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Autore: immy    30/03/2013    0 recensioni
La premessa per leggere questa storia è che vi dimentichiate tutto ciò che ha scritto la Smith sui protagonisti... sono tutti umani innanzitutto e siamo ai nostri tempi.
Giuseppe chiede ad Elena di sposarlo, Damon naturalmente ci mette lo zampino di mezzo e combina un disastro che finirà per deudere molto la sua "sorellina" Bonnie.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Confessioni






























Il giorno dopo Bonnie venne svegliata dallo squillare del proprio telefono. Lo prese dal comodino strofinandosi gli occhi con la mano sinistra e poi controllo chi la stesse chiamando.

<< Buongiorno zia... >> mormorò ancora insonnolita dopo aver visto chi chiamava.

<< Buongiorno figliola. >> rispose Matt all'altro capo del telefono imitando la voce della zia, che si cacciò a ridere vedendo le smorfie che faceva il piccolo, mentre cercava di imitare la sua voce.

<< Matt... dimmi. >> disse Bonnie puntellandosi sui gomiti per poi alzarsi.

<< Beh, non venite più? >>

<< Non lo so, papà ieri mi ha detto di sì, appena si sveglia glielo chiedo. >> rispose la Rossa guardandosi attorno ancora spaesata.

Poi una lastra sul suo comò attirò la sua attenzione. Era la sua, quella che il giorno prima era tutt'altro che finita. In quel momento se ne stava sul comò finita, incerata e lucidata.

<< Oh... >> sussurrò sorpresa, per poi lasciarsi andare ad un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

<< Che c'è? >> le chiese il fratello all'altro capo del telefono.

<< Niente. Verremo sicuramente, non ti preoccupare Matt. >> disse Bonnie su di giri prendendo la lastra in mano.

<< Va bene. A più tardi. >>

<< Ciao. >> salutò Bonnie prima di chiudere la chiamata e tornare a guardare la sua lastra.

Era bellissima. E suo padre l'aveva finita quella notte. Probabilmente era rimasto sveglio tutta la notte per poterla finire.

Sorrise intenerita e poi rimise la lastra sul comò. Andò nel proprio bagno, se fece una doccia, si vesti e dopo essersi asciugata i capelli uscì, diretta verso la stanza di Damon, ma si ricordò di aver lasciato la lastra nella propria stanza così fece dietrofront, la andò a prendere e poi andò verso la stanza di Denise.

<< Denise... >> chiamò Bonnie bussando alla porta.

La tata, che nella sua stanza stava facendo le valigie, per potersene andare scattò spaventata, che la ragazza potesse entrare e coglierla in flagrante.

<< Dimmi Bonnie. >> rispose avvicinandosi alla porta, in modo da poterla fermare se avesse voluto entrare.

<< Denise, vieni giù, voglio farti vedere una cosa. >> le disse Bonnie praticamente saltellando sul posto dalla felicità.

<< Va bene arrivo. >>

Sentita la risposta di Denise, Bonnie fece una corsa verso la stanza di Damon.

<< Damon. >> chiamò fuori dalla porta.

Denise fece un sospiro di sollievo quando la sentì allontanarsi dalla porta, poi tornò alle valigie.

La Rossa intanto bussò alla porta del fratello un altro paio di volte, senza ricevere una risposta. Il ragazzo aveva il sonno pesante.

<< Damon! Svegliati. >> chiamò Bonnie entrando in camera.

<< Mmh. >> si lamentò Damon infilando la testa sotto il cuscino.

<< Su, dai svegliati! >>

Bonnie appoggiò la lastra sul comodino del Moro e poi saltò sul letto con la chiara intenzione di svegliarlo.

<< Mmh. >>

<< Dai, per favore... >> disse Bonnie saltellando in ginocchio sul letto.

Neanche due secondi dopo si beccò una cuscinata in faccia. Evidentemente il ragazzo non aveva voglia di essere svegliato.

<< Che vuoi di prima mattina? >> domandò Damon con voce impastata dal sonno.

<< Guarda... >> disse Bonnie indicando la lastra, felicissima.

Damon si girò, ad occhi chiusi verso Bonnie.

<< Mmh... >> biascicò nuovamente.

<< Papà ieri ha finito la mia lastra. Sicuramente ci ha lavorato tutta la notte. >> lo informò la Rossa con un sorriso.

<< Mhm... molto bella. >> le disse Damon ancora ad occhi chiusi.

<< Ma se non l'hai vista! >> gli disse Bonnie ridacchiando, prima di ricambiare la cuscinata, svegliandolo definitivamente.

<< Hey! >> si lamentò Damon alzando di poco la testa solo per vedere dove fosse la Rossa. Individuata la posizione della sorella la prese di peso facendola cadere sul letto, accanto a lui e dopodiché iniziò a farle il solletico.

<< Damon! No ti prego, ti prego basta, Damon! >> urlò Bonnie tormentata dal solletico.

<< Hai iniziato tu mostriciattolo! >> disse Damon continuando a farle il solletico.

Era da tempo che non si lasciavano andare a dei momenti come quelli. Da prima che lui partisse per la Francia. Gli era mancata molto la sua piccola Bonnie.

<< Non ho fatto niente! >> si lamentò Bonnie continuando a ridere e ad implorarlo di smetterla con il solletico.

<< Hai mai sentito parlare del detto “non svegliare il can che dorme”? >> le domandò Damon decidendosi finalmente a darle tregua da quella tortura chiamata “solletico”.

<< Ma tu non sei un cane... >> gli rispose Bonnie ridacchiando.

<< Era una battuta? >> le domandò lui guardandola di sbieco.

<< Lo so era pessima, ma in ogni caso dovevi svegliarti. È tardissimo! >> mentì Bonnie.

<< Sicura? >> le domandò Damon con un sorriso diabolico indicandole l'orologio che aveva sul comodino.

Bonnie guardò l'ora. Erano le 8:30. Con un sorriso a trentadue denti, nella speranza di intenerirlo, Bonnie tornò a guardare l'espressione maligna del fratello. Sì voleva fargliela pagare. L'istinto di sopravvivenza della ragazza si svegliò in quel momento, infatti, spinse il Moro e scattò in piedi pronta a scappare, Damon perse l'equilibrio e cadde rovinosamente per terra così Bonnie invece di aiutarlo si cacciò a ridere.

