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Autore: GasPanic    02/04/2013    2 recensioni
Maggie è una diciassettenne piena di quei problemi tipici della sua età, e per di più deve affrontare anche la dura realtà del trasferimento, non solo in una nuova città, ma addirittura in una nuova nazione: l'Inghilterra. Capitata a Manchester, nel quartiere di Burnage, Maggie incontrerà e imparerà a conoscere i fratelli Gallagher, in un contesto che si colloca prima degli Oasis.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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28.05.1992.

Sbuffai, appoggiandomi allo stipite del portoncino. Quella sera a Manchester faceva caldo, un caldo terribile. Il che era abbastanza insolito, sebbene maggio stesse per finire. Udii dei passi oltre la porta. Ed era ora, era la terza volta che suonavo il campanello. Ma finalmente la porta si spalancò, ed un sorridente quanto sudato Bonehead fece la sua comparsa davanti a me.
Volume un po' troppo alto, eh?” lo salutai con un sorriso, mentre lui si faceva da parte per lasciarmi passare. “Sei tu che sei sempre in ritardo”, replicò lui, seguendomi giù per quelle scale che ormai avevo imparato a conoscere così bene in quell'ultimo periodo.
La sala prove, se così si poteva definire, tecnicamente era il garage di casa di Bonehead. Ma dal momento che lui, come la maggior parte dei membri della band, non possedeva né patente né tanto meno una macchina, aveva saputo sfruttare quello spazio per uno 'scopo superiore'-come amava definirlo lui. Gli Oasis – sì, perché i The Rain erano diventati Oasis- provavano una volta a settimana, sempre di giovedì pomeriggio. E fu così che anch'io, avendo assistito all'entrata di The Chief nella band, diventai un'assidua frequentatrice del garage di Bonehead. Del resto, ero o non ero la ragazza di Liam? Ed eccolo lì, in piedi dietro al suo microfono, il volto atteggiato in quell'espressione spavalda e maliziosa che tanto lo contraddistingueva. “Ohh, ma guardate un po' chi si fa vedere!” vociò, non appena misi piede nella grande stanza così scarsamente illuminata.
Pensa che stavo per mandare Guigsy a cercarti” continuò imperterrito, mentre io mi abbandonavo come di consueto su un divanetto all'angolo. “Non scomodarti, tesoro mio” replicai con un ghigno, sovrastando la voce del povero bassista che farfugliava qualcosa in risposta a Liam.
Dai, muovetevi. Slide Away l'abbiamo fatta di merda, vedete di mettervi d'impegno” ordinò Noel, imperioso. Non sembrava avermi notato. Scrutai i suoi movimenti, con sguardo indagatore. Ma in fondo quello era il suo modo di comportarsi. Mettetegli in mano una chitarra, e si sentirà in dovere di comandare tutti, ignorando spudoratamente qualunque cosa non riguardi le sue fottute canzoni.
E Slide Away fu, con quei giri di chitarra che tanto mi piacevano. E la voce di Liam che quasi urlava dentro al microfono. Tutto era perfetto. Mimai le parole con le labbra; ormai sapevo a memoria una buona parte del repertorio degli Oasis, che comprendeva anche brani dei miei adorati Beatles e degli Who.


Now that you're mine
We'll find a way of chasing the sun.
Let me be the one that shines with you,
In the morning when you don't know what to do.

Non potei fare a meno di arrossire sentendo lo sguardo di Liam fisso su di me. Noel invece se ne stava in piedi in un angolino, attaccato all'amplificatore. Sembrava avere occhi solo per la sua chitarra. Incrociai per caso lo sguardo di Bonehead, che ricambiò con un'espressione che conoscevo bene; mi doveva parlare, non c'erano dubbi. Per quanto potesse sembrare strano, Bonehead era diventato il mio confidente numero uno, dal momento che Paul aveva lasciato Manchester per lavoro e ci sentivamo di rado. Noel si lanciò nelle ultime note della canzone, suonate con una passione che raramente gli avevo visto addosso. Il resto della band lo seguì senza scomporsi troppo, i volti contratti in una smorfia concentrata. Tutto doveva essere impeccabile, o Noel avrebbe rotto le palle per le successive due o tre ore.
Hey”. Liam si avvicinò rapidamente, la mano saldamente serrata attorno a una lattina di Guinness.
Neanche il tempo di replicare, che subito mi mise a tacere con un bacio dal forte retrogusto alla birra. “Vacci piano, Gallagher, quella lingua ti serve ancora. O altrimenti non potrai più cantare”.
Naa, per oggi ho cantato abbastanza” rispose, con una vena maliziosa nella voce.
Beh, Noel non sembra pensarla allo stesso modo”, accennando al chitarrista, che sbuffava contrariato alle spalle di Liam. Questi però non sembrò preoccuparsene. Almeno finché The Chief non perse veramente la pazienza. “Liam, cazzo!”
Arrivo”, biascicò Liam alzando teatralmente gli occhi al cielo. E in un lampo tornò al suo posto, pronto ad intonare per l'ennesima volta una delle canzoni scritte dal fratello.

