****FLaSH
BaCK****
Pioveva ininterrottamente da
venti minuti; lo sapeva così bene perché aveva cominciato non
appena lui si era seduto su quella vecchia altalena.
Fortunatamente quando piove
nessuno, sano di mente almeno, andava in giro, sicché non un anima viva oltre al cielo stellato ed alla luna calante
poté vedere quale tristezza era dipinta sul viso del giovane dai capelli
neri corti, completamente attaccati alla scatola cranica perché zuppi.
Non sapeva come fosse finito
in quel posto, aveva semplicemente camminato, camminato
e camminato.
Ah! E
camminato ancora, lo aveva già detto?
Sorrise alla sua pazzia
dilagante.
Non si compatì per la
triste battuta che si era sussurrato internamente solo perché sapeva che
era tutta una questione di sopravvivenza cerebrale, quel suo umorismo ancora più pessimo del solito inglese.
Merlino..
non avrebbe mai voluto vedere quella scena.. ma soprattutto.. oltre al
danno…
La beffa.
Non solo quella che si era
detta la sua anima gemella lo aveva tradito.. ma lo
aveva fatto con il suo migliore amico.. il loro
migliore amico.
A dir così gli
sembrava quasi di incolpare Ronald, povero amico.. e
lui non c’entrava nulla. Anche perché non
sapeva nulla.
Né lui, né
Hermione… quelli che erano sempre stati i suoi punti di riferimento, le
persone che lo avevano supportato ed ascoltato per sette lunghi anni di agonie varie.. non sapevano nemmeno in modo vago ed
accennato che lui, Harry Potter, aveva una relazione con una persona da mesi e
mesi.
“Aveva” era però il tempo verbale sbagliato, si corresse da
solo. “Aveva avuto”.
Cioè. In quel momento ancora stavano assieme.. ma solo per una questione di pochi momenti.
Ecco perché si era
messo a camminare con quelle intemperie.. doveva trovare
una risposta.
Doveva prendere una
decisione.
Così, seduto
sull’altalena, con una sigaretta che sembrava incollata all’angolo
sinistro della sua bocca e incantata di modo che non si bagnasse, il bel moro
alzò il viso verso gli astri, con gli occhi chiusi.
Quasi in una supplica di pagano rivolta alla dea luna ed alle sue figliole stelle.
Rimase in quella posizione
per pochi minuti, nei quali la sua mente si svuotò completamente.
Attese di finire la sigaretta
in quello stato di quasi trance che riusciva ad
ottenere solo sotto la tristezza del cielo, poi rivolse il suo sguardo
appannato ed appesantito dall’acqua sulle palpebre e sulle ciglia verso
l’orizzonte buio.
Gli occhi di Giada non
tremarono, né s’inumidirono mentre nel
proprio cervello veniva a formularsi da sola, come per magia o per
volontà di un’entità all’infuori di egli stesso, la
risposta al suo quesito.
Chiuse gli occhi,
espirò lentamente e a fondo, poi inspirò normalmente aprendo nel contempo gli occhi.
Alzò amaramente
l’angolo destro delle belle labbra carnose in una drammatica posa di
sorriso forzato; decisione: presa.
Ora restava solo più
la parte pratica.
Si sintonizzò come
aveva cercato di insegnargli tempo prima il suo ex professore
di Pozioni per imparare l’occulumazia e la
lettura del pensiero… si, agganciato, Huston!
Alla faccia della
sopravvivenza cerebrale, sembrava che si stesse divertendo in quella
circostanza.. e non era affatto così.
Serietà, Potter.
Serietà.
“Draco..”
“Harry?! Dove sei? Ti ho cercato per tutta la
casa.. e nemmeno Blaise sa dove ti trovi!”
Uno dei lampioni del parco si
ruppe senza motivo apparente, non appena il moro fradicio sentì quelle
parole.
“Già. Senti, devo
parlarti di una cosa. Urgente. Vieni al parco, quello delle altalene, presente?
Io sono qui che ti aspetto. Fai in fretta..”
“Cosa è
successo?!”, apprensione nella
voce.
