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Autore: Emmy_Cr_    28/03/2013    2 recensioni
Magari è la solita storia trita e ritrita, magari è già stata usata questa idea; ma io ho immaginato che gli Dei greci si dovessero alleare con quelli egiziani per porre fine ad una guerra.
Colpiti da una serie di attacchi, i ragazzi del Campo Cheope hanno subito gravi ed ingenti perdite: a tre ragazzi viene affidata la missione di negoziare un'alleanza con tre ragazzi del Campo Mezzosangue e di portarli in Egitto. Ma la minaccia non coinvolge solo gli egiziani e ben presto si ritroveranno ad affrontare minacce da tutti i fronti.
Si troveranno catapultati agl'Inferi per recuperare un'anima importante e...
*********
STORIA IN STATO DI REVISIONE, alcuni particolari sono cambiati quindi, per chi segue la storia, consiglio di rileggerla!! Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Annabeth Chase, Gli Dèi, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Campo Mezzosangue
 
Un ragazzo stava seduto davanti al lago. Le onde dolcissime gli solleticavano i piedi e gli bagnavano l'orlo dei pantaloni neri che indossava. Una maglietta, anch'essa nera, era posata al suo fianco. I ricci capelli neri venivano sbattuti a destra e a manca dal ve..
 
- Mamma mia che inizio pesante! - gridò il ragazzo chiudendo di scatto il libro.
 - Uno dei soliti libri triti e ritriti! Lui guarda melodrammaticamente la luna mentre il vento gli sbatte i capelli! Il figo di turno che poi si fa la figa di turno! 
 
I ragazzi presenti nella stanza si misero a ridere davanti allo sfogo del loro compagno. 
Tutti tranne il centauro che se ne stava davanti al camino.
 
- Percy Jackson! Se ti ho dato da leggere quel libro è perchè potremmo essere al limite di una potenziale guerra tra dei! 
Alla voce imperiosa se ne aggiunse un'altra. 
Più ironica e con un cenno di sarcasmo neanche tanto velato: 
- Di nuovo? Ma come siamo perspicaci! 
 
Appoggiato con fare strafottente allo stipite della porta, ricci capelli neri gli incorniciavano il volto pallido sul quale campeggiavano due, splendidi, occhi d'ossidiana. 
Vestito come solo un ragazzino punk di 17 anni poteva vestire avanzò con calma nella stanza.
 Nico Di Angelo sorrideva agli astanti con innocenza e un leggero velo di malizia.
 
- Giuro che se è Crono un'altra volta il mondo dei vivi non si chiamerà mai più così! 
Sospirò una ragazza bionda seduta a gambe incrociate sulla poltrona.
 
- Annabeth ti prego non ti ci mettere anche tu - sospirò Chirone mettendosi una mano sul viso con fare melodrammatico.
- Ma tipo, dirci come mai ci hai chiamati? Io e Percy eravamo nel bel mezzo di una... discussione.
I ragazzi divennero rossi come peperoni e distolsero lo sguardo.
 
- Allora la farò semplice: come sapete non ci sono solo gli dei dell'Olimpo, ce ne sono altri. 
Tre facce scandalizzate fecero da coro alla frase;
- Ce ne sono altri come gli Egizi, avete presente no?
 Silenzio nella stanza, solo il fuoco che crepitava nel camino era un sottofondo udibile.
- Andiamo ragazzi!? Seth? Anubi? Ma siete così shoccati?
 Ancora silenzio da parte dei semidei. Chirone sospirò e si accucciò 
 
- Ok, allora, ci sono altri dei. Questi sono gli Egizi e, sempre questi, si comportano esattamente come i vostri genitori cioè.. ehm.... 
- Rimorchiano? - Nico gli venne in aiuto.
- Si, esatto, e nascono ragazzi come voi solo che anzichè essere greci, studiare il greco antico e combattere mostri della mitologia greca, loro, combattono mostri egizi, studiano i geroglifici e sono, di fatto, egiziani.
In silenzio osservò la stanza: i tre ragazzi lo fissavano con uno sguardo tra l'allucinato e lo spaventato.
- E allora? Quale sarebbe la minaccia?  
Fu Nico il primo a riprendersi.
 
- La minaccia è un qualcosa, o qualcuno, che non è nè egizio nè greco, è un mostro. Un orrendo  mostro. Non ve lo so descrivere perchè è impossibile, è tutto quello di cui avete paura, è la paura stessa dell'anima, è la sua vera essenza!  
 
