Videogiochi > Kingdom Hearts
Ricorda la storia  |      
Autore: axSalem    03/04/2013    1 recensioni
[Axel x Roxas] [Demyx x Roxas]
È morto.
È morto da quanto? Secondi? Ore? Giorni? Settimane? Mesi? Anni?!
È morto silenziosamente, si è spento senza dire nulla a nessuno.
Mi hai lasciato. Mi hai lasciato.
Genere: Dark, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Demyx, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun gioco
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Premettendo, non ho assolutamente nulla contro i rapporti omosessuali, solo ho ambientato la Songfic in un secolo dove questi erano considerati peccato tanto quanto il suicidio.

†The Lost Memory.

 
 
È morto.
È morto da quanto? Secondi? Ore? Giorni? Settimane? Mesi? Anni?!
È morto silenziosamente, si è spento senza dire nulla a nessuno.

Mi hai lasciato.     Mi hai lasciato.

† Tinta da un color seppia
È una scena a me familiare.

Una semplice utopia attraversa la mente stanca, un ricordo sbiadito mi è scappato, si è estirpato con le sue stesse mani dall'inconscio provato dal dolore e dalla mancanza di sonno. Ha un colore che gli dona un’aria antiquata e un non so che di familiare, come se fosse stato vissuto anni e anni prima, e che la memoria torni ad attingere spesso ad esso, facendogli perdere man mano i suoi colori vividi, facendo dissolvere in nero i contorni, offuscando i volti e le emozioni che scaturiscono da esso.
C’è lui, è lui che sta svanendo.

† Guardo il cielo con aria svogliata
Passo un pomeriggio mescolando lamenti.

Gli astri brillano, o forse è il sole a brillare, ma il sole è comunque un astro, ed è pari doloroso ad una stilettata al cuore, perché svanisce e ricompare, facendo tornare alla mente che il tempo passa, non è concreto, ma segna il suo passaggio, inesorabile e crudele. Fa male.
Il cielo brilla come gli astri, brilla come i suoi occhi, perché sono identici, perché catturano lo sguardo con lo scarso magnetismo che caratterizzava la sua esile figura, una figura che non saltava spesso agli occhi, ma quando entrava nel campo visivo ammaliava.
Il cielo pomeridiano è i suoi occhi, e come tali, si tinge dell’oscurità della notte, calando e ponendo la fine.
Nemmeno il Sitar soffoca il sibilo del dolore. Fa male.

† Mi sento come sul punto di venir fatto a pezzi
Dalla solitudine e perdere la sanità mentale.

È vuoto, tutto è vuoto, tutto rimbomba frantumandosi rumorosamente e creando una confusione assordante. Dov'è? Dov'è andato lui? Perché è tutto così assordantemente vuoto?
I muri si restringono, le lancette dell’orologio girano in senso antiorario, il pavimento serpeggia, e la solitudine trafigge, stritola e toglie il respiro, ferisce in profondità, e non c’è altro che lancinante dolore, è questo che riempie la stanza, la fa traboccare. Se mi muovo qualcosa cigola, o stride, è un rumore che fa male, fa sanguinare gli orecchi, ma forse non solo quelli sanguinano, lo fa sicuramente anche la ragione,
Dov'è? Dov'è andata la coscienza? Il senso logico delle cose?

† I ricordi vengono rubati e le bugie rimangono.

Ladro, ladro! Sta svanendo, è evanescente e scivola, scivola fra le mie dita e scappa attraverso il cielo, supera le atmosfere e se ne va. Se ne sta andando.
L’aria è opaca, satura di ricordi… di ricordi… di bugie, menzogne, tutto si sta sovrapponendo, si sovrappone e si sottrae, toglie parti di me, parti di lui. Ma lui rimane, si altera, i sorrisi chiudono gli occhi, non si mostrano, lasciano spazio alle lacrime, le sue. Sono vere? Sono false?
Sembrano così reali…

† Sono stati travolti crudelmente
Dal tempo che passa.