Un colpo al cuore.
“Nulla di grave per la quale rischio di morire,
al massimo mi becco una polmonite se non ti sbrighi.”
“Arrivo!”
Tempo di dire la frase, Harry
si trovò dinnanzi, senza nemmeno un mantello o un cappotto per
proteggersi dalla pioggia e dal freddo, un ragazzo all’incirca della sua
stessa età con i capelli lievemente più lunghi di come li portava
a scuola, non ingellati ed un paio di tempeste al posto degli occhi.
-
Allora? Tutto
bene?-
-
Si, Draco, te
l’ho detto, non sto male e non sono in pericolo.-
Il biondo tirò un
sospiro di sollievo; effettivamente il suo ragazzo sembrava star bene, a parte
gli ettolitri di acqua addosso e… cosa era
successo? Perché quegli occhi che tanto amava per il loro splendore, ora
si rilucevano.. ma di una luce diversa.. più
cupa. Seria?
Adulta.
-
Cosa devi dirmi di urgente?-
Harry si alzò
dall’altalena e si tolse la felpa: tenendola con una mano, la fece
asciugare mediante un incantesimo effettuato con la bacchetta comparsa in un
momento e la rese impermeabile, poi la porse al proprio ragazzo.. o quel che era.
-
Prima metti
questa, Draco. Lo sai che hai una cattiva salute.. quando
imparerai a coprirti decentemente?>
Questo, scaldatosi il cuore
per quella tenera apprensione, si vestì come gli era
stato dolcemente imposto, poi disse:
-
Fatto. Ora, ti
prego, Harry.. dimmi cosa c’è.-
In maglietta a maniche corte
dell’Hard Rock Cafè London, il giovane si risedette alla
precedente postazione, si accese una sigaretta incantata esattamente come le
altre, e cominciò.
-
Dunque. Non è affatto facile
come credevo.. Scusami già da ora, Draco, ma non sarò
comprensivo, né samaritano, né dolce. Per quanto io sia tanto buono come tutti amano decantare, tra la mia
salvaguardia e quella di un’altra persona mi batto quasi sempre per la
mia.-
Il biondo era spaventato da
quel prologo, ma non aveva la minima idea di cosa volesse
dire.. di dove Harry volesse andare a parare.
Così rimase zitto,
cominciandosi anche lui ad inzuppare i capelli ed i pantaloni.
Le due preziose giade, nelle
quali la tempesta finiva sempre immancabilmente per annegare,
s’indurirono in una maniera tale che l’ex Serpeverde non aveva mai.. mai visto; e, che Merlino lo salvasse, lo aveva
affiancato nella lotta a due contro Voldemort!
Sembravano dure come diamante, gelide come ghiaccio, taglienti come lame.
-
So di te e
Blaise.-
Draco non seppe, in quel
momento e per molto altro ancora, se la sensazione che sentì
nell’udire quelle parole fu come una morsa mortale alla gola, o quella di
una mano invisibile che cercava di strappagli il cuore
dal petto.
Forse entrambe
contemporaneamente.
L’unica cosa che sapeva
era che non riusciva a respirare, o almeno così gli sembrava;
impallidì e cominciò a tremare.
Non per la paura di essere
stato scoperto.. ma per la consapevolezza che avrebbe
perso tutto quello che non avrebbe mai voluto perdere.
-
Harry.. io…-, riuscì a dire solamente.
Ma fu interrotto.
-
No, Draco.
Qualsiasi cosa tu dica.. davvero qualsiasi, non mi farà cambiare idea. Ho deciso prima
di chiederti di venire qui, proprio per non essere
preso in contropiede da te e dai sentimenti.-
-
Cosa stai cercando di dirmi?-, chiese il biondo, che cominciava a
riprendere una piccola parte di controllo perduto.
-
Non sto cercando
di dirti nulla.. Ti sto dicendo, a chiare lettere, che
non stiamo più assieme. Da questo momento, sia te che
io siamo liberi, liberissimi.-
-
Mi stai
lasciando?-
Stava smettendo di tremare,
una strana sensazione di collera si impossessava di
lui ad ogni parola fredda, calcolata e cinica di quello che a quanto pareva
stava diventando il su EX-ragazzo.
