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Autore: Audax    03/04/2013    1 recensioni
S.T.A.L.K.E.R. scavengers, trespassers, adventurers, loners, killers, explorers.
In un futuro non troppo lontano, Equestria è divenuta una delle più grandi regioni industrializzate del pianeta.Gli Elicotteri dominano i cieli, le ciminiere delle industrie sovrastano le antiche città mentre un clima sempre più ostile aleggia tra i Pegasi, gli Unicorni e i Pony di Terra,Entrambi investiti dal benessere economico e dal Grande Riarmo Militare. Ma c'è un luogo, a est di Equestria,pieno di misteri e fenomeni inspiegabili. Un Luogo dove realtà e fantasia si mescolano, in un'oscuro vortice di Paura e Follia.Un luogo, dove l'unica legge in vigore,è quella del più forte...
Perché questo non è un luogo qualsiasi.
Perché questo non è un luogo di pace e armonia.
Perché questa è LA ZONA.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8: Paranoia



Red, finiscilo!” Rontgen saltò oltre al corpo tremante di un pony in divisa mimetica e maschera antigas, o almeno quel poco di indumenti che non erano stati rosicchiati dai topi.

Red si avvicinò tenendo in bocca una pesante sbarra di ferro usata prima del disastro come chiavistello di una porta blindata.

Li stai solo aiutando” Mormorò mentre alzava la sua mazza improvvisata; sentì un crack simile a quello prodotto da un ramoscello marcio quando si spezza ed il pony smise di muoversi. Almeno questo non gli sarebbe rimasto sulla coscienza, forse.

Vedi perché io mi sono stupito della tua sopravvivenza? Questi pony se ne stavano belli sicuri a quaranta metri sottoterra e adesso o sono morti o sono dei sacchi di carne necrotica ambulanti”

Si girò puntando la torcia in faccia a Red accecandolo.

Tu invece sei stato esposto direttamente per tre minuti all'energia della Zona e sei ancora tra noi.... Pure i tuoi occhi hanno ripreso colore”

Il pegaso si riparò con un zoccolo.

In che senso hanno ripreso colore?”

Nel senso che quando ti ho ripescato in quel meleto i tuoi occhi erano diventati grigi, un effetto piuttosto strano ma chi se ne frega, l'importante che adesso stai bene”

Continuarono ad esplorare quelle che doveva essere la sala macchine di quell'inquietante posto: diverse tubature correvano lungo le pareti ed il soffitto, mentre le stanze erano occupate da grandi macchinari e passerelle per la manutenzione. Seguirono un lungo corridoio privo di luci fino ad arrivare ad una enorme grata di ferro alla fine di esso.

Ma che diamine...” Rontgen esaminò il nuovo ostacolo con sguardo diffidente.

Questo posto non ha una cazzo di logica. Red, stai in campana che farò un po' di baccano”

Il corno del pony si illuminò della sua solita luce verde, indietreggiò di qualche metrò e rilasciò un raggio verde che piegò il sottile ferro della grata aprendo un passaggio in un tripudio di cigolii ed altri rumori molesti.

Scesero all'interno di un'altra stanza di servizio uguale alle altre. Il pavimento era stato sostituito da un'appiccicosa melma nera; Rontgen ci affondò fino alle ginocchia imprecando, mentre Red decise più saggiamente di volare appena sopra quella strana fanghiglia. Fortunatamente non c'era nessun pony dal cervello bruciato ad aspettarli: a parte il leggerlo ronzio del generatore che si propagava attraverso il metallo dei condotti di ventilazione, tutto taceva.

Marciarono per qualche minuto in totale assenza di luce, accompagnati da un disgustoso rumore di risucchio prodotto dalla melma ad ogni passo di Rontgen. Dopo poco passarono una ennesima porta blindata che conduceva agli alloggi del personale di manutenzione; si fermarono in uno stanzone comune da cui partivano quattro corridoi che portavano alle varie stanze personali. Red vide che un muro di quella stanza stava trasudando una sostanza vischiosa simile a muco; anche Rontgen notò lo strano fenomeno e galoppò eccitato in direzione del muro.

Hahaha! Si, si, si lo sapevo!” Strusciò lo zoccolo sul muro raccogliendo una buona manciata di quel muco e inizio ad impiastricciarsi la criniera con quella porcheria mentre Red lo guardava interdetto a distanza di sicurezza.

Fammi indovinare... Quello schifo appiccicoso è un artefatto...”

No mio caro pivellino, questo è un prodotto di un artefatto chimico... L'artefatto vero e proprio è il muro” La voce di Rontgen era piena di eccitazione e suonava più stridula che mai.

Vuoi staccare il muro e rivenderlo al primo trafficante che trovi?” Rispose scetticamente il pegaso.

Sarebbe un'idea... Red Vieni, questo muco assorbe tutto lo schifo chimico e radioattivo. Pulisciti un po' la criniera” Redstorm rimase immobile ad osservare quell'enorme artefatto ed il suo prodotto vischioso.

Ehm, credo che andrò a vedere se trovo qualcosa di interessante negli alloggi” E dopo aver ripreso in bocca il chiavistello trottò nell'unico corridoio con le luci di emergenza funzionanti.