L’aria sa di muffa, come sempre, sa di muffa e d’altro. La finestra non c’è mai stata e gli odori sono rimasti qui, aleggiano intorno a lui. Se mi chino la rete si lamenta e il materasso ha un nostro vago ricordo, ma il tempo è passato, ha messo mani alle armi e ha travolto ogni cosa, ha travolto il suo odore, la sua immagine, lui.
Niente è più di mio possesso, il tempo ha monopolizzato ogni cosa, togliendo i colori sgargianti del grano dorato dei suoi capelli, e il prezioso zaffiro dei suoi occhi.

† Non so nemmeno perché sono qui.

Il vento soffia stanco, porta con sé le particelle di ogni essere: dei fiori, degli alberi, degli animali, di me, e se ce ne fossero anche di lui, ma lui non è qua da tempo, un tempo immensamente lungo… Anche solo un’ora è dannatamente lunga senza la sua presenza.
Io lo attendo, attendo che il vento lo riporti indietro, eppure non lo farà, il vento lo ha preso con sé in passato, non lo riavrò indietro… allora perché sono qui? Qui dove lui si avvicinava con un sorriso vago, malinconico o malizioso, mille e mille sorrisi portati via dal vento come delicato polline. Voglio andarmene.

† Tutto quello che so io
È che senza emozioni il mio
Cuore viene lacerato non riesco a ricordare ciò
Che è prezioso per me.

La visione è atona, lo è il senso del tutto, il cuore. L’aura è vuota, lo è il corpo dall'anima, lo è la vita dalle pupille. E fa male, spacca in due, crudele, adirato, meschino, ferisce trovandoci gusto nel farlo, sadico. L’evocazione di un dolore falso, eppure persistente e forte, un dolore che si sente, pizzica sulla pelle, brucia in gola, congela nelle vene, satura nei polmoni, stritola nel cuore, e fa esplodere quest’ultimo delle pene dell’inferno, non gli lascia scampo.

E qui, ora, di scampo non ne avrebbe comunque.     E qui, ora, di scampo non ne avrebbe comunque.

Tutto questo dolore fa dimenticare, fa incentrare le proprie attenzioni a sé stessi, perché sicuramente il proprio pensiero non vola ad altri mentre si soffre, si è egoisti, e tutto questo egoismo distoglie l’attenzione, perché rivolto a lui. È così che si passa in secondo piano, si dimentica, si rivolge l’attenzione a lui, dimenticando i bisogni primari, la vita che oscilla fra essi.

† Remember
Il nostro amore macchiato dal peccato
Se potessi riavvolgere il tempo
Mi piacerebbe vivere ancora una volta
Quella stagione che abbiamo passato insieme.

È sempre stato malsano, lo era e lo è ancora.

Siccome bramo il tuo ricordo.     Siccome bramo il tuo ricordo.

Non si è mai potuto svelare, era da mantenere segreto, da condividere solo con sé stessi, con la propria mente.

Eppure non ero, non sono l’unico ad amarti.     Eppure non ero, non sono l’unico ad amarti.

Era, è un peccato, un errore commesso contro Dio, il terrore costante di essere scoperti, di essere accusati e messi al patibolo, uno sbaglio mai considerato tale, ma lui se n’è andato, senza essere accusato, senza che nessuno conoscesse la verità.
O almeno, nessuno tranne tre individui. Noi due lo abbiamo fatto cadere?
Il tempo è stato effimero, veloce. Una primavera rubata ed inaspettatamente gradita, quantomeno per noi, perché lui ha trovato la ragione di spegnersi non appena il caldo si è fatto più afoso, e le stelle più limpide. Una stagione passata a nascondersi, ad incontrarsi…

… nel buio di una stanza senza finestre.     … nel buio di un cielo senza astri.

Non rimane che bramare di poter riavvolgere il nastro del tempo.