-
Io lascio te, tu lasci me, se preferisci. Non mi importa
come. L’unica cosa che mi interessa è il
risultato finale. Ovvero: non stiamo più assieme.
Finito, concluso, estinto. Come il tuo amore per le frasi auliche predilige.-
-
E non ti passa
per il cervello di chiedere spiegazioni, di permettermi di spiegare?-
Draco si stava infervorando
di una collera cui non era permesso provare, mentre Harry alzò, a quelle
parole, l’angolo destro delle labbra.
Si accese l’ennesima
sigaretta, mentre si avvertiva con un monito silenzioso che dopo quella sera
avrebbe dovuto cercare di fumare pochissimo per parecchio tempo, per
compensare.
-
Se ti facesse sentir meglio.. vai, spiegami. Sono qui, di fronte a
te, non scappo e non urlo. Non ti interromperò.
Racconta. Ammaliami con il tuo stupendo modo di parlare elegante una volta
ancora, un’ultima volta.-
Quel modo di parlare, con
quelle parole, quel tono fermo e calmo.. il biondo lo
sapeva.. era una certezza lampante: Harry era arrabbiato.
-
E’
stato uno sbaglio, un errore…-, cercò di dire con un tono assolutamente non iroso.
-
Risparmia alle
mie orecchie stanche parole talmente ovvie e scontate che urtano i miei
già precari nervi, per favore. Se non hai di meglio da dire, o da
inventare va bene allo stesso modo per quello che può servirmi, dillo
ora che concludiamo.-
Perché?
Perché parlava a quel modo?
Draco non capiva come il
giovane di fronte a sé potesse avere quel
comportamento cinico, quella calma nel semplice movimento di togliere la cenere
alla sigaretta con un colpetto di pollice sul filtro, quando della coppia il
meno romantico e dolce era sempre stato l’altro.
Era il moro che si esponeva,
che diceva sempre quello che pensava, senza preoccuparsi di ferirsi o
bruciarsi, perché (come diceva sempre) se provava una cosa era inutile
tenersela dentro.
Allora come mai ora, sotto la
pioggia scrosciante, la persona quasi in lacrime era Draco e non Harry?
Perché la parte del debole era stata affidata al biondo,
mentre il moro faceva l’insensibile, la serpe?
Di nuovo montò la
collera che offuscò la limpidezza della ragione in Malfoy.
-
Non parlarmi
così, Potter. Non te lo permetto. Sto cercando di spiegarti, quindi abbi
la decenza per favore di ascoltare e non rendere tutto più difficile.-
Il suddetto alzò un
sopracciglio cinicamente; era lui a rendere le cose difficili? LUI non poteva
parlar così?
E se non poteva essere lui, allora a chi era permesso
in quella circostanza?
Ringraziò Dio, il
Demonio o chi per loro che piovesse; fece solo un
cenno con la testa per far andare avanti quello che aveva creduto sarebbe stato
l’amore della sua vita.
-
Non so
perché, come, in che modo. Non lo avevo assolutamente previsto e mai,
MAI mi sarei sognato di tradirti.. tanto meno con
Blaise, che è nostro caro amico. Però
è successo.-
Questa volta Harry
aspettò qualche minuto prima di parlare poi,
capendo che pareva aver finito, interruppe lui il silenzio creatosi.
-
Questa è
una constatazione lievemente ovvia e patetica, scusa se te lo dico. Non mi fa
piacere sapere che non te lo saresti mai sognato, o che non avresti
mai immaginato di tradirmi con Blaise. Non m’importa questo.
L’unica cosa che vorrei sapere è perché. Non è
difficile, Draco. Basterebbe anche solo un “mi ha acceso una fiamma che
con te non provavo più”.. o “mi ero
stancato della monotonia sessuale” o ancora che non mi ami più.
