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Autore: imspeakingtoyou    02/04/2013    0 recensioni
A volte, un incidente di percorso nella preparazione dell'ultimo concerto del tour può portare a scoprire sensazioni nascoste o represse...
[Thivian]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Head...bang!
Note introduttive: I ragazzi non mi appartengono e purtroppo non posso nemmeno adottarli né farmi adottare da loro. Quanto narrato qua è solo frutto della mia fantasia e non è stato scritto a scopo di lucro.
Ora che ci penso, nessuno qua in EFP conosce (almeno credo) questi sei baldi pop-rockers finnici, che sotto il nostro naso a breve faranno uscire il quarto album. Mi sembra doveroso dunque darvi un'idea dei loro bei faccini:

Lovex

Da sx a dx: Vivian - chitarra, Julian - batteria, Theon - voce, Jason - basso, Christian - tastiera, Sammy - chitarra.
È la prima storia che pubblico, spero che sia di vostro gradimento.


Punto di vista: Vivian

HEAD...BANG!


Come ogni pomeriggio di tour, ecco che ci troviamo nel locale per il soundcheck. Abbiamo già provato gli strumenti in singolo, e ora sentiamo come viene l’insieme. Vai con Bullet for the Pain, che è perfetta come banco prova per la pulizia del suono.
1,2,3, partiamo.
Subito ci accorgiamo di come il basso sia troppo forte: interrompiamo e il nostro roadie tuttofare, Marko, dal mixer smanetta un po’ con i pulsanti per modularlo ad un volume ideale; Jason, nel frattempo, regola leggermente il distorsore dell’ampli, che al momento rendeva il sound un po’ troppo sporco.

Ricominciamo: adesso Christian deve abbassare di un poco il volume della tastiera, cosa che effettua prontamente, ed alla fine il tessuto sonoro è a posto. Quando Theon comincia a cantare, ci accorgiamo subito che quel microfono non funziona come dovrebbe, infatti la voce va e viene a seconda di come lui si muove sul palco: male, molto male. Dannati soundcheck, mai una volta che tutto vada a regola d’arte fin da subito, deve sempre saltar fuori qualche grana. Dunque stacca il microfono, cercane un altro, prova ancora; anche questo presenta lo stesso problema, e capiamo che molto probabilmente il guaio sta nel jack… andiamo di male in peggio, bisogna districare quel benedetto cavo rotto dalla matassa informe dei fili di amplificatori e strumenti e trovarne uno funzionante!

Dopo svariati minuti, in due riusciamo a sbrogliare il tutto, e finalmente il jack rotto fa una brutta fine nel sacco dei rifiuti elettronici nel backstage.
Marko ne trova uno di scorta e lo proviamo: Theon canta, si muove, salta, piroetta… perfetto, questo funziona; unico neo, il volume un po’ basso, ma il nostro roadie prontamente gioca con le leve del mixer e sistema immediatamente la faccenda.

Ripartiamo dall’inizio per l’ennesima volta, e finalmente tutto suona come dovrebbe: durante il ritornello, ci scambiamo occhiate e gesti d’assenso soddisfatti ed io ci metto pure un sospiro di sollievo mentre premo il pedalino del footswitch per cambiare effetto, dato che tocca a me concludere la gara di assoli dopo il secondo chorus.
Che genialata, non avremmo potuto pensare nulla di meglio. Mi dispiace solo che Jas non ne prenda parte, una manciata di secondi di linee creative e corpose di basso sarebbero davvero perfette… ma lui non è mai stato il tipo che ama mettersi in mostra, ergo ci dobbiamo accontentare della sequenza Julian-Sammy-Christian-me, che comunque è assai divertente.

Proprio ora il tastierista sta per terminare la sua parte: ora via di wah e vibrati hendrixiani!
Sto per concludere il mio assolo, ma tra un salto e l'altro capita l’imprevedibile: inciampo nel jack della mia chitarra e tutto quello che sento, pochi attimi dopo, è un dolore lancinate alla testa. Riapro gli occhi e mi accorgo, pur con la vista annebbiata, di essere finito lungo disteso, proprio davanti al mio amplificatore; appena faccio per rialzarmi, mi mancano le forze e sento nelle orecchie un ronzio insopportabile, per non parlare del senso di nausea che mi prende all'improvviso.

