed urlando.
La prima cosa che mi venne da fare vedendola, però, non fu correre a salvarla o altro. Piuttosto scoppiai a ridere.
Era buffa, assomigliava ad un moscerino intrappolato nella tela del ragno, un moscerino molto incazzato e molto carino. Quando i suoi occhi trovarono i miei, mi lanciarono uno sguardo che avrebbe potuto uccidermi.
«Ti odio, Seth!» gridò continuando la sua lotta al vampiro. Naturalmente, lei odiava me. Non quello che l’aveva catturata tra le sue braccia, non il terrificante Riley che la guardava sghignazzando, non qualsiasi altra persona sulla terra che avrebbe potuto farle del male, no. Me. Il suo angelo custode.
Risi ancora più forte. «Smettila di fare il coglione e aiutami»
«Senti, scusa, visto che ci sei, tappale anche la bocca» scherzai gettandole un’occhiata distratta per poi tornare a Riley. Avevo altre domande da porgli, altre curiosità, ma evidentemente non era destino.
Perché sentii dentro di me il battito accelerato del cuore di lei, di Bliss.
Lo sentivo furioso, agitato, come quella mattina, come quando stava per prendere a pugno il muro nel corridoio di scuola. Quella forza che non sapevo da dove uscisse, perché da una ragazzina così non ti aspetteresti neanche che riesca a sfiorarti o anche solo possa pensarci.
Ma lei no.
I suoi occhi inchiodarono i miei e cominciarono a guardarmi con sfida mentre tutte le mie, sue, nostre sensazioni continuavano ad aumentare. Finchè non ci fu un momento in cui sentii qualcosa spezzarsi.
Poi il vampiro che la teneva gridò.
Bliss era riuscita a liberarsi dalla sua stretta di ferro.
Mi fece un ultimo sorriso prima di sparire nel buio del vicolo e prendere a correre furiosamente verso lo sprazzo di luce che proveniva dalla strada. Blithe scattò verso di lei, ma impiegai qualche secondo di troppo per riuscire a capire cosa fare. Guardavo il vuoto, incredulo. Non ci sarebbe stato niente di strano nel riuscire, magari grazie ad un po’ di fortuna, a scappare dal mortale abbraccio di qualcuno, di un umano. Quello, però, non era un umano. Lo era stato, ma non lo era più. Era forte quasi quanto me. E Bliss era riuscita ad evitarlo.
Ripresomi dallo shock, con uno slancio raggiunsi Blithe e frenai la sua corsa trattenendolo dalla manica del giubbotto di pelle. Non doveva arrivare a Bliss e io avevo altre domande e solo quella occasione per porle.
La prima che mi passò per la testa, per qualche motivo mi sembrò quella più giusta da fare.
Guardai Riley dritto negli occhi, senza lasciarmi incantare dal rosso sangue delle sue iridi.
«Che mi sai dire su Josh Strathmore?» gli chiesi come se fosse la cosa più naturale del mondo, ma evidentemente per lui non lo era. Un luccichio, nei suoi occhi, mi mise all’erta.
«è meglio che te ne vai, Seth» rispose freddo, cercando di restare composto. Feci per controbattere, ma lui mi precedette. «vattene» gridò.
Per la prima volta nella mia vita/non vita, lo ascoltai. Perché Bliss era tutta sola nel quartiere più malfamato di Brighton in preda ad una crisi stile supereroe dovuta a qualcosa tipo allenamento da super sayan,  perché alla fine le mie risposte le avevo avute, anche se indirettamente, e anche perché capii che c’era davvero qualcosa di grosso sotto e quelle cose andavano trattate con calma.
«tanto lo sai che prima o poi saprò tutto» dissi scrollando le spalle e regalandogli un ultimo, tirato sorriso. Guardai tutti e quattro i vampiri, studiando le loro espressioni, i loro volti, poi diedi loro le spalle e me ne andai.
Appena fui lontano dai loro occhi presi a correre.
«Bliss» gridai cercandola con lo sguardo, ma non ci misi molto a trovarla. Era al centro della strada, sotto la pioggia, completamente fradicia. «Bliss» la chiamai più piano, quasi più spaventato da lei che dai quattro vampiri del vicolo.
Non si girò a guardarmi.
Quando le fui abbastanza vicino, le posai una mano sulla spalla e la feci voltare verso di me, sentendo tutta l’energia di prima defluire velocemente dal suo corpo. Aveva gli occhi vuoti e un’espressione smarrita, i capelli castani appiccicati al viso ed il trucco sbavato. I vestiti, aderiti completamente al suo corpo, la facevano sembrare ancora più piccola.
«non lasciarmi cadere» sussurrò guardandomi senza emozione, improvvisando una smorfia che doveva assomigliare ad un sorriso. Mi chiesi cosa volesse significare quella frase, se qualcosa di poetico o una metafora, una qualche promessa, magari di quelle che di solito si fanno sotto una pioggia come quella, ma alla fine non indicava niente di ciò che mi ero immaginato.
Semplicemente svenne.
Ed io rimasi lì, pronto ad afferrarla, a tenerla tra le mie braccia.
Forse quello semplicemente  era ciò che avrei dovuto sempre fare con i miei protetti: non lasciarli sprofondare nell’oscurità.
Forse essere un angelo custode significava semplicemente quello.
A me però me riusciva bene solo con lei.
 