† Remember
Dimmi perché le mie lacrime non si fermano
In questo spazio vuoto
Precipito in quel luogo attraverso il tempo
Come posso attenuare il mio dolore?

È doloroso ricorrere ai ricordi per rivedere la sua figura, è doloroso e gli occhi pizzicano di conseguenza, le onde riversano la loro potenza, inondano ogni cosa, e le lacrime sgorgano, sgorgano senza fermarsi, acqua versata in continuazione e senza sosta, si riuniscono tutte ai miei piedi.
Perché siamo venuti in questo luogo?
Accade ancora, le macerie circondano e incorniciano ogni cosa in un quadro completo di desolazione e paura, soprattutto quest’ultima, che regna sopra ad ogni essere, e le lacrime si mischiano al sangue rappreso.

Non sono il solo che qui, piange il tuo sonno.     Non sono il solo che qui, piange il tuo sonno.

C’è chi condivide l’eterna sofferenza, è così facile capirsi ed essere allo stesso tempo in conflitto? Solo noi due siamo destinati ad accogliere questo lancinante dolore? C’è modo di interromperlo?

O anche solo di attenuarlo?     O anche solo di attenuarlo?

† Dopo esserci accarezzati i capelli
Ed esserci scambiati un bacio.

I ricordi assalgono, derubano la normale concezione di ciò che mi circonda. Così, in questo futile modo, non mi è difficile vederlo ritto in piedi dinanzi a me, ed è davvero un attimo raggiungerlo  e passare la falangi fra i suoi capelli. Devono essersi allungati, sì, perché ne ricordo bene la morbidezza al tatto, e la fine che raggiungevo velocemente, carezzando poi l’aria. I suoi capelli sono diversi, sono lunghi e ruffi, gonfi, si ergono come la cresta di un’onda, e l’oro pensa bene di tingersi del colore del sangue. Ma non mi fermo, no, e neanche lui lo fa, si aggrappa a me, disperato, possessivo, come una volta, come prima che si spegnesse.
Le labbra collidono con forza, violente, ci baciamo voraci, le lingue si cercano dopo tanto tempo. Sei sempre stato così irruente?

† Rimaniamo in un silenzio doloroso
Ho potuto vedere nel profondo dei tuoi occhi.

Se ne è reso conto, vero? È stato un attimo perché mi baciasse, perché mi credesse lui, ma dopo tutto io ho fatto altrettanto, l’ho assecondato… l’acqua prende le sembianze di ciò che riflette, tu che sei dinanzi a me devi essere la medesima, sì, perché hai riflesso il mio desiderio, il desiderio di rivedere lui, ed è stato più forte di me. La carne è cedevole.
Ora temi la mia reazione?
Il silenzio regna fra noi, e tu sembri ancora così simile all'oggetto, alla persona dei miei desideri, e io non riesco a ritirare le mani dai tuoi capelli.
Quegli occhi, sono i suoi? Sono così simili, ardono della stessa passione, dello stesso fuoco che alimenta me, dello stesso fuoco che ci alimentava allora e ora.

† Che ti stavi chiedendo come passare
L’eternità legato a me.

Cosa stai facendo? Cosa sto facendo? Perché nonostante io sappia che dinanzi a me non c’è lui, ma tu che lo amavi a tua volta, mi sento come se gli occhi non vedessero, e l’esile figura bionda fosse ricomparsa davanti a me, per me.
Non parli, e io non mi allontano, non intendo farlo. Vuoi rimanere così? In me vedi lui? È a lui che vuoi rimanere legato? Per quanto tempo mi stringerai?

† Un veleno ti stava inghiottendo
Come se fossi sonnambulo.

L’acqua si infetta velocemente, è un attimo prima che il limpido specchio si riempia di crepe, si frantumi, lasciando intravedere ciò che ci si nasconde sotto, cercando rifugio, o quantomeno di restare anonimo. Il veleno non è in superficie, è al riparo all'interno, smuove inconsciamente il tuo essere, eh? Lo guida senza che tu te ne accorga, un burattinaio silenzioso e dai fili invisibili, un Dio capriccioso e senza voglia.
Siete diversi, eppure tu continui a rifletterlo, o forse è solo la mia follia… non voglio lascialo, non una seconda volta.

