24 Maggio 1940

Caro diario,

ti sto scrivendo con le mani che tramano.
"Perché?” ti chiederai.

E' cominciato tutto oggi pomeriggio...

Mia sorella tardava a tornare da scuola. L'ultima campanella suonava all'una ed erano già le due.

Mamma continuava a guardare l'orologio mentre lavava i piatti. Ogni tanto sbuffava.

Papà invece era furioso!

Faceva avanti e indietro per la cucina sbraitando frasi tipo

"Quella dannata ragazza deve imparare a stare al tuo posto!”, “Quando torna mi sente!” e “Questa volta non la passerà tanto liscia!!”

Ti ricorderai sicuramente di mia sorella maggiore Hedwing, te ne ho parlato tanto nelle scorse pagine.

Lei è già abbastanza strana di suo, ma da quando sono state emanate le leggi di Norimberga lo è ancora di più!

Esce la sera tardi (di nascosto ovviamente, quando tutti dormono, ma io riesco sempre a vederla) e torna la mattina presto sporca di sangue, marina la scuola, mangia poco e non guarda mai in faccia papà. Pensa che quando, circa un mese fa, è tornato a casa con la nuova divisa nazista chiedendoci che cosa ne pensavamo, lei con tutta tranquillità gli ha detto

“Francamente mi fai proprio cagare”.

Se quel giorno non ci fosse stata anche la nonna a casa, sicuramente l'avrebbe presa a schiaffi!

Tornando ad oggi, eravamo in cucina ad ascoltare in silenzio papà che sbraitava, ed ecco che la porta si apre cigolando lasciando entrare proprio mia sorella! Aveva i vestiti macchiati di sangue (non suo) e i capelli in disordine.

Papà, immediatamente, le tirò uno schiaffo

“Dove diavolo sei stata!!? Perché sei sporca di sangue, cosa hai combinato!!?”

e giù con un'altra sberla

“Fuori da scuola dei miei compagni di classe se la stavano prendendo con Mickhael e Raphael...”

mamma si mise le mani sui fianchi, la sua posa da ramanzina

“E hanno fatto bene! Quegli sporchi ebrei portano solo guai!”

“Sta zitta! Ci ti metti anche tu adesso! Loro sono i miei migliori amici e li ho difesi da quei bastardi con i pugni e con i denti!!”

la sberla di mio padre questa volta arrivò più forte

“Non usare quelle parole! Sei una ragazza, le ragazze devono essere gentili e devote e soprattutto non devono fare rissa in strada come dei maschiacci per difendere degli ebrei!!”

Hedwing non rispose e se ne andò in camera sua. Mi chiedo come faccia ad essere così calma.

Che scemo! Me lo chiedo anche!

Per lei discutere con papà è inutile, dice che non capirebbe e cercherebbe di avere ragione anche quando ha torto marcio, quindi se ne va.

Per fortuna la mani hanno smesso di tremare.

Sento Hedwing imprecare da camera sua.

Che palle!

Sono stanco di pranzi e cene rovinate per via di mia sorella.

Sono stanco di notti passate insonni per via dei miei genitori che litigano per lei.

Sono stanco... Ah! Tra un po do di matto!

Diario, tu mi ascolti sempre, dimmi...

Quanto ancora dovrò sopportare tutto questo!

Quanto durerà?

Lucas