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Autore: _Mirya    31/03/2013    5 recensioni
Questa fanfiction è stata riscritta in modo diverso e migliore.
Titolo: Distance makes the heart grow cold. ❆
Seguitela, grazie ♥
Erano ormai passati due anni dall'ultima volta che Zoro vide i suoi Nakama. Due anni interi lontano da lei: la sua musa. Ma "la distanza rende freddo il cuore", e non solo quello dello spadaccino. Egli verrà a conoscenza di una dura verità da parte della bella navigatrice. Come andrà avanti fra di loro?!
Genere: Avventura, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La distanza rende freddo il cuore.

 

« Non ti ho salutato perché avevo paura, paura di innamorarmi ancora di te »
Queste parole mi rimbombavano continuamente nella mente associata ai suoi occhi colmi di lacrime e quell'attimo in cui scappò via. Ero felicissimo, ma ancora avevo dei dubbi: poteva essere mia del tutto, ma cosa dovevo fare?
Mi bloccai. Le sono
sempre piaciuto senza che me ne accorgessi, credevo che ce l'avesse sempre con me perché si alterava spesso: era il contrario.
Faceva così per nascondere tutto quel che provava, sono stato ingenuo.
Ingenuo nel capire come girava prima della separazione della ciurma;
ingenuo nel vedere come stavano le cose;
ingenuo praticamente in tutto.
In quel momento abbandonai tutti quei pensieri, negativi e positivi, e mi concentrai su di lei. Dovevo cercarla perché sicuramente stava piangendo o almeno, era triste. Io dovevo essere li con lei a consolarla. La trovai sotto l'albero di mandarini seduta con le ginocchia al petto e la testa bassa per nascondere il viso bagnato. Mi rattristai molto e per la prima volta non seppi cosa fare, mi sentivo debole e indifeso. Mi avvicinai piano piano alla sua figura fragile, ma qualcuno mi bloccò facendomi arretrare.
« Perché l'hai fatto? » dissi con tono alto, girandomi
Accese la sigaretta « Per il tuo bene anzi, il
vostro bene »
« Cosa stai blaterando, cuoco! »
« Tsè, lascia andare ora »

« Perché dovrei ascoltarti? » ero leggermente alterato, dovevo andare da lei
« Perché so che tu non sai, semplice » guardò in alto « Non so cosa sia successo tra voi due, ma ti do un consiglio: in questo momento devi lasciarla sfogare, ha fatto un passo importante e magari ha paura della tua reazione, abbi fede »
« Perché dovrebbe avercene? Io non mangio nessuno, ancora »
« Si, ma le donne sono fatte così e … » fu interrotto appena sentì qualcuno che lo chiamò, era Rufy.
« Sanji, ho fame! Sbrigati ad arrivare in cucina! »
« Pff, ma è da soli 5 minuti che abbiamo terminato di mangiare... Arrivo! » si girò e appena fece un passo si fermò « Fai quel che ritieni giusto, segui il tuo cuore » e se ne andò
Ci mancava solo quel sopracciglione coi mustacci a complicarmi di più i pensieri, ora non so più cosa fare: vado o no da lei?
« Segui il tuo cuore » anche questa frase rimbombava nella mente e mi venne un'idea, ma non ero sicuro di metterla in atto.

 

Mi svegliai improvvisamente, ero completamente sudato. Sudavo freddo. Nessuno si accorse di me e della mia agitazione durante la notte, dormivano tutti beatamente: fortunati. Mi misi dritto e appoggiai i piedi per terra. Mi presi la testa fra le mani: ero ancora scosso da quel che avevo sognato e per la prima volta avevo paura di quel che sarebbe successo se si fosse avverato. Alzai la testa di scatto, presi la prima maglietta che trovai ed uscii a prendere una boccata d'aria. Mi mancava il respiro. Quella notte il cielo era limpido e si poteva ammirare dei piccoli puntini luminosi chiamate stelle. Raggiunsi l'albero di mandarini dove era mio solito sedermi a pensare. Ormai era un'abitudine. Non mi resi conto, ma mi addormentai.