Non passano neanche due secondi che tutti smettono di suonare ed avverto che Theon mi si avvicina di corsa, chinandosi vicino a me mentre mi chiede cosa sia successo.
“Credo di aver picchiato una zuccata... contro l'amplificatore...” è tutto quello che riesco a dire in tono sofferente. Il cantante cerca di esaminare la situazione: spostandomi i capelli, nota un grosso bernoccolo, che duole in maniera insopportabile al minimo tocco.
"Come ti senti?" mi chiede.
"Malissimo..." rispondo sentendomi gli occhi fuori dalle orbite.
“Ce la fai a rimetterti in piedi?”

Faccio per alzarmi, ma mi prende un capogiro e mi appoggio al mio compagno, il quale mi sorregge preoccupatissimo e mi scuote per farmi riprendere un attimo.
"Fermo, Theon, mi sta venendo da vomitare..." gemo con un filo di voce mentre, impallidendo, barcollo nuovamente dallo shock, e il mio amico si preoccupa ancora che io non svenga sul palco seduta stante.

"Meglio se ti fai un giro al pronto soccorso, Viv, prima che sia qualcosa di grave..." consiglia Sammy saggiamente.

“Lo accompagno io: voi restate qui… appena posso, vi faccio sapere come va” si offre il vocalist, e mi porta fino alla macchina, tenendomi per le spalle al fine di non lasciarsi cogliere impreparato da eventuali mancamenti da parte mia, sebbene io sia un po' meno frastornato di prima; in pochi minuti, ci troviamo a destinazione ed entriamo in sala d’attesa: per fortuna non è molto affollata, anche se ci vorrà un po' di tempo.

La mia preoccupazione, comunque, è tanta: aver letto, qualche volta, di gente che è morta per emorragia cerebrale anche a distanza di molte ore dall'urto fatale mi fa salire il terrore; Theon si accorge che sono molto teso, e mi abbraccia per cercare di calmarmi.
“Smettila di agitarti, Viv... è stata una bella botta, ma non credo sia così grave. In ogni caso siamo qua, una volta visitato capiranno se va tutto bene…" mi sussurra; prende poi la mia mano nella sua e me la stringe con delicatezza, e senza che io riesca a capire il motivo, sento come una sensazione di calore gradevole in me.

Mi volto verso di lui, e noto che mi fissa con uno sguardo preoccupato e dolce allo stesso tempo, che mi causa una sorta di vuoto allo stomaco; questo feeling si accentua ancora di più quando comincia ad accarezzarmi i capelli, affondando piacevolmente le dita fra i miei riccioli corvini, stando attento a non toccare il punto dolorante. I suoi occhi del color della giada, puntati nel mio sguardo umido, poi, sono più belli e luminosi che mai.

“Theon… grazie” balbetto non sapendo bene cosa dire.
“Di nulla… va un po’ meglio, ora?”
“Più o meno… diciamo che se non ci fossi tu, non ce la farei dall’ansia…”
“Rilassati, Viv… non è nulla di grave…” mi sussurra, posandomi un bacio che per me brucia come il fuoco, sulla fronte; per tutta risposta, appoggio la testa alla sua spalla, e lui mi abbraccia.
“Spero solo che non sia come certi brutti incidenti di cui ho letto…”
“Non farla così tragica… riesci a parlare, il dolore mi sembra che ti stia passando, e anche lo stordimento... su, rilassati...” mi consola, stringendomi più forte.
“Sei dolcissimo…” mormoro commosso per la sensazione di calore umano che mi sta scatenando il contatto con lui.
“Anche tu” risponde mentre riprende ad accarezzarmi i capelli.

È strano che io permetta a qualcuno di toccarmeli, di solito scatto come una vipera se solo me li sento sfiorare… ma i suoi grattini sulla testa sono così piacevoli… comincio a fare le fusa, per fargli capire quanto mi sto rilassando, e lui avvicina il volto al mio e mi dà un piccolo bacio sulla guancia; come guidato da una strana forza, sposto senza quasi rendermene conto le mie labbra sulle sue, e lui sussulta ritraendosi.

“Oddio, scusami… non… non so cosa mi è preso…” tento di giustificarmi, abbassando lo sguardo: seriamente, cosa mi sta succedendo? Perché l’ho baciato? Sto forse diventando matto? La zuccata sta facendo il suo effetto?

“Tranquillo, non importa…” fa eco lui, cercando di dissimulare l’imbarazzo.
“Deve essere la tensione” mugugno mentre cerco di dare la colpa ai nervi e alla situazione; nel frattempo, il mio subconscio si ridesta e cerca di spazzare via questo castello di scuse che sto tentando di costruire; mi assale l'ansia, qualche fremito improvviso mi attraversa le spalle con una scossa... che cosa ho combinato? Il suo era di certo un bacio amichevole, A-MI-CHE-VO-LE: di certo non si aspettava questo mio exploit. Beh, a dire il vero, nemmeno io me lo sarei aspettato da me stesso. E adesso, cosa diamine...?

