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Autore: Fred Halliwell    30/03/2013    8 recensioni
Il caro Coniglio di Pasqua è sempre indaffarato per preparare la sua festa: deve dipingere le uova, nascoderle e poi sperare che vengano trovate. Ma se durante tutti questi preparativi ricevesse la visita di un certo Ghiacciolo? E se dopo di lui arrivasse anche un'altro ospite? Risucirà Bunnymund e preparare la Pasqua?
Beh scopritelo leggendo la mia storia pasquale XD
AVVERTENZE: One-shot tratta dalla mi altra storia "Rise of the Guardians: The Lost Guardian". E' un corss-over tra Le 5 Leggende e Ribelle u.u ergo è una JackxMerida creata appositamente per augurare a tutti voi Buona Pasqua ^^!
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bunnymund, Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Jarida's Universe'
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  Buona Pasqua miei cari lettori ^^
Probabilmente vi ricorderete di me per la storia ancora in corso “Rise of the Guardians: The Lost Guardian”. Non vi preoccupate quella continuerà XD, ma riceverà un leggero ritardo dovuto proprio alla scrittura di questa one-shot u.u
Vi dico subito che è stata la visione di questa immagine

Jack Frost

ad ispirarmi, ed oltre a questa ce ne sono altre u.u quindi è molto probabile che vi tormenterò ancora scrivendo altre one-shot XD
Prima di lasciarvi alla lettura volevo solo farvi alcuni avvertimenti.

  1. Essendo questa one-shot ambientata nel “mio” universo, sarà un cross-over tra Le 5 Leggende e Ribelle, ergo oltre a Jack, Bunnymund ecc … verrà nominato anche il personaggio di Merida.
  2. Come avrete notato io uso i nomi originali. Contro la traduzione italiana non ho nulla ma preferisco quelli inglesi, tutto qui.
  3. Questa one-shot è ambientata alcuni mesi dopo la fine della mia storia. In realtà quella non è ancora finita quindi chi non l’ha letta fin’ora potrebbe avere dei problemi. Se così fosse http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1506316&i=1 questo è il link della storia ^^ (ne approfitto per farmi un po’ di pubblicità XD)
  4. Riferito al punto 3. Visto che è ambientata dopo la mia storia sarà quasi uno SPOILER su di essa. In realtà tanto spoiler non è, perché i particolari inseriti sono già evidenti nei capitoli fin’ora pubblicati.
  5. Riferito al 4. Non prendete per oro gli eventi narrati qui. Essendo la storia in corso potei anche decidere di cambiare e quindi il “futuro” potrebbe cambiare.
Finiti gli avvertimenti vi lascio alla storia ^^ con la speranza che vi piaccia. Me lo farete sapere cosa ne pensate lasciandomi una recensione, vero? *.*
Vi ringrazio in anticipo e vi auguro BUONA PASQUA!










 HAPPY EASTER, ASTER!

  

Un po’ di rosa lì, un po’ di verde qui e un una spruzzatina di giallo da qualche altra parte e … perfetto! Il migliore uovo dell’anno, mi dovevo proprio complimentare con me stesso.
Mi rigirai quel piccolo capolavoro tra le zampe ancora per un po’ e poi lo posai in terra lasciandolo libero di muoversi sulle sue gambine. Vedendolo correre via tranquillo sorrisi. Era passato più di un mese dalla brutta avventura con le ombre/orso di Pitch e il solo ricordare le mie stesse uova arrabbiate, scagliarsi contro di me mi faceva drizzare tutti i peli sulla schiena!
Per fortuna ero riuscito a recuperare tutto il lavoro che avevo perso ed ora ero pronto per la Pasqua, la festa più importante in assoluto. Se North fosse qui direbbe il contrario, ma ormai è parecchio tempo che non do’ più retta a quel ciccione russo. La Pasqua è un momento di gioia, di rinascita e di nuova speranza, un momento troppo importante per essere trascurato.
Osservai l’ovetto compiere qualche passo incerto e poi mi dedicai alla decorazione di un suo compare, felice come … beh felice come una Pasqua!
Hahaha, ma quanto sono divertente! Ma perché quando faccio battute del genere sono sempre solo? Se il ghiacciolo (alias Jack Frost) mi avesse sentito probabilmente avrebbe smesso di ripetere che sono noioso e che i miei boomerang sono più simpatici di me.