Forza. Se sei tanto convinto di essere nel giusto e non osar dir nulla in
proposito perché lo leggo nei tuoi occhi e nel tono di voce che sei
arrabbiato.. TU. Forza. Hai voluto una chance per spiegarti. Cerca di sfruttarla per il meglio
almeno.-
-
Nessuna delle
cose che hai detto è vera. E
soprattutto non ho mai smesso un momento di amarti. Ti amo, Harry Potter,
questo non puoi metterlo in dubbio.-
Questa volta, per la prima volta, il moro non si limitò a sorridere.
Rise, rise dapprima quasi
forzatamente, poi di gusto.. per finire lontanamente
con isteria.
-
Non credevo fossi
così simpatico.. peccato, l’ho scoperto
tardi. Ti rendi conto di quello che dici? Non dovrei mettere in dubbio che mi
ami? Ma in che mondo hai vissuto? Se c’è
forse UNA COSA SOLA che metto in dubbio e sinceramente non ho nemmeno tutto
questo cruccio, è il tuo sentimento per me. Perché se ami, Draco
Malfoy, non tradisci. Se ami vuoi
il bene dell’altra persona. E converrai con me che tradire non è esattamente un adeguato esempio.-
-
Io so cosa provo,
Harry Potter. Ti amo. Ho sbagliato, va bene, lo ammetto e sarebbe
sciocco da parte mia non capirlo o dirlo. Ti sto chiedendo una seconda
possibilità.. solo questo. E
sai quanto mi costa fare queste cose. Dovrebbe essere un chiaro segno del mio
amore per te!-, disse il biondo, nel quale albergavano ormai troppi sentimenti
simili e contrastanti assieme perché potesse capire quale fosse il
dominante.. paura? ira? Non lo sapeva.
-
Non importa
quanto possa costarti, non mi interessa nemmeno sapere
se davvero o ancora tu mi ami. Non cambia ciò che è successo.
Similmente non cambia la mia decisione. In un rapporto do
tutto me stesso, lo sai. Mi metto in gioco, non pensando a se e quanto
potrei bruciarmi. Niente rimpianti, questa è la mia filosofia di vita.
Se questo è ciò che ho in cambio, se questo ottengo donando il mio cuore a una persona che dice di
amarmi ma poi mi tradisce… allora mi ritiro. Che tu mi ami o meno.-
-
Tu non mi ami?-
Non sapeva perché
aveva fatto quella domanda, ma aveva bisogno di sentirsi dire
che si, quella meravigliosa creatura lo amava ancora.
Harry lo aveva sempre capito,
quando desiderava qualcosa, anche se lui non lo diceva espressamente e non
faceva nulla per farlo capire.
In quel momento pregò
perché accadesse ancora.
Il moro, seduto,
osservò per interminabili secondi la preghiera fatta con il cuore e con
l’anima della persona che più aveva amato nella sua vita fino a
quel momento.
Non cambiò
espressione, non si mosse. Semplicemente, guardava, scrutava come solo
lui inconsapevolmente sapeva fare negli occhi e nell’anima di Draco.
-
So cosa vuoi che
ti dica. E se ti fa piacere te lo dico, ma solo perché
corrisponde a verità. Si, ti amo. Non ho smesso di amarti, mai. O meglio.. non ancora.-
-
Allora come puoi dire che non vuoi più stare con me?!-
-
Te l’ho
accennato all’inizio. Io, tra me e un'altra persona, scelgo me. So fin
troppo bene che nessuno resta con te stesso fino alla
fine.. nessuno, proprio tranne te medesimo. Non piego i miei sentimenti, i miei
ideali, la mia vita in funzione di un essere all’infuori di me. Nemmeno
se questa persona la amo alla follia.
-
Ti amo, Draco,
come mai ho amato e forse mai amerò. Ma solo
perché sono capace di amare non vuol dire che
sono disposto a morire per amore. E questo
sarebbe darti una seconda possibilità…. Non dico
che mi tradiresti ancora, non mi permetto di prevedere il futuro. Ma SO che non ti perdonerò mai per questo. Hai
tradito me, la mia fiducia, anche il mio, nostro se è vero quel che
dici, amore.-
Cosa avrebbe potuto dire?
