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Autore: fanniex    02/04/2013    4 recensioni
< ... "So che non dovrei chiedertelo ... ma potresti abbracciarmi?"
Jared, senza aggiungere una parola, le si avvicinò, tirandola delicatamente a sé, mentre faceva scivolare piano un braccio sotto il corpo di Francesca e con l'altro l'agganciava come una cinghia, leggero ma deciso. > (tratto dal cap 15)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensavate che avessi abbandonato i miei due sciagurati, proprio sulla linea del traguardo, vero? … Aaahh … un pensierino ce lo avevo fatto anch'io … che subdola!!! Invece, sono di nuovo qua! Per l'ultima volta!

Eccoci arrivati! Capolinea, gente … ancora un attimo e si scende! Leggete con cura e, mi raccomando, ricordate di non lasciare oggetti personali sul vagone!

 

CAP 19.

OVVERO: … E L'AMORE E' UNA TRAPPOLA … MICA SEMPRE PERO'??? (-La Terra degli Uomini- Jovanotti)

 

Chicago.

Quando aprì gli occhi, quella mattina, non la trovò più accanto a sé. Doveva essere da poco passata l'alba. Sbirciò quel ridicolo orologio da parete di Francesca. Era davvero orribile. Faceva a pugni con il gusto fine che lei aveva sempre espresso. Non erano ancora le sette. Non poteva essere già uscita per andare a lavoro. Si alzò dal letto, controvoglia, e rivestitosi in fretta, andò a cercarla.

Da quando hai iniziato a fumare?”

La trovò seduta su un pouf di vimini, quasi per terra, in quella specie di quadratino 1mt x 1mt che era il suo terrazzino. La schiena appoggiata alla metà della porta a vetri ancora chiusa, le gambe distese e i piedi nudi puntellati sul dentino di cemento che faceva da base alle lastre smerigliate del parapetto.

Vuoi farmi la predica, Papino?” Gli rispose, aspirando una boccata ancora più profonda.

Jared sorrise, scuotendo la testa. Testarda lo era sempre stata dopotutto! Si rannicchiò in quello spazio angusto, sedendosi di fronte a lei. Le sollevò i piedi, gelati, portandoseli in grembo e cominciò a massaggiarglieli.

Piccola, fa freddo qua fuori e tu sei praticamente nuda! … Dai, torniamo dentro.”

Francesca si diede una rapida occhiata. Era vero. Era uscita solo con slip e canotta. Ma faceva decisamente troppo caldo dentro quella camera e anche dentro al suo corpo. Doveva assolutamente riabbassare la temperatura. Aria! Aveva bisogno di aria! Istintivamente chiuse gli occhi, prendendo una lunga boccata di ossigeno, mentre spegneva la cicca.

Non ho per niente freddo … e la colpa è solo tua, Vulcano!”

La guardò sorpreso. “Vulcano?”

Mmm! Credo fosse uno dei tuoi soprannomi al liceo.”

Jared si portò le mani alle orecchie. E Francesca si mise a ridere. Era impossibile che fosse ancora complessato dalla forma delle sue orecchie. Lei le aveva sempre trovate così adorabili.

Ho detto Vulcano, stupido! Non Vulcaniano!”

Anche lui sorrise. Gli piaceva da matti che Fran si prendesse ancora gioco di lui.

E allora perché Vulcano?” Le chiese, tornando a riscaldarle i piedi.

Perché sei bollente!” Rispose di getto, pentendosene immediatamente, sapendo benissimo quale sarebbe stata la sua reazione.

Come previsto, lui mollò di botto i suoi piedi e gattonò verso di lei, rimanendo in equilibrio sopra il suo corpo, sostenendo il peso con le mani e le ginocchia.

Che stai facendo?”

Sì! Come se non lo sapesse perfettamente.

Provvedo io a riscaldarti … sono il tuo scaldotto!” E avvicinò le labbra a quelle di lei.