Continuai a ridere tra me e me per quello stupido gioco di parole ed intanto presi a fischiettare una canzoncina. Per me è difficile fischiettare, non ho le labbra io, ma ci provo e mi piace farlo anche se non ne sono capace. In realtà, di solito, non lo faccio mai, odio fare qualcosa in cui non sono bravo, ma nel periodo pasquale sono sempre gioioso (sono il Coniglietto pasquale perdinci!), anche se al tempo stesso irritabile come non mai.
Sono un perfezionista io, e questo si era capito. Tutto deve essere preparato con la più minuziosa attenzione. North e gli altri Guardiani lo sanno bene e fino a quel momento avevano avuto tutti il buonsenso di non disturbarmi … più o meno tutti …
Nel mio veloce calcolo, infatti, non avevo considerato che non tutti i Guardiani erano dotati di buonsenso e in particolar modo uno di loro era sempre stato la mia spina nel fianco.
<< Bunnymund! >>quando si parla del diavolo
L’urlo mi fece fare una pennellata storta sull’uovo, che si lamentò non poco per la poca grazia ricevuta. Io lo lasciai andare incompleto, sarebbe entrato nella mia scorta di emergenza anche perché di uova ne avevo a sufficienza e potevo persino considerare concluso il mio compito; tanto con quel “ospite” inatteso non avrei combinato nulla in ogni caso.
Mi girai velocemente verso il proprietario di quella voce squillante, che mi aveva fatto sbagliare, e non mi stupii più di tanto quando davanti ai miei occhi si palesarono un sorrisino malandrino e una scompigliata zazzera di capelli bianchi.
Jack Frost … il solito stupido spaccone!
Mi alzai un tutta la mia statura (non per niente sono alto 1.85 m, perché non sfruttarlo) e mi avvicinai a lui con aria baldanzosa. Jack non era abbastanza alto per essere un uomo, sarà stato 1.70 m, 1.75 m al massimo, quindi lo superavo di parecchio << Che vuoi Ghiacciolo? >> gli domandai con voce rude iniziando a sbattere una zampa posteriore per terra, cosa che faccio sempre quando sono nervoso.
<< Ciao anche a te Coda di Cotone >> mi rispose quello a tono, cominciando a camminare per la mia tana. Muoveva le gambe lunghe e magre come se fossero un pezzo unico, senza piegare il ginocchio, una mano nella tasca della felpa e l’altra a reggergli il bastone sulla spalla.
Nel complesso la sua andatura era ridicola, infantile, e quel suo strano modi di avanzare, misto al fatto che non mi aveva risposto, mi stava facendo arrabbiare ancora di più << Si può sapere cosa vuoi da me? >> chiesi infatti.
Jack mi rispose con un’alzata di spalle << Nulla di che … che combini? >>
Un tic nervoso mi fece storcere il naso e muovere freneticamente l’orecchio sinistro << Che combino?! >> solo North con i suoi continui paragoni tra Pasqua e Natale era capace di farmi avere quella reazione nervosa << Domani è Pasqua, Jack! Secondo te cosa combino?! >>
Lui corrucciò le labbra, portando, poi, quello inferiore all’esterno e piegando le sopracciglia, cercando di far assumere al suo viso sempre spavaldo, un’espressione triste, quando in realtà stava ridendo sotto i baffi che non aveva << Ho solo chiesto >> mi rispose << Non c’è bisogno che ti arrabbi con me, anche se North mi aveva avvertito che avresti reagito male vedendomi piombare nella tua tana, senza preavviso, il giorno prima di Pasqua >>
Io lo fissai esasperato << Ma va? >> ma era così stupido sul serio o faceva finta? No, perché se fingeva meritava l’oscar per la recitazione! << Lo hai detto stesso tu, domani è Pasqua e tu sei un casinista, perché avrei dovuto essere felice di vederti proprio oggi tra tutti i gironi che potevi scegliere? >>
<< Ecco >> esclamò Jack indicandomi con la punta del bastone << Questo è proprio ciò che ha detto North, solo che il suo tono era più “russo”, del tipo: “Tu creare problemi, Aster non sopporta te, tu fare meglio a restare in tua camera!” >> completò il tutto imitando anche la pesante andatura di Babbo Natale e il suo continuo strofinarsi la pancia.
