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Autore: wilderthanthewind    30/03/2013    1 recensioni
Londra, 20 marzo 1983.
"Guardò ciascuno degli invitati negli occhi ridenti; quasi piangeva"
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SIGNED WITH A HOME TATTOO, HAPPY BIRTHDAY
TO YOU - 
LONDRA, 20 MARZO 1983

Nick entrò nell’enorme sala da pranzo con un carrello adorno di decorazioni colorate, sul quale trionfava un’invitante torta a tre piani, dall’aspetto allettante: le stelline di burro e le nuvolette di zucchero avrebbero reso chiunque goloso. Il suo profumo ammaliava addirittura; con il suo ingresso nella sala arrivò anche un mormorio, e ponendo attenzione ad ogni singola voce sarebbe stato facile notare come ciascun invitato fosse impaziente di dar inizio alla festa, e quanto gradisse la torta. «Ci sono tutti? Simon? John? James? Cyndi? Robert? Lady Ice?», disse Nick, e proseguì, mentre gli invitati alzavano la mano uno dopo l’altro. «Su quel tavolo c’è pizza a sufficienza? Oh, e portate un’altra bottiglia di aranciata su quell’altro tavolo, per sicurezza», poi s’interruppe. «Per Dio, Tom, cosa stai facendo su quel divano?». Ad ogni festa Nick si prometteva che non avrebbe organizzato sorprese la volta successiva, eppure ogni volta la tentazione vinceva. Si spensero le luci. «Ehm… un festone mi ha aggredito», piagnucolò Roger. «Sistemalo», ordinò Nick. «Come?». «Non avevi un pacchetto di gomme da masticare in tasca?», sussurrò Nick pazientemente. Quasi raggiunto il silenzio, si udì uno schiaffo e un AU. «Andy, non si toccano i pasticcini! Nell’altro racconto facevi battute alquanto idiote, in questo non sei capace di stare fermo. Hai mai valutato l’opzione di chiedere all’autrice di darti un cervello?». «Shh, zitti tutti», si sentì ripetutamente, finché Lady Xanax non ruppe nuovamente l’atmosfera. «Dov’è il mio medaglione?», gridò. «Lo cerchi dopo, adesso sta per arrivare, taci». «Ice, è per caso nell’altra stanza?», continuò imperterrita. «Può darsi». La ragazza osò lasciare il suo nascondiglio per cercare il suo medaglione e, completamente al buio, inciampò in una stella filante caduta. «Maledizione», sbuffò Lady Xanax, sbattendo i pugni sul pavimento. «Avrei dovuto scegliere delle scarpe più basse».

La porta si aprì.

Non appena Vanille premette l’interruttore per accendere la luce, inciampò su qualcosa, o più precisamente su qualcuno. «Sorpresa!», gridarono tutti gli invitati, persino Lady Xanax che quasi non respirava a causa del peso della festeggiata, ad eccezione di Andy, che era intento a suonare una trombetta colorata, acquistata all’emporio sotto casa.
Si rialzò incredula, e tenendo per mano Lady Xanax sollevò anche lei.
Guardò ciascuno degli invitati negli occhi ridenti; quasi piangeva: non sapeva cosa dire, né cosa fare, solo sapeva che mai prima d’ora s’era accorta di voler loro così bene. Corse ad abbracciarli, uno per uno, cercando di trovare delle parole adatte per ringraziarli, che esprimessero esattamente ciò che provava in quel momento, ma era inutile. Gli invitati la circondarono e l’abbracciarono, mentre Vanille rideva. Nick era rimasto in disparte, e con un sorriso soddisfatto ammirava la festeggiata, che rideva e piangeva contemporaneamente. Quando il gruppo si disfò, corse da lui, stringendolo più di quanto non avesse mai fatto, né con gli altri invitati, né con Nick stesso.
Poi si voltò di scatto, ed estrasse qualcosa dalla tasca: «Xanax, il tuo medaglione! L’avevo preso per sbaglio». Lady Ice diede una pacca sulla spalla di Xanax, poi Andy, con la sua mitica trombetta, attirò l’attenzione di tutti. «Ho fame!», gridò. «Non vorrete che la pizza si raffreddi?», e gli invitati esplosero in una risata, dirigendosi in massa verso i vassoi fumanti, tra cui v’era Vanille, che però, si voltò per guardare Nick.

  
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