In che modo avrebbe potuto
cercare di farsi dare un’altra possibilità, dopo quelle parole?
Aveva ragione, lo sapeva che
il moro di fronte a sé aveva perfettamente ragione, che lui era in torto
e tutto il resto..
Probabilmente al posto suo lo
avrebbe riempito di botte fino a farlo quasi morire… eppure..
Di nuovo sentì solo
più l’ira accendersi in sé.
Probabilmente alimentata
dalla consapevolezza che aveva fatto tutto lui stesso, che era stato lui a
distruggere ciò che aveva amato moltissimo, dal comportamento freddo e
menefreghista di Harry, dalla pioggia che odiava con tutto il cuore…
Tutto era appannato: la
vista, la mente.
Tirò
fuori la bacchetta, non sapeva
nemmeno lui per far cosa.
Cosa avrebbe potuto fare?
Un incantesimo d’amore
per farlo tornare a casa con lui?
Cosa?
-
Cosa pensi di
fare, Draco, con la bacchetta in mano?-
-
Non lo so, Harry.
So solo che da una parte vorrei incantarti per farti cambiare idea e
dall’altra ti sto odiando.. perché hai
parlato di me, e me soltanto? Perché non hai
mai menzionato Blaise? Anche lui ti ha tradito!-
-
Mpf.. lascia stare Blaise. Non ti deve importare ora. Anzi.
D’ora in avanti, Draco Malfoy, dovrai dimenticare ogni cosa riguardante
me.. e i miei amici.-
-
Così
Blaise lo perdonerai?! Perché
lui si? Cos’è, lui è più importante?!-
-
Non dire idiozie,
per favore. Non so cosa ne farò di Blaise, resta il fatto che non ti interessa. Preoccupati del fatto che mi
hai perso, per sempre. Grazie a te, alla tua regal
persona. Sempre ammesso che ti sia mai importato qualcosa di me.-
Era stata
una cattiveria dire quella cosa, lo sapeva. Perché sapeva che Draco lo amava.. o
meglio.
Lo aveva amato sicuramente
per un tratto della loro storia.. ora.. non lo sapeva
più.
Però voleva ferirlo, anche un minimo, quanto era stato
ferito lui.
Era una cosa crudele da fare,
perché continuava ad amarlo e non desiderava fargli del male.. ma, e che Samael lo portasse, era infastidito
all’inverosimile.
Tradito!
Maledizione, era stato
tradito da colui che non smetteva quasi mai di dirgli
che lo amava, che era stato grazie alla sua presenza se era riuscito a non
prendere la strada sbagliata.
Persino la sua razionalità gli concesse quella piccola punta di
irrazionalità.
Quella però fu la
goccia che fece traboccare il vaso emozionale del biondo; senza quasi
rendersene conto lanciò un incantesimo.
Subito dopo averlo fatto, si
riscosse e si chiese preoccupato cosa avesse fatto.
Harry, alla vista della luce
verde sulla punta della bacchetta di Draco, chiuse gli occhi
stanco, creò una barriera che impedì alla maledizione di
colpirlo, poi, con grandissima fatica mentale, pronunciò un incantesimo
anch’egli.
-
Rictusempra…-
Il biondo si trovò in
un lago di sangue, del suo sangue, con miriadi di
tagli in ogni parte del corpo.
-
Non ci credo.. l’ho fatto davvero. Sai, Draco..
credevo che non sarei riuscito a farti del male.. ed in effetti ora mi sento in
colpa. Non guardarmi con quegli occhi. Non ho intenzione di aiutarti.
Farò i conti con la mia coscienza più tardi, se si degnerà
di uscire allo scoperto una volta tanto. Sappi solo più queste poche
cose: non voglio vederti mai più nella mia vita. Non una lettera, non
una foto od un’immagine. Non una chiamata. Niente. Voglio dimenticare la
tua esistenza e presto sarò in grado di farlo. Sai perché
probabilmente potrò perdonare Blaise? Perché lui non mi ha mai detto che mi amava, ha fatto i suoi interessi. Ma TU, facendo questi tuoi interessi, hai colpito
direttamente me. E non ha importanza chi sia stata l’altra persona. Se lo hai fatto, lo hai fatto e basta, indipendentemente da
Blaise. Vorrei poterti dire che il mio amore si sia
tramutato in odio, purtroppo non è così. E
sai perché, amore mio?-, chiese con una punta di risentimento.