Io mi passai una zampa sugli occhi << E se North te lo ha detto perché sei venuto lo stesso? >>
Lui non mi rispose (di nuovo) e continuò a camminare per la mia tana, facendomi perdere tempo e quel poco di pazienza rimastami << E’ cambiato qualcosa qui dentro >> disse infine, logicamente senza replicare realmente << Forse le piante sono cresciute? >>
<< Le piante crescono, è una della tante cose che fanno >> risposi io con sarcasmo.
Jack mi lanciò un’occhiataccia con tanto di lingua da fuori << Sono stato qui poche volte, potrei anche non ricordarmi tutto sai? >> mi rispose con fare saputo atteggiandosi a uomo di mondo.
Ragazzino insopportabile! Puzzava ancora di latte e si permetteva di darsi tutte quelle arie?
<< Sei stato qui una volta, una sola, non “poche”! >> lo corressi io << Precisamente sei anni fa, nel periodo in cui combattevamo contro Pitch e Sophie finì qui per sbaglio >>
L’albino si lasciò andare ad una grossa risata “accomodandosi” (per quando potesse stare comodo) su un sasso << Vero >> ammise continuando a sorridere << Che risate quel giorno >>
La mia mente tornò automaticamente indietro nel tempo, ai ricordi di quelle ore. Io non mi stavo divertendo per niente: i Guardiani erano praticamente sconfitti e una bambina era entrata nella mia tana. Poi Jack aveva usato i suoi poteri e tutto aveva preso una piega migliore. Una cosa dovevo concedergliela; con Jack si riusciva sempre a vedere il lato migliore di ogni cosa.
Quello, però, non era il momento per mettersi a giocare a palle di neve, non avevo tempo da perdere!
Sospirai esasperato, continuando così non avrei potuto tornare ai miei compiti << Jack, perché sei qui da solo? Senza nessuno che ti controlli? >>
Lui sbuffò piccato << Non ho bisogno di una balia >> ed incrociò le braccia al petto come un bambino viziato.
Lo guardai scocciato. Dalla sua reazione io avrei detto il contrario. << E neanche della tua “Baby Sitter” speciale >> feci anche il segno delle virgolette con le zampe.
A quelle parole ebbi l’onore di vedere Jack Frost imbarazzato. Le sue gote sempre pallide e ialine si erano tinte di un vivo e delizioso color ciliegia << Merida è impegnata >> mi rispose guardando altrove << Emergenza “cuori solitari” in Cina >> e cominciò a fissare con grande interesse l’erba sotto i suoi piedi.
Da quando quei due stavano assieme, da poco in effetti, era raro vederli separati.
<< E perché sei venuto lo stesso qui e non sei andato con lei? >> gli chiesi alquanto sorpreso << Mi sarei aspettato che tu l’avresti seguita, da quel che mi è parso di capire lo fate sempre >>
La mia era una frase innocente e senza doppi sensi, ma nella testa vuota di Jack si trasformò in tutt’altro. Iniziò a ridacchiare come uno stupido e, se possibile, arrossì più di prima. Non ci misi molto ad intuire il fraintendimento e mi misi ad urlare << Quanto sei stupido! Non pensare male che hai capito benissimo a cosa mi riferivo! >>
Jack ridacchiò per qualche altro secondo, nascondendosi il volto tra le mani. Le sue spalle, però, tremavano tradendo il suo vano tentativo di calmarsi. Solo quando si fu ripreso si decide a rispondermi << Parlando proprio con Merida, l’altro giorno … >> cominciò sventolandosi una mano sul viso per farsi aria e per far smettere quegli ultimi risolini che ancora lo colpivano << … mi sono reso conto di non essermi mai fatto perdonare per la bufera del ’68 >>
La famosa bufera del ’68 … per colpa di quel suo ridicolo scherzetto per poco non ero stato dimenticato dai bambini. Congelare tutte le mie povere uova: come aveva potuto anche solo lontanamente pensare che fosse divertente?
Beh, il suo vero obbiettivo non era quello di congelare le uova, ma di portare il divertimento ai bambini ... questo, però, lo avremmo scoperto molto tempo dopo. All’epoca ero così arrabbiato con lui che lo avrei volentieri lasciato sotto il sole del deserto per giorni interi al solo fine di farlo sciogliere …  beh di farlo sciogliere come neve al sole!
