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Autore: _Eileen    28/03/2013    1 recensioni
Spezzoni sulla vita di Light e sui suoi pensieri una volta che è entrato in possesso del Death Note.
Non si chiese se era sbagliato moralmente punire l'omicidio con l'omicidio, semplicemente, il pensiero che c'era qualcuno che traeva vantaggio da quella situazione gli bastava per andare avanti, gli bastava per affermare a cuore aperto “Kira è la giustizia”.
Storia partecipante al contest "Il Giro del Mondo in Ottanta giorni" indetto da Soul'sLullaby sul forum di efp.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia partecipante al contest Il Giro del Mondo in Ottanta giorni! indetto da Soul'sLullaby sul forum di efp

Titolo: Teodicea
Autore: _Eileen (EFP); Fukuda's (Forum)
Beta-reading: No
Fandom: Death Note
Tipologia: One-shot
Introduzione: Spezzoni sulla vita di Light e sui suoi pensieri una volta che è entrato in possesso del Death Note.
Rating: Verde
Personaggi: Light Yagami, Misa Amane (solo accennata)
Generi: Introspettivo, (Song-fic)
Avvertimenti: Nessuno
Pacchetto scelto: Los Angeles
Prompts: Azzardo; Nero; Ossessione
Canzone: Avenged Sevenfold – Nightmare
Obbligo: La storia deve trattare di un antagonista.
La canzone è stata usata come accompagnamento alla storia. Le strofe sono in ordine sparso, non seguono il giusto ordine della canzone. Diciamo che sono collegate al paragrafo che le precede.
NdA: La storia non ha una trama vera e propria; mi sono voluta concentrare sui pensieri di Light e sulle conseguenze che sono scaturite da un'azione come quella di prendere in mano il Quaderno della Morte per la prima volta.

 

 

 

 

 

Teodicea

 


 


"La mia mente reggerà? Ne ho uccisi appena due e guarda in che stato mi ritrovo”

 

All'inizio credeva fosse tutto uno scherzo. L'idea di poter davvero regolare il mondo a proprio piacimento, il poter decidere chi fosse degno e chi no di vivere nel mondo che stava creando, sembrava veramente assurdo. Per questo Light Yagami continuava a scrivere e scrivere nomi sul Quaderno della Morte: per vedere se davvero avrebbe funzionato per sempre. Light non poteva dirlo con certezza; era come uno strano gioco d'azzardo. Avvicinarsi alla cieca verso un obbiettivo ignoto, oscuro: del resto, Kira sarebbe riuscito a vivere per sempre? E lui sarebbe stato in grado di creare un nuovo mondo, puro e popolato solo da gente degna? Ma soprattutto, sarebbe riuscito a non impazzire? Sarebbe riuscito a chiudere la sua mente e il suo cuore umano, facendo prevalere l'anima di un giusto assassino senza ribellarsi?

 

'cause men like you have such an easy soul to steal.

 

Con un sorriso sprezzante sul volto, il ragazzo continuò a scrivere nomi su un piccolo quaderno nero, assaporando la bellezza della giustizia che fuoriusciva da un atto come quello.
Light, finalmente, capì: continuare a scrivere non era altro che un gioco; una scommessa contro sé stesso alla quale non avrebbe mai perso.
Il mondo intero ascoltò silenziosamente il verdetto; l'aria era grigia, ferma. Mentre la penna a sfera scorreva per l'ennesima volta sulla carta ruvida, la sentenza scattò, si espanse come un'onda anomala su tutta la Terra e colpì la consapevolezza di tutti: “è il momento in cui Light Yagami è diventato Kira”.

 

Haunting, yearning, pull the trigger!

 

L'idea di uccidere criminali era partita quasi per scherzo, perché voleva evitare di uccidere qualcuno vicino a lui, o qualcuno di importante, o qualcuno di giusto. Ed ecco che qualcosa era scattato nella sua mente. Non doveva uccidere qualcuno di giusto. Allora, forse, avrebbe dovuto uccidere qualcuno che non faceva altro che compiere azioni malvagie. Forse, avrebbe dovuto provare come sua prima vittima un criminale di poco conto. In effetti, a chi sarebbe importato? Anzi, qualcuno, da qualche parte nel mondo, l'avrebbe pure ringraziato! Light sentì il suo cuore riempirsi di gioia all'idea: qualcuno che aveva subito un sopruso che finalmente aveva la sua vendetta, finalmente aveva un dio da ringraziare... e quel dio era lui.
Non si chiese se era sbagliato moralmente punire l'omicidio con l'omicidio, semplicemente, il pensiero che c'era qualcuno che traeva vantaggio da quella situazione gli bastava per andare avanti, gli bastava per affermare a cuore aperto “Kira è la giustizia”.

 

Beyond the will to fight,
Where all that's wrong is right,
Where hate don't need a reason,
(Loathing self-assassination)!

