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Autore: Smacky    03/04/2013    1 recensioni
Niente è del tutto perduto... E il mio cuore lo sa.
La mia vita non tarderà a cambiare per tornare alle Origini...
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Cornelia Hale, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati oramai sei mesi dall’ultima volta in cui io e le Witch siamo diventate Magiche Sovrane, dando vita a Sixtar. Essere unite in tutto e per tutto ha reso me e il resto del gruppo più forti. Ammetto che senza le suppliche delle mie amiche non avrei mai accettato di svolgere questa missione, dove rischiavo di perdermi dentro un mondo sconosciuto.
Eppure l’amicizia fa anche dei miracoli no?
E ora eccomi qui, nel mio mondo, nella mia Terra, quella dove sin dal principio volevo vivere in pace. Sono nella mia città, a Heatherfield.
I nemici non sono più in agguato, all’interno della mia vita quotidiana e io dovrei essere pure contenta. Basta passare l’ adolescenza a scappare da “corpi esterni” provenienti da ogni parte del mondo per spaventarci e impedirci di fare il nostro compito: quello di salvare l’Universo dalla lotta del bene col male.
Non è stato forse questo l’ideale di vita che ho sempre voluto avere?
È risaputo che Cornelia Hale sia quella guardiana che non ne ha mai voluto sapere di avere poteri magici, a parte in qualche rara occasione.
E ora che non ho una missione speciale che faccio? Rimpiango le “vecchie” avventure che davano vita a emozioni uniche e speciali, che lasciavano trasparire il mio carattere impulsivo, ribelle ma soprattutto tenace.
Davanti alla finestra della mia camera da letto, guardo il panorama di fronte ai miei occhi. Da ormai molto tempo posso domare ogni filo d’erba, ogni fiore e ogni pianta. Il mio potere sulla terra ora è supremo e pure il più potente mai esistito fin ora. Possibile che una quindicenne possa avere nelle proprie mani tutto questo?
A volte mi chiedo come mai sia qui a Heatherfield invece che in qualche altra dimensione a salvare i poveri dalle ingiustizie. Forse non hanno più bisogno di me…
I miei pensieri sono interrotti dall’arrivo della mamma, che dopo aver bussato mi porge il telefono tutta sorridente.  
Dice che è Peter e vorrebbe parlarmi.
Non so cosa voglia dirmi, ci siamo già visti questa mattina.
Con spigliatezza prendo il mano il telefono e rispondo : subito inizia a parlottare velocemente senza nemmeno lasciarmi il tempo di fare domande. Lo blocco quasi urlando: questo genere di comportamento proprio non lo tollero e Peter, dopo essersi scusato, mi ripete tutto daccapo:   - Ecco.. stamani mi sono dimenticato di dirti che tra sette giorni compie gli anni un mio amico che ho conosciuto da poco. Ci tiene tanto affinché io vada alla sua festa e non voglio deluderlo. È simpatico e ti vorrebbe conoscere. Allora ti va?.
Subito acconsento e continua: - Non hai niente da ridire?
- E cosa dovrei avere da ridire?!?
- Niente, certo che nulla - farfuglia lui - Allora confermo. Ciao, ciao Amore a presto.
Chiude così la telefonata, senza lasciarmi nemmeno il tempo di salutarlo. Il suo comportamento è stato molto sospetto.
Mi metto a finire i compiti ma subito dopo il mio sguardo ricade sull’orologio del cellulare.
Già le sette di sera? Ma se Peter mi ha chiamato alle cinque e io mi sono seduta al tavolo dieci minuti dopo? Non ho spostato avanti il tempo, io.
Mia mamma mi chiama per cenare mentre io continuavo a chiedermi per quale motivo il tempo fosse impazzito. Con questo pensiero scendo le scale.
- Perché mangiamo così presto oggi?- chiedo.
- Ma è il solito orario, tesoro!- mi risponde mia mamma.
- Qualcosa non va?- tuona mio padre entrando nella stanza.
- Nulla - rispondo senza capacitarmi: sembrano tutti così strani!
- Dov’è Lilian? - chiede la mamma.
- Ah, è andata a dormire da una sua amica stanotte!.
Strano che mamma non lo sapesse, di solito è lei a “coordinare le uscite”.
La situazione si inizia a fare preoccupante: Peter mi tiene ore al telefono e oggi in dieci minuti ha chiuso la telefonata dicendomi peraltro che mi vuole far conoscere un suo nuovo amico di cui non mi ha riferito nemmeno il nome; mamma prepara da mangiare molto prima del dovuto e non sa nemmeno dov’è mia sorella; papà è sempre allegro e spiritoso ora invece è molto ma molto serio e Lilian è sparita.