Devo imparare a dirle ad alta voce queste battute: quelle migliori non le sente mai nessuno. Da allora però, come ho già detto, erano passati molti anni ed infondo (anche se non lo avrei mai ammesso) lo avevo già perdonato da un pezzo, soprattutto dopo che ci aveva aiutato a sconfiggere Pitch per ben due volte
Ci misi un po’ per comprendere fino in fondo il significato di quelle parole << E con questo? >>
<< Per caso vuoi una mano a nascondere le uova? >> domandò infine, arrossendo di nuovo, ma guardandomi dritto negli occhi sorridendo.
Paradossalmente quello sguardo intenso e deciso, stranamente maturo e serio, fecero emozionare anche me. Se non fosse stato per i peli a quest’ora il mio muso sarebbe più rosso del suo, ma non sapevo spiegarmene il motivo. Avevo letto in quegli occhi color ghiaccio una strana consapevolezza, una bontà d’animo che credevo che lui non avesse << Perché lo chiedi? >> gli chiesi dubbioso. Forse non aveva bontà d’animo, ma furbizia si! Fidarsi fino in fondo di Jack Frost era un azzardo che non ero disposto a correre il giorno prima di Pasqua.
<< Quanto sei scettico Coda di Cotone >> mi rispose quello ridendo a grattandosi la nuca con la mano libera << E’ un modo come un altro per farti un regalo di Pasqua >> mi fece sollevare dal vento e volò con grazia su un altro sasso, più vicino a me, restando perfettamente retto su di esso << A te nessuno fai mai un regalo per Pasqua, come nessuno fa mai un regalo di Natale a North o pensa e comprare dei fiori per Cupido >>
<< A quello ci penserai tu no? >> lo interruppi ridendo, stava parlando seriamente (miracolo!), ma non avevo resistito.
Jack arrossì di nuovo e mi riprese con stizza, imbarazzo come mai lo era stato in vita sua << Cosa centra questo ora? Non mi interrompere! >> io continuai a ridere sotto i baffi per il suo imbarazzo, ma al mio collega poco importò e continuò a parlare << Stavo dicendo … che a voi non pensa mai nessuno e visto che con te avevo un conto in sospeso da farmi perdonare ho pensato di regalarti qualcosa >>
Dovevo essere sincero, quelle sue parole mi colpirono nel profondo. In realtà lui non era uno spaccone arrogante, ma un bravo ragazzo che si nascondeva dietro la maschera del teppista e questo lo avevo sempre saputo, ma lui non me lo aveva mai confermato.
<< Mi stai dicendo che mi hai portato un uovo dipinto da te? >> gli chiesi cercando di smorzare quel silenzio imbarazzante che si era creato facendo una battuta.
Per fortuna riuscii nel mio intento e Jack parve sciogliersi << Ma no! Sarebbe stato ridicolo >> lo guardai curioso così lui continuò << Tu le fai le uova colorate, sarebbe stato quasi un insulto da parte mia regalarti una cosa fatta da te! >> … effettivamente a questo non avevo pensato … << Così ho pensato di regalarti qualcosa che tu potessi trovare più utile: il mio tempo! >>
<< Il tuo tempo … >> ero sul serio sconvolto.
Jack annuì convinto << Certo, ti regalo il mio tempo. Per questa notte sarò il tuo assistente e ti aiuterò a nascondere le uova. Questo è il mio regalo di Pasqua! >> lui sembrava davvero entusiasta della sua idea.
<< Regalo di Pasqua … >> ripetei ancore sconvolto.
L’albino mi guardò infastidito << Ripetere le ultime tre parole delle mie frasi non cambierà nulla, lo sai? >>
Quelle sue parole mi scossero e mossi la testa a destra e sinistra per riprendermi << Scusa Ghiacciolo, è solo che non me lo aspettavo proprio! >>
Il Guardiano non fece molto caso alla mia risposta e scese volando dal masso, atterrando davanti a me << Buona Pasqua, Canguro di Pasqua >> e mi sorrise dolcemente.
Nonostante l’insulto non riuscii ad arrabbiarmi di fronte a quel candido sorriso, talmente bello e genuino che mi sarebbe bastato anche solo quello come presente per la Pasqua. Questo, però, non glielo avrei detto mai. Avrei voluto rispondergli qualcosa, però, e stavo giusto per farlo quando un furioso battito d’ali non mi distrasse preannunciando l’arrivo di un nuovo ospite.