Fece un respiro profondo e continuò 
 
- Se lo guardate vi apparirà come in vostro terrore più profondo e no Nico, non guardarmi così, tutti hanno paura di qualcosa.
 
Il ragazzo fece per dire qualcosa ma non appena aprì la bocca la richiuse.
 
- Quello che voglio dirvi è che dobbiamo essere pronti a tutto e soprattutto, qualunque cosa accada, dovete imparare a governare le vostre paure. 
 
Li osservò.
 
- Se questa è un'impresa la accetto, ma non ho capito cosa c'entra l'altro campo - disse Annabeth alzandosi per la prima volta dalla poltrona in cui era sprofondata.
- Siamo alleati con loro, ci incontreremo con tre dei loro stasera stessa, per questo vi ho convocati. Dovrete partire subito per arrivare li in tempo.
- Arrivare... dove, esattamente? - chiese stranito Percy.
- Mi sembra ovvio: in Egitto e da li noi verremo condotti a stanare il coniglio dalla tana.
 
- Quindi... dobbiamo chiamarli? 
Percy era alquanto stranito.
- Si 
Sempre più in crisi.
- Adesso? 
- Si!!!!!
Far perdere la pazienza ad un centauro, ad una figlia di Atena e ad un figlio di Ade. Percy lo stava facendo veramente bene.
 
Chirone fece uscire una dracama (da dove, era e rimane tutt'ora un mistero) e la lanciò in aria.
- Non c'è bisogno di acqua? - chiese, a ragione, Nico.
- Non per contattare un campo che non ha Iride - fu la laconica risposta.
 
Tempo cinque minuti e cominciò a delinearsi l'immagine di una distesa di sabbia su cui una ventina di ragazzi combattevano ferocemente. In primo piano, invece, ancora leggermente appannata, stava la figura di quello che sembrava un'uomo... con la testa di pennuto.
L'immagine si mise totalmente a fuoco e i sospetti dei ragazzi vennero confermati: il tizio aveva la testa di un falco.
 
- Mohammed - disse Chirone con un leggero inchino, corrisposto dal falco/uomo.
- Chirone - fece una pausa e li squadrò con quei suoi penetranti occhi neri: - Sono loro i tuoi soldati? 
Chirone annuì con una nota d'orgoglio che gli gonfiò il petto.
 
- Ti manderò tre dei miei ragazzi con l'elicottero.
Tre facce stralunate fecero da parentesi alle parole del tizio
 
- Mi permetta una domanda, signor Mohammed - intervenne Nico inchinandosi e aspettando un cenno dal falco. 
Cenno che non si fece aspettare più di tanto: -Ma lei cosa è?
- Io sono un uomo Horus, sono una creatura al servizio degli dei, sono un servitore fedele del dio Horus e sono l'istruttore di questo Campo. 
 Squadrò i quattro senza una parole, la sua voce roca e profonda aleggiava ancora nell'aria, e i ragazzi dietro di lui stavano ancora combattendo sotto il sole cocente.
- Adesso basta, i miei ragazzi sono già sulla strada. Arriveranno tra poco.
 Detto questo passò una mano sull'immagine.

- I suoi sono i ragazzi e noi siamo i soldati? - chiese Annabeth ancora fumante di rabbia per essere stata definita tale.
- Annabeth non rompere.
- Nico ti rendi conto che.. che ci ha dato di mercenari, di marionette che ubbidiscono ad ordini e basta! 
 Nico stava per risponderle ma Chirone li fermò:
- Adesso basta! Veloci! Andate a preparare le vostre cose e mi raccomando portatevi anche qualcosa di pesante, fa freddo in Egitto, la notte si scende sotto i -10 a volte**. 
 
I ragazzi annuirono e se ne andarono. 
 
Una volta al sicuro nella sua casa Nico si lanciò sul letto. Sospirò e si mise a guardare le stelle pensando al gioco che faceva con Bianca: giochiamo con le costellazioni. 
Vinceva sempre lei, ma perchè era più grande. 
Lui ne era convinto. 
 
- Bianca, mi manchi tanto. 
 
Sospirò nuovamente e si alzò per prendere lo zaino. Ci mise dentro il necessario per la sopravvivenza più della cioccolata. Amava il fondente, da sempre, l'amaro che gli si scioglieva sulla lingua era una delle cose più dolci che avesse mai assaggiato e, come la più potente delle droghe, non poteva farne a meno.
 