† La luce abbagliante splende sul tuo viso.

È semplice distaccarsi dalla realtà, semplice e veloce. Con un capogiro sembra di ritornare al suo ricordo, le mani scivolano dal tuo volto, e io mi allontano. Lo stupore, la meraviglia di riaverlo dinanzi alle iridi provate dall'illusione per l’ennesima volta di un attimo.
Il sole abbaglia, segna l’inizio di un nuovo, lungo ed esasperante giorno, si riflette sul suolo colmo di polvere, sulle pareti distrutte, su di te, che ora sei lui.
La mente è in delirio, è stata risvegliata rudemente dal sorgere del sole, lui non c’è più ora… dov'è? Sei stato tu a portarmelo via? Perché?
Sei un bugiardo, lui non è tuo, lui non è morto, è vivo, era presente fino ad un attimo fa dove ora posano i tuoi piedi.
È colpa dei ricordi, vero?

† Rendendoti quasi troppo luminoso.

È torbida, si agita e scuote ogni cosa, è cartapesta che viene piegata in continuazione da uno spirito indomabile e irrequieto… l’immagine che si riflette viene cancellata, lui viene cancellato.
Ma è realmente solo un riflesso? E se fosse realmente colui che ho perduto?
Cosa ci fai tu qui? Perché il mio spirito arde feroce d’ira solo vedendoti? Perché mi hai sottratto lui? Perché è tutto così difficilmente riconoscibile?
Non capisco più nulla, la luce sul tuo viso mi confonde e mi rende furente.

† Da guardare, come un miraggio.

Gli occhi rifiutano di vedere la verità, sono accecati dalla menzogna, dal dolore, dai ricordi.

Fa male.     Fa male.

Tutto viene infettato e scompare, scompare insieme alle distinzioni, ed è caos puro. Non vi è il sincero, il buono, il giusto. Solo il bugiardo trae forza e si staglia sopra ogni cadavere, sopra ogni cosa. È straziante in ogni modo…

Il bugiardo deve morire.     Il bugiardo deve morire.

La follia inonda la ragione, abbatte le pareti al limitare della mente, sommerge il mondo. La ragione è completamente azzerata.
Solo il finto rimane, la pupilla riconosce solo i brucianti miraggi.

† Remeber
Il nostro amore macchiato dal peccato
Se potessi riavvolgere il tempo
Mi piacerebbe rivivere ancora una volta
Quella stagione che abbiamo passato insieme
Remember
Dimmi perché le mie lacrime non si fermano
In questo spazio vuoto
Precipito in quel luogo attraverso il tempo
Come posso attenuare il mio dolore?

Al corpo è stata sottratta l’anima, e si muove di ragione propria, d’istinto, vengono sfoderate le spade e vengono tese, l’ignoto a comandarle.

No, è lui che fa muovere la mia lama.     No, è lui che fa muovere la mia lama.

Il metallo incontra il metallo, l’attrito stride magnetico e sofferente, ma il metallo incontra anche la carne in una letale danza, e lì è un sublime accordo fra caldo liquido e fredda arma, l’unione armoniosa di un colore che vive e di uno che muore, lo stesso sapore ferreo e rigido, pesante, nauseabondo all'olfatto.
Mosso da una realtà inverosimile tutto crolla ancora una volta: le convinzioni, gli ideali, la ragione. Solo una cosa rimane in piedi, solo una si distingue: l’amore, e ogni essere sa che quest’ultimo ci rende peggiori, ci spinge a combattere gli uni contro gli altri.

Che sia fatta la mia giustizia.     Che sia fatta la mia giustizia.

