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Autore: niky999    01/04/2013    2 recensioni
Nerida, considerata una ragazza fredda e riservata, abita in un villaggio popolato dalla pace reciproca fra draghi e umani, ristabilita finalmente dopo una guerra svolta tra le due razze.
Ma un giorno, si imbatte in un piccolo cucciolo di drago nero diverso, o forse è meglio definirlo speciale, che possiede una strana pietra zaffiro sulla fronte: un mistero che si sarebbe poi rivelato.
Quell'incontro, sarà destinato a cambiare totalmente la loro vita, trasportandoli in un mondo popolato da creature mitologiche che ha bisogno di loro in una guerra fra il bene e il male ...
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sulle Ali del Destino"

Cap. 10
Helgrind


foto a cura gratuitamente a www.pizap.com
















Nerida, quella mattina, si svegliò più presto del solito.

Tutti stavano ancora dormendo, perciò preferì lasciarli riposare e prendere un po’ d’aria fuori dalle mura del castello. Prese arco e frecce, in silenzio uscì dalla stanza e varcò la porta della reggia reale.
Non appena si ritrovò all’esterno, respirò l’aria a pieni polmoni, si soffermò un attimo a osservare il magnifico paesaggio che si prostrava dinanzi a lei, poi prese a camminare in direzione della foresta poco più lontana da lì.
L’aria era come sempre impregnata da quell’insolito profumo dolciastro, il prato era disseminato di fiori di ogni genere e tipo, che si piegavano lievemente non appena soffiava un leggero venticello. Ai lati del piccolo viale, che l’elfa stava percorrendo, si ergevano imponenti pini e querce, che pareva volessero concentrare lo sguardo dei viaggiatori in avanti, verso l’orizzonte, dal momento che a malapena era possibile scorgere ciò che si trovava al di fuori di quella cerchia. Il sole splendeva radioso come non mai; nel cielo, privo di nubi, volavano spensierati branchi di draghi e di grifoni, come se volessero inaugurare quella magnifica mattinata. Ogni tanto, delle foglie cadevano dagli alberi d’origine e danzavano, sospese a mezz’aria, davanti agli occhi di Nerida, ricolmi come sempre di energia e determinazione. In lontananza si sentiva il dolce rumore dei ruscelli, accompagnato dal melodioso cinguettio degli uccellini.
Nerida fece per sedersi vicino al tronco di un pino.
Lì alla valle c’era un’atmosfera magnifica, le sembrava di essere caduta in sogno senza fine.
Da quando era arrivata ad Aberdur, la sua vita aveva preso una piega diversa. Ancora non sapeva spiegarsi come era finita lì, in una valle magica, popolata dalle cose più irreali al mondo. A volte i suoi pensieri tornavano alla sua casa, alla vita di un tempo e a sua madre … Certo, vivere in una valle incantata era un’emozione che la sollecitava molto. Adorava quel luogo, ma ancora di più era desiderosa di ritornare alle vecchie abitudini e di riabbracciare la sua vera famiglia. Chissà cosa stava accadendo al villaggio dopo la sua scomparsa e quella di Iron … di certo erano tutti molto preoccupati! In fin dei conti, chiunque della vita terrena fosse scomparso non era più tornato.Le tornò in mente suo padre, i bei momenti passati con lui quando aveva ancora cinque anni …
 
“ Nerida, vieni! “
“ Arrivo papà! “

“ Guarda cos’ho trovato, la vedi questa pietra? Ha delle strane incisioni …  “
“ Sarà una pietra magica? “
“ Oh sì, una pietra magica in grado di fornirmi dei poteri che mi serviranno per sconfiggerti! “

Nerida gridò divertita e si mise a correre per scappare.
Si nascose dietro a un albero e aspettò. Non sapeva quante ore fossero passate da quando si era nascosta, ma ciò che sapeva era che si era stufata di rimanere dietro un arbusto e decise di  uscire fuori dal suo nascondiglio.
“ Papà, sono qui! “
Nessuna risposta.