Spara”, ordinai a Bonehead, una volta terminate le prove. Avevo approfittato della momentanea assenza dei fratelli, intenti a fumare in cortile o a fare chissà cos'altro.
Il chitarrista mi scrutò per qualche istante con un'espressione indecifrabile. “Non vorrei farti venire dei dubbi ma...” fece una pausa, appoggiandosi alla parete del garage coperta da scatole di uova. “Ma?” gli feci eco io, impaziente.
Noel si comporta in modo strano in tua presenza. Non hai notato la sua faccia quando Liam è venuto a...ehm...salutarti?”, pronunciando l'ultima parola con particolare esitazione. Io incrociai le braccia sul petto, avvertendo in quel momento un improvvisa ondata di calore. Quel posto era un forno o ero io che stavo andando a fuoco? Ad ogni modo il mio amico non sembrava curarsene. Continuai a fissarlo senza capire. “Sai com'è fatto. Cosa diavolo c'è di strano? Era solo innervosito perché ho distratto Liam”.
Oh, andiamo Maggie. Lui è geloso.”
Quell'ultima frase suonava così ridicola, persino alle mie orecchie, che non potei fare a meno di scoppiare a ridere in faccia al povero Bonehead. Che, per tutta risposta, continuò a fissarmi stralunato. “Guarda che sono serio”.
No, non lo sei. Dico, ma ti sei messo a leggere romanzi rosa per caso? Stiamo parlando di Noel Gallagher.” replicai, forse più per convincere me stessa che il chitarrista.
Per quanto possa sembrarti strano, anche lui ha dei sentimenti. Almeno credo..”
Non lo metto in dubbio, ma andiamo! Hai visto le bionde che gli girano intorno?”, alzai il tono di voce, certa di aver trovato una motivazione inattaccabile.
E' da quando sei arrivata a Manchester che ti ha messo gli occhi addosso, lo sanno anche i muri”, rispose lui perentorio.
Di colpo sentii le guance avvampare. “Stronzate, Bonehead, stronzate. Vecchia pettegola che non sei altro!”, esclamai sferrandogli un ridicolo pugnetto sulla spalla. Lui sorrise di rimando, rassegnato. Non avrei ceduto, non gli avrei dato ragione. Anche se forse nella parte più remota di me qualcosa si era mosso.