Ho appoggiato la testa sulla sua spalla, non è possibile: mi sono appena dato del cretino per quanto successo, sto morendo di imbarazzo e... ricerco ancora di più il contatto fisico? Eppure... è l'unica cosa che riesce a rinfrancarmi un pochino, sentire il tepore della sua pelle sulla mia guancia. Sussulto lievemente al pensiero, arrossendo.

“Ehi, non agitarti, è tutto ok” dice lui con tono calmo e, subito dopo, cogliendomi di sorpresa, mi bacia di nuovo: mi sembra di esplodere, le sue labbra sulle mie bruciano come la lava e il cuore mi batte all'impazzata; le mani reagiscono al subbuglio del mio animo e si stringono con forza alle sue braccia.
"Viv, piano..." mormora senza sciogliere il bacio, con un filo di voce tremante.
"Oddio, ti ho fatto male? Mi dispiace..." mi ritraggo con un sobbalzo: diamine, gli ho lasciato qualche segno rosso... non volevo... non ne combino una giusta, oggi!
"Sssh... rilassati..." mi sussurra all'orecchio. No, Theon, ti prego... è il mio punto debole...

E da bravo punto debole, mi scatena una reazione improvvisa: stavolta sono io a sorprendere lui baciandolo in preda al batticuore; quando si accinge a ricambiare, un infermiere si sporge dalla porta del cubicolo del pronto soccorso per dire che è arrivato il mio turno, e noi ci stacchiamo improvvisamente, sperando che non ci abbia visti. Forse siamo stati abbastanza rapidi, o forse lui è particolarmente discreto, fatto sta che, con espressione del tutto serena, mi fa accomodare nel piccolo studio, davanti al medico, al quale spiego l’accaduto.
Immediatamente esamina con accuratezza la situazione, e mi pone delle domande per capire se sono lucido; cercando di ignorare il dolore infernale quando mi tocca il bozzo sul capo, riesco a dimostrare che è tutto ok: per sicurezza, tuttavia, mi fa fare una lastra, della quale mi dà il responso poco più tardi.

“La situazione sembra a posto: in ogni caso, adesso Le faccio una piccola medicazione: Le prescrivo un antidolorifico e anche di stare a riposo due o tre giorni ed evitare pertanto sforzi fisici di qualsiasi tipo”
"Come sforzi intende anche... suonare ad un concerto, per esempio?"
"Ovviamente! Tutte le cose che potrebbero provocarLe dei mancamenti in conseguenza al trauma subìto"
“COSA?”

Ecco, questo non volevo proprio sentirlo. Mi rifiuto di concepirlo, è inaccettabile!
“Ma ho un concerto stasera! Dovrei rinunciarvi per… una testata? È l’ultima data del tour, non possiamo annullarla adesso, a cinque-sei ore dall’inizio del concerto, per così poco!” protesto. Neanche fossi così indisposto da non poter uscire dall’hotel, come quella volta a Lahti per quella maledetta torta con la panna non esattamente ben conservata… lì sì, sono saliti sul palco senza di me, mentre io sembravo posseduto da un esorcismo, totalmente incapace di reggermi sulle gambe o persino di tener giù un goccio d’acqua… ma stavolta, dovrei non suonare solo per uno stupidissimo bernoccolo sulla capoccia?

“Guardi, è mio dovere avvisarLa dei rischi che si corrono… se poi non vuole seguire i consigli del medico, beh, alla fine sono affari Suoi! Non venga però a lamentarsi se succede qualcosa!” sbotta, visibilmente alterato. Beh, da una parte ha ragione… ma dall’altra, ribadisco, è assurdo dover rinunciare per una cosa così da poco!
Risoluto, insisto e lui sembra cedere; mi fa però firmare un foglio di scarico di responsabilità, per non avere guai nel caso mi capitasse qualcosa in relazione alla mia decisione: ok, mi sta bene così. Sospirando, mi medica, e subito dopo mi spedisce fuori con un saluto smozzicato, brusco.

Appena esco, Theon mi abbraccia e mi chiede com’è andata; di nuovo mi investe la piacevole sensazione di calore, e mi assale la voglia di perdermi nei suoi occhi e nelle sue labbra... ma non posso certo rispondere alla sua domanda appiccicandomi al suo viso! Gesticolando nervosamente, con lo sguardo basso per non far trapelare le mie sensazioni, gli racconto di come ho fatto inviperire il dottore per colpa della mia testa, che si è riconfermata più dura del marmo.

