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Autore: SummerRestlessness    28/03/2013    1 recensioni
A una festa Sadie incontra Liam e tra loro scatta subito qualcosa. Ma quando Liam e Sadie vengono separati da un evento tragico, Zayn si sente quasi in dovere di prendersi cura della ragazza del suo migliore amico. Sarà davvero solo un dovere? Basterà Zayn a farle tornare il sorriso, mettendo insieme i pezzi delle loro anime distrutte? Oppure Liam tornerà, ribaltando completamente la situazione?
[In questa fanfic i ragazzi non sono famosi, anche se sono in una band; ci sono alcuni accenni di Larry ma proprio accennatissimi, se li trovate +5 punti a Grifondoro; ogni capitolo ha come colonna sonora una delle loro canzoni]
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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3. Rescue her

Would you lay down in my arms

and rescue me?

 

Zayn e Niall sono a capo della spedizione per cercare cibo. Zayn è fin troppo conscio del fatto che l’ultima volta che è stato in missione, esattamente dieci giorni prima, Liam è stato catturato. Non ha il coraggio nemmeno di pensare alla parola “ucciso”, per ora, nonostante nella sua mente sia praticamente sicuro che sia così. Da allora l’unico suo pensiero è stato quello di accertarsi che gli altri che erano con lui quel giorno stessero bene. Gli amici più cari di Liam, cioè Harry, Louis e Niall, sono tutti diventati più silenziosi da allora. A Zayn sembra di non aver più visto Niall sorridere, mentre Louis è diventato ancora più scontroso del solito; ma se prima lo faceva con ironia, ora sembra solo amareggiato. Harry ha passato una giornata, la seconda, in camera di Sadie e ne è uscito ancora più distrutto di prima, con gli occhi arrossati e gonfi e quasi senza reggersi in piedi. Louis l’ha abbracciato forte quando l’ha visto ridotto in quel modo e a Zayn è sembrato di vedergli versare una lacrima, anche se lui nascondeva il viso nella camicia di flanella logora dell’altro.

Zayn non ha pianto. Ha stretto forte la coperta tra i pugni, quella notte e ha morso il cuscino per non urlare. Ma non ha versato nemmeno una lacrima. È stato sveglio tutta la notte ad ascoltare nel buio, cercando di carpire qualche rumore che arrivasse dalla stanza di Sadie. Mille volte quella notte ha pensato di alzarsi dal letto e di entrare in quella stanza, ma non l’ha mai fatto. Ha messo Sadie a dormire nella stanza di fianco alla sua per poterla controllare meglio, ma nessuno sa che è quello il motivo: ha semplicemente implicato che quella fosse la soluzione più comoda, visto che Sadie di sicuro non avrebbe voluto dormire nella stanza che divideva con Liam, e gli altri gli hanno dato ragione.

È andato da lei solo il terzo giorno: il giorno dopo la scomparsa di Liam ha pensato di lasciarle il suo spazio per piangerlo da sola, mentre il secondo ha semplicemente avuto paura di andare da lei, quindi ha chiesto a Harry di andare a farle un po’ di compagnia. È andata a finire che Harry è rimasto sepolto in quella stanza buia con lei tutto il giorno e Zayn ha passato quelle ventiquattr’ore a mangiarsi le unghie. Quando finalmente è ricomparso non ha avuto il cuore di chiedergli come stava lei, anche se dalle condizioni pietose di lui era abbastanza ovvio. Perciò si è fatto forza, il terzo giorno; prima si è dato dello stupido, del fifone, del buono a nulla e poi finalmente ha bussato a quella porta, con la scusa di portarle il pranzo. Da quel momento in poi è diventato il responsabile unico dei suoi pasti: quella prima volta non l’ha nemmeno guardata negli occhi, ma ha semplicemente appoggiato il vassoio sulla scrivania della stanza e le ha detto «Dovrai pur mangiare qualcosa». Quando è tornato quella sera con la cena e ha visto che lei non aveva toccato il cibo nel vassoio, l’ha finalmente guardata. Gli si è stretto lo stomaco a vederla così, con i capelli più arruffati del solito e gli occhi lucidi gonfi di pianto, seduta sul bordo del letto con le braccia lungo i fianchi e lo sguardo perso. È andato a sedersi di fianco a lei e quando le ha passato una mano sulla guancia per asciugarla lei gli si è gettata tra le braccia, stringendolo forte. Zayn si è sentito come se avesse ricominciato a respirare dopo giorni di apnea. E allora non ha potuto fare altro che tenerla stretta e tornare più spesso da lei, ancora e ancora.

Non è successo subito, ma dopo qualche giorno Sadie ha smesso di piangere continuamente e nei suoi occhi è riapparsa una parvenza di luce, seppure flebile. Ha  ripreso a mangiare, a fare piccole mansioni in casa, a parlare con qualcuno. Zayn non ha avuto il cuore di lasciarla, ma poi Louis e Harry si sono ammalati e lui ha dovuto uscire in missione con Niall e altri due ragazzi un po’ più inesperti.

Per qualche motivo, però, non riesce a concentrarsi. Per qualche motivo, anche ora che dovrebbe prestare attenzione perché è all'esterno e quindi continuamente esposto al rischio di incontrare dei Nemici, continua a ripercorrere con la mente gli avvenimenti di dieci giorni prima, tutto tranne il momento preciso in cui Liam è stato rapito, che non riesce a ricordare con precisione. Che forse non vuole ricordare. Ma tutto quello che è successo poco dopo, lo vede davanti ai suoi occhi come se fosse oggi.

