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Autore: Ronnie_998    02/04/2013    2 recensioni
Alice era semplicemente una di quelle persone che ti rimangono, che non si staccano più dalla mente e dal corpo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alice adorava sdraiarsi al sole il pomeriggio quando il sole non era troppo forte. Era bellissimo osservarla leggere, con quel suo sguardo assorto che tanto mi incuriosiva. Poi iniziò a scrivere, sotto quel castagno che la proteggeva dal mondo, a scrivere di cose che io non potevo comprendere, di sofferenza, di dolore , un dolore unico, un dolore solo suo.  Ero la sua migliore amica e lei era la mia, eppure qualcosa ci separò. Diventò sempre più cupa, fredda e distante, parlava della Germania, delle sue origini e alla fine scappò dall'orfanotrofio, non la rividi mai più. Un giorno mi arrivò una lettera da Francoforte, Alice si era suicidata, lasciandomi sola con questo peso nel petto che mi impediva di respirare. La mia bocca era spalancata in cerca di aria, ma le lacrime scendevano veloci e mi impedivano di pensare. Aprì la lettera con cautela, quasi non fossi degna delle sue parole, e alla fine la lessi.
"Hey , ti ricordi ancora di me? Sono Alice la tua migliore amica, quella con cui hai riso e pianto così tanto da sentirti male, quella con cui hai condiviso anche il sonno e quella che ti ha amato tanto, ma non parlo di quell amore da fidanzatini, io parlo di quell amore che solo la tua migliore amica può darti. Per un motivo che tu forse non capirai mai ti ho allontanata e un po me ne pento , ma non potevo farti affrontare tutte le pene della mia vita, non potevo vederti soffrire così come stavo soffrendo io. Sono venuta a Francoforte per ritrovare la mia famiglia, ma sono arrivata troppo tardi. Sono morti ,Giulia, in un incidente stradale. Non li conoscevo neanche ma sai che non credo di poter superare tutto questo, non potrei mai farcela... Sai, mi sono accorta che affianco la bara di mia madre c'è un piccolo spazio, un angolino delimitato da un bellissimo castagno come quello che avevamo nel bosco. A proposito, salutamelo e digli che mi dispiace non essere più andata a trovarlo, mi dispiace non essere più ritornata da te. Mi manchi tanto, ma ti prometto che un giorno ci rivedremo. 
Sempre tua      
                                                           Alice."
 Scoppiai a piangere. Era l'unica cosa da fare in quel momento , l'unica cosa che mi avrebbe liberato un po di quel peso tremendo che avevo sul petto e invece non lo fece. Iniziai a correre , veloce , veloce e ancora più veloce e mi fermai soltato quando davanti a me trovai imponente la figura di un castagno , il Suo castagno. Mi sedetti li , proprio dove si sedeva lei e mi misi a rileggere la lettera più e più volte, assaporando ad ogni lacrima un dolore che era sempre lo stesso, ma che cambiava in continuazione, stupendomi ogni volta. 
Piansi la mia ultima lacrima su quel foglio. Rimasi ore e ore a parlare con il suo castagno e avevamo così tanto cose da dirci. Mi raccontò di Alice, di cose che già conoscevo, ma che adoravo sentire comunque, perchè mi facevano sentire come se un pezzo di lei fosse li, proprio davanti a me, a regalarmi uno dei suoi sorrisi. 
Ancora oggi ritorno a quel castagno, ma ora non mi parla più, sta il ad osservarmi invecchiare giorno dopo giorno. Sono alla fine , Alice, sono arrivata al 'dunque' della mia vita, e non ho paura. E' arrivato il momento di rivederti, e no riesco ad esserne triste.
  
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