Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Lilyth    01/04/2013    0 recensioni
Non potevo credere di essere sul punto di dovermene andare da quella che per quasi 23 anni era stata la mia realtà.
Eppure ero li, caricavo le valigie sul pullman e sospiravo per evitare di piagnucolare in vano.
< signorina hai finito con quelle valigie? Siamo in ritardo! >
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

< Signorina, signorina siamo arrivati. >

Spalancai gli occhi  e saltai in piedi

< sì? >

< siamo arrivati in Barimouth Valley, deve scendere >

Mi stiracchiai piano scendendo dal pullman, l'aria era calda, troppo calda. Il terreno secco faceva polvere ad ogni passo.

Presi le mie due valigie e salutando con una mano il conducente del pullman mi diressi verso il centro del paese.

Mi accorsi quasi subito di essere osservata, anche troppo, da almeno un terzo delle persone presenti.

Cercai di ignorare gli sguardi e camminare a testa alta.

Entrai in quello che a prima occhiata mi parve un bar o almeno una locanda.

Appena misi piede nel locale il brusio si spense lentamente, mi guardai intorno cercando di sembrare più possente possibile e mi avvicinai al bancone

< buongiorno >

< buongiorno a lei signorina, desidera qualcosa? >

< un'informazione >

Il barista alzò lo sguardo e sorrise a qualcuno che stava arrivando dietro di me

< ciao Val >

< ciao Benj, che si dice oggi in paese >
quello ammiccò a me

< aria di novità >

l'interlocutore del barista si poggiò al bancone affianco a me

< buongiorno >

risposi con un leggero cenno della testa

< cosa porta una come te qui? >

mi rivolsi la barista

< può portarmi un bicchiere d'acqua, grazie >

< non mi hai ancora risposto >

voltai la testa verso il ragazzo che mi stava vicino, ad occhio potevo dargli su per giù la mia stessa età, mi sorrideva aspettando che rispondessi alla sua domanda

< sono qui per lavoro? >

intanto aveva ordinato una birra che gli era appena arrivata insieme al mio bicchiere d'acqua

< che lavoro? Cameriera? Albergatrice? Insegnante? >

finii di bere

< veramente sono la nuova guardia forestale >

gli andò di traverso la birra, iniziò a tossire facendomi segno con la mano di aspettare, lo guardai accigliata mentre tentava di riprendere fiato

< tu saresti la nuova guardia forestale? >

< mi pare di averlo appena detto >

si asciugò la bocca con la manica della camicia

< come ti chiami? >

< Mia, Mia McDacon >

< sai dove devi andare Mia? >

alzai le spalle

< ad un ranch qui vicino, penso si chiami Pinci, Rinci >

nel locale calò nuovamente il silenzio

< è Quincy >

guardai oltre le spalle del mio interlocutore, una sagoma con un cappello in testa guardava dalla mia parte

< prego? >

< il ranch dove devi andare è il ranch Quincy >

rimasi a fissarlo qualche secondo finchè quello non si avvicinò sprezzante verso di noi alzandosi leggermente la visiera del cappello da cowboy

< sono Luke Quincy, il figlio di uno dei proprietari >

notai che mi stava porgendo una mano, la strinsi

< Mia McDacon >

< sai come arrivare al ranch? >

< direi di no >

< è abbastanza facile ma ci vogliono circa due ore, ti ci porto io se hai pazienza di aspettare le due >

annuii

< sì, grazie. Sai dirmi dove posso trovare lo sceriffo? Dovrei parlargli. >

si girò verso la porta del bancone

< esci da qui e vai sempre dritta a destra. Non credo che tu ti possa sbagliare. Ci rivediamo qui davanti alle due. >

annuii.

Pagai la consumazione e recuperando le valigie mi diressi fuori.

 

Faceva sempre più caldo e aspettare fuori la porta dello sceriffo mi stava facendo diventare matta.

Ero quasi in procinto di andarmene quando finalmente quella si aprì

< signorina McDacon si accomodi >

mi sedetti nell'ufficio scarno dello sceriffo aspettando di sentirmi rivolgere domande su domande

ma gli bastò sapere le informazioni più superficiali per rilasciarmi il distintivo, la divisa e le chiavi del luogo in cui avrei alloggiato per i prossimi tre mesi.

Uscii dall'ufficio e controllai l'orario, era solo l'una e io avrei dovuto aspettare il figlio del proprietario del ranch per un'altra ora.

Il paese non era grandissimo, aveva un'aria caratteristica e molto western, come se li il tempo non fosse mai passato.

Non era esattamente ciò a cui ero abituata, venivo dalla città, dalle comodità che la città comportava ma ero pronta a rimboccarmi le maniche e a darmi da fare nel lavoro che  dopo tanto studio ero riuscita ad ottenere.

Certo, ero lontana da casa, dalla mia famiglia, dagli amici e sicuramente avrei preferito iniziare a lavorare dopo i tre mesi di vacanza estiva,

ma quello mi era arrivato e quello avevo preso senza controbattere.

< ehy, ehy tu >

mi voltai verso la voce

< sì? >

era il tipo del bar

< Luke mi ha detto di venirti a chiamare. >

annuii prendendo le valigie e raggiungendolo

< dimmi >

< pare stia partendo prima del previsto, ha detto di raggiungerlo davanti al locale >

annui e gli lanciai un sorriso

< grazie...com'è che ti chiami? >

sorrise di rimando

< Val, mi chiamo Val >

< grazie Val, ci si vede >

presi di peso le valigie e tornai verso il locale.

Luke era li e mi stava palesemente aspettando, appena mi scorse fece un cenno con la mano e si avvicinò prendendo una delle due valigie.

< ho fatto prima, tutto bene dallo sceriffo? >

< sì, tutto bene >

annuì avviandosi verso una jeep.

Lanciò letteralmente la valigia sul sedile posteriore e montò alla guida.

Mi sedetti accanto a lui e allacciai la cintura di sicurezza.

Mise in moto senza dire una parola e partì alzando una cortina di polvere.

 

Non sapevo come comportarmi.

Eravamo in auto insieme da quasi tre quarti d’ora e nessuno dei due aveva detto una parola; ero parecchio scocciata.

Non mi aspettavo di certo un’accoglienza calorosa, la banda o cose del genere, ma dal momento che li quella nuova ero io pensavo almeno che qualcuno volesse parlare con me del lavoro che avrei iniziato a breve, invece tutto ciò che stavo ottenendo era un lungo viaggio in religioso silenzio.

Luke guidava con lo sguardo fisso sulla strada, muoveva gli occhi solo per controllare l’ora o per cambiare stazione radio.

Dire che ero a disagio sarebbe stato sottovalutare la cosa e per quanto non volessi farlo mi sentii in dovere di dare inizio ad una conversazione forzata

< come funzionano qui le cose? >

< mh? >
si voltò appena a guardarmi

< intendo, di solito ci sono problemi nei boschi, cacciatori, incendi dolosi o cose del genere? >

Alzò le spalle

< per ora niente di tutto questo, è tutto molto tranquillo >

In un certo senso era come se mi stesse dicendo che io li non avevo da fare assolutamente niente

< dov’è esattamente l’alloggio della guardia forestale? >

Prima di rispondere fece passare qualche secondo, come se ci dovesse pensare bene

< la casetta è vicino al nostro ranch, ci separa giusto qualche metro >

< capito >

Smisi di fare domande e lui non si preoccupò minimamente di riallacciare un minimo discorso.

Mi crogiolai nella certezza che almeno io avevo provato ad instaurare anche la più piccola conoscenza e aspettai di arrivare a destinazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Lilyth