Malfoy, riverso a terra,
aprì gli occhi con fatica per guardare cosa aveva fatto.
-
Perché
sfortunatamente quando io dico una cosa è vera. Quindi, quando ti dico che
ti amo.. è vero. Ed il vero amore non muta in
una notte. Non è un problema, lo farò
appassire come una delle tue belle rose rosse senz’acqua.
Ricordati solo questo, quando
vedrai le cicatrici dell’incantesimo: tu hai reso così il mio
cuore.
Addio Draco.-
Il moro si alzò
dall’altalena e si volse dalla parte opposta rispetto alla figura
sdraiata a terra.
Ripercorse i propri passi
senza mai voltarsi indietro poi, prima di sparire per la lontananza dalla vista
di un Draco Malfoy che piangeva e si malediceva per quello che aveva fatto, si
smaterializzò.
**** eND FLaSH BaCK****
Già.
Era davvero tanto che non
ricordava tutto, nei minimi particolari.
Forse effettivamente quella
sera avrebbe dovuto davvero prendere una decisione.
O forse..
forse sarebbe cambiata nuovamente la sua vita.
Si, ma in che modo, si
domandò internamente l’unica persona in quel parco?
Un tuono gli fece alzare
l’angolo destro delle labbra per il piacere; chiuse gli occhi ed
alzò il viso verso il cielo, proprio come un anno
prima.
La pioggia gli batteva in
viso dolcemente, quasi come se avesse voluto fargli un
dolce massaggio, od una carezza.
Ad un certo punto sentì una presenza non molto distante da lui, così
aprì gli occhi di scatto.
Una figura scura, inzuppata
tanto quanto lui, si stava dirigendo verso l’altalena al suo fianco con
passo lento ma fermo.
Come si era già detto
da solo, il moro odiava avere gente attorno quando era
in una delle sue fasi remake del passato, o ponderava.. o simili.
Era però anche vero
che era in un luogo maledettamente pubblico, mica poteva far sparire
l’uomo, lo si intuiva dalla sagoma del corpo,
con un incantesimo così, senza un valido motivo!
Ad un tratto gli venne un
dubbio.
La figura maschile era praticamente davanti a lui così potè vedere i
capelli lunghi quasi quanto i suoi biondi come solo i Malfoy potevano avere.
Però non era Draco… Harry lo sapeva.
Anche se non lo vedeva
proprio da un anno, da quella notte infausta, non si era ancora scremata del tutto l’immagine che si era creato
all’interno, nella quale il suo biondo amore sorrideva in uno dei suoi
pochi momenti di tenerezza.
Il nuovo arrivato si tolse il
cappellino e il cappuccio della felpa, portati proprio come li portava Potter,
ed un paio di occhi blu mare s’incastonarono
nelle giade.
Una voce bassa, calma,
naturalmente ammaliante rapì le orecchie del giovane seduto.
-
E’ libera
l’altalena?-
-
Certo.-
Il biondissimo si sedette;
doveva avere all’incirca la stessa età di Harry, constatò
egli stesso… no, forse era più grande..
ma non di molto.
Credeva che la conversazione
sarebbe finita lì, ma mentre si accendeva, di
nuovo per Samael!, una sigaretta, l’altro ri-attaccò.
-
Harry Potter
gusto? Non ci vediamo da parecchio tempo.-
Il moro alzò un
sopracciglio interrogativo, quando in un lampo gli venne in mente una scena, di
più di tre anni prima, nella quale Draco gli faceva conoscere un suo
lontano parente che viveva in Irlanda ma che si trovava in Inghilterra per delle
commissioni lavorative.. per combattere l’esercito del Signore Oscuro.
