Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Shichan    18/10/2007    9 recensioni
E lui si alza a sedere, Kurogane, ed hai paura, ammettilo.
Non vuoi incrociare il suo sguardo ma lo devi fare.
Non vuoi parlargli, ma lo devi fare.
Respiri solo perché è ancora vivo, vero?

Di nuovo KuroFai, in tempo record oserei dire XD Spero sia di vostro gradimento ^___^
Spoiler del manga all'altezza del capitolo 130 e dintorni
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: i personaggi di Tsubasa non mi appartengono, sono solo ed esclusivamente delle CLAMP, che se interrompono questa serie come fatto con X 1999 verranno fucilate a distanza. Fosse per me adotterei tutti i personaggi, ma non si può, quindi io li prendo in prestito e basta T.T
Avvertenze: Spoiler capitolo imprecisato (perché ho la memoria oscena) mi sembra poco prima del 130. Mi sono fermata a leggere lì gli spoiler perché temevo che andando avanti l’idea che volevo mettere a punto per questa piccola oneshot venisse demoralizzata dai reali eventi del manga ^^" Perdonatemi se, chi ha letto fino al capitolo 169, vi troverà delle incongruenze ^^" *inchino*
Note: Dunque… è una ff partorita 1 ora e qualcosa… spero solo che possa piacere. Io personalmente mi sono sentita una stretta allo stomaco nella situazione del manga usata per la ff, e ho cercato di immaginare i pensieri di Kurogane che sicuramente c’è dentro molto più di me XD
Dedica: A Nari (nacchan su EFP), per essermi sempre vicina quando ho bisogno e anche per il template XP Ti voglio bene! ^O^

Rain

Di teorie sul destino, in quel tempo in cui aveva viaggiato con i mocciosi, il mago e la polpettina, ne aveva sentite a bizzeffe.
E non credeva in nessuna.
O forse, molto più semplicemente, lui non credeva al destino.
Aveva forse un senso farlo?
Per un guerriero che deve essere vigile anche di fronte ad un abitante del suo stesso paese, per cui ogni fendente di spada assume il duplice significato di "vita" e "morte" nello stesso istante, credere nel destino portava solo un nome.
Follia.
Gli avvenimenti futuri, sono solo le conseguenze di scelte fatte in quel presente che ogni individuo è certo di poter controllare, questo credeva.
Il suo futuro, il proprio "destino", lui se lo sarebbe scelto da solo.
Volse lo sguardo fuori dalla finestra: lì a Tokyo forse avrebbe presto piovuto di nuovo.
-Kurogane-san?- si sentì chiamare, voltandosi e riconoscendo il moccioso.
No.
Non era il moccioso, quello.
Anche se erano uguali.
-Mh.- si limitò a dire, mentre Shaoran si avvicinava, posando lo sguardo su Fay, disteso sul letto, ancora privo di sensi: -Fay-san…- iniziò a dire, interrotto dal ninja: -La strega ha detto che non morirà, no?- disse come se non ci fosse nient’altro da aggiungere.
Il castano lo osservò, tacendo.
-E in ogni caso, non c’è niente che tu debba fare. Hai la principessa da proteggere, no?- aggiunse, lo sguardo rivolto fuori dalla finestra.
Quello… poteva considerarlo il moccioso?
O qualcuno di molto simile a lui…
-Sì…- lo sentì rispondere, mentre portava lo sguardo su di lui.
Sì, poteva considerarlo tale.
Non aveva scelta.
Perché quella era una delle sue certezze.
-E allora non è di lui che devi preoccuparti.- disse il ninja, accennando a Fay, ancora disteso sul letto e placidamente addormentato.
Vide Shaoran annuire senza aggiungere altro prima di allontanarsi dalla stanza.
Quello stupido di un mago.
Sapeva a cosa andava in contro, fin dall’inizio e come sempre se ne era fregato, perché i suoi desideri, i suoi pensieri erano sempre importanti e di quello che credevano gli altri, dei sentimenti altrui, se ne fregava!
Quella dannata maschera… se solo avesse potuto, gliel’avrebbe fatta calare a suon di pugni.
Ma ormai, non importava.
Ora non l’avrebbe fatto.
Era vivo.
Era vivo.
Dio, era vivo…
La mancina, meccanicamente, andò a scostargli una ciocca bionda che infastidiva il volto all’altezza dell’occhio non ferito, portandola al lato del viso, ottenendo involontariamente il risultato di addolcire maggiormente i lineamenti del mago.
Sospirò, lo sguardo su di lui.
Voleva davvero…morire…?
-Che idiozia.- mormorò, ritraendo la mano.
Già, a qual’era la vera idiozia? L’ostinazione di quell’idiota di un mago nel voler a tutti i costi arrendersi alla morte ogni volta che si presentava l’occasione, o il suo continuare imperterrito a dire che quello che riguardava il mago non era affar suo per poi cercare in ogni modo possibile di salvarlo o proteggerlo, arrivando persino a diventare di propria spontanea volontà il suo "E"?
Il suo "E".
Il…
-Già, proprio un’idiozia.- asserì, quasi a convincere sé stesso, allontanando lo sguardo dalla figura del biondo.
Voleva morire.
Era pronto a farlo e l’avrebbe fatto.
E lui l’aveva fermato, senza rispettare né il suo volere né i suoi desideri, ma solo la propria, egoistica voglia di vederlo ancora vivere.
Anche se era un insopportabile bugiardo per la maggior parte del tempo.
Anche se continuava a chiamarlo con quei nomignoli osceni… a cui si era abituato.
Un movimento proveniente dal letto distolse la sua attenzione da quei pensieri e da qualsiasi altra cosa, mentre lo sguardo si posava di nuovo – cos’era, la centesima volta o qualcuna in più? – sul biondo che accennava i primi, lievi movimenti tipici del risveglio.
In silenzio, senza dire nulla, lo osservò aprire l’unico occhio che gli era rimasto, di quel celeste così bello…