<< Tu! >> ringhiò Damon facendo per alzarsi e raggiungerla, ma Bonnie per poterlo rallentare, gli lanciò addosso il cuscino facendolo nuovamente cadere e approfittandone cominciò a correre verso la porta, ma Damon era più veloce di lei e la riacciuffò a metà strada, per i fianchi, dove cominciò a farle il solletico.

<< Aahh! Non volevo ti chiedo scusa. >> urlò Bonnie soffocata dalle risate, come anche Damon, che smise subito dopo aver ricevuto le scuse.

<< D'accordo... >> le rispose sorridendo prima di abbracciarla forte, sorprendendola.

<< Mi sei mancata. >> le confessò il ragazzo guardandola fisso negli occhi dopo aver sciolto l'abbraccio.

<< Anche tu. >> rispose la Rossa con un sorriso intenerito, prima di scoccargli un bacio sulla guancia ed un altro abbraccio.

<< Allora... perché mi hai svegliato di prima mattina? >> le domandò poi il ragazzo.

<< Ma allora non mi ascoltavi prima! - esclamò Bonnie, tirando al fratello una pacca sul braccio. - Papà ha finito la mia lastra ieri notte e volevo che mi aiutassi ad appenderla. >>

<< Ai vostri ordini, principessa. >> le disse Damon facendo un inchino, prima di darle un bacio sul capo e dirle che avrebbe fatto tutto quello che lei voleva, ma dopo una doccia.

Bonnie lasciò la lastra al suo posto in modo che Damon la potesse appendere e uscì dalla sua stanza permettendogli di prepararsi per una doccia.

Abbandonata la camera di Damon la ragazza andò in quella del padre, che trovò sveglio e lo ringraziò per la lastra. E si dimostrò matura dicendogli che non era costretto a dimostrarle nulla, in quanto lei sapeva quanto lui volesse bene sia a lei che al fratello e che nessuno glielo avrebbe portato via, che ciò che più le importava era la sua felicità, quindi se lui fosse stato felice lo sarebbe stata anche lei e dopo avergli dato un bacio sulla guancia corse in cucina a dire a tutti della lastra e poi salì in salotto dove trovò Damon, intento ad appenderla accanto ad una foto della madre di Bonnie.

 

Elena, intanto a casa sua, era da poco uscita dalla doccia e si stava tamponando i capelli con un piccolo asciugamano quando il suo telefono iniziò a squillare.

<< Amore, mio. >> rispose quando vide che si trattava di Giuseppe.

<< Buongiorno. Spero di non averti svegliata. >>

<< No, tranquillo ero già sveglia. Sta mattina mi sono svegliata presto. Ho fatto jogging, un doccia e tra poco scendo a fare colazione. >> riferì Elena sorridendo.

<< Complimenti! >> disse Giuseppe ridacchiando.

<< Perché non facciamo colazione insieme oggi? >>

<< Mi dispiace, non posso, ma se sei d'accordo, mi piacerebbe invitarti alla fattoria di mia sorella, oggi. >> le propose, pensando di farla conoscere alla sorella.

<< Ah... e dov'è? >>

<< Ad un paio di km da qui. >>

<< Sì, perché no? >> valutò Elena andando verso l'armadio, in cerca di qualcosa da mettere.

<< Ci saranno anche i ragazzi. >> la avvertì.

<< Come preferisci, amore. >>

<< Perfetto. Tra un ora ti veniamo a prendere, allora. >>

<< Sì, ti aspetto. >>

<< A dopo. >> la salutò prima di uscire verso il salotto.

 

Intanto Maggie stava facendo jogging con Rebekah, spetegolando sulla vita dell'intera elite di Fell's Church.

<< Maggie io proprio non riesco a capire come hai fatto a prenderla così bene... >> disse all'improvviso l'amica pettegola.

<< Che vuoi dire? >> domandò Maggie cominciando a rallentare la sua corsa per poi fermarsi e prendere un sorso d'acqua dalla bottiglietta che aveva in mano.

<< Elena si sposerà con Giuseppe e a te sembra che non importi proprio nulla! >> esclamò Rebekah irritata. Non riusciva a capire cosa Maggie avesse in mente. Fino alla settimana prima quella donna avrebbe ucciso pur di portarsi quell'uomo all'altare e poi, all'improvviso lo lascia alla figlia? C'era sicuramente qualcosa che non andava.

<< Ho sempre voluto che Elena si sposasse. E ora le è capitata una persona di classe come Giuseppe. Perché mai dovrei infastidirmi? >> rispose tranquillamente Magnolia mentre lasciava la bottiglietta per terra prima di iniziare a fare stretching.

<< Giuseppe è il tipo di uomo che fa per te non per Elena. >> disse categorica la pettegola iniziando anche lei a sgranchirsi le gambe.

Maggie scoppiò a ridere all'affermazione dell'amica, tuttavia non rispose.

<< E quando si sposeranno? >>

<< Tra qualche giorno probabilmente. Vogliono sposarsi il prima possibile, anche perché tra poco la scuola comincia e loro vogliono farlo prima che i figli di Giuseppe comincino la scuola. >> le comunicò Maggie con un'alzata di spalle, non curante, ma all'improvviso si bloccò.

<< Bekah... come si chiamava il tuo amico... quello che era il presidente di una rivista? >>

<< Jamie. >> rispose la donna diffidente.

<< Che ne pensi di dirgli qualcosina, in modo da scriverne un'articolo? >>

<< Vorrei davvero tanto che pubblicasse un'articolo sulle nozze, ma ho paura che Elena non gradisca e che mi faccia una delle sue scenate. >>

<< Non c'è niente da nascondere! Si sposeranno! Lascia che le rivise scrivano un pò di noi... >> mormorò Maggie con un ghigno continuando a fare stretching, mentre Rebekah stava già chiamando Jamie.

 

 

Nel frattempo a casa McCullough Damon aveva appena appeso la lastra di Bonnie accanto ad una foto di sua madre.

La ragazza non riusciva a decidere dove e come andava appesa esattamente, una volta era troppo in alto, l'altra era troppo in basso, poi storta e poi cambiava di nuovo idea.

<< Così è perfetta. >> disse Giuseppe entrando nel salotto e salvando il povero Damon che aveva una faccia a dir poco disperata.

<< Non è storta? >> gli domando Bonnie indecisa.