Ma Francesca lo bloccò, scostandolo con una mano. E senza alcuna ironia in quel gesto. Né nel suo sguardo. Jared fece fatica a non perdere il già precario equilibrio di quella posizione. E in un secondo si ritrovò di nuovo seduto per terra, dove era prima. Era scioccato! Si era perso qualcosa? Eppure gli era parso che le cose stessero filando a meraviglia, finalmente.

Non funzionerà!” Esclamò Francesca, perentoria.
Aveva richiuso gli occhi per non incontrare quelli di Jared.

Che cazzo vuol dire?”

Lo sai che vuol dire! Questa cosa! … Io ti … no, è inutile provarci … non funzionerà.” Gli ripeté, questa volta fissandolo bene negli occhi.

No!” Rispose Jared, categorico.

Come sarebbe a dire no?”

No! Questa volta non te lo lascio fare!”

Francesca lo guardò rapita. Le aveva imprigionato le caviglie con i polsi e stringeva forte. Malgrado il tono della sua voce e lo sguardo deciso, poteva chiaramente accorgersi che stava tremando. E di certo non per il freddo. Pensò che non avrebbe mai potuto amarlo di più di quanto non lo amasse in quel momento. Ma non disse nulla.

Non ti permetterò di buttarci via un'altra volta.” Continuò lui. “Cristo Santo, Fran! Di che cosa hai paura?”

Scrollò le gambe, liberandosi della presa di Jared, per inginocchiarsi davanti a lui. Gli accarezzò le guance, ricoperte da un sottilissimo strato di barbetta, per poi tenere le mani poggiate delicatamente sul suo viso.

Non ho paura! … O meglio, certo che ho paura, non sono una sciocca. … Sei l'unica persona che sia sempre stata in grado di riempirmi la vita. Sempre. Anche quando non eri con me, quando non sei con me, … a me bastava sapere che ci sei, che stai bene. Ma non voglio essere la zavorra che ti trascina a terra. Non voglio che tu ti senta legato ...”

Jared le tolse furiosamente le mani dal suo viso, spingendola via. “Piantala con queste stronzate! Di che cazzo di zavorra parli? … Ti bastava sapere che io stavo bene? … Be', tesoro, ti do questa notizia in esclusiva. IO NON STAVO BENE! Sapevi che io ero vivo, sapevi persino dove ero. Io invece non ho saputo più nulla di te per quasi vent'anni! Riesci a rendertene conto? Ti amavo da morire e tu … mi hai scaricato … come se non avesse avuto nessuna importanza. Non ti sei fidata di me … e questo avrei anche potuto capirlo. Ma non hai avuto neanche un briciolo di fiducia in … noi! Sei svanita nel nulla. Punto! E smettila di dirmi che l'hai fatto per me. Non l'hai fatto per me. Come non lo stai facendo per me ora!”

Si era alzato in piedi, facendola scivolare sulle fredde mattonelle del terrazzino. Ora Francesca lo guardava dal basso. Era ritto davanti a lei. Fiero e immobile, a fissare un punto invisibile che si rifletteva nel vetro della porta.

Ti amo Jared!” Sussurrò.

Piantala di ripeterlo!” Era brusco. Non distolse nemmeno lo sguardo dal vetro. “Non dirlo se per te non significa nulla!”

Ti amo! … E lo so che questa cosa non finirà mai!” Rise nervosamente. “Ma credo che in fondo tu abbia ragione ...”

Finalmente, Jared tornò a guardarla. Sorpreso dalle sue ultime parole.

... Forse mi sono sempre illusa di averlo fatto per te. E invece l'ho fatto solo per me! Forse ero io a non voler stare con te!”

Jared sentì il cuore sbriciolarsi di nuovo. Pregò un Dio in cui non credeva ciecamente di aver immaginato tutto. No! La donna che amava da tutta la vita, che aveva perso e ritrovato, non gli stava veramente confessando di non averlo mai realmente voluto!

