IL SORRISO PIU' BELLO

Erano passati parecchi mesi dalla nascita di Bra, la quale aveva portato nella grande casa della capsule&co gioia e cambiamento, sia perché Trunks, ormai, era un giovanotto di quindici anni in piena adolescenza, sia nel carattere di Vegeta. Prima di suicidarsi contro Majin buu, mentre abbracciava per la prima volta in sette anni suo figlio, aveva sentito un calore diffondersi dentro il cuore, un calore che in quel momento chiamava “affetto paterno” verso quella creatura nata per sbaglio da una relazione sbagliata a quel tempo ma che ora gli sembrava quasi naturale, e per la piccola Bra che, nonostante avesse solo pochi mesi, dava già del filo da torcere al principe dei Saiyan.
Già immediatamente dopo la sconfitta del mostro rosa, il Saiyan aveva deciso di allenare il suo primogenito, deciso a renderlo più forte di quello di Kakaroth ma, sfortunatamente, il sangue umano incominciava a farsi sentire e, con il passare del tempo, l’adolescenza e l’influenza negativa della pace e del secondogenito di Kakaroth, il ragazzo si stancò degli allenamenti col padre per far posto ad appuntamenti con ragazze e partite alla playstation.
In quegli anni sulla terra aveva cambiato tutto, era diventato più calmo e teneva alla sua famiglia più di chiunque altro, aveva capito finalmente ciò che provava Goku per la sua famiglia, in poche parole si era “umanizzato”. A rendere possibile tutto questo, però, non era stato quel Saiyan tanto ingenuo e tanto scemo che aveva salvato il mondo tante volte e che era diventato il suo punto fisso, ma una donna dai capelli turchini e gli occhi celesti che gli aveva rubato il cuore: la sua dolce e determinata Bulma che riusciva a tenergli testa in situazioni quasi paradossali.
A quei pensieri, sul volto del Saiyan si formò un sorriso che fu ricambiato da una figura davanti a sé che ne aveva uno ancora più bello: appoggiata alla parete c’era la turchina con i capelli corti fermati da un fermaglio sul lato della testa, indossava una camicia da notte di seta color rosa cipria e una vestaglia bianca e ai piedi teneva delle pattine di cotone. Il sayan la raggiunse e, dopo averle stampato un bacio sulle labbra e averla presa tra le braccia come fosse una sposina, la portò nella stanza.