<< Io la trovo magnifica. >> intervenne sta volta Denise entrando anche lei nella stanza. Aveva finito giusto in quel momento di fare le valigie e voleva parlarne con gli altri, al momento giusto.

<< Davvero? >> chiese la Rossa con gli occhi che si illuminavano.

<< Certo. >> rispose la tata con sguardo materno.

<< Denise, volevamo andare tutti insieme da Martha, tra poco. Che ne dici? >> la invitò Giuseppe che ancora sorrideva per Bonnie e Damon che avevano iniziato a battibeccare.

<< Se... se non ti dispiace... io resterei qui. >> gli disse la tata un pò a disagio.

<< No... perché? >> domandò Bonnie scendendo dal divano sul quale era salita per picchiare Damon con un cuscino, e andando verso Denise.

<< Andiamo tutti insieme. E viene anche Damon, vero? >> Continuò Bonnie tornando poi verso il fratello che sorrise intenerito dallo sguardo supplichevole della riccia, che poi fece sedere accanto a lui sul divano, lasciandole un bacio sul capo, in segno di assenso.

<< Martha ne sarebbe felice e poi ci divertiremo anche noi. Cambieremo un pò aria. >> le disse Giuseppe tentando di convincerla.

<< Ma io... >>

<< Ti prego. Non dirci di no. Vogliamo andare tutti insieme. Papà ha detto che ci deve andare tutta la famiglia e quindi anche tu. >> la pregò Bonnie interrompendo il suo nuovo tentativo di rifiuto.

<< Verrà con noi anche Elena. >> aggiunse Giuseppe.

L'affermazione di Giuseppe destabilizzò e non poco Bonnie, ma questa non lo diede a vedere. Aveva promesso che avrebbe accettato la ragazza, a patto che il padre non trascurasse lei o Matt, quindi doveva iniziare a farsi piacere quella ragazza, in un modo o nell'altro.

Quello che disse il signor McCullough sorprese molto anche Denise e Damon, che subito lanciò un'occhiata a Bonnie, sapendo che la Bionda non le era per niente gradita.

Ma ciò che sentì dire poco dopo alla sorella lo lasciò interdetto e anche soddisfatto. Aveva notato che Bonnie stava cercando di non comportarsi da bambina, ma da diciassettenne, quall'era.

<< Lei ancora non conosce la zia, vero? Sarà una bella giornata per tutti. >> aveva chiesto Bonnie al padre sorridendo, angelica.

Damon in quel momento si alzò battendo le mani.

<< D'accordo. Prenderemo due macchine, così andiamo tutti insieme. >>

<< Perfetto. Allora andate a prepararvi. >> disse Giuseppe facendo eco al Moro.

<< Giuseppe, devi scusarmi, ma è da ieri che non mi sento molto bene. >> intervenne Denise in un ultimo tentativo di declinare l'invito.

<< Oh, mi dispiace... >> mormorò Giuseppe, dispiaciuto che la tata non sarebbe venuta con loro.

<< È forse una scusa per non venire con noi? >> domandò Damon con un ghigno.

<< No. Non è questo. È solo che... >>

<< Se vieni con noi, ci farebbe solo piacere. >> disse nuovamente Damon interrompendola.

<< Lasciala stare Damon, se non se la sente può restare. >> disse Giuseppe.

<< Mademoiselle... persa a quanto ti potrai divertire oggi con Damon. >> disse il Moro vantandosi e facendo ridere sia Denise che Giuseppe.

Bonnie invece si limitò a dargli un pugno sul braccio commentando con un: << Sbruffone. >> biascicato, ma felice che Damon stesse covincendo la tata.

<< Va bene, va bene... mi vado a preparare. >> disse Denise, mentre si incamminava verso la sua camera, scuotendo la testa mentre ancora rideva.

<< Voilà! Visto che bravo? Non mi ha mai rifiutato niente! >> si vantò Damon una volta rimasto solo con Bonie e Giuseppe.

<< Ma sentilo... >> replicò Bonnie uscendo anche lei dalla stanza per andare a vestirsi, ma poco prima di uscire Damon le tirò i capelli per poi girarsi dall'altra parte facendo finta di niente.

<< Ahia! E dai! Lasciami stare... >> si lamentò Bonnie, massaggiandosi la parte lesa del capo.

<< Oh piccola, ti giuro, non è colpa mia... >> le disse dolcemente Damon scoccandole un bacio sulla guancia.

<< Sì certo. >> rispose Bonnie prima di tirargli anche lei i capelli e scappare di corsa in camera sua mentre lui la inseguiva desideroso di vendetta.

 

 

Maggie intanto era giusto tornata a casa e stava salendo in camera sua per farsi una doccia, quando notò Elena in giardino che leggeva un giornale mentre faceva colazione.

<< Buongiorno. >> la salutò uscendo in giardino.

<< Ciao. >> rispose la Bionda seccamente.

<< Vai da qualche parte? >> le chiese Maggie vedendola vestita in modo elegante.

La Bionda infatti indossava dei mantaloni neri con quelle decolté dello stesso colore, una camicia bianca che aderiva al suo fisico con sopra un gilet molto femminile, dello stesso colore dei pantaloni e portava i capelli raccolti, lasciando libera qualche ciocca dorata, per dare un pò di movimento e luminosità al suo volto.

<< Tra poco Giuseppe mi verrà a prendere. Andremo alla fattoria che ha poco fuori vittà, per farmi conoscere sua sorella. >> la informò Elena con sguardo soddisfatto.

Sapeva che la madre aveva sempre desiderto andare in quella fattoria e conoscere la sorella di Giuseppe. Le stava sbandierando in faccia che si era presa tutto quello che lei desiderava e di questo era molto contenta.

Maggie, infatti si era accorta di ciò che la figlia voleva fare e la lasciò fare, fino a prova contraria la madre era lei e di cose ne sapeva molte più di Elena. Si limitò a guardare male la figlia, prima di prendere dell'uva dal tavolo, ne mangiò una e poi rientrò in casa semza dire una parola.

Elena tornò a fare colazione ignorando la strana reazione di Maggie.

Poco dopo ricevette una chiamata da un numero sconosciuto.

<< Pronto? ... chi? ... la ascolto signor Jamie... >>

Il giornalista la sorprese chiedendole della sua storia con Giuseppe.