I muri una volta diligentemente intonacati ed imbiancati adesso erano scorticati lasciando nuda la parete di cemento ruvida e grezza; i pochi pezzi di intonaco ancora integri erano ridicolmente abbarbicati sulla parete, come pezzi di pelle mummificata su di uno scheletro semi-disfatto, e sui due lati del corridoio si aprivano a distanza di pochi metri tra di loro delle porte in legno di scarsa qualità. Red entrò dentro la stanza più vicina che era illuminata dalla solita luce di emergenza: un piccolo faretto roteava cigolando all'interno di una campana di plastica rossa illuminando una semplice stanza composta da una letto, un armadio, un baule ed uno specchio. Sul letto giaceva uno scheletro di un unicorno, mentre due topi banchettavano sulle sue ossa rosicchiando dei piccoli brandelli di carne trovati chissà dove. Questi non fecero caso al nuovo pony entrato nella stanza, dato che sicuramente erano abituati a vedere pony vagare senza meta per quei bui corridoi.

Red girò intorno al letto esaminando la stanza, notò subito un leggio di alluminio in un angolo buio della stanza. Sotto di esso c'era un mucchietto di legno marcito, pezzi di plastica e uno spesso filo di ferro: erano i resti di un cordofono. Sul leggio era stato adagiato un piccolo libro chiuso, il pegaso lo prese e lo esaminò aprendo la prima pagina.


Composizioni per chitarra classica

VOL. 3


Sorrise, un unicorno di sua conoscenza avrebbe certamente apprezzato quella piccola raccolta di spartiti.

Il sorriso si spense quando diversi colpi si ripercossero attraverso i condotti di areazione che amplificarono il rumore. Si mise subito sulla difensiva, puntando la mitragliatrice sulla grata del condotto, aspettandosi da un momento all'altro l'apparizione di chissà quale entità infernale. Ma non accadde nulla: i colpi si fermarono e tutto tornò a tacere. Red abbassò l'arma gemendo: ogni volta che manovrava quella mitragliatrice l'ala gli dava delle dolorose fitte. Indietreggiò di qualche metro verso il baule ed il suo rivelatore di anomalie iniziò ad emettere numerosi “BEEP”. Si bloccò e tornò sui suoi passi osservando il baule: doveva esserci una anomalia intorno ad esso, e magari al suo interno c'era pure qualche artefatto. Ruppe lo specchio e, dopo aver posato il chiavistello per terra, prese in bocca con cautela una scheggia lanciandola verso il baule. Questa cadde su di esso rompendosi, senza mostrare la presenza di nessuna anomalia. Si fece coraggio ed iniziò a trafficare intorno al baule: era un semplice baule di ferro chiuso a chiave, le serratura era stata divorata dalla ruggine e bastarono un paio di botti ben assestati col chiavistello per farla cedere. Appoggiò il chiavistello sotto il coperchio e dopo essersi allontanato il più possibile fece leva su di esso aprendo di scatto il baule. Da dentro di esso scaturì una tenue luce bluastra che illuminò la stanza, in netta contrapposizione con quella delle luci di emergenza creando con esse uno spettacolare gioco di luci. Dentro il contenitore, immerso in un liquido dello stesso colore, stava una piccola pietra tonda e piatta, di colore bianco traslucido che emetteva dai bordi la solita luce blu. Red rimase affascinato dalla vista di quell'artefatto: doveva essere suo! Senza pensarci due volte infilò uno zoccolo dentro il baule per prelevare l'artefatto.

Dalla sua bocca fuoriuscì un grido straziante mentre un dolorosissimo bruciore si espandeva sullo zoccolo, l'urlo si intensificò quando vide che metà zampa si era liquefatta in una poltiglia rossiccia, lasciando esposto l'osso ridotto ad un misero moncherino in procinto di sciogliersi come il resto della zampa. In quell'attimo di lancinante dolore e terrore prese una decisione folle: Ormai aveva perso una zampa per quell'artefatto, doveva assolutamente prenderlo, ad ogni costo.

Anche l'altro zoccolo calò dentro il baule. La pelle iniziò a disfarsi mentre toccava la pietra, e quando nel dolore provocato dalla scarnificazione sentì il freddo dell'oggetto sbatté le ali gettandosi sulla schiena. Cadde rumorosamente mentre l'artefatto strappato dalla sua dimora rimbalzava dall'altra parte della stanza. Red sotto shock guardò le sue zampe anteriori: una era stata corrosa fino al ginocchio ed una specie di fiumiciattolo di resti liquefatti collegava il moncherino all'interno del baule; l'altra era stata completamente scorticata mettendo a nudo i muscoli ed i fasci di nervi. Lanciò un altro grido di dolore mentre le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi serrati, il mondo intorno a lui divenne nero.


Riaprì gli occhi piangendo, doveva essere svenuto dal dolore. Si chiese quanto fosse rimasto lì senza sensi, ed il rumore prodotto dal chiavistello che ancora rotolava a terra gli fece capire che non era durato più di pochi secondi. Si portò uno zoccolo alla fronte singhiozzando, sentì la sua criniera: una ruvida, stopposa ed appiccicosa criniera. Aveva il senso del tatto! Guardò stupito lo zoccolo che fino a pochi momenti prima era senza pelle, mentre adesso era in perfette condizioni. Speranzoso guardò pure l'altro e notò felicemente che al posto di un moncherino c'era un bell'osso parzialmente ricoperto di muscoli, un rumore di risacca proveniva da esso. Il liquido stava tornando alla zampa solidificandosi in nervi e muscoli. Ringraziò Celestia e Luna mentre il rivolo di carne liquefatta si staccava dal baule strisciando verso il suo zoccolo ormai quasi del tutto ricomposto. Un enorme sorriso distorse la sua bocca quando le ultime gocce solidificarono formando un morbido manto bordeaux/cremisi: la Zona aveva deciso di graziarlo per l'ennesima volta.