“Tu sei completamente pazzo, Viv” è la sua risposta, accompagnata dal coprirsi il volto con una mano.
“Che ti posso dire, mi sento stupido se non salgo sul palco per una sciocchezza simile!” ribatto stringendomi nelle spalle.
“Sei pazzo, spericolato e incosciente: ma è anche per questo che ti voglio un bene dell’anima” dichiara, baciandomi con fare tenero; la sua dolcezza è... semplicemente... indescrivibile, mi solletica l'animo in maniera gradevole facendomi arrossire. Mi perdo per qualche attimo nel contatto delle nostre labbra, poi getto l’occhio verso la finestra e noto che il sole sta cominciando ad abbassarsi sull’orizzonte.

“Avvisiamo gli altri che stiamo tornando, saranno in pensiero” gli ricordo, sciogliendo il bacio e l’abbraccio; non appena usciamo dal pronto soccorso, mette mano al cellulare e chiama Sammy, raccontandogli tutto in breve, e dopo pochi minuti siamo sulla via del ritorno.

Durante il breve tragitto, non riesco a far meno di guardare Theon, e di pensare a cosa possa essere successo tra noi, per scatenare questo scambio di baci improvviso; scavo nella memoria, e mi trovo a convincermi che forse il vocalist non mi è mai stato indifferente, nemmeno dalla prima audizione, solo che ho represso i miei sentimenti ogni volta, talmente ero convinto che fosse una cosa sbagliata. Una volta soppressi, si limitavano a venir fuori durante gli sketch un po’ gay sul palco, ma in quei frangenti era una cosa fatta per gioco, che svaniva subito e che non avevo mai preso sul serio…

Come sarà stato, per lui? Una cosa istantanea oppure una cottura a fuoco lento? Eppure non riesco a parlarne… è stata così improvvisa che forse non l’abbiamo ancora realizzata.
Scendiamo dalla macchina, e subito i miei compagni di band mi abbracciano, sollevati che non sia successo nulla di grave: neanche fossi reduce dalla seconda guerra mondiale… ah, ma adoro l’affetto fraterno di questi ragazzi… intanto Christian si prodiga a portarci due birre, per festeggiare: il solito party animal!

Dopo alcune ore, saliamo sul palco per il concerto: è l’ultimo show del tour e la tensione è alle stelle… ho deciso, oggi faccio una cosa speciale: non porto sullo stage la Fender, ma la sostituisco con la Jarno Salo, la mia bellezza rossa che tanto piace alle fans.
“Signorino testa-dura, sei pronto?” mi prende in giro Theon, distogliendomi dai pensieri.
“Prontissimo, bionda!”
“Allora muovi quel culetto d’oro fin sul palco!” esclama mentre mi tira una pacca sul sedere: ehi, questi sono colpi proibiti, non vale! Istintivamente, mi giro e lo bacio con intensità; forse non ha idea nemmeno lui di cosa mi sta scatenando...
“E se saltassimo il concerto per continuare col nostro gioco?” lo provoco, interrompendo all’improvviso il contatto con le sue labbra.
“Ma insomma!” mi rimbrotta ridendo “Hai rotto le scatole a mezzo mondo perché volevi suonare per forza e ora all’improvviso non te ne frega più niente?”
“Sto troppo bene così” insisto.
“Stupido! Adesso sbrigati, o ci daranno per dispersi!”

Quanto odio dover interrompere sul più bello una cosa che mi piace... purtroppo capisco che non c’è più tempo da perdere, anche perché gli altri sono già stati accolti dalla folla urlante e Julian sta già cominciando con l’intro di batteria di Queen of the Night; praticamente manchiamo solo noi. Sbuffo un attimo, poi trotterello a passo rapido sul palco, imbraccio la chitarra e partiamo tutti con l’accompagnamento: ma non è finita qui, cara la mia biondona...


Il concerto procede tutto sommato bene: l’orda di fans è esaltata, l’umore è alle stelle e anche io riesco a suonare senza giramenti di testa o simili, solo qualche doloretto quando mi spingo un po' troppo in là con l'headbanging; Theon, però, sembra più teso del solito. Viene ripetutamente da me, inscenando quelle provocazioni ambigue che le fans tanto adorano: di norma le mette in atto ogni 2-3 canzoni, ma questa volta è un continuo, non mi lascia in pace un secondo. Mi bacia la testa, mi accarezza i capelli, mi abbraccia, aizzato anche dalla folla urlante; ogni volta, il cuore mi salta un paio di battiti. Lo guardo a lungo, sorridendo un po’ perplesso, non riesco a capire se lo faccia per il pubblico o perché desidera davvero il contatto con me.