<< Da chi ha avuto questa notizia, mi scusi? >> gli domandò furiosa.

Anche se aveva il sospetto che la persona che gli aveva fatto la soffiata vivesse sotto il suo stesso tetto.

Jamie però continuò a chiederle notizie sul matrimonio e sul fidanzamento, ignorando la domanda di Elena.

<< Posso sapere chi le ha dato il mio numero personale? >> domandò nuovamente la Bionda più arrabbiata di prima.

<< No! Lei me lo deve dire! .... e no non voglio parlarne mi dispiace e la prego di non richiamarmi più. >> disse la ragazza liquidando la chiamata per poi lasciare il cellulare sul tavolo e andare verso la stanza della madre che nel frattempo si era fatta la doccia, si era cambiata e in quel momento si stava truccando.

Elena irruppe nella stanza senza bussare.

<< Gliel'hai detto tu vero? Hai chiamato i media e gli ha detto che io e Giuseppe ci saremmo sposati! >>

<< Non so di che stai parlando. Ti pare che io non abbia altro da fare? Non dire stupidaggini. >> le disse Maggie tranquilla mentre cominciava ad acconciarsi i capelli.

<< Quell'uomo voleva parlare della diffenza d'età tra di noi! >> la accusò la ragazza, riferendosi al fatto che la stessa Maggie aveva accennato alla stessa cosa numerose volte.

<< Vedo che la cosa ti infastidisce. >> le disse Magnolia soddisfatta.

<< Pensi veramente di infastidirmi comportandoti in questo modo? >>

<< Lo sai che non mi interessa neanche aprire più questo argomento. Il tuo matrimonio con Giuseppe non può che portarmi benefici. >>

<< Non ti permetterò di usare Giuseppe. >> le disse la Bionda guardandola con odio.

<< Signorina Elena.... il sognor McCullough la aspetta giù. >> intervenne Katherine interrompendo il confronto tra le due.

Dopo aver guardato nuovamente male la madre Elena si avviò verso il piano inferiore.

Maggie la seguì subito.

 

 

<< Elena, suona il piano? >> chiedeva Bonnie al padre primpellando qualcosa al pianoforte in salotto.

<< Sì, ma non brava quanto te. >> le rispose la diretta interessata entrando nella stanza.

<< Ciao... >> la salutò cortesemente Bonnie.

<< Benvenuto Giuseppe... che bello vedervi qui. >> intervenne Maggie facendo il suo ingresso in stanza, scatenando la rabbia di Elena, che aveva finalmente capito cosa voleva fare.

<< Sono pronta. Vogliamo andare? >> disse Elena fra i denti.

<< Certo. L'auto è qui fuori. >>

<< Andiamo allora. >> disse Elena, frettolosamente.

<< Ho sempre voluto conoscere Martha. Noi ci conosciamo, ma alla lontana. Non la vedo molto qui in città. >> disse Magnolia.

<< A lei piace molto di più stare nella fattoria. >>

<< Già... peccato... >> Maggie rispose a Giuseppe con finto dispiacere.

<< Se... se vuole può unirsi a noi. >> disse Bonnie invitando la signora Gilbert.

<< Giusto... brava Bonnie... ci farebbe piacere averti con noi Maggie. >> disse Giuseppe con un sorriso.

<< Sarebbe bello, però purtroppo mamma deve uscire con delle amiche oggi. >> disse Elena, trattendo la sua rabbia nei confronti di quella ragazzina Rossa. La madre non aspettava altro che un invito simile per poterli seguire.

<< Non ci metto molto a disdire cara. Prendo la borsa. Torno subito. >> disse Maggie gongolante prima di correre verso il piano superiore.

 

 

 

Poche ore dopo la famiglia era tutta radunata attorno ad un tavolo nel cortile posteriore della fattoria di Martha, a pranzare tutti insieme.

<< Ti devo rigraziare Elena per questa visita. Giuseppe sembrava aver dimenticato la strada per venire qui. >> stava dicendo Martha.

<< Non esagerare adesso. E poi siamo noi che ci dovremmo lamentare. Neanche tu vieni mai a trovarci. >>

<< C'è una bellissima atmosfera qui. Questa fattoria, poi, è magnifica. >> mormorò Maggie attirando su di sè l'attenzione dei presenti.

<< Grazie, Maggie ormai mi sono abituata a stare qui. Qualunque altro posto mi sembra troppo caotico. >> le rispose Matha con una sorriso.

<< Anche noi avevamo una piaccola fattoria, ma purtroppo non ci andavamo molto, quindi l'abbiamo venduta. >> disse Magnolia con lo sguardo perso nel vuoto e nei ricordi.

Dopo quelle parole ricevette un'occhiataccia da Elena, anche lei persa nei ricordi. Riusciva benissimo a vedere il ragazzo che usciva da quella casa, lei stessa che ci entrava, lei urla di suo padre e Maggie e poi il corpo di John Gilbert riverso a terra, mentre Maggie la guardava.

<< Ogni volta che vuoi un pò di riposo dal caos della città, sarei felice di ospitarti. >> la invitò Martha, cortese come sempre.

<< Grazie, sei gentile. >> le rispose Maggie contenta della gentilezza mostratale dalla signora.

<< Hey tu! Sei già andato a cavallo? >> domandò Damon a Matt.

<< No, non ancora.... ho passato la mattinata a leggere riviste. >> gli rispose il ragazzino con un sorriso biricchino. Lo stesso sorriso, che dopo la "frecciatina" di Matt aveva preso posto sul viso di Elena.

Sia lei che il ragazzino, infatti, quella mattina avevano letto i giornali e tutti parlavano di Damon e la sua nuova ragazza, Caroline. Delle riviste riportavano addirittura delle interviste fatte alla ragazza stessa.

<< Che vuoi dire? >> domandò Damon sospettoso.

<< Tutti i giornali scrivono che oresto tu e Caroline vi sposerete. >> riferì Matt sorridendo.

<< Perché non ce l'hai detto, Damon? >> gli chiese Giuseppe contrariato.

Damon aveva chiesto ad una ragazza di sposarlo senza dire niente a nessuno.

<< Perché l'ho scoperto ora con voi... scusate – disse alzandosi- Matt dove sono questi giornali? >> domandò il Moro seguendo il ragazzino in cucina, dove trovò i giornali sul tavolo, accanto a Stefan che stava anche lui pranzando.