La voce di Rontgen che lo chiamava ruppe quel gioioso silenzio; il pegaso si affrettò a prendere l'artefatto cacciandolo dentro una delle tasche piombate. L'unicorno piombò nella stanza con i tre fucili che fluttuavano intorno a lui puntati in diverse direzioni.

Che sta succedendo qui!?” gridò girando nervosamente la testa alla ricerca di possibili minacce. Redstorm venne illuminando dalla verde luce del suo corno.

Niente... Un ratto è sbucato fuori dal nulla cadendomi in testa” disse sorridendo malamente, alzandosi sulle zampe malferme per poi andare a recuperare il chiavistello, che ormai aveva eletto “Arma primaria, secondaria, terziaria e chi più ne ha più ne metta per eccellenza”.

Sicuro? Da come strillavi sembrava che ti avessero strappato via le zampe con una pinza”. Red poteva sentire il suo sguardo indagatore trapanargli la nuca.

Almeno hai trovato qualcosa?” chiese Rontgen rinfoderando le armi; il pegaso si limitò a sventolare il piccolo libro di composizioni musicali.

Ho trovato un bel regalo per Strangeye!”

Bah, nemmeno fosse una puledra... Dai andiamo via, che con tutti quegli strilli avrai messo in allerta pure la muffa!”



Ehi occhibelli!”

Strangeye spalancò gli occhi strappato da un sonno senza sogni da quella maledetta voce calda e femminile, ma allo stesso tempo tremenda ed inquietante della giumenta bianca.

Sei sveglio?”

L'unicorno cercò di sopprimere un brivido che gli fulminò la schiena; la prima cosa che gli veniva in mente ascoltando quella voce era un coltello cosparso di dolcissimo miele che affondava brutalmente nei suoi occhi mutati.

Ero sveglio...”. Cercò di sembrare il più infastidito e scontroso possibile.

Perfetto, io mi sto annoiando a morte... Perché non suoni qualcosa?”. Strangeye si alzò a sedere osservando la sua interlocutrice, la quale era ancora seduta sulla barricata, nella stessa identica pozione di prima: non si era mossa di un millimetro (o come pensò Strangeye un maledettissimo e fottuto millimetro).

Va bene...” mormorò estraendo la minuta chitarra comprata da Dealer prima della partenza dal villaggio del silo. Se la posizionò tra le zampe posteriori e iniziò strimpellare svogliatamente lo strumentale di un canto militare.

Che palle, ne ho piene le scatole di quella roba! I miei compagni non fanno altro che ascoltare e suonare roba simile” Si voltò guardando l'unicorno dritto negli occhi.

Non hai qualcosa di più originale? Magari una canzone, tu sai cantare vero?”. Strangeye si affrettò ad abbassare lo sguardo: quegli occhi erano peggio di un paio di pallottole anticarro.

Certo... So anche cantare” mormorò con voce bassa fingendo di accordare la chitarra per giustificare lo sguardo basso.

Ho proprio trovato il musicista perfetto eh?”

La pony saltò giù dalla sua posizione e andò a sedersi di fronte a lui sorridendo. Strangeye alzò la testa e vide con orrore che ella era proprio di fronte a lui; avrebbe voluto scaricargli in faccia un intero caricatore del suo mitra e porre fine a quella tortura messa in atto da quegli orrendi occhi verdi. Bloodspring stava sorridendo, sicuramente si era accorta del terrore provato dall'unicorno. Strangeye ne era certo, sapeva che aveva paura e si stava divertendo a terrorizzarlo, soffocò il suo desiderio di ucciderla iniziando a cantare una canzone che aveva composto una settimana dopo il suo arrivo nella Zona. Partì con una energica introduzione strumentale per poi cominciare a recitare il testo con tono malinconico:


Madre, madre, perdona questo figlio

Che più torna nel suo letto caldo dentro alla casa di Baltimare

Padre, padre, perdona queste zampe tese

Che hanno deciso di imbracciare un fucile vero

Per non restare a lungo serve, di questa alienante realtà!


Nella notte scende la pioggia, sono proiettili d'argento

I tuoi occhi e il mio sparo, sparo, sono luci in un momento

Se più non sai ormai che cosa vale per questi prati pregare oppure sparare,

Ma come in foglie i nostri fratelli sono caduti come il sole, il sole, sono il sole, il sole!


Grazie, grazie alla determinazione nostra

Questo sangue rosso si è trasformato

Nella pioggia fresca che confonde le tue lacrime che dal volto cadono giù!


Nella notte scende la pioggia, sono proiettili d'argento

I tuoi occhi e il mio sparo, sparo, sono luci in un momento

Se più non sai ormai che cosa vale per questi prati pregare oppure sparare,

Ma come foglie i nostri fratelli sono caduti come il sole, il sole, sono il sole, il sole!

Che in queste lande non splende vivo e non riscalda le mie stanche membra


La pony batte gli zoccoli a terra soddisfatta.

Ma che bravo... Che bella canzone, me lo fai il bis?”

Strangeye soppresse un'altra volta i suoi desideri ponycidi ringhiando sommessamente, prese un profondo respiro e ricominciò a suonare.



Un rivolo di sangue caldo colò sull'occhio destro di Red costringendo a chiuderlo, mentre altro sangue scendeva abbondante dalle ferite sul muso.

Merda... Stupida pianta, sanguino di nuovo...” Si fermò estraendo dalla tasca il blister contenente le pillole gialle di antiemorragico ViKa mettendosene una in bocca; una zoccolata sul collo gliela fece sputare.

Che cazzo fai? Quelle sono dei concentrati di vitamina K, te ne abbiamo date due poche ore fa, se ne mandi giù un'altra ti avveleni”

Rontgen raccolse la pillola insalivata da terra e gliela porse.