Bliss aprì gli occhi solo quando la posai sulle lenzuola di cotone blu del suo letto. Non era stato difficile entrare, dato che i suoi non erano ancora tornati non mi ero neanche preoccupato di non fare rumore. La casa era vuota e silenziosa, c’eravamo solo io e lei. Solo noi.
«Bliss mi senti?» le chiesi sedendomi al suo fianco mentre con le nocche le davo piccoli schiaffetti sulla guancia. Lei, probabilmente inconsciamente, avvicinò la sua mano alla mia e la spinse verso il suo viso, a ‘mo di carezza.
Bliss si rigirò nel letto, mettendosi in posizione fetale. I lunghissimi capelli ancora bagnati si sparsero sul cuscino, le lenzuola si stropicciarono e la maglietta si alzò leggermente. Sembrava quasi innocente così, silenziosa, senza il sarcasmo o le risposte taglienti o lo sguardo assassino. Fu automatico per me far scivolare le dita sui lineamenti duri del suo volto, continuando quella carezza che mi aveva imposto, e lasciare che vagassero lungo gli zigomi spigolosi, la linea soffice della guancia e la quella perfetta delle labbra. Poi, come se mi fossi reso conto improvvisamente di cosa stavo facendo, ritrassi la mano. Ero stato già fin troppo carino a prendermi cura di lei, non potevo anche mostrarmi debole nei confronti della sue bellezza.
«Seth, sei tu?» mormorò dopo un po’, schiudendo appena le labbra.
Mi sentii finalmente sollevato.
«Si, e chi altri?» risposi con il solito tono distaccato, come se mi pesasse stare lì a guardarla. Sbuffò scocciata. Mi chiesi se anche lei stesse fingendo, proprio come me.
«cosa è successo? Chi erano quei tipi?»
Non avevo voglia di rispondere, non avevo voglia di parlare. Volevo solo stare lì, sapere che stava bene, vegliare sul suo corpicino ossuto. Finchè non parlava, era la compagnia migliore del mondo.
«ne parliamo domani, tu stai bene? Posso andare?» le domandai, anche se mi sarei fregato della risposta, come sempre. Sarei rimasto lì, rendendomi invisibile se fosse stato necessario.
«no»
«cosa no?»
«non sto bene»
Mi domandai se fosse mai stata bene, nella sua vita. Era stata felice? Era stata spensierata? Quella che vedevo io, era solo una Bliss che si nascondeva dietro certi atteggiamenti solo per nascondere un’anima fragile e un forza quasi sovraumana. Ecco, la sua forza, un’altra cosa alla quale avrei dovuto pensare.
«Vuoi che resti?»
Non mi rispose, semplicemente anziché stare al centro del suo enorme letto, si spostò verso il lato destro.  Mi voleva lì con lei? Non era esattamente ciò a cui avevo pensato io, a me sarebbe bastato girovagare per casa o stare lì in camera sua a cazzeggiare tutta la notte. Mi era andata più che bene.
Mi sdraiai al suo fianco, togliendo solo le scarpe nonostante avessi tutti i vestiti bagnati.
Bliss si girò verso di me e aprì leggermente gli occhi, fingendosi contrariata.
«Solo perché non sto bene e ho paura di svenire quando sono sola» sussurrò cercando di giustificarsi, arrossendo. Risposi con un ghigno divertito che non sembrò apprezzare.
Nonostante tutto, però, non si girò. Rimanemmo sdraiati così, in posizione fetale, l’uno verso l’altro.
Puzzavamo di pioggia, di umido e di vampiro, ma sentivo più calore lì che in quel posto spoglio e freddo che mi ostinavo a chiamare casa. Lì, in quel letto, con una persona che conoscevo  a malapena.
«Ti odio, Seth» disse Bliss prima di addormentarsi definitivamente. Strofinò la guancia contro il dorso della mano, sporse il labbro inferiore all’infuori e il suo respiro si stabilizzò. Sorrisi. La stavo tranquillizzando con i miei “superpoteri da fighissimo angelo custode”, ma in qualche modo anche lei tranquillizzava me.
Mi addormentai subito e quando mi risvegliai i toni tenui dell’alba illuminavano la stanza. Non avevo freddo perché non potevo sentirlo, ma lei aveva la pelle d’oca. Lasciai il letto senza fare rumore e con ancora più calma cercai di gettarle la coperta addosso per poi sedermi al suo fianco.
Le posai una mano sulla fronte e chiudendo gli occhi racimolai tutti i suoi ricordi della giornata precedente in me. Li aspirai, come fa un’aspira polvere. Ero stato troppo buono e non dovevo esserlo.
Io non lo ero con nessuno.
Del resto, l’unica persona a cui avevo voluto bene, in quel momento era chissà dove in paradiso o all’inferno.
Per me e per lei, era meglio che dimenticasse tutto.
Lasciai Bliss e il suo calore alle mie spalle, buttandomi giù dalla finestra e cominciando a camminare nell’aria fredda dell’ennesima mattina.
Avevo l’odore di Bliss impregnato addosso.
E lo stavo odiando.

Buona sera gente!
Saluti da Fog con almeno due settimane di ritardo che si dispiace per non riuscire MAI ad aggiorare in orario, ma non parliamo di questo, dai.
So che non è un gran che questo capitolo, ma volevo mostrare il contrasto tra come si presenta Seth quando c'è da mostrarsi spavaldo e quando è con Bliss. è come se si sentisse in dovere di proteggerla.
in questo capitolo ci sono abbastanza input per farvi riflettere, ma non ho voglia di analizzarli e spiegarli qui, preferirei che arrivaste da sole alle vostre conclusioni :)
Nient'altro da dire, solo che sia Seth che Bliss sono personaggi da scoprire!
Cercherò con tutta me stessa di aggiorare presto, ci proverò davvero, ma non assicuro niente ahahahah e lo so che sembra stupido, ma le recensioni mi danno una spinta in più a scrivere.
Un bacione e grazie a tutte per essere ancora qui con me, Seth e Bliss.
Ciao :D

   
 
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