Matt intanto gli aveva già aperto i giornali alle pagine giuste ripetendo un "qui" ogni volta che vedeva qualcosa di nuovo su di lui e la modella bionda.

Dopo avergli fatto vedere tutti i giornali il ragazzino si cacciò a ridere, subito seguito da Stefan. La cosa scatenò la furia di Damon. Per colpa di quell'oca di Caroline era diventato lo zimbello di un essere inferiore, qual'era Stefan.

Proprio in quel momento prese il cellulare e chiamò la ragazza, che subito negò di aver rilasciato qualsiasi tipo di intervista, scatenando ancora di più la rabbia del moro che le chiese retoricamente se i giornalisti avessero scritto quattro intere pagine usando la fantasia.

Damon sempre più arrabbiato iniziò ad allontanarsi dalla cucina, continuando a parlare con Caroline, mentre Matt lo seguiva.

<< Stefan, cosa ci fai qui da solo? Dai vieni a stare nuori con noi. >> disse Bonnie entrando in cucina in quel momento.

<< No. Quando siamo da soli sì, ma quando avete ospiti è meglio che ognuno stia al proprio posto. >>

<< Ma per favore! Dai andiamo. >> scattò Bonnie prendendolo per mano, facendo per trascinarlo fuori.

<< Bonnie, no davvero, mi sento più a mio agio qui. >>

<< Ok allora io ti faccio compagnia. >> si impuntò la Rossa sedendo a tavola e indicando anche all'amico di farlo.

Dopo aver sbuffato, ma felice di quella dimostrazione di amicizia, Stefan tornò a sedersi, per poi mettersi a mangiare.

 

 

Nel cortile intanto Denise stava lasciando il tavolo per farsi due passi.

<< Vengo anche io con te. >> le disse Elena alzandosi anche lei.

<< Certo. >> le disse la tata con un sorriso, disponibile.

<< Aspettate, vengo con voi anche io. >> si aggregò Giuseppe.

Al tavolo rimasero solo Maggie e Martha.

<< Noi andiamo a prenderci un caffè, ti va? >> chiese gentilmente Martha alla fitura suocera di suo fratello.

<< Certo che sì. >>

Intanto la passeggiata dei tre era piuttosto imbarazzante, nessuno apriva bocca facendo sentire gli altri a disagio e viceversa.

<< Andiamo nelle stalle? Voglio vedere i cavalli. >> disse Elena spezzando quel fastidioso silenzio.

<< D'accordo. >>

<< Se non vi dispiace io continuo a passeggiare. >> gli disse Denise prima di salutarli e continuare la sua passeggiata, mentre i due procedevano verso le stalle.

<< Quella donna non ha nessuno? >> domandò Elena a Giuseppe, riferendosi a Denise.

<< Sua madre è morta e suo padre vive in Francia, ma non ha mai visto sua figlia. Nessuno sa chi sia. >> le piegò il signor McCullough prendendo per lano la Bionda.

<< Quindi non ha nessuno, se non un padre che non ha mai conosciuto. >> disse la Bionda stringendo la mano di Giuseppe.

<< Ci siamo noi, ormai è parte della nostra famiglia. È da più di dieci anni che è con noi. Ormai è di famiglia. Le vogliamo tutti bene. >>

 

 

<< È la prima volta che vedo mio fratello così felice. Si vede che è molto innamorato di Elena e che lei lo renderà molto felice. >> stava dicendo Martha a Maggie, mentre sorseggiavano il caffè.

<< Già, spero per loro che sia così... >> replicò Magnolia con sufficienza.

<< Sembri preoccupata per loro. >>

<< Io? E perché dovrei? Giuseppe è un brav uomo, qualunque madre lo vorrebbe per sua figlia. >> rispose la signora Gilbert con, molto ben celato, sarcasmo.

In quel momento Damon uscì di casa. Aveva appena finito di parlare con Caroline.

<< Damon, allora? Hai deciso di annullare il tuo matrimonio con quella ragazza? >> domandò la madre di Elena con un sorriso.

<< Come se ce ne fosse mai stato uno. >> le rispose Damon sedendosi sulla poltrona accanto a sua zia a prendere il sole.

<< Caroline non c'entra nulla con questa storia, dice che sono stati i giornalisti a scrivere tutto. >> intervenne Matt cercando di giocare a calcio con un pallone da basket.

<< Dai Damon, vieni a giocare con me per favore... >>

<< Tra poco, adesso non ho voglia Matt. >> rispose il Moro sempre ad occhi chiusi mentre si godeva il sole.

<< Matt, tesoro, lasciaci Damon, è da un pò che non lo vediamo. - intervenne Magnolia guardando Damon, prima di rivolgersi a Martha. - Damon, era un amico intimo di mia figlia Meredith, ci chiamava sempre per chiedere di noi, ma ora non lo sentiamo mai. >> finì la frase tornando a guardare Damon, che scocciato si sedette, più compostamente sulla sedia.

<< Mi dispiace, non è colpa mia, perché Meredith ora è diventata moglie del signor Alarc e non sarebbe il caso che io chiamassi. >>

<< Beh, e io? Non chiami me? Oppure non è il caso? >> lo rimbeccò la signora Gilbert sbattendo le ciglia.

<< No, certo, certo... >>

<< Tesoro, dov'eri? >> chiese Martha vedendo Bonnie uscire da loro.

<< Sono rimasta dentro a fare un pò compagnia a Stefan, non voleva uscire a stare con noi perché non si sente a suo agio. >> le rispose la Rossa con un sorriso, dopo assersi seduta vicino a lei.

<< Chi è Stefan? >> chiese Maggie, curiosa.

<< L'autista, il giardiniere, il cuoco... fa un pò di tutto. >> le rispose velenosamente Damon, odiava quel ragazzo.

<< Damon, sei veramente pessimo! >> lo rimbeccò Bonnie offesa.

<< Sto per caso mentendo? >> le domandò il moro in tono di sfida.

<< No, però... Stefan è un mio grande amico. Siamo cresciuti insieme. >> rispose Bonnie rivolta alla madre di Elena.

<< Dov'è papà? >> domandò poi Bonnie alla zia.

<< È andato a fare una passeggiata con Denise ed Elena. >> la informò la zia prima di prendere un sorso di caffè.