Ma sto sanguinando...” rispose Red mentre prendeva la pillola e la metteva dentro un risvolto della tuta.

Sopporta! Non è grave, ho visto pony morire dissanguati per quel tipo di ferite, e tu non sei uno di loro”

Red sbuffò mentre si passava lo zoccolo sul volto per ripulirlo.

Troveremo mai questa armeria?”

Lo spero... Maledizione Ginger! In questi posti bisogna esplorare con calma ed attenzione, altrimenti finisci con l'infilare gli zoccoli nell'anomalia più scema e facile da evitare”

Red abbassò le orecchie e iniziò a grattarsi istintivamente la zampa mutilata dall'anomalia nel baule; aveva avuto una fortuna sfacciata, se la zampa fosse rimasta liquefatta anche dopo averla tirata fuori dall'anomalia sarebbe morto dissanguato in pochi minuti. Si diede del cretino numerose volte mentre Rontgen chiacchierava ad oltranza sulle sue passate avventure passate in laboratori abbandonati come quello. Il sangue non voleva smettere di scendere dai tagli sul muso, irritando non poco il pegaso. Era così distratto ed accecato che non vide le porte di un ascensore spalancato, rischiando di cadere nella tromba vuota, una cosa poco pericolosa per un pegaso, ma in un posto del genere anche il rischio minore poteva trasformarsi nella causa della morte prematura per un pony di qualsiasi razza. Scosse la testa scrollandosi il sangue dagli occhi, giusto in tempo per vedere un oggetto grigio che spariva sopra la porta dell'ascensore risalendo la tromba. Il pegaso scattò indietro, puntando l'arma nel buio della tromba dell'ascensore.

Cazzo!”

Attese qualche secondo; Rontgen stava già sparendo attraverso un'altra porta blindata, rimase ancora un attimo a fissare l'ascensore, poi lasciò perdere e raggiunse al galoppo l'unicorno.

Entrarono in una ampia stanza rettangolare più illuminata delle altre: al posto delle luci di emergenza era illuminata a singhiozzo da potenti lampade al mercurio che attraversavano il soffitto per tutta la sua lunghezza. Decine di parallelepipedi metallici si innalzavano fin quasi a toccare il soffitto, occupando la quasi totalità della stanza Gli spazi tra questi oggetti formavano dei corridoi simili a strade di una grande metropoli costeggiate da imponenti palazzi.

E questa amico mio... ” Rontgen prese a se Red cingendolo col suo zoccolo dentro, mentre muoveva il sinistro indicando con un ampio gesto la stanza “... è quello che io chiamo 'La fortuna sfacciata di Rontgen l'unicorno'!”

Red si divincolò dalla presa del suo compagno ed osservò scettico il posto.

Una sala server? Hai una concezione un po' strana di fortuna!”

Red si stupì della tranquillità espressa dal suo tono di voce; il posto avrebbe messo i brividi a chiunque, ma l'essere in compagnia di un folle unicorno armato con tre fucili a pallettoni sembrava infondergli sicurezza.

Appunto, questi cosi sono stati fatti per far funzionare le apparecchiature elettroniche di un laboratorio governativo... Sicuramente ora che ho avviato i generatori funzionano ancora... infatti! Guarda i led!”

Trottò verso uno di quei parallelepipedi sfilando dalla tasca di Red il PDA con la levitazione. Dopo aver passato qualche secondo esaminando il grosso computer estirpò la piastra di ferro che copriva un lato di esso, scoprendo una piccola interfaccia accesa, appoggiò il palmare a terra e si concentrò sulla piccola tastiera a scomparsa mentre il pegaso esplorava la stanza con circospezione.

Hei Rontgen!”

Che c'è?”

Te avevi detto che i tuoi genitori vivevano a Pony giusto?”

Si...”

L'unicorno rispondeva alle domande di Red senza staccare lo sguardo dal piccolo monitor.

Se è vero che nessuno è sopravvissuto, come hanno fatto i tuoi... beh...”

Red non sapeva il perché di quella domanda, aveva bisogno di sfogare un po' di tensione; Rontgen spostò il suo sguardo su quello del pegaso, aveva una espressione stranamente seria.

Sono morti infatti...” Red trasalì.

Celestia... ehm, accidenti... Scusa e che...” Rontgen scoppiò a ridere

Hahaha, ti ho preso per il culo Ginger! Erano in vacanza quando Pony è saltata per aria, non ti ricordi che ti dissi anche si erano trasferiti ad Hoofburg?”

Red tirò un sospiro di sollievo sorridendo. L'altro intanto era tornato a concentrarsi sull'interfaccia.

E comunque non sono tutti morti” esordì mentre raccoglieva il palmare di Red collegandolo al computer.

In che senso?”

Beh, dicono che sotto ad una piccola città non lontana da Equijat, esistesse un gigantesco laboratorio sotterraneo completamente autosufficiente, con migliaia di pony come personale tra guardie, ricercatori, manutentori, eccetera eccetera... Dicono che quel posto, fosse così ben costruito da aver resistito alla nascita della Zona”

Fece una pausa ad effetto mentre Red si sedette interessato.

Dicono... Che quando hanno mandato fuori le prime squadre di esploratori, abbiano raggiunto diversi laboratori come questo, ed addirittura il centro della Zona, scoprendo come è nata la Zona e cosa facevano in questi posti. Dicono che ne rimasero così scioccati e schifati che decisero di non chiamare i soccorsi e di isolarsi dal resto del mondo dando a credere che il laboratorio fosse andato distrutto come gli altri... E che adesso stiano studiando un modo per... Correggere Equestria... E che ogni tanto mandino fuori i loro esploratori, che si confondono con gli stalkers veterani che battono la Zona interna”

Tutti quei “dicono” affollavano la mente di Red come falene intorno ad una luce, il pegaso approfittò subito della nuova pausa.