Francesca si alzò da terra e, per la prima volta, da che aveva lasciato il suo letto, solo poco prima, sentì davvero freddo.

Sono una vigliacca, Jay! Lo sono sempre stata.” Continuò, tendendo una mano verso il suo braccio, sperando che non la allontanasse ancora. “Non volevo vivere la tua vita, allora. E non lo voglio nemmeno adesso. Conosco bene il tuo mondo e non fa per me. … Non ce la faccio a mettere in gioco tutto, a rinunciare a me stessa. Neanche per te! … Non sono fatta così!”

Jared afferrò la sua mano prima che lo toccasse. Ma non la scansò. Anzi, la strinse, intrecciando le dita con le sue. Il fatto che fosse davvero la paura a farla fuggire e non lui, lo fece sentire stranamente sollevato.

Non devi rinunciare a te stessa! Non te lo chiederei mai … e non te l'avrei chiesto neanche allora.”

Francesca agguantò anche l'altra mano, imprigionandolo definitivamente.

Lo so! Ma sarebbe successo ugualmente. E succederà se noi … ” Non riusciva nemmeno a pensarlo, figuriamoci a dirlo. “ … Non sto dicendo che non voglio rivederti mai più … o che passeranno altri vent'anni … cazzo, lo capisco anch'io che forse è stato uno sbaglio colossale comportarmi così allora… ma avevo diciassette anni. Ora non ho più diciassette anni! … Si presume che abbia acquisito una certa dose di discernimento.”

Jared sorrise del tono da professorina che lei aveva assunto.

Che ridi? Sono una persona matura.” Ribadì lei, impuntandosi. “Sono una donna realizzata … Ho un buon lavoro, una laurea summa cum laude ...”

Ora lui rise apertamente. Non sapeva ciò che lei stava per dirgli, ma la sentiva di nuovo vicina. E, per come si erano messe le cose, era già tanto.

Ho tutto quello che ho sempre voluto … ” Continuò Francesca. “... Eccetto una cosa, ovvio!”

Jared smise di ridere e la trascinò ancora più vicino.

Ti amo.” Gli ripeté per l'ennesima volta. “E ti prometto che questa volta non sparirò, se tu lo vorrai. Ci sarò sempre, per te. Se avrai bisogno di me … ”

Gli gettò le braccia al collo, issandosi sulle punte dei piedi. Affogò tra le pieghe della sua maglietta e il suo odore.

 … Tu avrai bisogno di me, Jared?” Gli chiese, sospirando.

Le scostò il viso per guardarla negli occhi. Non le era mai sembrata tanto fragile. Una piccola statuina di cristallo. L'avrebbe protetta per sempre, se lei glielo avesse lasciato fare.

Io ho già bisogno di te! L'ho sempre avuto!”

Sorrise a quegli occhi lucidi. La sollevò da terra, tenendola saldamente per i fianchi e arpionandole le cosce, così da farle allacciare le gambe intorno alla sua vita.

Pazzo idiota! Mettimi giù!” Gridò Francesca, colta di sorpresa. “Così ti spacchi la schiena! Non peso mica venti chili come le tue amichette!”

Sì! Questo l'ho notato.” Ansimò Jared, appoggiandola contro la parete, in modo da diminuire il peso sulle braccia. “Ti ricordavo più leggera!”

E io ti ricordavo meno stronzo!”

Aveva appena finito di pronunciare la 'o' di 'stronzo', che si era ritrovata di nuovo le labbra di Jared incollate alle sue. Dove era sempre stato giusto che fossero. E ancora quel immenso calore che solo il suo corpo riusciva ad emanare si fece spazio dentro di lei.

Dai, mettimi giù!” Gli ripeté dopo un po'. “Non posso permettermi di pagarti la fisioterapia, se mi citerai per danni.”