Dieci giorni prima

Zayn impreca sottovoce un “Maledizione” mentre Sadie si accascia ai suoi piedi. La afferra appena prima che tocchi il suolo. Non sa se essere più preoccupato per il rumore, che potrebbe attirare qualche Nemico ancora lì nei paraggi, o se per lei. Tende l’orecchio ma non sente niente. In tutto questo quasi non si è quasi accorto che ha Sadie tra le braccia. Proprio Sadie. La ragazza di Liam, ricorda a sé stesso. Inspira forte. Ok, ce la può fare. Deve farlo per lei, per Liam e soprattutto per se stesso. Le mani gli tremano quando pensa che non avrebbe mai immaginato di poterla stringere così. Deve riscuotersi un attimo per ricordare che Sadie è svenuta e quando lo fa si accorge che è calda, forse troppo, e leggera, anche questo forse troppo. Zayn ha notato, non che la osservi spesso, che da qualche tempo lei non mangia più molto, e non per la scarsità di cibo - di quello ultimamente ne hanno abbastanza, avendo scovato proprio quel supermercato non troppo lontano dal Simon’s Cafè. Forse è perché ha perso tutta la sua famiglia, un po’ come tutti loro, forse è perché sta perdendo la speranza di ritrovare qualcuno sano e salvo. Chiunque. O forse sta semplicemente perdendo la speranza in qualsiasi cosa che non sia la vita che stanno facendo ora, che può a malapena definirsi “vita”. Cosa farà adesso che ha perso anche Liam? Il ricordo di quello che è successo solo qualche secondo prima lo fa trasalire e un rivolo di sangue gli scorre in gola: si accorge solo allora che si stava mordendo le labbra con troppa forza. Deglutisce e spera che insieme al sapore metallico sul palato se ne vada anche il pensiero di Liam, ma non succede. Il suo migliore amico non c’è più. Prima che gli occhi gli si inondino di lacrime, cosa a cui non è affatto abituato, si costringe a ricordare che non è il momento di pensare a chi non c’è. Soprattutto, bisogna sempre pensare prima a chi è rimasto. E in quel momento, con Sadie svenuta tra le braccia, proprio lei, la ragazza del suo migliore amico, non può fare altro che pensare a lei.

Zayn rimane in ascolto ancora qualche minuto, sistemandosi Sadie in braccio in modo da poterla trasportare, sempre cercando di fare meno rumore possibile. Gli altri devono essersi allontanati subito quando sono apparsi i Nemici… chissà se qualcuno avrà visto quello che è successo. Lui era appena dietro Sadie e stava guardando nella sua direzione perché lei sembrava aver sentito qualcosa, quando Liam è stato catturato. Ha agito d’istinto, l’ha portata in salvo senza quasi accorgersene. Si sporge un poco tra gli scaffali e si guarda intorno, da ogni lato: nient’altro che buio e silenzio. Esce piano dal suo nascondiglio e inizia a camminare circospetto, ma prima incrocia le dita di entrambe le mani, non perché sia supersizioso ma perché glielo ha insegnato Sadie e gli sembra giusto così. Gli viene quasi da sorridere, ma poi vede il suo volto pallido e senza sensi appoggiato alla sua spalla e sente di nuovo quella stretta al cuore. Liam non c’è più. E allora si mette a camminare un po’ più velocemente.

Quando arriva alla base tutti già sanno di Liam, a giudicare dal frastuono che lo accoglie. Sembra siano tutti riuniti nel cafè e tutti parlano ad alta voce; vede Louis, che evidentemente è tornato prima di lui dalla spedizione, al centro della sala circondato da tutti gli altri che parla piano e gesticola come per mimare degli avvenimenti, a tratti guardando verso una finestra, preoccupato. Niall gli sta vicino e ogni tanto gli dà una pacca sulla spalla e si copre la bocca con una mano. Zayn cerca con gli occhi l’ultimo dei suoi amici e non gli ci vuole molto a scovarlo, seguendo la direzione delle occhiate di Louis: Harry è seduto in disparte sul davanzale di una finestra e guarda fuori con lo sguardo vuoto, asciugandosi di tanto in tanto una lacrima con la manica logora del maglione. Nessuno fa caso a Zayn per un po', fino a quando Niall si accorge per caso della sua presenza e di Sadie tra le sue braccia. Quando tutti si girano verso di lui, è come se fosse diventato sordo e se i suoi riflessi fossero rallentati. Vede i volti delle persone con cui vive da mesi, li vede aprire la bocca e fare mille domande al rallentatore, vede Niall prendere Sadie dalle sue braccia dicendogli qualcosa che non capisce e dirigersi verso il loro appartamento, appena sopra il cafè, vede la sua espressione preoccupata, ma non sente niente. È come se osservasse la scena al di fuori del suo corpo e non può muoversi, parlare o respirare. Poi Sadie apre gli occhi per un istante e le sue labbra formano una parola che pronuncia con voce flebile mentre viene portata via da lui: «Zayn». È solo allora che si riscuote e, incurante del frastuono che lo assale, corre al fianco di Niall e le prende una mano fredda, sussurrandole «Sono qui, Sad. Sono qui». E non importa nient’altro.

È arrivato a questo punto dei suoi pensieri Zayn, quando inciampa su qualcosa e un dolore acuto alla gamba lo riporta alla realtà.

   
 
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