 

Misa non capiva appieno il motivo per cui Light faceva tutto ciò. Certo, lei rispettava Kira per averle dato vendetta sulla morte dei suoi genitori, ma non aveva mai avuto il coraggio di chiederglielo direttamente. Se lo avesse avuto, probabilmente una sera si sarebbe avvicinata a lui, lentamente, chiedendogli perché Kira esistesse, abbracciandolo da dietro, mentre lui era concentrato sul suo lavoro al computer. Lui si sarebbe girato, guardando intensamente Misa negli occhi e rispondendo che lo faceva per amore. Le guance di Misa si sarebbero arrossate e la ragazza si sarebbe ritratta imbarazzata, mentre Light avrebbe continuato a esprimere il suo punto di vista: il motivo per cui aveva preso le redini del mondo di Kira era solo uno, l'amore.
Amore per il mondo, per l'umanità che andava salvata dalla feccia che la inquinava. E, sempre per amore per il mondo, avrebbe sussurrato Light sottovoce, si sarebbe trasformato in un nuovo dio.

'cause it ain't over yet,
Still dancing with your demons,
(Victim of your own creation)!

 

Ogni nome che prendeva vita sulle pagine bianche era un'ulteriore conferma del magnifico potere omicida che quel quaderno regalava. Ogni volta che scriveva un nuovo nome sul Death Note, Kira sentiva un'esplosione di inchiostro e sangue penetrargli nelle narici, assuefacendolo. Sentiva troppo spesso il bisogno di usare il suo amato quaderno, anche solo per un attimo, anche solo per un nome: quel piccolo momento di gloria, in cui il cuore di un malvivente si fermava per sempre, lo faceva rinascere un po', dandogli la forza di andare avanti e scrivere un altro nome. E un altro. E un altro ancora. Non riusciva più a smettere, tanto era ossessionato dalla morte.
Ormai non era solo più per amore per il mondo che Kira si accingeva al completamento della sua opera.
Era anche per amor proprio e voglia di soddisfare i propri piaceri. Scrivere sul Death Note era una vera e propria ossessione. Kira amava poter stringere tra le lunghe dita affusolate il suo quaderno nero, amava guardare Ryuk di sottecchi, facendogli vedere quanto un semplice gesto come quello di scrivere un nome stava rivoluzionando il mondo. E tutto questo per merito suo! Amava quando, per le strade, o in televisione, ma soprattutto all'interno del quartier generale, il nome di Kira era pronunciato con timore; amava ancora più quando qualcuno si schierava apertamente dalla sua parte.
Lui era stato scelto per compiere questo atto di purificazione, lui avrebbe rivoluzionato il mondo, lui avrebbe preso il posto di Dio o di chi per lui. L'aveva pensato fin dal primo istante; non era egoismo pensare di essere l'unico in grado di arrampicarsi per l'ardua strada che portava al cielo, era realtà.

 

Such a replaceable liar.

 

Era stata una scelta alquanto stupida e azzardata, quella di prendere in mano il Death Note e affrontare il coraggio a mani nude scrivendone per la prima volta un nome sopra. Soprattutto, però, era stata una scelta straripante d'orgoglio e di presunzione: nessuno poteva prevedere che cosa sarebbe successo, eppure Light aveva dato per scontato la sua vittoria ancora prima di iniziare.
Tant'è che aveva cominciato a prenderci gusto. Annusava a pieni polmoni l'aria chiusa della piccola camera da letto di un diciassettenne, immaginandosi l'odore acre ma piacevole di morte e putrefazione e sangue. E, anche quando la piccola camera si era trasformata nello spazioso quartier generale, Kira era sempre alla ricerca di quel particolare odore che non era mai ancora riuscito a sentire da vicino.
Solamente quando il quartier generale si trasformò in un magazzino abbandonato, il ragazzo ebbe l'occasione di sentire per la prima volta quell'odore così particolare. Accasciato sul pavimento freddo, si ritrovò ad annusare il suo stesso sangue che sgorgava copioso da ogni poro della pelle.
Non era piacevole. L'odore della morte, la consapevolezza della vita che ti stava abbandonando una volta per tutte, non era per niente piacevole.
E, per la prima volta, Kira temette la morte, temette il potere omicida di quel quaderno di cui era stato succube per così tanto tempo.
Chiuse gli occhi, e non ragionò più.
 

You should have known, the price of evil,
And it hurts to know that you belong here, yeah

Your tragic fate is looking so clear, yeah.
Ooooh, it's your fuckin' nightmare, ha-ha-ha-ha

 

Si divincolò sul pavimento sporco, in preda agli spasmi e alle lacrime. Non gli importava se ci stava facendo la figura dello stupido, al momento la sua unica preoccupazione era quella di rimanere in vita. Si sporse verso Ryuk pregandolo, supplicandolo, ma quello non ascoltava e il ragazzo era disperato. Spalancò gli occhi, e per la prima volta trasparì la pazzia, che in tutti quegli anni il ragazzo era riuscito a nascondere in fondo al cuore. Non era più il ragazzo freddo, risoluto e calcolatore, irremovibile ad ogni sensazione.
Forse Kira non era mai stato un vero Dio; una divinità non doveva essere vittima dei sentimenti umani, e la paura era la prima tra queste.
E quando il cuore pompò per l'ultima volta il sangue, che cadde inesorabilmente sul pavimento gelato, un'unica frase, una frase che non sarebbe mai stata sentita da nessuno, venne urlata da una bocca invisibile nel più assoluto silenzio: “questo è il momento in cui Kira è tornato uomo”.

 

E poi tutto si fece nero.

 


 

  
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