In capo a mezz'ora era già pronto, si sdraiò nuovamente sul letto e, dopo aver impostato la sveglia, si addormentò velocemente.
Si svegliò poco tempo dopo, non seppe dire quanto, con la suoneria della sveglia che, a volume spropositatamente alto, si lamentava atrocemente. 
E con qualcuno che bussava alla sua porta. 
 
Si alzò e andò ad aprire con la stessa vitalità di uno zombie in coma etilico e si trovò di fronte la faccia di Percy molto simile alla sua.
- Non dirmelo - cominciò Nico: - Annabeth - terminarono insieme e si guardarono sconsolati.
- Stanno per arrivare, sarà meglio darci una sistemata che ne dici? 
Stavano per entrare  nelle rispettive case quando un razzo biondo li portò alla Casa Grande.
- Tu stai male! 
Nico adesso era bello sveglio e guardava la ragazza con sguardo semi omicida.
- No! Io non sto male! Siete voi in ritardo!  
Stava per aggiungere altro,ma il suono di un elicottero la precedette. 
 
- Per favore, non parlate se non siete interpellati ok? Ve lo chiedo per favore.
Supplicò Chirone. I ragazzi annuirono.
 
Tre figure scesero dall'elicottero e avanzarono verso di loro, fermandosi davanti a Chirone e non degnandoli del minimo sguardo.
Si inginocchiarono e la figura a sinistra parlò.
Una voce forte e cristallina, senza la benchè minima ombra di incertezza:
- Io sono Alyssa, e siamo qui sotto ordine di Mohammed, dobbiamo portarvi al Campo Cheope il più velocemente possibile, rischiamo un attacco stanotte stessa.
La ragazza si alzò e piantò i suoi occhi verde smeraldo in quelli marroni del centauro.
- Felice di conoscerti Alyssa, questi sono Perseus Jackson, figlio di Poseidone, Annabeth Chase, figlia di Atena e Nico Di Angelo, figlio di  Ade.
 
 Alyssa avanzò e finalmente la potè vedere: lisci capelli rossi le incorniciavano il volto abbronzato, su quale erano incastonati due occhi smeraldini. 
Vestiva di una canottiera nera e di un paio di jeans militari che terminavano dentro un paio di anfibi. 
 
-Io come già detto sono Alyssa e loro sono Samyr, figlio di Seth e Isidesh, figlia, come suggerisce il nome, di Iside. 
La ragazza indicò i suoi due compagni. 
Samyr era un ragazzo alto e con i capelli biondicci. Due occhi color miele campeggiavano in mezzo al volto. Vestiva di un paio di convers, skinny jeans e di una maglia a righe. 
Isidesh era vestita in modo più strano, una felpona a chiazze di colore e dei jeans sdruciti con delle scarpe da ginnastica che erano giunte al termine della loro onorata carriera. Una serie notevole di ciondoli circondavano il collo e davano luce al volto abbronzato e agli occhi neri. I capelli erano ricci e intrecciati sapientemente sulle punte.
 
- Se volete seguirci sull'elicottero partiremo subito per l'Egitto.
 
I ragazzi si fecero avanti e salirono sul mezzo. 
Alyssa aspettò che anche Chirone si muovesse ma, vedendo che il centauro non accennava a muoversi, si avviò per poi fermarsi nuovamente e sospirare.
- Sa Chirone, Mohammed ci terrebbe a parlare con lei, e se ci tiene e non lo ha si arrabbia... e lei non vuole far arrabbiare un uomo horus vero? 
Concluse lei girandosi e sorridendogli. 
A quel punto il centauro si mosse e, con non poca fatica, salì sull'elicottero.
- Posso azzardarmi a fare una domanda?
Percy alzò la mano come se fossero a scuola e parlò senza attendere la risposta: - Chi guida?  
Risposta che tuttavia arrivò: Alyssa si mise al posto di comando, inforcò le cuffie e accese i motori. In breve l'elicottero si sollevò e di Long Island non rimase che una lucina lontana. 
- Vi  farebbe bene dormire un po', ci vogliono più di cinque ore per arrivare al Campo Cheope.  
Disse sorridendo Samyr mentre si sdraiava posando la testa sulle gambe di Isidesh. Gli altri annuirono e si sistemarono: Percy abbracciò Annabeth e si appoggiò alla parete metallica, Chirone si sistemò vicino ai due e chiuse gli occhi mentre Nico si mise a sedere nel sedile vicino a quello dove Alyssa guidava.
 