 

Buio totale. Nessuna sorgente di luce. In quel posto a me sconosciuto, non c'era anima viva. Solo io.
Era un posto umido, le pareti erano fredde e con fatica i miei occhi iniziarono ad abituarsi e riuscii a vedere meglio quel che mi circondava. Mi accorsi solo dopo di non aver con me le mie tre spade, ero isolato completamente in una grotta chissà dove.
Sentii delle urla, erano le stesse che sentii all'Arcipelago Sabaody e in quel momento una luce davanti a me apparve. Iniziai a correre in quella direzione, le voci aumentarono e stavolta urlavano qualcosa: il mio nome. Chiedevano aiuto anzi, era solo una persona che chiedeva il mio aiuto e quella persona era inconfondibile, ormai conoscevo la sua soave voce a memoria. Era nei guai, Nami era in pericolo. Aumentai la velocità, e quando raggiunsi la luce caddi nel vuoto più totale e nella mia mente apparvero delle immagini. Robin, Usop, Chopper e tutti gli altri a terra in una pozza di sangue, privi di sensi. Sanji colpito in pieno pezzo e Nami in fin di vita. Dovevo esserci io al loro posto: non sono stato in grado di salvarli, nemmeno uno. Le immagini cambiarono e stavolta erano tutti vivi, ma nei loro volti si poteva percepire un chiaro senso di tristezza, malinconia, tutto negativo. Qualcuno di loro si copriva il viso per nascondere le lacrime; Sanji prese la sigaretta e la buttò a terra, si piegò e abbracciò una ragazza dai capelli rossi: Nami. Lei era a terra in ginocchio, piangeva a dirotto sopra un corpo che non riuscivo a vedere bene. Era ridotto male, c'era sangue dappertutto. Nami urlava come una disperata, gli altri erano tutti in silenzio attorno a lei e al corpo del malcapitato. Riuscii a percepire solo piccoli dialoghi.
« Perché lui, perché! »
« Nami, calmati. Ti prego »
« Non posso, lui... »
« Si rimetterà » si lasciò abbracciare dal cuoco « Spero » sussurrò
« No, non è vero. Non può! Lui sta... Lui sta per morire! » A quella frase tutti sobbalzare, erano sotto shock. Neanche loro volevano crederci.
Le immagini iniziarono a sfocarsi sempre di più e l'ultima cosa che riuscii a vedere era il volto del corpo steso a terra, rimasi di sasso nel scoprire che quel corpo apparteneva...
« Zoro! Ti senti bene? » chiese Chopper
« Eravamo tutti in pensiero per te, non ti abbiamo visto e abbiamo pensato che... » aggiunse Franky
« Scusate, mi sono addormentato qua fuori, avevo caldo e così... »
« Credevi che così facendo riuscissi a prenderti la febbre?! » continuò Sanji
« Ma che centra? E perché dovrei? »
« Ah, questo non lo so io. So solo che è pronta la colazione »
« Finalmente, non ne potevo più di aspettare, Sanji » dichiarò Rufy
« Concordo con te, amico » aggiunse Usop « Tu non vieni, Zoro? »
« Vi raggiungo tra poco, vado a cambiarmi » e gli altri si allontanarono, tranne Sanji
« Ehi, testa d'alghe. Ultimamente sei strano, che ti passa per l'anticamera del cervello? Sempre se ne hai uno di cervello »
« Ah ah ah, molto spiritoso Sanji, ma oggi non ho voglia di discutere con te »
Sanji si fermò “Strano, di solito per lui ogni momento è buono per litigare con me, c'è qualcosa che non quadra”.
Accese un'altra sigaretta e voltò le spalle allo spadaccino.

« Senti, se hai bisogno anche solo di qualcuno che ti ascolti, chiedi pure »
Alzai la testa, non me l'aspettavo da lui « Grazie, amico » sorrisero « Ah Sanji, volevo confidarti una cosa, dopo » Io abbassai lo sguardo e Sanji si pietrificò, ma si riprese subito.
Dopo colazione andammo nella nostra camera e gli raccontai tutto dall'inizio e del “sogno” che feci e soprattutto gli svelai il nome del tizio per terra in fin di vita.
« N..non può essere vero... » la sua sigaretta cadde a terra. Eravamo tutte e due terrorizzati.

 

 

*Angolo Autore*

Inizio subito col scusarmi di averci messo così tanto ad aggiornare.

Sapevo che con l'inizio della scuola poteva succedere così, ma oggi sono riuscita a finire il capitolo.

Eccovi l'atteso quinto capitolo, spero che vi piaccia.

Se è così, lasciate pure una piccola recensione, mi farebbe piacere.

Grazie per aver recensito, vostra Mirya ♥

   
 
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