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Autore: ShinigamiGirl    02/04/2013    5 recensioni
Questo è quello che state pensando:
"Eccoci con un'ennesima storia, in cui la nuova protagonista si trova in mezzo alle coppie che tutti sognano, come SoulxMaka, Black StarxTsubaki ecc., e la nostra amica farà da cupido tra di loro, stando simpatica a tutti!"
Questo è invece quello che penso io:
"Questa storia non avrà coppie che tutti sognano, la protagonista odia tutto e tutti, l'unica persona di cui le importasse era Justin Law, quasi un padre per lei, che morì a causa della follia. Il suo passato è pieno di cose orrende, e non intende dire a nessuno quello che ha subito, in quanto non vuole avere amicizie. Il suo passato la tormenta, e dopo la sconfitta del Kishin Ashura è costretta per qualche strano motivo a frequentare la Shibusen, contro la sua volontà. Ma prima, lei dov'era? Cosa ha passato? Perché è così cattiva con tutto e tutti? Questa è la storia che vi voglio raccontare."
Genere: Dark, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Michelle si guardò allo specchio.
Orrenda, ecco com’era. Gli occhi color cioccolato, coperti da alcuni ciuffi della frangetta, non rivelavano emozioni, erano seri, una serietà priva di qualunque forma di emotività.
Sospirò afflitta. Non riusciva neanche a sorridere.
E’ questo, il modo di vivere?, si chiese.
Non osò rispondersi. Ciò che avrebbe potuto pensare l’avrebbe trascinata ancor più nel vuoto.
Doveva andare alla Shibusen, o si sarebbero preoccupati, Sid e Spirit. Era una ragazza che manteneva la parola data, nonostante tutto. Così tentò invano di sistemarsi la chioma nera, ma i ricci indomabili non ne vollero sapere. Allora prese con sé lo zaino, si mise le converse e uscì.
Nella strada di periferia di Death City, molti studenti si affrettavano come lei ad andare all’istituto per armi e maestri d’armi. Quasi le scappò una risatina amara. Tanti alunni che avrebbero fallito, solo pochi che sarebbero emersi. Era questa la vera essenza della Shibusen, un ammasso di ragazzi diretti al fallimento, se non prescelti.
Anche se era solo da qualche mese che andava in quella scuola, bastava rifletterci un po’: Maka Albarn, la studentessa migliore, era figlia di una falce della morte, Black Star era figlio di White Star, che fu il famosissimo componente del clan della stella, a suo tempo, e infine Death The Kid era il figlioletto del “preside” della Shibusen, il sommo Shinigami.
Coincidenze?
Forse, ma Michelle non pensava proprio. Era fermamente convinta che solo i prescelti potessero spiccare, in quella scuola.
Si sentiva addirittura inferiore a Crona. Già, quell’essere senza senso, da cui spuntava un’arma parlante dal corpo ogni cinque minuti. A differenza degli altri, però, non lo odiava. Aveva passato molte avventure decisamente spiacevoli, come lei, e forse, avrebbe potuto capire in parte i suoi sentimenti, sicuramente meglio di tutti gli altri. Se solo si fossero conosciuti.
Sbuffò, lievemente divertita da quei frivoli e stupidi pensieri. Non aveva tempo per pensare alle amicizie, lei.
Mentre rimuginava su varie cose spiacevoli, arrivò alla Shibusen, e si diresse all’entrata.
Parli del diavolo…Pensò.
Davanti all’istituto c’era il famoso gruppo degli studenti modello. Maka e Tsubaki chiacchieravano freneticamente, con espressioni preoccupate, mentre Soul e Black Star facevano parecchio rumore, come loro solito, con schiamazzi e risate varie. Kid sembrava che stesse impartendo istruzioni a Liz e Patty, vicino a Crona, che tremava spaventato, di fianco a Maka.
Michelle passò tra di loro, tenendo lo sguardo basso.
Non la degnarono di uno sguardo, esattamente come aveva previsto. Entrata, si fermò ad ammirare gli interni. Tutto era, come sempre, ordinato e… Simmetrico.
Colpa della famosa mania di Kid per la simmetria, probabilmente. Michelle si chiese come diavolo si potesse avere una mania simile. A quanto pareva era migliorato, prima dell’arrivo della giovane a Death City, prima del Kishin, lui ne era letteralmente ossessionato.
Sospirò, dirigendosi all’aula del professor Stein.
Quel giorno c’era un’aria strana, nella scuola. Sembravano tutti agitati, e Michelle non ne capiva il motivo.
Stava per entrare, quando qualcuno le afferrò il braccio. Si voltò sorpresa verso la persona che la tratteneva, e si sorprese ancor di più nel vedere che quella persona era Marie, una delle falci della morte.
-Marie-san! Avete bisogno di me?- chiese, sospettosa.
La donna annuì, con fare deciso.
-Il sommo Shinigami chiede di te- disse.
Michelle si fece più seria e fredda del solito.