Bonnie dopo aver annuito distrattamente si mise a correre verso i giardini, per vedere dove fossero.

Damon intanto si era alzato ed era corso da Matt rubandogli la palla per poi schiacciare un canestro.

 

 

<< Denise... come mai qui da sola? >> domandò Bonnie una volta raggiunti i guardini, dove trovò la tata, che si godeva il panorama sopra una piccola duna.

<< Denise! Che succede? Perché piangi? >>

<< Tesoro, volevo parlartene prima, ma... sta mattina eri filice e quindi non sono riuscita a dirtelo. >> mormorò Denise dopo essersi asciugata qualche lacrima e prima di lasciare una carezza sulla guancia di una Bonnie al quanto preoccupata.

<< Per caso c'è qualcosa che non va? Stai male? >> cercò di informarsi Bonnie sempre più preoccupata.

<< No, no. Ieri ho ricevuto una lettera da papà. >> le comunicò Denise, con un sorriso.

<< Davvero? >> Bonnie era contenta per lei. Sapeva che aveva sempre voluto conoscere il padre.

<< Sì, mi chiedeva di andare da lui a Parigi. >>

<< No... >> disse Bonnie di colpo seria. Era certa che la donna le stesse mentendo. Quando Damon era tornato da Parigi le aveva detto che non aveva tovato nessuno, anzi, il padre della donna era via da tempo.*

<< Io... devo andare da lui, Bonnie. >>

<< A Parigi? >> domandò Bonnie ancora più scettica.

<< Sì, era già da tempo che mi chiedeva di andare da lui, ma io non volevo lasciarvi soli. Ora, però, devo andare a vederlo e poi voi non rimarreste da soli, la signorina Elena si prenderà cura di voi. >> le rispose Denise, ignara che Bonnie sapeva che non le era arrivata nessuna lettera da Parigi e che lei le stava solo mentendo per potersene andare.

<< Mi sa che papà ha fatto molto bene a pensare di risposarsi. Da quanto tempo eri stufa di noi, Denise? E adesso è arrivata l'occasione perfetta perché ti potessi liberare di noi. >> le disse la Rossa in tono glaciale, mentre le lacrime già comincivano a d annebbiarle la vista.

<< No! - si affrettò a negare la donna preoccupata per la reazione di Bonnie. - Ti sbagli vi voglio bene, non mi sono stancata di nessuno di voi, ma devo andare. >>

<< Bugiarda! >> esclamò Bonnie scoppiando a piangere per poi scappare lontano da Denise.

Perché la odiavano tutti? Perché doveva perdere tutte le pensone a cui si affezionava? Prima la madre, poi il padre, che Elena si stava prendendo, Damon che la trattava male, andava in vacanza, non la chiamava, come se lei non esistesse e ora lei, Denise, la sua tata, quasi la sua seconda madre, la stava abbandonando.

Bonnie continuò a correre, mentre Denise le correva dietro, pregandola di fermarsi e spiegandole che non era vero che voleva liberarsi di loro, ma Bonnie non si fermò, non volle fermarsi ad ascoltare altre bugie.

Continuò a correre, con tutto il fiato che aveva in corpo, era quasi arrivata alla casa, era in messo al cortile, accanto alle stalle, quando di fermò di colpo colpita da un improvviso mal di testa. Iniziò anche ad avere la vista più appannata di prima, sentiva la terra girare e le gambe cederle, non riusciva neanche più a parlare, perché non aveva fiato, pochi secondi dopo cadde a terra, svenuta.

<< Bonnie! >> urlò Giuseppe che in quel momento stava uscendo dalle stalle con Elena e aveva visto la figlia accasciarsi a terra.

La prese in braccio e la portò in casa, seguito da una preoccupatissima Denise e dalla futura moglie, Elena.

 

 

Erano tutti in salotto, in silenzio ad aspettare di sapere come stesse la piccola Rossa. Elena, Denise e Matt erano seduti su un divano, tutti con lo sguardo perso nel vuoto, in attesa di notizie, Stefan era in piedi accanto alla porta con lo sguardo basso, anche lui preoccupato, Damon era seduto su una poltrona, di fronte al divano, con Denise, Matt ed Elena e aveva i piedi appoggiati al tavolino che aveva tavanti, sembrava incurante, tranquillo come se niente fosse, ma era lì, giusto perché c'erano anche gli altri, non sarebbe stato carino che se ne andasse. Maggie invece, anche lei seduta su una poltrona, guardava un pò per aria un pò per terra, non sapeva esattamente dove guardare, gliene fregava meno di Damon di come stesse la ragazza, non faceva altro che guardarsi attorno e fare, di tanto in tanto, sospiri annoiati. Giuseppe e Martha erano in camera con Bonnie.

La prima che notò che Giuseppe li aveva raggiunti fu Elena, che immediatamente schizzò in piedi andandogli incontro.

<< Come sta? >>

<< Dorme. >> le comunicò.

<< Non lasciarla da sola. >> gli disse nuovamente la bionda, con sguardo preoccupato.

<< Sua zia è con lei. >>

<< Dovremmo farla visitare da un dottore. Sono molto preoccupata. >>

La madre a quelle parole le regalò uno sguardo derisorio, mentre Damon regì con un sospiro, scocciato.

<< Non ha bisogno di dottori, il suo è un disturbo mentale, da stress, immagino. >> intervenne Damon sventolando la mano, come per scacciae una mosca, come se lo svenimento di Bonnie fosse di poco conto.

Grazie a quell'ultima affermazione il ragazzo si guadagno un'occhiataccia da tutti i presenti e uno sguardo divertito da Maggie.

Giuseppe si limitò a sospirare, stanco,prima di rivolgersi a Denise, che si era alzata in piedi, anche lei, per sapere come stesse la ragazza. Giuseppe le chiese di parlare in privato, voleva sapere cosa fosse successo esattamente.

Andarono nello studio di Martha, lì sicuramente non sarebbero stati disturbati.

In salotto rimasero così solo Elena, la madre, Damon e Matt. Dopo qualche secondo di silenzio, Damon lasciò il salotto, per prendere un po' d'aria, seguito da Matt. Così Elena e Maggie rimasero da sole.