-
Tu… hai
combattuto con noi la battaglia contro Voldemort, vero? Sei un parente di Draco
Malfoy se non sbaglio…-
L’altro
sorrise, un sorriso che Harry non
avrebbe mai pensato di ammirare nascere sulle labbra di un Malfoy.. un sorriso
che, non aveva idea in che maniera (solo perché era modesto e non sapeva
che lui faceva il medesimo effetto sugli altri), riscaldava il cuore.
-
Si, esatto.
Bè, Harry, posso chiamarti così vero?,
come mai sotto la pioggia?-
-
Certo, certo.
Così, è sera di ricordi.-, sorrise il moretto, guardando l’orizzonte mentre fumava una sigaretta non più
incantata.
Aveva smesso di piovere.
-
E con mio cugino? Mi pareva di aver inteso che ci fosse del tenero…-
-
Mh?.. Oh, si, siamo stati insieme. Ma
ci siamo lasciati. Tu come mai da queste parti? Non abitavi in Irlanda?-
-
Ah, come mai, se
si può sapere? Si, abito ancora lì.. ma
sono venuto a fare una piccola vacanza da queste parti.-
-
E sai già dove andare? Come muoverti? Se vuoi posso portarti in giro, solo che io mi muovo con una
moto. Uhm.. mi ha tradito. Storia chiusa e ormai
vecchia comunque. Scusa, non ricordo il tuo nome.-
-
Grazie, accetto
volentieri l’invito, sto vagando come un uomo senza meta, anche se
è effettivamente così. Oh, mi spiace..
bé. Draco è sempre stato particolare. Perfetto, ho una moto anche
io!, sono qui solo con quella. Adam. Mi chiamo Adam
Malfoy.-
Senza saperlo, accettare di
parlare con quel ragazzo, aveva comportato una tacita decisione, presa questa
volta sul morire della pioggia.
Il mattino seguente Blaise
trovò, nella parte del letto di Harry, oltre che il pigiama, un
biglietto.
Avrebbe fatto un viaggetto in moto con una vecchia conoscenza… nono!, non Draco!
Quando Zabini lesse il messaggio, sorrise un poco
rattristato.
Non sapeva in che maniera, ma
lo aveva capito.
La sua strana storia
“d’amore” con Harry Potter era finita la notte precedente.
Gli venne una risata, ora, di
nuovo solo in quella casa.
Bè, tanto
meglio… era di nuovo abilitato a fare il Casanova.
Vestendosi per andare a Nocturnealley, ringraziò Merlino
per avergli donato quello strano ma indelebile e flessibile rapporto con Harry.
Nello stesso momento, un moro
ed un biondo stavano per infilare i caschi in testa, pronti alla partenza.
Potter non sapeva
perché, ma gli pareva di conoscerlo da sempre quel ragazzo.. più stavano assieme a parlare, più piccoli
ricordi gli tornavano alla mente, vecchi di tre anni.
Sentiva che sarebbe nata una grande amicizia tra i due maghi, che avevano la comune
passione per le motosport.
Ma questa è un’altra storia.
Dunque dunquino.. eccoci alla fine!^^
Ringraziate elecam se posto,
perché è giunto infine il suo commento!^^
Allora..
la scena di sangue spero sia venuta bene, io nn ero propensa a farla, volevo un
Harry triste, malinconico e gelido.. Ma la mia amorina
voleva blood da tutte le parti.. così ho
trovato una via di mezzo.. o almeno spero!^^
Quindi vi prego di farmi
notare se la scena è tanto pessimo come ho
paura che sia…
Non ero arrabbiata ed
è stato difficile crearla..
Poi cos’altro
dire…
Fate attenzione al signor ADAM MALFOY.. perché
è un personaggio importante.. questa è solo la sua prima
apparizione.. ma avrete modo di conoscerlo molto molto
molto bene!^^
Vado va..
che devo finire di studiare ancora qualche pagina di spettrofotometria
prima di andare a scaricare al tensione in piscina^^
ByEEEEEEEEEEEEE
And.. pleaseeeee
commentate!^^
§*uRieL*§