Jared obbedì, da bravo scolaretto. Ma la tenne abbracciata, con il petto stretto alla sua schiena, appoggiati ancora alla parete. Francesca si sbagliava. Avrebbe funzionato, eccome! Avrebbero anche potuto vivere separati da migliaia di miglia. Avrebbero potuto trovarsi persino su due pianeti diversi. Ma sarebbe bastato rivedersi, anche per pochi istanti, che tutto sarebbe inevitabilmente tornato come prima. Fran e Jay, o Francesca e Jared, non aveva importanza! Sarebbe durata per sempre. Inconsciamente, lui lo aveva sempre saputo. Era ora che se ne accorgesse anche lei!

Il sole stava sorgendo lentamente in lontananza. E la fitta nebbiolina che saliva dal lago spandeva una luce quasi innaturale. Se ne poteva facilmente respirare l'odore. Inconfondibile.

Amo questa città, specialmente al mattino!” Disse piano Francesca, aggrappandosi alle braccia di Jared che la cingevano da dietro.

Chiudi gli occhi e respira!” Lui seguì il suo suggerimento.

Riesci a sentire il rumore delle onde del lago anche da qui?” Jared annuì sulla sua spalla.

E il profumo del vento? Sa di terra … e ferro … e foglie. Lo senti?”

Inspirò forte, assaporando le sensazioni che lei gli descriveva, mischiate al suo profumo. Sorrise, facendole il solletico sul collo. Francesca riaprì gli occhi, uscendo dall'angolo di paradiso in cui si era rifugiata.

E ora perché sorridi?”

Hai ragione, sai! … Chicago offre bellezze davvero inaspettate!”

Riavvicinò le sue labbra al collo di Francesca e le sussurrò “Ti amo” senza emettere un solo fiato. Lei lo avvertì ugualmente e socchiuse gli occhi per trattenere a lungo quell'istante dentro di sé, mentre lui continuava a muovere le sue labbra, delicatamente, sulla sua pelle, lasciandole tanti piccoli baci, caldi e famigliari. Avrebbero vissuto mille altre mattine come quella. Di questo Jared era sicuro!

 

FIN

 

°°°°°°°

N.d.A.

Ooohh … finalmente è finita! Direte voi! A me un po' dispiace … mi sono parecchio divertita in loro e in vostra compagnia.

Come al mio solito, ho lasciato un finale aperto. Non mi piacciono le conclusioni categoriche … o più semplicemente, forse non sono in grado di scriverle. E poi, se non l'avete notato, io amo alla follia i puntini di sospensione ….... Ma è chiaro che questi due avranno un futuro luminoso e pieno d'amore (… sentite anche voi gli usignoli che cinguettano? …). L'ha detto Jared! E di lui ci si può fidare … eeehhh, come no!!!

Come ultimo titolo avevo pensato ad un verso dei miei adorati Dei di Liverpool, tratto da, a detta di molti esperti, una delle canzoni d'amore più belle di tutti i tempi: “Something”! Per prima cosa, perché parla di quella attrazione inspiegabile, quasi mistica, che può anche cambiarti la vita. Seconda cosa, perché, forse non lo sapevate, ma i versi iniziali della canzone (Something in the way she moves / Attracts me like no other lover) in origine erano “Something in the way she moves / Attracts me like a POMEGRANATE ”???!!! Rido come una scema ogni volta che la sento! Poi, però, ho sentito questa canzone di Lorenzo ed sono rimasta senza parole. È perfetta per l'occasione! Perciò … cambio in corsa!!!

Comunque, giunti in conclusione, un ringraziamento doveroso a chiunque ha letto e seguito i miei vaneggiamenti. E un abbraccio grande come la circonferenza terrestre alle fedelissime moschettiere, una menzione d'onore mi sembra il minimo: Romina75, CloserToTheEdge e Esme93! GRAZIE RAGAZZE!!!

Come direbbero gli orchestrali del Titanic … È stato un onore lavorare con voi!

Baci … Fannie

   
 
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