<< Complimenti, tesoro. Reciti benissimo il ruolo della madre apprensiva. Dietro la facciata della brava ragazza ti sei rivelata per quello che sei: una donna che sa giocare molto bene le sue carte, sai come e quando fare la tua mossa. Sai pianificare alla perfezione i tuoi piani... comlimenti. Se Bonnie sta solo facendo finta di essere svenuta, però, mi sa che avrai molto da fare con lei. >> disse Magnolia alla Bionda, una volta sicura che nessuno la potesse ascoltare. Putroppo per lei, però Martha aveva giusto lasciato la camera, ragguingendole in salotto, e quindi fece in tempo a sentire l'ultima parte del commento di Maggie da dietro la porta, ma decise di fare finta di nient, entrando in salotto.

<< Oh, si è addormentata? >> domandò Maggie con un finto sorriso.

<< Sì, per fortuna, si sta riposando. >> le rispose Martha un po' distante sedendosi sulla poltrona che poco prima era occupata da Damon.

<< Giuseppe, sta parlando con Denise. >> le comunicò sempre la madre di Elena, con un sorriso.

La zia di Bonnie si limitò ad annuire prima di fulminarla con lo sguardo.

 

 

<< Mi sento tremendamente in colpa. Non volevo che Bonnie si sentisse male. >> stava dicendo Denise, in studio, tormentata dal senso di colpa.

<< Denise... perché ci vuoi lasciare? >> le chiese Giuseppe senza troppi giri di parole.

<< L'ho stavo giusto dicendo a Bonnie. Mi è arrivata una lettera da papà, in cui mi chiedeva di andare a vederlo a Parigi. L'ho spiegato a Bonnie, ma lei non mi voleva credere, credeva che le stessi mentendo. >> spiegò, anzi mentì la donna, ma con lo sguardo basso, perché non riusciva a sostenere quello del suo datore di lavoro.

Giuseppe annuì, perché finalmente gli fu tutto un po' più chiaro. Riusciva finalmente a capire la reazione di Bonnie.

<< Non mi hanno stufato. Tu lo sai benissimo quanto io li ami. >> continuò Denise, cercando di sembrare convincente.

<< Quindi, fammi capire, perché hai tanta fretta di andartene? >> le domandò Giuseppe, mettendola in difficoltà e non poco.

<< Non ho fretta... >> rispose lei con una risata un pò nervosa.

<< Tuo padre non ti ha mandato nesusna lettera. Perché non sai neanche dopo stia ormai e neanche lui, immagino, sa dove tu possa essere. Bonnie ha provato a rintracciarlo per molto tempo, voleva farti una sorpresa, facendoti ritrovare finalmente tuo padre, ma non è mai riuscita a trovarlo e anche Damon quando è andato a Parigi ha provato a cercarlo, ma neanche lui ha avuto successo. Quello che è riuscito a scoprire è che ora è nell'esercito francese e nient'altro. >> le comunicò Giuseppe, stanco di tutte quello bugie.

Denise, dopo quelle parole si sentì ancora più in colpa, non riuscì a trattenere le lacrime che seguirono le sue parole. Bonnie aveva perfettamente ragione a darle della bugiarda, ad essere arrabbiata con lei, ma la verità è che lei non potevapiù vivere in quella casa, sapendo che ci sarebbe stata un'altra donna, non riusciva a sostenerlo.

Giuseppe soffrì con lei vedendola in lacrime, si avvicinò a lei, e le mise un bracco attorno alle spalle, confortandola.

<< Perché ci vuoi lasciare, Denise? - le chiese di nuovo, attirando la sua attenzione. - qualcuno di noi ti ha forse offeso in qualche modo? >>

Denise scosse la testa in segno di diniego.

<< Ti ha annoiato la nostra vita? >>

La donna negò nuovamente.

<< Non ci sopporti più? >> domandò Giuseppe, ripetendo le stesse parole della figlia, ma con un sorriso questa volta, cercando di far sorridere anche lei.

<< No. Voi non c'entrate niente. >> rispose Denise con voce strozzata dal pianto.

<< Va bene. Se sei proprio decisa... la scelta spetta a te, ma se non siamo noi la causa di questo, perché ci vuoi lasciare? >>

<< Ho sempre amato vivere qui con voi. Ho vissuto una vita piena, qui, ma ora, tutti voi, ci state costruendo una nuova vita. Ti sposerai! - sisse con un sorriso, mentre nuve lacrime scendevano dagli occhi. - E i ragazzi avranno una nuova madre. La mia presenza non è più necessaria. Non avete più bisogno di me. >> finì di dire con un'alzata di spalle, come se la cosa fosse ovvia.

<< Non ti capisco. Come puoi pensare una cosa del genere? Riesci minimamente ad immaginare che ne sarà di Bonnie senza di te? Io mi sposerò con Elena, certo, ma lei non prenderà mai il tuo posto nel cuore di Bonnie. Abbie ti ha lasciato i ragazzi perché te ne prendessi cura e lo hai fatto fino ad ora, perché non continuare? >>

 

 

Damon era in giardino, seduto su una poltrona a pensare, con accanto Matt che non faceva altro che sbuffare, stufo. Damon lo ignorava e Matt sbuffava, andarono avanti così per un paio di minnuti, finché il piccolo di casa, dopo un' ultima sbuffata, non si alzò e andò verso casa sbattendo i piedi a terra.

<< Dove vai? >> gli domandò Elena, che in quel momento stava uscendo a prendere aria anche lei.

<< Damon, non parla... nessuno parla. Vado da Stefan. >> disse e dopo ennesimo "uffa!" Matt rientrò in casa, mentre Elena si sedeva accanto a Damon.

<< Siete sicuri, che Bonnie stia bene? Non sarebbe bene farla vedere ad un dottore? >> gli domandò Elena con sguardo preoccupato.

Damon rispose dopo una risata divertita.

<< Ci sono ragazzi che si comportano in quel modo solo per attirare l'attenzione o per farsi comprare quello che gli piace. Bonnie è na di quelli. >>

Elena, però, rimase con uno sguardo preoccupato anche dopo la spiegazione di Damon.

<< Oh, non venirmi a dire che sei preoccupata. >>

<< Tu vivi sempre con loro, o sei venuo da tuo zio solo per gli studi? >> gli domandò Elena, ignorando la sua frecciatina.

Damon si fece di colpo serio.

<< quando stavo con Meredith, non mi trattavi così. Hai cambiato atteggiamento perché diventeremo parenti? >> le domandò il Moro, tornando a fare lo spavaldo.