Merida si catapultò dentro la mia tana volando come suo solito a grande velocità e, sempre come suo solito, non riuscì a frenare in tempo. Mi aspettavo di vedermela precipitare addosso, perché, stranamente, io ero il suo materasso preferito, ma sta volta atterrò addosso al suo ragazzo, sbattendolo in terra con una forza inaudita.
“Ahi” fu il mio unico pensiero vedendo Jack steso a terra con la rossa seduta sopra di lui. Forse ero egoista a pesare una cosa del genere, ma vedendo con quanta energia era caduta non potei fare a meno di ringraziare il cielo che fosse finita addosso a lui e non a me!
Lei si rimise subito in piedi e si guardò intorno leggermente stupita << Ma qui è tutto in ordine >> disse continuando a muovere il capo a insieme a quello gli scompigliati capelli rossi.
Io sollevai un sopracciglio e la guardai << Perché? Non avrebbe dovuto esserlo? >>
Lei mi fissò come avessi appena detto di aver visto un elefante rosa volare sopra un prato viola << Jack! >> disse solo indicando il suo ragazzo ancora a terra ma continuando a guardare me. Non capivo sul serio che cosa mi volesse dire ripetendomi il nome del Guardiano. I suoi occhi verde acqua risplendevano di una luce folle, a metà tra il preoccupato e l’incredulo << Quando sono tornata al Polo e North mi ha detto che lui era venuto qui mi sono fiondata al suo inseguimento >> si portò le braccia al petto alzandosi leggermente di quota con le ali << Ero convinta che vi forte picchiati o qualcosa del genere e che questo posto fosse nel caos >> spiegò infine non togliendo lo sguardo da me. Effettivamente quando Jack non mi rispondeva ero quasi sul punto di dargli un pugno; Merida questo non poteva saperlo ma ci conosceva bene. Tornò a terra e si sistemò alla bene e meglio i lunghi ricci rossi, scompigliati dal volo, e si riaggiustò la minigonna di jeans << Per fortuna sembra che mi sia sbagliata e che nonostante siate dei maschi pieni di testosterone non avete dato dimostrazione della vostra virilità con una scazzottata >>
A quel commento rigirai gli occhi e mi grattai i peli del petto. La rossa non sarebbe mai cambiata, poteva anche essersi innamorata ma nulla avrebbe fatto crollare le sue convinzioni e i suoi preconcetti da femminista.
Jack non la prese altrettanto bene come me: doveva ancora abituarsi ai commenti acidi della sua ragazza e per le sue risposte non facevano che litigare una volta si a l’altra pure << Quanta poca fiducia che hai in me >> fu, infatti, il suo commento scherzoso mentre si rimetteva in piedi e si ripuliva i vestiti dalla polvere.
Quei due erano la coppia più strana che avessi mai visto. Litigavano come cane e gatto ma non si lasciavano mai, anzi ogni litigata rendeva il loro rapporto più saldo e potevi vederli, ogni tanto (di solito dopo un battibecco) appartati su una poltrona o schiacciati contro un muro a sbaciucchiarsi come due colombe. Erano molto teneri e carini, ma anche insopportabili. Stare nella stessa stanza con loro significava fare sempre il terzo incomodo, che stessero discutendo o amoreggiando.
Intanto Merida era scoppiata a ridere per la battuta del compagno e, afferratolo per un lembo del cappuccio, se lo era portato vicino << Non fare lo stupido, spaccone che non sei altro >> rimanendo in volo i loro visi erano alla stessa altezza, altrimenti Jack sarebbe stato di una decina di centimetri (forse di più) pi+ alto di lei.
Il ragazzo le rispose con un sorriso malandrino, azzerando completamente le distanze tra le loro bocche, unendo le loro labbra in un veloce bacio a stampo.
Ecco la dimostrazione: separati erano due forze della natura, insieme diventavano più mansueti di un agnello, sempre che non stessero litigando logicamente.
Tossii cercando di ricordare loro che non erano soli e i due si separarono subito, come se si fossero scottati << Bene >> feci io << Se la proposta è ancora valida io l’accetterei >> dissi rivolto a Jack (ancora rosso) notando che si stava facendo tardi.
Lui sorrise e alzò un pollice nella mia direzione << Sarà divertente, vedrai >>
<< Se lo dici tu >> mormorai io poco convinto iniziando a radunare le mie uova.