Ma che hanno tutti?
Divoro la minestra preparata e corro in camera mia, con la scusa di essere sfinita. Tutti abboccano, senza rivolgermi alcuna domanda.
Mi butto sul letto, devo subito avvisare le altre Witch. Le chiamo al telefono ma nessuna risponde. Possibile? Nessuna delle altre Guardiane risponde!
Anzi, il telefono di Will è staccato, quello di Hay Lin non è raggiungibile, quello di Tara è occupato e quello di Irma nemmeno squilla. Nemmeno con la telepatia riesco a collegarmi con loro.
Ma che scherzo è mai questo?
 
Decido di farmi una dormita, l’indomani si sistemerà tutto come è sempre successo in passato, che ho da temere ora? Almeno nel sonno potrò stare tranquilla.
Una voce, come affaticata dopo una corsa, mi chiama per nome. Mi sveglio di scatto, piove a catinelle e un fulmine rischiara la stanza.
- Chi sei? - urlo senza ottenere risposta.
Il suono era svanito appena ho aperto gli occhi. Una fantasma non poteva essere se no avrebbe continuato a parlarmi.
La voce mi era familiare, l’ho già sentita e sapevo bene a chi appartenesse. Caleb, l’unico che mi potrebbe intercettare nei sogni ma… che voleva?
Di stupori ne ho già avuti abbastanza non avevo ho proprio voglia di averne altri.   
Eppure dev’ essere successo qualcosa di grave, altrimenti non mi avrebbe avvertito per mezzo dei sogni.
Che si sia messo d’accordo con le guardiane?
Ma no, impossibile, mormoro subito dopo; Peter, i miei genitori e mia sorella non ne sarebbero stati coinvolti.
Questi pensieri mi accompagnano sino all’alba. Non posso riaddormentarmi, altrimenti farei nuovi incubi.
Con due occhiaie violacee esco dal letto e mi preparo per andare a scuola. Le mie preoccupazioni camminano con me, mentre mi dirigo presso lo Sheffield Institute.
Mi sento quasi in colpa, magari Caleb aveva davvero bisogno del mio aiuto.
Eppure tanto tempo fa mi ha lasciata e non ha fatto nulla per consolarmi. La mia dovrebbe essere solo una semplice vendetta, che a lui dovrebbe nuocere.
Ma allora perché fa più male a me?
Intanto sono arrivata a destinazione. La strada mi è sembrata più corta del solito. Mentre mi guardo attorno noto che non c’è nessuna delle mie migliori amiche.
Che davvero sia accaduto qualcosa di grave?
Vedo il professor Collins e gli chiedo come sta Will. Mi dice che è a casa con la febbre.
- Che sollievo - mormoro con un largo sorriso e lo saluto cordialmente mentre mi guarda confuso.
In effetti potevo evitare un’esclamazione di questo tipo ma.. che ci posso fare se ho temuto il peggio?
E tutto fila liscio fino per il resto della mattina, anche nessuna delle Witch è presente alle lezioni.
In classe mi stavo quasi addormentando ma ho riferito alla mia compagna di banco di darmi un pizzicotto nel caso avessi chiuso gli occhi. Non posso assolutamente permettermelo, sono stata sveglia tutta la notte pur di rimandare il pensiero di Caleb.
Anche se so bene che prima o poi dovrò affrontare il problema, questa storia dovrà pur finire.
Esco da scuola, mi dirigo a casa. Sono distrutta e non vedo l’ora di riposarmi un po’.
Una mano mi blocca il polso, mi giro più velocemente che posso ma nel frattempo davanti a me compare un portale. La sua luce azzurra, accesa e abbagliante si rispecchia nei miei occhi.
La magia si sta pian piano impossessando della mia mente, mentre con forza, colui che mi tiene la mano mi avvicina a quel mondo così distante eppure così vicino a me.
Non so cosa mi stia succedendo, non riesco a oppormi alla forza del portale che mi vuole condurre fuori da questa terra.
Ora è davanti a me, tanto che posso guardare la mia immagine riflessa. I capelli sempre più lunghi, gli occhi sempre più precisi, i vestiti sempre più magici e sempre più simili alle Origini.
Sto ritornando com’ero, la ragazza magica e ribelle…
…la ragazza di C…
Non faccio in tempo a finire la frase.
La luce fa spazio alle tenebre, e il buio si avvolge intorno a me senza lasciarmi intravedere alcuna via d’uscita.  
  
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