“ Papà, dove sei finito? Papà … “
 
Quella fu l’ultima volta che lo vide.
“ Chissà dov’era finito … “ pensò l’elfa fra sé e sé malinconica
“ Aspetta, ma certo! Mio padre trovò una pietra con strane incisioni, proprio come me e poi scomparve, come me, risucchiato qui nella valle di Aberdur! Non ci avevo mai pensato! “ esclamò, con tono sollevato ed entusiasta.
Si sollevò da terra, piena ancor più di energia e determinazione, poi fece per voltarsi quando vide un’ombra dietro agli alberi. Per istinto estrasse con velocità disumana arco e frecce e prese attentamente la mira, quando vide sbucare il viso di una silfide armata di spade.
Entrambe emisero un sospiro di sollievo, con il cuore che batteva ancora all’impazzata.
“ Cavolo, che spavento! Il mio nome è Nerida “ si presentò lei.
“ Io sono Nhora “ le rispose.

L’elfa ricordava qualcosa a loro proposito, dal momento che aveva letto, alla biblioteca del castello reale, un libro che descriveva ogni singolo magico della valle.
Le silfidi sono esseri estremamente silenziosi e leggiadri. Appaiono quasi come elfi, con la differenza di strani tatuaggi e pietre preziose in ogni angolo del corpo. Sono molto rari, pochi hanno avuto l’occasione di farne conoscenza perché molto spesso, se lo ritengono necessario, dopo essere stati visti scompaiono senza lasciare tracce di sé, per riapparire in luoghi meno popolati possibile. Hanno capacità di combattimento disumane, soprattutto quelle che appartengono alla gerarchia delle “ silfidi guerriere “.
Si dice che appaiano solo a coloro ritenuti dall’anima pura.
Nhora, aveva lunghi capelli castani leggermente ondulati, tatuaggi rossi sulla parte destra del viso e sul resto del corpo, occhi che sembrava fossero di cristallo, e delle pietre rosse sulla fronte, sulle braccia e sulle gambe.
“ Ma, per caso sei una silfide? “
L’interlocutore scrutò attentamente i suoi occhi, come se stesse cercando qualcosa, poi rispose:
“ Sì, sono una silfide. “
“ E, insomma, come mai non sei ancora sparita? “
“ Ho guardato all’interno della tua anima, sei pura, non è necessario che me ne vada “ rispose la silfide, con voce quieta e quasi rassicurante.
“ Ma, posso farti una domanda? Come fate a guardare nelle anime e ritenerne la purezza? Perché se non lo sono scomparite? “
Nhora rimase in silenzio e continuò a fissarla attentamente negli occhi. Non seppe dire quanto tempo passò, forse minuti, quando la silfide riprese a parlare:
“ Sai, sei un’elfa particolare. Non ho mai visto un’anima profonda come la tua “ disse Nhora, con gli occhi che brillavano alla luce del sole “  Prendi la mia mano e tienila stretta “
“ Ma cosa … “ non fece in tempo a rispondere che un’ondata di luce le avvolse e si disperse nell’aria! Non appena si dissolse, non si trovavano più lungo il viale, ma in un’enorme pianura costituita da una distesa d’erba immensa. Notò che il cielo era divenuto stellato: alla sua sinistra era di uno strano blu scuro, non come quello notturno, mentre alla sua destra, di un rosso sgargiante e radioso. Al centro, un enorme albero circondato da un’aura bianca con sfumature gialle.
“ Wow “ Nerida emise un sospiro di stupore e meraviglia. Era il luogo più incantato e meraviglioso di tutta la sua vita, che non aveva niente a che vedere con la valle!
“ Vieni! “ Nhora la condusse dinanzi a quell’arbusto, poi entrambe si sedettero sull’erba fresca.