E tutto questo come lo sai?”

Rontgen lo guardò come se avesse bestemmiato di fronte a Celestia stessa.

Un mio vecchio amico, pace all'anima sua.... Un giorno se ne stava a trottare per gli affari suoi inseme ad una pony che aveva conosciuto all'accampamento Honesty di Equijat 2, ed ad un certo punto avvistano questo tizio completamente blindato in uno scafandro da far invidia ad un carro armato che sta razziando un elicottero abbattuto di recente, intorno al mezzo erano sparsi i membri dell'equipaggio ridotti a colabrodi... Insomma questo tizio stava raccattando le cose più inutili; tipo la scatola nera e documenti vari... il mio amico imbraccia il fucilone anticarro che usava per cacciare le manticore e gli spara un colpo che lo becca esattamente sulle lenti della maschera antigas, facendogli saltare la testa innaffiando l'erba con le sue cervella tritate... I due si avvicinano al corpo e, dato che il mio amico era un vero Gentlecolt, decide di lasciare alla sua compagna il compito di perquisire il cadavere del tizio mentre lui entra nell'elicottero alla ricerca di qualche pezzo interessante. Insomma dai... chi non vorrebbe una blindatura come quella no? Questo appena entra dentro l'elicottero viene steso da una tremenda esplosione. Indovina un po? Il bastardo si era minato la tuta, ed era esploso non appena la tizia aveva tirato giù la zip sotto le piastre blindate per togliergli lo scafandro... Dopo un'oretta il mio amico si riprende ed esce per vedere cosa diavolo è successo: Della sua compagna non rimaneva altro che sangue sparso sull'erba e sull'elicottero, mentre l'unica cosa rimasta dell'altro era una coscia mezza smembrata, il cutiemark però era ancora ben distinguibile: non era un disegno come il mio o il tuo, ma una sigla: S.T.A.L.K.E.R.

Credi che l'esercito ci chiami così per via di quello stupido acronimo? Nono mio caro... Quello è stato un semplice adattamento, in realtà ci chiamiamo stalker perché i primi cadaveri che l'esercito trovò nella Zona possedevano quella scritta al posto del cutiemark... I primi veri stalker erano nella Zona ancor prima della sua creazione. Incredibile vero?”

Guardò Red accennando un sorriso, che egli ricambiò.

Molto incredibile, troppo... Quanta vodka avevi bevuto quando hai sognato tutto questo?”

A questa risposta Rontgen fece una smorfia indignata.

Giuro sul poco onore che ho che questa è una storia vera” disse portandosi lo zoccolo sul cuore. Nel frattempo lo schermo del palmare si illuminò e Rontgen lo staccò dal server.

Yeeeeh! Ho scaricato la piantina dell'intero stabile... Adesso col cazzo che ci perdiamo. Dai, se adesso ti comporti bene finisco di raccontarti la storia che ne dici?” Disse alzandosi con il palmare che fluttuava di fronte alla sua faccia.

Appunto... solo una storia” rispose Red ghignando.

Rontgen non rispose all'ennesima provocazione del suo compagno e trottò fuori continuando a studiare la piccola mappa tridimensionale nel palmare. Red lo seguì ma quando stava per uscire qualcosa si mise tra lui e l'unicorno fuori: Da un corridoio laterale era sbucato un barcollante pony senza cervello, indossava una divisa mimetica ormai ridotta a brandelli ed una maschera antigas bianca. Questa non aveva più il filtro e la parte inferiore era strappata, lasciando scoperta la bocca che tremava farfugliando in continuazione frasi senza senso. La pelle era stata rosicchiata dai topi ed in molti punti era assente, sotto le lenti opache si potevano intravvedere dei grandi occhi viola spalancati in una eterna espressione di stupore. Non sembrava aver notato i due estranei, sicuramente era arrivato lì per caso.

Dai Red! Di certo non sarà così gentile da farti passare. Seccalo ed andiamo, su!” lo esortò Rontgen in lontananza. Il pegaso strinse con la bocca il chiavistello avvicinandosi al povero pony.

Rilevato... Non esercitazione... Dovute protezioni... Mamma... Dove...”

Il pony continuava a borbottare parole sconnesse mentre Red sollevava la pesante spranga.


Un grosso oggetto bianco investì il pony senza cervello facendolo cadere, il pony reagì agitando le zampe e cercando di rialzarsi, ma l'oggetto che prima era sparito nell'oscurità si gettò si di lui bloccandolo col suo peso. Le luci sfarfallanti della sala server illuminarono la scena mostrando a Red la natura di quella cosa: Sembrava un pony, un essere quadrupede ed ungulato, ma era privo di manto e criniera, al suo posto c'era una lucida e tesa pelle bianca/beige. Red vide che attaccate al dorso possedeva delle innaturalmente lunghe ali implumi simili a quelle di Dealer, anche se sulla sommità di esse quell'essere aveva dei grandi artigli uncinati.

Il mostro spalancò l'ampissima bocca, la quale si estendeva da un mastoide all'altro, e addentò il collo della sua vittima rompendoglielo con una forte ed improvvisa torsione. Per qualche secondo rimase sulla preda continuando a serrargli il collo, poi sollevò la testa senza occhi puntandola in direzione di Red, che notò una strana escrescenza molto accentuata sulla fronte. La bestia emise un sibilo spalancando le nude ali i uncinate. Il pegaso indietreggiò disinserendo la sicura della mitragliatrice, l'essere non appena sentì il rumore metallico del mitra pronto a sparare caricò Red ad una velocità sorprendente.