Stettero in silenzio: una guidava e l'altro guardava giù, il mare che scorreva sotto di loro.
- Quanto manca esattamente?- chiese, per rompere il ghiaccio, lei gli rivolse un'occhiata stanca e poi fissò il cielo davanti a sè. 
- Intorno alle due ore.
 
Fece una pausa e lo guardò di nascosto da sotto i capelli. 
- Sai, dovresti dormire un po', fare come i tuoi compagni.
Nico alzò le spalle come a dire tranquilla, ci sono abituato.
- Alyssa di chi sei figlia?
Lei lo guardò sorridendo prima e ridendo silenziosamente poi.
 
"Nico, noi siamo più simili di quanto credi" pensò lei sorridendo ancora e facendo vagare lo sguardo sul cielo.
- Anubi. - Rispose infine, - mio padre è Anubi, dio dell'Aldilà. 
Lui la guardò per un minuto buono.
- Quello con la testa a cane vero?
Questa volta lei scoppiò a ridere fragorosamente, trascinando ben presto il ragazzo con sè: - Si, si quello... solo che la testa è di sciacallo. 
Risero ancora.
 
Da qualche parte, nel loro cuore, entrambi sentirono il calore di una nuova amicizia, forte e sincera, iniziata nel migliore dei modi. 
 
 
Percy venne svegliato da una voce squillante di qualcuno, una ragazza che annunciava qualcosa come siamo affondati... no, sarebbe stato strano, erano su un elicottero... siamo affamati, si un certo languorino ce l'aveva ma non era quello... no..
- SIAMO ARRIVATI! PERCY SVEGLIATI! 
Annabeth. Era lei che lo svegliava con la solita grazia degna di un cavallo imbizzarrito.
Si alzò con stizza e venne investito dalla luce abbagliante del sole che gli fece chiudere gli occhi. 
L'elicottero atterrò con grazia in mezzo ad una pianura arida. Il portellone si aprì e così le loro bocche.
- Signore e signori, ecco a voi il Campo Cheope!  
Gridò Samyr cominciando a correre verso l'oggetto dell'ammirazione dei greci.
 
Una gigantesca oasi, ed intorno ad essa palme, palme da dattero, erba a non finire, papiri e altri alberi non identificati. 
In mezzo alla macchia verde sorgeva una copia in piccolo del Ramesseum, una casetta che doveva essere l'infermieria a giudicare dalla croce sulla porta ed una serie di case che dovevano essere gli alloggi dei ragazzi. 
 
- Somiglia al Campo Mezzosangue solo che è... esotico - disse Annabeth stupita. 
- Sono le due del pomeriggio, andiamo al Ramesseum prima che il sole ci frigga a dovere! 
Esclamò Isidesh cominciando a correre sulla sabbia.
Samyr la guardò sorridendo fino a che una mano non si abbattè sulla sua spalla e una voce non gli sussurrò, in arabo, di seguirla.
- Ish aspettami!  
Cominciò a correre anche lui e, in breve, sparirono dentro alla monumentale costruzione.
I restanti cinque si avviarono con più calma verso il luogo ombroso.
 
Quando entrarono quello che videro li lasciò basiti: geroglifici, geroglifici da ogni parte ci si voltasse, divani bassi zeppi di cuscini, dipinti che raffiguravano gli dei e un sarcofago rivestito interamente in lamine d'oro e intarsiato con argento e bronzo. 
Un grande tavolo campeggiava nel bel mezzo dell'immensa sala al quale erano seduti, rispettivamente a destra e a sinistra: Mohammed, una donna bellissima e altri tre uomini altrettanto belli e tre figure a noi ben note: Ade, Poseidone ed Atena.
Isidesh, Samyr ed Alyssa si inchinarono prontamente alle quattro figure al lato destro del tavolo: Osiride, Iside, Anubi e Seth.
 
- Potremmo parlare con i nostri figli? 
La voce di Poseidone si alzò chiara nella stanza. 
Annuendo austeri, gli egizi si alzarono e se ne andarono con i rispettivi figli e figliastri.
 