“ Questo è Helgrind. Può sembrare un normale albero come tutti gli altri, ma non lo è affatto! Vedi, è lui che ci permette di riconoscere le anime pure. È come se fossimo legate da un filo a quest’albero, perché quando guardiamo all’interno di voi, l’Helgrind emana una luce. Se questa è nera, vuol dire che l’individuo davanti a noi non possiede la purezza, altrimenti diventa gialla. Diviene invece bianca, quando questi è puro in tutti i suoi aspetti, il che vuol dire che abbiamo a che fare con un magico al di fuori della norma, ben molto più “speciale” di noi silfidi. Solo la nostra regina ha l’aura completamente bianca, noi altre la possediamo gialla. Insomma, quello che voglio dirti è che tu sei la rarità in persona, ti basta sapere che a parte la regina, in tutta la storia delle silfidi, l’aura dell’Helgrind non è mai stata bianca! “
Nerida rimase completamente meravigliata da quella rivelazione. Come poteva essere importante quanto la regina? Non sapeva darsi risposte, ma tutto ciò la affascinava.
“ Perciò, se ho capito bene, l’Helgrind serve esclusivamente per individuare la purezza? “ domandò Nerida, sempre più confusa.
“ Non solo! Vedi, questo albero può rivelare il destino dei puri. Basta che tu chiuda gli occhi e tenga la mano fissa sul suo tronco. L’Helgrind rivelerà il tuo destino solo ed esclusivamente a te, nessun altro potrà venirne a conoscenza “ spiegò Nhora.
Nerida, sempre più impaziente e curiosa, fece come spiegato: chiuse gli occhi e allungò la mano sulla corteccia, ruvida e bagnata. All’improvviso la avvolse una luce bianca e nella sua mente si fecero strada le parole profonde dell’Helgrind.
“ Nerida è il tuo nome. Hai trovato un cucciolo di drago nero speciale come te, hai deciso di prendertene cura e sei stata catapultata nella Valle di Aberdur per il ritrovamento di un evocatore. Sei una predestinata e per questo combatterai in guerra al fianco di Iron. Entrambi avrete ruoli davvero importanti e sarete decisamente imbattibili con l’unione delle vostre forze, ma fate attenzione: moltissimi magici a voi cari moriranno e voi non potrete impedirlo. Il vostro destino è fatto di un tortuoso cammino, di scelte che dovrete affrontare, di dolore e di sofferenza, ma in gran parte si prospetta come un futuro colmo di energia, determinazione e soprattutto coraggio “ quelle parole le rimbombarono nella mente, sin quando il contatto con l’Helgrind svanì e la luce bianca che la avvolgeva si dissolse.
“ Sta’ attenta, il contatto con l’Helgrind non potrà più essere ripetuto, tieni a mente ciò che ti è stato detto! “ la avvisò Nhora.
“ E come dimenticarsene … “ rispose Nerida, assorta nei suoi pensieri “ Però c’è ancora una cosa che non riesco a capire: come mai ha parlato anche del destino del mio drago? “
“ Questo accade quando sei fortemente legato ad un magico, tanto che il vostro destino si unisce diventando uno solo “ spiegò la silfide “ Ma ora stringimi la mano, ti porto al Villaggio delle Silfidi … “
 


 
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ANGOLO AUTRICE
Cari lettori!
Innanzitutto ringrazio coloro che mi hanno recensito nello scorso capitolo, quali:
-Silver Star
-Lady Sun;
Ora che abbiamo parlato tanto di Iron, perché non raccontare qualcosa di Nerida?
Ebbene sì, una silfide, chi se lo sarebbe mai aspettato? A volte mi sorprendo delle mie stesse  idee xD Dicevamo, Nhora, la silfide, riconosce la purezza d’anima di Nerida e decide di condurla dinanzi all’Helgrind. Questi, può rivelare il destino dei magici puri e Nerida, è appena riuscita a scoprire il suo e in parte quello del suo amato Iron. Ma, aspettate, facciamo un passo indietro: la nostra elfa, attraverso un flashback, ora sa che suo padre si trova lì ad Aberdur!
Insomma, questo era un capitolo pieno di rivelazioni a quanto pare e nel prossimo vedremo un po’ come sarà il Villaggio delle Silfidi.
Alla prossima e mi raccomando, recensite in tanti!

  
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