-Fatemi poggiare lo zaino- disse la ragazza -e arriverò subito.
Corse in classe, al suo banco, dove buttò con noncuranza la cartella e i libri, per poi tornare da Marie.
Chissà cosa voleva Shinigami-sama.
Marie la guidò fino a lui, alla camera della morte. Non appena entrarono, giunse alle loro orecchie la voce stridula dello shinigami, che diceva: -Oooh, benvenute, vi stavo aspettando!
-Shinigami-sama, ecco Michelle, come mi avevate chiesto.
-Ora devo chiederti di andare fuori, Marie!- esclamò Shinigami, unendo le mani enormi.
Lei si inchinò, prima di alzare i tacchi e andarsene.
La ragazza guardò lo shinigami, con un’espressione interrogativa.
-Michelle- cominciò lui, con un tono che non prometteva nulla di buono -è successa una cosa non molto piacevole.
-Di che si tratta?- domandò lei, cercando di andare subito al sodo.
-C’è un individuo che rischia di diventare Kishin, l’abbiamo saputo stamane…
-Sì, quindi? Cerchi di andare al punto, sommo Shinigami.
-Gli manca pochissimo, e voglio mandare una squadra. Nonostante tutto, sei una validissima combattente, e vorrei inviarti con il gruppo di mio figlio in missione, per fermarlo.
Michelle strinse i pugni, tanto che le nocche sbiancarono.
-Sa che non voglio.
-Per questo te l’ho chiesto.
-Allora rifiuto.
Il sommo Shinigami emise un “oh” dispiaciuto.
-Ma non vuoi neanche rifletterci un po’?- le chiese.
-Sommo Shinigami, sa bene che non ho intenzione di essere la migliore studentessa della Shibusen. A dir la verità, voglio solo raggiungere la maggiore età per continuare a cacciare le uova di Kishin.
-Come Justin?
-Sì, lui era… E’ il mio senpai. Il mio modello da seguire. Non ho bisogno di un maestro. Come lui, diventerò Death Scythe da sola.
-Hai visto la fine che ha fatto…
-Sì, e questo mi permetterà di non commettere il suo stesso errore- rispose prontamente Michelle, guardando negli occhi, o meglio dire nella maschera, il dio della morte.
Lui sembrò dispiaciuto.
-Michelle… Se ti prometto che dopo questa missione non ti farò più proposte simili, accetteresti?
-Senta, Shinigami, non capisco perché ce l’ha su con me a tal punto- sbottò spazientita la ragazza.
-Lo sai, il perché.
Quattro parole. Quattro parole che fecero rabbrividire Michelle, che le fecero abbassare lo sguardo, pieno di vergogna, di ricordi orrendi e di dolore.
-Non voglio farti star male, ma voglio che il tuo futuro sia migliore- disse Shinigami, con un tono un po’ più dolce.
Ma era tardi, per essere dolci.
-E secondo lei, io mi sentirei meglio, stando di fianco a quelli lì?- gridò la ragazza -No, mi sentirei ancor di più una persona sbagliata, che non dovrebbe essere mai nata!
-Non è così, lo hai visto anche in Crona.
Michelle scoppiò a ridere, perfida.
-Lui non è nulla, a mio confronto- disse, con un sorriso maligno.
-Su questo ti do ragione. Però devi provarci. Ti concederò tutto ciò che desideri, ma partecipa alla missione, fai un tentativo.
Gli occhi della fanciulla si illuminarono, e sorrise.
-Se parteciperò- disse -al termine della missione, potrò abbandonare la Shibusen?
Lo shinigami rimase di stucco. Non poteva fare un accordo simile, così rifletté, cercando una soluzione.
-Non può, vero?- gli chiese lei, con aria delusa e superiore.
-No. Non hai nessun altra richiesta che io possa soddisfare?- domandò Shinigami.
La ragazza scosse lentamente la testa.
-Forse, se mi promettete di non parlarmi mai più, potrei accettare- ipotizzò.
-D’accordo- disse Shinigami, a malincuore.
Michelle rimase sorpresa. Non credeva che avrebbe funzionato. Quello shinigami non le avrebbe più dato fastidio… Allora, per una missione soltanto…
-Accetto anche io.
-Bene, allora comunicherò a mio figlio la tua partecipazione. Partirete domani mattina all’alba, meglio se vai a casa a preparare lo zaino, oggi puoi saltare le lezioni- disse lo shinigami.
-Grazie. Allora vado.
La ragazza si voltò soddisfatta, dirigendosi fuori dalla camera della morte, con un lieve sorriso sulle labbra.









Spazio dell'autrice

Ehm... Siete arrivati fino a qui? Beh, allora vi faccio i miei complimenti, non so come avete fatto a leggere questa schifezza...
Non pretedo che vi sia piaciuta, anzi... Credo che vi darei ragione su ogni bandierina rossa che mi arriverà... Se vi è piaciuta, invece, ne sono felice ^^
Come già detto, aggiornerò a velocità di lumaca, perciò siate pronti psicologicamente per questa cosa. Ho altre storie da portare avanti, questa non avrei neanche dovuto pubblicarla ^___^"
Grazie per aver letto! 8 baci.
ShinigamiGirl
   
 
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