In tutto questo ci eravamo dimenticati del fattore Merida. La curiosità cronica della ragazza la face scattare e cominciò a volarci intorno << Cosa sarà divertente? Che proposta? >> cominciò a chiedere eccitata come una bambina a Natale.
<< Il tuo ragazzo si è offerto di aiutarmi a nascondere le uova >> le spiegai subito io per far finire quello spettacolino.
Lei sembrò cadere dalle nuvole e tornò con i piedi per terra. I suoi occhi si dilatarono di colpo e guardò l’albino come se fosse un alieno<< Tu … ti sei offerto … di lavorare? >>
Io risi di cuore vedendo la faccia stupita della rossa, mentre Jack le diede un piccolo spintone e spalancò la bocca guardona indignato << Che c’è di strano? >> le disse << Era l’unico modo che conoscevo per augurare a Bunnymund buona Pasqua! >>
Lei lo guardò dubbiosa per qualche secondo, ma poi parve accettare la risposta dell’albino e gli sorrise radiosa << Se è così allora vi darò un mano anche io >> disse lei riprendendo quota e lasciando un sonoro bacio sulla guancia del fidanzato << Credo che in tre si lavori meglio, no? >>
Io sbuffai sconsolato. Perché avevo la strana, brutta sensazione che quei due si sarebbero appartati da qualche parte lasciando a me tutto il lavoro come al solito?
<< E sia! >> acconsentii infine porgendo ad ognuno di loro un grosso sacco di juta verde, stracolmo di uova colorate << Possiamo anche già cominciare >> e sbattei la zampa in terra, aprendo una delle mie comodissime gallerie << Entrate >>
Jack lo fece senza problemi, mentre Merida guardava il buco come se fosse la bocca dell’inferno. Quella ragazza aveva reazioni troppo esagerate. << Dobbiamo proprio? >> chiese svolazzando nervosa sopra la galleria.
Io la guardai dal basso << Ti sei offerta tu di dare una mano >>
<< E non posso dartela volando? >> mi domandò con una vana speranza nella voce.
Io scossi la testa e sentii le mie lunghe orecchie sbatacchiare a destra e a sinistra << Festa mia, modo mio >> e la fissai << Entra in quella galleria >>
<< Ma ci sono i vermi … >> fu il suo commento disgustato mente si passava freneticamente una mano tra i capelli rossi.
La zazzera bianca di Jack fece capolino dal buco << Ancora con questa storia? >> le chiese ridacchiando.
Merida gli lanciò un’occhiataccia << I vermi mi fanno schifo Jack! >> si lagnò lei << Sono viscidi, untuosi e … verminosi! >> agitò la testa e i suoi capelli crearono strano gioco di luci simili a fiamme << Non ce la faccio proprio >>
Sia io che Jack ridemmo, poi lui le tese una mano sorridendole dolcemente << Dai che ti proteggo io >>
Lei non sembrava molto convinta ma accettò la mano offertole e scese nel buco << Happy Easter, Aster >> mi disse con uno strano accento inglese (forse il suo da umana) << E ricorda sempre che grosso sacrificio sto facendo per te! >> e mi puntò il dito al petto prima di scomparire del tutto dentro la galleria.
I risi scuotendo  il capo per l’ennesima volta e scesi a mia volta nel buco trascinandomi dietro il mio sacco. Guidai alcune uova avanti in modo che potessero camminare da sole e nascondersi in modo autonomo. Passarono attraverso le mie zampe e anche tra le gambe dei miei due aiutanti.
Vidi Jack muovere il bastone che si era incastrato nel sacco ed io lo fermai << Sta fermo con quel coso >> gli dissi << Congela anche solo un uovo e per farti perdonare dovrai aiutarmi ogni anni per il prossimo secolo, mi hai capito? >>
Lui alzò le mani in segno di resa mentre Merida si copriva la bocca con una mano per nascondere una risatina. << Capito Coda di Cotone, stai tranquillo, farò attenzione >> disse prima di passare un braccio sulle sottili spalle della ragazza, che lo guardò con occhi sognanti.
Presero a camminare lasciandomi leggermente indietro e controllare le uova e ne approfittai per osservare anche quei due, mentre si stuzzicavano a vicenda e poi si abbracciavano stretti.
Chissà perché ma i miei timori diventavano sempre più concreti.
Sarebbe stata una lunga, lunghissima notte!

 

  
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