Accidenti Liam, ma quanto hai bevuto?”
Liam rise sguaiatamente, fissandomi con occhi vitrei. “Troppo, decisamente”, mi affrettai a concludere, cominciando ad escogitare un modo per farlo arrivare sano e salvo a casa. Dopotutto, quella specie di party post- prove a casa di Bonehead non era una novità, vista la tradizione mancuniana (e non solo) di bere come spugne finché si ha un fegato.
Gettai uno sguardo sull'orologio. Le undici e mezza. Se non fossi tornata a casa entro mezzanotte mio padre mi avrebbe uccisa. Tirai Liam per un braccio, ma lui si ostinava a rimanere accasciato lì, accanto al divano di Bonehead, come se niente fosse. “Liam, io devo tornare”.
Noooo, rimani ancora un po', è uno spasso qui”. Mi guardai intorno. Che cosa, di preciso, era uno spasso? Guigsy e Bonehead che giocavano a freccette? O McCarroll avvinghiato ad una bionda- comparsa magicamente dal nulla-? Alzai le spalle. “Lo sai, ho il coprifuoco”.
Liam mugolò come un bambino capriccioso, tirando la mia mano e costringendomi a chinarmi su di lui. Mi baciò con foga, a lungo. Quando mi staccai mi guardò con uno sguardo perso. Tutto effetto delle droghe o dell'alcohol, senza dubbio.
Mi congedai da Bonehead, brillo anche lui, con la promessa che si sarebbe preso cura del mio 'fidanzatino'. Detto questo, decisi coraggiosamente di affrontare il breve tratto di strada che mi separava da casa mia da sola. Per mia fortuna, non appena uscii in cortile fui investita da una folata d'aria fresca, un sollievo per la mia pelle bollente. Trassi un lungo respiro pensando che, dopotutto, casa mia era dietro l'angolo. Percorsi il breve tragitto a passo svelto, mantenendo lo sguardo rigorosamente basso.
Alzai gli occhi solo quando capii di essere arrivata in prossimità della mia casa, illuminata fiocamente dalla luce di un lampione che possibilmente contribuiva a conferirle un'aria ancora più tetra. “Oh, benissimo”, mormorai a me stessa notando che le luci erano già spente. Mio padre era già andato a dormire, il che significava che la mattina successiva mi sarei dovuta aspettare una bella predica. Ma non mi ero accorta della figura rannicchiata lì, vicino alla siepe, nella penombra. Non appena questa si mosse, io sobbalzai, imprecando sottovoce. Perché riconobbi in un istante quella sagoma. “Si può sapere cosa ci fai davanti a casa mia? Mi hai spaventato a morte!”
Il ragazzo si alzò barcollante, raggiungendomi sotto la luce bianca del lampione. Non mi ci volle molto per capire che anche Noel era sbronzo. “T-ti stavo aspettando” bofonchiò trafiggendomi con le iridi azzurre. “Sai che tutto questo è inquietante, vero?” commentai incrociando le braccia sul petto, senza muovermi di un millimetro. “Cosa?” The Chief mi guardò senza capire. Io scossi la testa; sarebbe stato inutile fare discorsi complicati visto lo stato in cui si trovava.
Noel, sei sbronzo.”
Cosa pensi di me?”, chiese facendo un passo avanti. Mi chiesi dove volesse arrivare.
"Beh, sei un ragazzo simpatico, intelligente..” cominciai, ancora spiazzata da quella domanda.
Fottutamente bello”, continuò lui. Scoppiai a ridere, mentre un vago sorriso si dipingeva anche sul suo volto. Sbronzo, certo, ma non quanto il fratello.
Noel gettò un'occhiata all'orologio, poi tornò a guardarmi malinconico. Improvvisamente realizzai tutto. Data, ora, ricorrenza. Combattendo la timidezza, avanzai di un passo, trovandomi praticamente a un palmo dal ragazzo. “Buon compleanno, Noel”. Le mie labbra sfiorarono la sua guancia. Noel non mosse un muscolo, forse per timidezza, forse per la sorpresa. Mi voltai rapidamente, decisa a porre fine a quell'imbarazzante situazione. Ma lui non sembrò accontentarsi.
Afferratami per il polso mi trasse a se senza troppi complimenti. E prima che potessi ribellarmi in alcun modo le sue labbra incontrarono le mie. Assaporai quel bacio così nuovo, così segretamente agognato, lasciando da parte l'orgoglio e i sensi di colpa. Almeno per qualche minuto. Perché molto in fondo, era quello che volevo anch'io. Passai una mano tra i capelli di Noel, che mi baciava avidamente. Ma se non ci fossimo fermati la cosa sarebbe andata preoccupantemente oltre.
Questo sì che è un compleanno” dichiarò lui a mezza voce, gli occhi ancora fermamente piantati nei miei. Sapevo che tutto ciò era sbagliato, ma per quanto ancora dovevo continuare a negarlo a me stessa? Quel bacio, quell'errore, era stato un errore fottutamente perfetto. Sorrisi al ragazzo, portandomi una ciocca di capelli dietro un orecchio. Era stata un'azione fatale, spontanea. E ne avrei pagato le conseguenze. Ma non era quello il momento.
Buonanotte, Gallagher”.
“Notte”, mi fece eco lui, grattandosi la nuca con un'espressione indecifrabile.

Meno di un minuto dopo, mi chiudevo il portoncino alle spalle, senza il minimo rumore. Avrei voluto lasciar fuori proprio tutto. Ma eccolo lì, il senso di colpa, sempre pronto ad attanagliarmi lo stomaco. Mi abbandonai a peso morto sul letto, senza neanche degnarmi di indossare il pigiama. Non c'erano certezze, se non quella che quella notte l'avrei passata insonne. Una cosa la dovevo ammettere: Bonehead aveva fottutamente ragione.

 

E così l'avevo fatto.
Rimasi ancora per qualche minuto a fissare il portoncino
dietro al quale era appena scomparsa Maggie.
Era stato un gesto improvviso, non ero riuscito a contenermi.
Ma non mi ero pentito di averlo fatto. Ero sbronzo, sì, ma lucido abbastanza.
Pensai a come anche lei aveva ricambiato.
Ora dovevo solo riuscire a conquistarla del tutto.
Dopo quella notte ebbi la certezza che ci sarei riuscito sicuramente.

Saaalve a tutti. Allora, sono tornata con un nuovo capitolo. Innanzitutto ringrazio di cuore tutti coloro che seguono questa storia, ogni recensione mi riempie di gioia, veramente. In secondo luogo, beh, questo capitolo l'ho riscritto ben 4 volte. E tutte e 4 le versioni sono completamente diverse. Spero comunque che apprezzerete, ho dato una svolta drastica alla fic. C: Ma non è finita qui, nuovi guai sono all'orizzonte! *musichetta infernale*
Beh, detto questo non mi resta che salutarvi. A presto bella gente, attendo commenti e opinioni! Niente paura comunque, anche Liam avrà il suo momento di gloria. (?) Ok, dai. Love you all, cheers. X

  
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