I corpi cedono, la carne brucia, la coscienza fugge. Ogni colpo segna una nuova lancinante e profonda ferita, l’anima incontra il suicidio, martoriandosi a sua volta senza pietà.

† Io chiamerò il tuo nome ancora e ancora
Anche se dovessi perdere la voce
Perché voglio riportarti da me.

La mia voce è ben distinta e si fa spazio nelle vostre menti corrotte, è un dolce miele, un fresco unguento, vi risana dal vostro straziante dolore.
È colpa vostra.
Tornate ve ne prego, tornate e alzatevi da terra, sguainate nuovamente le vostre armi e reggetevi in piedi, per me, per me che vi amo.
Per me che avete ucciso.
Le mie lacrime sgorgano e bagnano il vostro viso macchiato dalla morte, la speranza della vita risorge in voi, nei vostri occhi, ma è flebile, i vostri muscoli non reagiscono, esamini.
Tornate, tornate da me!

† Remember
I frammenti dei sogni che ho ricordato
È tutto ciò che posso stringere al mio petto
Da quando ho appreso la ragione
Della tua scomparsa
Potrei finire per uccidere
Il mio stupido me stesso.

La sua voce!

L’ho udita!     L’ho udita!

Il tutto si ricongiunge grazie a lui, il caos svanisce come se fosse fitta nebbia, i tasselli sono al loro posto, sbattono in faccia i ricordi sbiaditi, diventano vividi e poi svaniscono definitivamente, trovano luogo nel cuore che batte forsennato e frenetico, in fuga, li tiene a sé come preziose gemme, avido di loro.
La verità compare e ferisce, ed è troppo tardi per la salvezza.

Ed anche l’altra crudele faccia della medaglia si mostra.     Ed anche l’altra crudele faccia della medaglia si mostra.

La colpa ricade sui momenti, sui morenti, non più sul morto, era così semplice da capire…

… io sono il bugiardo.     … io sono il bugiardo.

La menzogna era solo una morbida ed effimera benda color fumo, la luce ha portato alla verità facendo svanire quest’ultima, alla follia.

† Remember
Continuerò a pregare e a pregare
Una volta i nostri destini erano legati
Torneremo ancora assieme
Anche se questo si chiama peccato.

Le corde vocali stridono, un’invocazione di perdono malformata riesce a superare i gemiti di dolore, la brama di riaverlo annulla ogni cosa.

Che il filo rosso del destino ci leghi ancora una volta.     Che il filo rosso del destino ci leghi ancora una volta.

È malsano quell’amore, è malsano eppure ricercato, è malsano quanto il pensiero che attraversa la mente, il peccato lotta contro il peccato e vince su ogni cosa, tranne su di lui, perché dopo tutto, è lui che genera l’infinito, lui è l’infinito.
Le lame si alzano un’ultima volta, tremanti, si rivoltano contro il loro stesso proprietario, affondando lentamente nella carne del petto di quest’ultimo, per sua stessa volontà.

† Remember
Ti lascio precipitare nel buio.

Un ultimo soffio di vento, la vita portata via da quest’ultimo.

† Remember.

Roxas.     Roxas.


 


Angolo dell'autrice:
Oook... Inizio ringraziando e scusandomi con Alycchi che in pratica è diventata il mio spupazzoso angelo custode *^*
Ringrazio perché senza di lei che ha taaanta pazienza, e soprattutto senza la sua idea di partenza, questa Songfic non sarebbe mai stata scritta (non che ci avrebbe rimesso qualcuno... è.è).
Mi scusa perché sono in ritardo di trenta minuti >< (ma cosavuoichesia), e perché probabilmente non è esattamente quello che doveva essere... Boh, forse poteva venire qualcosa di un po' meglio .-.
Anyway, la canzone è, come avrete capito dal titolo The Lost Memory, perché sì, questa canzone è meravigliosa. Punto.
Del resto, non ho idea se si sia capito, ma i colori variano a seconda del POV e... sì dai, si era capito...
E poi... boh?
Bye bye~

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: axSalem