Strangeye diede un'ultima vigorosa zoccolata alle corde della chitarra terminando lo strumentale della canzone. Non osò alzare lo sguardo. Lei era lì e lo osservava sorridendo; odiava con ogni fibra del suo essere quella pony infernale: Il suo manto candido, i suoi occhi verdi, quel sorriso... Tutto!

Ne era sicuro, lo avrebbe ucciso non appena si sarebbe stufata delle sue canzoni, e lo avrebbe fatto nel modo più cruento possibile; il P-23 avrebbe guadagnato un nuovo scheletro da aggiungere alla sua già vasta collezione. Rimase immobile, con gli zoccoli nella stessa posizione che avevano quando finì la canzone, una goccia di sudore calò prima sulla fronte, poi scivolò sul mento e cadde sulla chitarra producendo un tenue “plop” che bastò all'unicorno per farlo sobbalzare Il suo più grande desiderio in quel momento era quello di alzare la zampa armata e trucidare quella stramaledettissima giumenta, ma non riusciva a farlo, aveva paura di incrociare il suo sguardo, quegli occhi erano peggio di qualsiasi pallottola.

Bloodspring questa volta non batté gli zoccoli per terra, non parlò: questo fece aumentare la dose di terrore che già scorreva nelle vene di Strangeye. Iniziò a tremare in modo impercettibile mentre vampate gelide gli assalivano il dorso ed il petto. Voleva calmarsi, scrollarsi di dosso quella paura immotivata, non lo avrebbe mai ucciso; Redstorm e Rontgen si sarebbero facilmente accorti della sua scomparsa. Decine di pensieri di ogni tipo affollarono la sua mente, facendolo cadere in uno stato di torpore.

Ma lo sai che sei veramente bravo? I miei complimenti occhibelli!” disse ad un tratto la pony passando vigorosamente lo zoccolo sulla criniera dell'unicorno rosso scompigliandogliela. Quel gesto, il contatto della sua testa con quello zoccolo portatore di morte galvanizzò la mente sovraccarica di Strangeye, che come una molla saltò in piedi rizzandosi sulle zampe posteriori puntando il mitra in faccia alla Loyalty.

Non mi toccare! Lurida cagna fascista!” gridò istericamente mentre l'altra aveva già preso il suo fucile puntandolo a sua volta alla testa dello stallone. Strangeye in quegli attimi di stallo prese il coraggio di guardare in faccia la morte, in quel momento aveva una dolce faccia bianca dai lineamenti rotondi di un musetto a patata, il sorriso era scomparso lasciando posto ad una espressione che non lasciava trasparire alcuna emozione, uno sguardo freddo e calcolatore. Strangeye ne fu sollevato: meglio quello sguardo inespressivo che quell'orrendo sorriso.

Nessuno dei due disse niente, sapevano bene che uno dei due non sarebbe mai uscito da quell'infermeria, e c'erano buone possibilità che nessuno dei due sopravvivesse a quella situazione.

La cupa melodia di una mitragliatrice si propagò per le stanze ed i corridoi viaggiando attraverso i condotti di ventilazione, seguiti dal grido di un pony.

Red...” mormorò Strangeye riuscendo miracolosamente a staccare gli occhi dalla sua avversaria e guardando la grata della ventilazione sopra di lui.

Ehi pazzo! Mi piacerebbe continuare a giocare al pistolero di mezzogiorno con te, ma al momento preferirei andare a salvare i tuoi amici... Dopotutto è questo il mestiere di un Loyalty: proteggere i pony ed Equestria dalla Zona”

Si voltò dando le spalle a Strangeye, indossò la maschera antigas e dopo aver sistemato il fucile tra la zampa destra ed il petto galoppò fuori sparendo nel buio.

L’unicorno guardò sconvolto l'oscurità dove prima c'era la pony; cadde a sedere ansimando e sudando freddo, si piegò su di un lato iniziando a vomitare.


La creatura lo colpì con una poderosa testata, l'escrescenza simile ad un piccolo corno sulla testa strappò facilmente la già devastata tela sul petto della divisa, scorticando via pure l'imbottitura di gomma e scoprendo la piastra protettiva. Il pegaso impennò cadendo di schiena e il pallido essere gli fu subito addosso come aveva fatto con il pony dal cervello bruciato. Red guidato dall'adrenalina e dall'istinto di conservazione la colpì alla tempia riuscendo solo a muovere la testa del bersaglio di qualche centimetro, le sue orecchie si drizzarono quando nella foga del combattimento udì, chiaro e pulito, il rumore della sicura della pistola che si disinseriva a causa della zoccolata di prima. Fece per puntare l'arma sotto il mento dell'essere, ma questo con una seconda testata deviò la mira dell'arma, che sparò un colpo a vuoto; la bocca si spalancò calando sulla faccia del pegaso, ma egli riuscì a intromettere l'altra zampa. Una potente mascella si serrò poco sotto il ginocchio anteriore, dilaniando la manica e facendo penetrare nella carne decine di denti acuminati, Red gridò per il dolore cercando di scalciare via quella cosa, ma ella lo bloccava con il suo peso. La testa liscia e priva di occhi scattò indietro squarciando carne e pelle. Mentre Red si copriva il volto con lo zoccolo sano, la testa dell'essere si illumino di una forte luce verdastra, che pochi istanti dopo si spense con uno schiocco distruggendogli la mascella e parte della glabra testa. Si staccò da Red alzandosi e caracollando per tutta la stanza per poi schiantarsi contro un parallelepipedo strillando. Il grosso chiavistello di Red fluttuò sopra di esso e lo colpì violentemente tre volte sulla testa e sul collo spargendo sangue scuro ed olioso dappertutto. Il pegaso si alzò a fatica mentre il chiavistello galleggiava nell'aria di fronte a lui. Non appena fu in piedi questo gli passò a pochi millimetri dalla testa fischiando nel suo velocissimo e folle volo; sentì un secondo strillo e voltandosi vide a pochi metri da lui un'altra creatura che barcollava indietro con la spranga quasi completamente affondata nel petto.