<< Ogni volta che comincio a pensare che tu possa essere cambiato, mi dai la certezza di essere in idiota. >> disse Elena prima di alzarsi per ritornare in casa, ma Damon la fermò trattenendola per il polso.

<< Scherzavo, scherzavo, torna a sederti. Ti chiedo scusa. >> le disse tranquillo, lasciando la presa.

Elena fece come le disse, se pur scocciata.

<< Io... ero molto, molto piccolo quando sono venuto qui. Stavamo andando, non ricordo bene, forse a fare un pic-nic, o forse da qualche altra parte, non me lo ricordo. Abbiamo fatto un incidente, e mamma e papà sono morti sul colpo. >>

<< Mi dispiace. >> mormorò Elena, colpita, ma Damon non la ascoltava aveva lo sguardo fisso nel vuoto, perso nei ricordi.

<< Giuseppe è più grande o più piccolo di tuo padre? >>

<< Lui e mio zio, ma allo stesso tempo non lo è. Era molto amico di mio padre, ma non oostante non avessimo nessun legame di parentela, mi ha accolto in casa sua e trattato come uno dei suoi stessi figli. Ha portato a casa sua, Damon, il piccolo e orfanello Damon Salvatore. Il piccolo Damon è entrato nella villa... - disse lasciandosi andare ad una risata amara, come se trovasse quasi divertente quell'episodio – era appena venuto da Chicago, portandosi dietro una piccola valigia, con dentro tutti i suoi sogni... >> mormorò poco prima di risvegliarsi improvvisamente chiedendosi perché si fosse lasciato andare in quelo modo, ma del resto, pensò, che prima o poi sarebbe venuta a sapere tutte quelle cose, se non da lui, da Giuseppe.

<< Beh? Dimmi di te, signorina Elena. Come hai conosciuto mio zio? Anzi, come avete fatto a decidere di sposarvi così in fretta? >> le domandò pentendosi di essersi mostrato debole, davanti a lei e cercando di pareggiare i conti facendosi raccontare qualcosa su di lei.

Elena però rimase con uno sguardo glaciale, Damon non le avrebbe "estorto" nulla sulla sua vita.

<< Mi sono innamorata di lui. >> rispose semplicemente alla domando, guardandolo dall'alto verso il basso.

Fu il turno di Damon, di essere freddo questa volta.

<< Perché vuoi mio zio, Elena? >>

<< Che domanda è? Ti ho detto che mi sono innamorata di lui! >> gli rispose la Bionda giù alterata.

<< Lo ami molto, visto che hai accettato così in fretta di sposarlo. >>

<< Sì, lo amo. >>

<< Bene. Sono molto contento per voi. >> le disse con sguardo enigmatico.

Elena annuì facendogli un sorriso, che non ragguinse mai i suoi occhi. Un sorriso da arpia, lo stesso che le riservò Damon, guardandola fisso negli occhi.

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell'autrice:

Ciao a tutti...

Mi mancava scrivere questa storia e mi mancavano questi capitoli infiniti :)

Nel capitolo abbiamo i primi contatti tra la famiglia McCullough e la famiglia Gilbert.

Alaric e Meredith sono in luna di miele, mentre Elena e Giuseppe stanno ormai quasi organizzando il loro matrimonio, che ne pensate?

Qui abbiamo anche un po' di Bamon, il loro comportamente fraterno, prima di una cosa romantica tra i due dovremo aspettare un po'. Immagino vi sarete accorte anche che alla fattoria il moretto in questione è stato un perfetto deficiente, ma questo è tipico di lui...

Confesso che persino io che so tutto della mia storia non vedo l'ora di cominciare a scrivere di loro...

Ora... vorrei chiedervi se c'è qualcosa che non vi piace nella storia... magari ditemelo così combio quel che non piace, perché ho notato che, magari rispetto all'inizio la storia non ha più lo stesso numero di recensioni, e anche per colpa di questo non so cosa ci sia che non piaccia... per ciò se me lo fate sapere vi sarei molto grata...

Torno un secondo a commentare il capitolo... allora abbiamo Denise che ha deciso di lasciare la famiglia McCullough perché secondo lei in famiglia non c'è più posto per lei (che gioco di parole!) dal momento che una volta sposati ci sarà Elena, per ciò si è inventata la cosa del padre che la chiama e per questo Bonnie ha pensato che mentisse, non so se ricordate, ma nel primo capitolo, Bonnie aveva approfittato della vacanza di Damona Parigi, per avere notizie sul padre di Denise e il Moretto in questione era tornato a mani vuote, vi lascio qua giù il passo in cui se ne parla, altrimenti leggete direttamente dal primo capitolo.

 

*

<< Sei andato dove ti ho mandato? >> domandò Bonnie a Damon, dopo che Denise li lasciò.

<< Il signor Flaubert è al servizio militare da anni. >> le comunicò Damon, sedendosi meglio sulla sedia.

<< Perché menti? Tu sicuramente non sei andato e neanche hai telefonato. >> Bonnie non voleva crederci avrebbe tanto voluto fare una sorpresa a Denise.

<< Ci sono andato. Giuro che ci sono andato. Nessun Flaubert abita più in quel vecchio palazzo. Si è trasferito e non ha nessun indirizzo. >> le disse il fratello con un'alzata di spalle.

<< No... com'è possibile, papà? >>

<< No dirlo a Denise. >> la ammonì Giuseppe. Ci sarebbe sicuramente rimasta molto male.


 


 

In questo capitolo abbiamo anche la storia di Damon, che ne pensate? Forse un cliché? Ma più avanti prenderà una svolta un pò più originale, lo prometto. Che ne pensate piuttosto del fatto che si sia "confessato" con Elena? Ditemi che ne pensate.

Mi scuso se ci sono errori di ortografia, perché se ne saranno sicuramente, è che non ho riguardato tutto il capitolo e avevo fretta di aggiornare, e poi sapevo che se mi fossi presa il tempo per rileggere il capitolo, non avendo molto tempo non avrei più aggiornato, per cui ho preferito fare così.

In ogni caso ringrazio chi continua a seguirmi anche silenziosamente e gli angeli che mi lasciano qualche recensione, con quello che pensano della storia.

Grazie mille, siete gentilissime.

Alla prossima

Un bacione

Immy

 

   
 
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