-Padre.
Alyssa aspettò che fossero soli prima di azzardarsi ad andare vicino al padre che si voltò con uno scatto e l'abbracciò*** stretta, tenendola contro il suo petto caldo ed accogliente. 
- Alyssa, hai fatto un ottimo lavoro..
La strinse leggermente più forte e seppellì il viso in quei capelli che tanto somigliavano ai suoi.
- Mi hai fatto preoccupare sai? Pensavo che le sfingi ti avessero catturata. Pensavo addirittura che- 
- Che sarei morta? Io secondo te mi faccio uccidere da quelle specie di gatti? 
Lo interruppe lei battendogli una mano sul petto. 
Anubi era alto e con un fisico statuario. 
Due bellissimi occhi verdi campeggiavano sul viso scurito dai millenni passati sotto il sole d'Egitto. 
I capelli rossi erano tagliati corti, molto moderni. 
Indossava un paio di jeans e una canottiera bianca sulla quale posava uno scarabeo. 
 
- Padre? 
Continuavano a stringersi.
- Mhh? 
Continuavano a dondolare da un piede all'altro.
- Andiamo a fare una partita a carte? 
Anubi scoppiò a ridere fragorosamente e la prese sotto braccio.
- Si, andiamo.
 
Passeggiavano nel giardino osservando le linci e i gatti selvatici rincorrersi tra loro: Iside e Osiride camminavano mano nella mano mendre Isidesh nei suoi diciassette anni, rincorreva un gattino. 
I due erano bellissimi. 
Iside, con i capelli lunghi e neri intrecciati dietro la schiena indossava una comoda veste bianco latte mentre le sue braccia erano agghindate con larghi bracciali d'oro puro nei quali erano incastonate gemme preziose; ma le vere "gemme" ( come le chiamava Osiride) erano i suoi occhi, di un azzurro lucente come il cielo inondato dalla luce del Sole. 
Il marito, vicino a lei, indossava una camicia bianca e dei pantaloni di un gessato, i capelli leggermente brizzolati erano regolari e corti. Un vero uomo d'affari che passeggia con la sua famiglia nel parco vicino casa.
- Madre, Padre. 
Si fermò e si voltò verso di loro con gli occhi pieni di lacrime.
- Deryf avrebbe amato questo cucciolo vero? 
Cadde in ginocchio e scoppiò a piangere. 
La madre si precipitò verso di lei e la strinse forte al seno, calmandola con dolci parole di conforto.
- Dobbiamo mettere fine a quasta guerra. 
Osiride parlò con voce alterata dal dolore: - Ha già mietuto troppe vittime.
Si lasciò cadere in ginocchio vicino alla moglie ed alla figliastra e le strinse entrambe
- Dobbiamo mettere fine a questa guerra per Deryf. 
Disse con voce pigolante Isidesh.
La Madre ed il Padre degli dei annuirono stringendosi.
 
- Tanto vinco io!
- Ma sentitelo! Ah! Il piccolo Samyr è convinto di essere migliore di suo padre!
 Seth scoppiò a ridere mentre faceva una partita a biliardino con il figlio. La palla andò in porta e Samyr esultò come un matto. Il padre rimase a guardarlo e poi sorrise.
 
-Sei migliorato!
Constatazione mirata a sfottere: così la mente di Samyr registrò ciò detto dal padre.
- Sfotti Padre? - sorrise il ragazzo sfoderando un'arma.
- Affatto - ribattè lui lanciandosi all'attacco.
Erano le tre pomeridiane, in Egitto, sotto il sole... Samyr non resistette molto e, dopo mezz'ora, il padre lo riportò in braccio al suo alloggio.
- Vai a farti una doccia oppure Isidesh non ti considera. 
 
Evitò agilmente un comodino e se ne andò, ridendo a crepapelle, a sedersi sul divano vicino al letto mentre il ragazzo si addormentò.
Nella sua canottiera di lino bianco e nei jeans sdruciti, Seth sembrava molto più giovane di quanto in realtà non fosse.
I capelli erano una zazzera scompigliata biondo cenere e gli occhi neri onice brillavano nel volto leggermente abbronzato. Era Seth. Fratello di Osiride.
 
 
 
 
OOOOOOOOOOOOOOOOOOOK Allora, io sono tornata con questa roba che sinceramente non so come sia venuta... spero che piaccia, seraimente!!
Me la potreste recensire??? vi preeeegoooooooooooooooooooooooooo
Bacioni Emmy! 
* battuta presa in prestito ( se credici!) dal film Le 5 Leggende * si inginocchia e ringrazia la Dreamworks*
** lo posso confermare sulla mia pelle, la sera ad El Cairo dormivo con il piumone!! IN UN HOTEL!! 
*** so che è inverosimile ma volevo dare ad Anubi una sfumatura paterna solo quando è con Alyssa, poi sarà stronzo come lo raffigurano tutti quanti XD
  
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