Maledizione Red! Esci di lì!” La voce di Rontgen risuonò poco distante mentre due creature fuoriuscivano agilmente dallo stesso corridoio laterale da cui era sbucato il pony scervellato muovendosi agilmente aiutandosi con le ali uncinate con delle movenze simile a quelle dei ragni. Invece di caricare Red sparirono nel buio da dove proveniva la voce dell'unicorno.

BLAM

BLAM

BLAM

La carogna sventrata di una delle due bestie rotolò dentro la sala server spinta dalla tempesta di pallettoni sparata da Rontgen. Il pegaso rimase immobile ad osservare l'immonda creatura a terra, ma dei sibili alle sue spalle lo convinsero a seguire il consiglio del suo compagno e galoppò via sparendo dentro un piccolo corridoio non lontano da quello che aveva imboccato Rontgen. Iniziò a correre disperatamente nell'oscurità inciampando nel ciarpame arrugginito mentre più di un essere lo inseguiva. Entrò dentro una stanza immersa nella solita luce scarlatta: era totalmente vuota, tranne che per un solco profondo quattro metri e largo sei con delle tubature sul fondo che attraversava la stanza sparendo in una piccola galleria scavata nelle pareti. Il solco poteva essere attraversato grazie ad un ponteggio, ormai arrugginito e crollato, Red spalancò le ali e con un salto si appollaiò sulla ringhiera dall'altro lato del solco, in un picco di adrenalina si voltò mentre una di quelle bestie saltava per raggiungerlo; una zampa rossa ed armata di pistola si elevò tra i due. Il tamburo ruotò e l'arma tuonò illuminando con un flash il sangue che schizzava da un grosso buco sotto il collo dell'essere; che strillando cadde di schiena nel solco. red si stupì nello scoprire che era stata proprio la sua zampa a sparare. Ancora una volta senza pensarci decollò volando sopra la creatura che si dimenava sul fondo di quella specie di trincea e gli scaricò contro una letale raffica di mitragliatrice. Atterrò osservando soddisfatto il corpo devastato dalle pallottole, udì altri passi dal ritmo irregolare provenire dal corridoio. Si piazzò di fronte ad esso con le zampe anteriori leggermente piegate e aprì il fuoco: lo sparò illuminò il corridoio mostrando tre bestie che cadevano sul pavimento investite dalla pioggia di pallottole. Il mitra si mutò senza munizioni nel caricatore nello stesso momento in cui l'ultimo essere caracollava fuori dal corridoio mortalmente ferito. Red si limitò a scansarlo voltandosi verso un'altra creatura che sfondava la grata dell'impianto di areazione. Puntò la pistola e sparò due precisi colpì che gelarono l'abitante del laboratorio in una innaturale posizione mentre dondolava per metà fuori dalla bocchetta dalla grata sfondata.

Il pegaso osservò la strage appena compiuta sorridendo, in fondo non era così smidollato come pensava.

Decine di strilli e sibili provenienti dal corridoio e dai condotti di areazione spensero il baldanzoso sorriso del giovane stallone, che, inorridito, corse via.


Altri spari. Strangeye trasalì, voleva alzarsi ed andare ad aiutare i suoi compagni, ma il pensiero di quella pony lo bloccava, la sua mente si rifiutava addirittura di ricordarsi il suo volto.

Un gridò lo ridestò: anche questa volta era stato Redstorm a gridare.

Maledizione Red!” Finalmente vinse quel torpore e anche lui corse in aiuto dei suoi compagni.


Un'altra di quelle bestie saltò fuori dall'oscurità atterrando sul dorso di Red e facendolo cadere pancia a terra,. Il pegaso tentò di divincolarsi ma due ali uncinate calarono sui suoi fianchi immobilizzandolo, venne morso con forza sotto la nuca. Gridò come un pazzo mentre l'essere tirava indietro la testa torcendogli il collo; Red poteva sentire le vertebre scricchiolare e la carne che cominciava a dilaniarsi sotto il potente morso di quel mostro. Nel dolore il rosso trovò la forza di spalancare le ali catapultando in alto l'aggressore. Fortunatamente gli artigli sui fianchi non erano riusciti a penetrare la tuta e scivolarono sulla tela senza provocare alcun danno al pegaso. La creatura si appese al soffitto con le ali pronta a calare di nuovo sul pegaso, ma questo riuscì a voltarsi colpendola con tutti e due gli zoccoli posteriori facendola cadere; quando quella specie di orrido pony mutato riuscì a rialzarsi il pegaso era già fuggito via. Ormai Red non aveva più fiato, ogni passo era uno strazio per la zampa ferita ed il collo che bruciava dolorosamente; quegli strani esseri lo stavano ancora inseguendo, e lui ormai stava correndo alla ceca nel buio, aveva finito le munizioni ed era indebolito. L'unica cosa che poteva fare era correre più velocemente che poteva.

