31/03/2013
4 recensioniHappy Easter everyone! Sono estremamente su di giri perché oggi pomeriggio ho finalmente aperto il mio uovo di Hello Kitty *viene mitragliata dalle innumerevoli haters della gattina rosa* e dentro ci ho trovato un carinissimo set pettinino-specchietto. Ok, non c'entra.
Vi starete chiedendo dove voglia andare a parare questa volta, e cosa abbia partorito di insensato la mia mente. Bene, giustifichiamo un po'.
Qualche mese fa ormai, stavo facendo l'idiota infasidendo per messaggio PZZ20, e ad un certo punto è saltato fuori un collegamente Nightwish-Coniugi Brief, cosa che ovviamente non ha senso, e mi era saltato in mente di minacciare questa poverina di scrivere qualcosa di così. Bene, la minaccia è diventata realtà.
Non posso dire di conoscere i Nightwish perché di loro conosco giusto le tre canzoni più famose, quindi è probabile che ne sia venuta fuori una cosa del utto sballata.
Il titolo è un po' una rielaborazione dell'album Dark Passion Play, mentre la frasetta che è all'interno della storia sono die versi di Amaranth.
E – cosa sbagliatissima – dal testo si potrebbe intendere che il gruppo sia un po' di tempi remoti, mi scuso per questa imperdonabile cosa.
Bene, credo di avere finito. Mi scuso profondamente con i fan del gruppo, specie PZZ20, e attendo i consueti insulti che siete troppo gentili per scagliarmi, anche se penso che questa sia la volta buona per ricredervi. Grazie a chiunque leggi o commenti^^
– Caro, guarda cos’ho trovato! –
Lo scienziato, seduto al tavolo del soggiorno, alzò il naso dal manuale che era intento a consultare, sistemandosi gli occhiali sul naso e mettendo a fuoco l’immagine della moglie che sventolava una videocassetta impolverata.
– Uh? –
– Leggi la data! Non ti ricordi? – Cinguettò la donna, dopodiché si voltò ed inserì la cassetta nel videoregistratore, afferrando il telecomando e premendo il tasto play.
Con gli occhi sbarrati, allungò una mano e fermò il filmino.
– Beh, che succede? –
Il marito non rispose, continuando a fissare lo schermo.
– Ma… Davvero da giovani abbiamo fatto questo? –
Lei ridacchiò, dandogli un colpetto alla spalla.
– Certo, non ricordi com’era divertente? –
Lui girò lo sguardo verso di lei, per poi farlo tornare sul televisore.
Sullo schermo campeggiava la sua immagine, giubbotto di pelle che lasciava scoperto il petto ed occhi cerchiati di nero, mentre reggeva tra le mani una chitarra elettrica; e di lei, capelli lisci e corvini e avvolta in un abito rosso a sirena, con la bocca spalancata davanti ad un microfono.
– You believe but what you see, you receive but what you give… – Canticchiò la signora a bassa voce.
– Ti prego, non vado molto fiero di quel periodo, e ormai mi sembra che sia una cosa passata, no? –
Lei sorrise sotto i baffi.
– Non più di tanto… –
Sparì nuovamente dietro la porta, e ne tornò con una catena ed un ciondolo laccati di nero tra le mani.
– Nemmeno questo? – ghignò, avvolgendola intorno al collo dello scienziato.
– Nemmeno. – ribadì, sicuro.
Lei sospirò e si sedette sulle sue ginocchia allungando le gambe sul bracciolo della poltrona, poggiando poi la testa al suo petto e giocherellando con quella catena nera.