Per comprendere meglio le sue intenzioni, durante l’assolo di Sammy in Worlds Collide, mentre il frontman mi mette il braccio dietro al collo, avvicinandomi a lui, mi giro e lo bacio improvvisamente, come in nove anni di attività insieme sul palco non abbiamo mai fatto, dato che ci fermavamo ogni volta prima che le nostre labbra si sfiorassero; percepiamo distintamente il boato della folla in visibilio, e, almeno da parte mia, un fuoco che mi arde nell'animo e che vorrebbe di più per bruciare più forte. Dopo qualche attimo, ci accorgiamo che il solista sta proseguendo con i suoi virtuosismi, ma ci sta guardando in cagnesco: ops, non avevo calcolato che il nostro atteggiamento potesse rubargli la scena… in quel momento eravamo solo io, il mio vocalist e nessun altro... spero che più tardi accetti le nostre scuse, anche se non gli posso dire perché l'ho fatto... che ci prenda per due dive, piuttosto: chiaramente non potevamo farlo mentre Theon cantava o io dovevo suonare.

Il resto del concerto continua senza intoppi, e i fans sembrano più entusiasti che mai: spero solo che non si facciano domande sul continuo provarci del cantante con me, che lo prendano solo per quello che abbiamo sempre finto che fosse, ovvero puro stage-play.

Verso mezzanotte e mezza salutiamo e ringraziamo i presenti per la fantastica serata; come in ogni data di fine tour, ci assale la più bella e strana delle sensazioni che un musicista potrebbe provare: un misto di gioia, esaltazione, soddisfazione per il lavoro che è stato fatto ed il feedback positivo dei nostri supporters, pregustazione del meritato riposo, e anche una certa carica di nostalgia, perché sappiamo che quando non siamo in attività, ci manca sempre l’atmosfera della tournee.

I miei occhi si fanno lucidi… suonare per un’ora e mezza quasi ogni sera su un palco è la mia linfa vitale: sebbene sia stressante e a volte le cose non vadano per il meglio, non riesco a resistere a lungo senza questa attività, la fusione perfetta di passione e lavoro, quello che voglio fare per tutta la vita finché le gambe mi reggeranno -anche se è un po’ patetico fare questo genere di pensieri quando hai 31 anni e una buona fetta di vita davanti… beh, se non altro ho le idee chiare.

Theon nota la mia commozione e per consolarmi mi abbraccia da dietro; il cuore mi salta un altro battito, e mi fa sospirare ad occhi serrati mentre arrossisco per la vampata di calore che ne consegue: senza pensarci due volte, reagendo alla sua azione mi volto, lo spingo contro il muro e lo bacio con intensità, non calcolando di essere in un corridoio di passaggio sotto gli occhi di tutti. Un rumore di passi, tuttavia, mi riscuote da quello che sto facendo, e ci risistemiamo proprio appena prima che Christian ci becchi in pieno; diamine, ci è mancato veramente poco...

"Che fate, ragazzi?" ci chiede, stiracchiandosi per la fatica.
"Niente di che... discutevamo su cosa fare adesso" spara il cantante, stringendosi nelle spalle, nella speranza che il nostro tastierista non legga sui nostri volti l'imbarazzo per quello che stava per succedere.
"Ho parlato poco fa con Sammy, Jason e Julian... loro vorrebbero andare al pub qua vicino, che chiude alle 5 di mattina, che ne pensate?"
"Che la zuccata di oggi contro l'amplificatore mi ha già dato abbastanza mal di testa e non me la sento di replicare con un dopo-sbronza domani... scusami..." mi giustifico, tastando il punto dolente.
"Hai ragione... non ti farebbe certo bene... tu invece, Theon? Sei dei nostri?"
"Forse è meglio se sto con Vivian, non me la sento di lasciarlo da solo, almeno finché non tornate voi..."

Christian annuisce in silenzio; lo seguiamo per fare un saluto agli altri e augurare loro una piacevole notte brava, dopodiché ci dirigiamo verso il nostro albergo e ci sistemiamo nella nostra comoda camera. Ci aspetta una lunga notte... una notte per parlare, per capirsi, per amarsi.

   
 
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