E lui si alza a sedere, Kurogane, ed hai paura, ammettilo.
Non vuoi incrociare il suo sguardo ma lo devi fare.
Non vuoi parlargli, ma lo devi fare.
Respiri solo perché è ancora vivo, vero?

Il mago si voltò, incrociando lo sguardo del ninja.
Un attimo, un secondo… o molto di più? Non avrebbero saputo dirlo, nessuno dei due.
Poi un sorriso, come poche ore prima che accadesse tutto quello.
Fai sorrise, rivolto al moro, prima di parlare: -Buongiorno, Kurogane.-

Fa male, vero?
Ti chiama Kurogane…
Come non ti ha mai chiamato, come gli avevi sempre detto di chiamarti.
Con un odio nascosto dietro la gentilezza, un rancore dietro il sorriso e… disprezzo?
Voleva morire e l’hai fatto vivere.
Che ti aspettavi, Kurogane?

Il biondo fece per alzarsi, bloccato dal ninja che non si era nemmeno curato di rispondere a quello parole.
-Non ho intenzione di scappare.- lo rassicurò Fai, osservandolo con quel sorriso che aveva sempre. Vide Kurogane soppesare la cosa, prima di bloccarlo dicendo qualcosa che forse nemmeno sentì completamente, prima di allontanarsi.

***

E fuori piove, anche quel giorno, su Tokyo.
E il ninja se ne stava in piedi, in silenzio, lo sguardo a metà fra l’osservare davanti a sé e l’osservare il cielo piovoso.
Kamui lo fissò in silenzio per diversi minuti, poggiato ad una delle colonne del palazzo, prima di parlare: -Si è svegliato?- chiese.
Il ninja annuì, limitando a quello la propria risposta, ma prima che Kamui potesse aggiungere qualcosa, la voce dell’altro vampiro, Subaru, lo colse alla sprovvista estremamente vicino.
-Sta bene, Kurogane-san?- chiese, guardando nella stessa direzione del ninja.
-È vivo.- rispose quello, il tono burbero che aveva sempre avuto e che probabilmente sarebbe sempre rimasto lo stesso.
Subaru tacque diversi istanti, l’espressione del viso placida, resa ancor più tranquilla dai lineamenti dolci.
Solo quando Kamui diede segno di rientrare, restando comunque in silenzio, Subaru attirò l’attenzione sua e del ninja, rivolgendosi a quest’ultimo: -In questo luogo, questa pioggia continua a cadere da molto tempo. È una pioggia acida che ha corroso molti luoghi e molti edifici, finché in piedi non ne sono rimasti solamente due…- disse, iniziando quella che in altre circostanze avrebbe liquidato definendola "una spiegazione inutile che non voleva ascoltare".
Ma il ninja rimase in silenzio, di nuovo.
-La pioggia, non è sempre un male, di per sé.- continuò, concedendosi una pausa troppo breve perché Kurogane replicasse, anche volendo, -trovo che sia qualcosa che dobbiamo ringraziare che esista. Il pianto del cielo… è capace di cancellare molte cose, fra cui anche il dolore degli altri. Anche i brutti ricordi, anche le paure, anche le lacrime.- disse, allontanandosi poi senza preavviso, dapprima raggiungendo Kamui e poi rientrando lasciando il ninja fuori, da solo.

La pioggia cancellava tutto…
Anche le ferite.
Anche il dolore o i brutti ricordi.
Anche le paure.

Buongiorno, Kurogane.

Già.
Anche le lacrime…

 

   
 
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