Una forte luce verde invase la sua vista annebbiata per la stanchezza, e si sentì trascinare via. Gridò a pieni polmoni mentre questa forza lo trascinava dentro una stanza e lo sbatteva sul pavimento. Vide un oggetto che emetteva la stessa luce nell'oscurità e gli puntò contro la pistola scarica.

Abbassa l'arma coglione!” Gridò Rontgen intensificando la luce del suo corno per farsi riconoscere.

Red lo guardò un attimo esitante, poi tirò un sospiro di sollievo. Una creatura entrò nella stanza puntando il pegaso sdraiato a terra che si riparò come meglio poteva mentre Rontgen gli sparava alle spalle: la rosa di pallettoni penetrò nel dorso uscendo dal petto facendolo esplodere, Red venne travolto da una pioggia di sangue scuro.

Tutto bene?” chiese Rontgen mentre chiudeva la porta bloccandola con un pesante apparecchio elettronico portato davanti alla porta con la levitazione.

Red si mise a sedere osservando il corpo del mutante ed il piccolo mucchio di brandelli di carne e cartilagine che si era formata a pochi centimetri dai suoi zoccoli. Otre la porta si potevano udire gli acuti strilli dei compagni della bestia caduta che tentavano di entrare colpendo la robusta porta in acciaio.

Pensavo...” Indicò il mucchio di resti di fronte a se.

Che quella roba fosse mia...”.





Cosa diavolo sono quei cosi? Mutanti?”

Beh, credo proprio che sia così... Poi che ne so, magari li posso trovare nel giardino sotto casa e non li ho mai visti... Questa brucerà un po'”

Rontgen fece fluttuare fuori dallo zaino la solita bottiglia di vodka e la vuotò quasi tutta sul collo ferito di Red. La sostanza fortemente alcolica si riversò sui tre squarci provocati dal morso della creatura.

Aaah! Ma cosa diavolo è?” Red si morse un labbro dolorante.

Vodka di Hoofburg... L'hai bevuta fino a qualche ora fa...”

Ma quanti gradi ha? Sembra olio bollente!”

E smettila... Comportati da vero stallone e sopporta in silenzio, ringrazia che non debba cauterizzarti le ferite con la polvere da sparo”

Quei cosi, si muovono agilmente attraverso l'impianto di ventilazione” mormorò il pegaso dolorante indicando le diverse grate che facevano capolino dal soffitto.

Stai tranquillo, questa stanza sembra far parte di un sistema di alimentazione e ventilazione indipendente. Siamo senza energia elettrica o aria fresca, ma almeno i nostri amiconi non ci piomberanno sulla testa”.

Red slacciò la cinghia di uno dei kit medici che portava legati alla zampa e lo porse al suo soccorritore il quale, senza dire una parola, tirò la zip della piccola borsa in tela impermeabile tirandone fuori ago e filo da sutura e prese a chiudere le ferite sul collo di Red in silenzio.

Certo che devi sempre farti male!”

E non solo a me...”

In che senso?”

Chiuse uno degli squarci tirando il filo e facendo un piccolo nodo.

Anche agli altri” Red abbassò le orecchie.

Cos'è? Spari alle spalle dei tuoi compagni per rubargli il cicchetto?” chiese l'unicorno scherzando mentre passava al secondo taglio.

No... Semplicemente sono debole e...”

Abbassò la testa sospirando, i punti gli tirarono la pelle dolorosamente, ma non ci fece caso.

... metto in pericolo la vita degli altri... Maledizione! Prima Summer Tip al silo, poi te durante l'emissione!”. Si colpì la fronte con lo zoccolo imprecando.

Summer Tip? Era a difendere una postazione dietro la prima barricata con te vero?” Smise di passare l'ago attraverso la pelle lacerata osservando il pegaso che si portava gli zoccoli alla faccia cercando di non singhiozzare.

Si porca puttana! E io l'ho lasciata crepare insieme ad un altro pony di cui non ho fatto nemmeno in tempo a conoscere il suo nome!”

Per quanto mi ricordo te sei stato l'ultimo a ripiegare...”

Perché ero paralizzato dal terrore!”

Gli zoccoli di Red passarono dal suo volto al pavimento con uno schiocco.

E quella idiota si è distratta per aiutarmi... Poteva benissimo lasciarmi lì a crepare invece ha tentato di smuovermi. Gli hanno bucato la testa mentre mi rassicurava” Iniziò a sfregare convulsamente gli zoccoli sulla pettorina squarciata, il sangue che colava dallo zoccolo ferito imbrattò ancora di più la già lurida tuta.

Mi sento ancora il suo cervello addosso... Accidenti! Accidenti! Accidenti!”

Rontgen colpì la nuca del pegaso con lo zoccolo rischiando di scucire i punti di sutura sul collo; migliaia di stelle si accesero nella vista di Red che si calmò all'istante.

A giudicare dalle fucilate che ho sentito prima non mi sembri così pavido” disse tranquillamente tirando il filo e stringendo l'ultimo punto.

Quelli sono...” Red iniziò a gesticolare con le zampe anteriori.

Non so cosa siano, ma di certo non sono pony... Non hanno famiglia, amici, sogni e...”

Che rottura di coglioni che sei rosso!”

L'unicorno schiaffò un gigantesco cerotto sulla ferita richiusa. Lo afferrò per le spalle voltandolo e scrutando gli occhi violacei e bordati dalle scure occhiaie del pegaso.

Siamo nella Zona, qui nessuno ha desideri o sogni... Siamo tutti cadaveri, solo che non abbiamo il lusso di poter riposare in pace. Siamo solo dei sacchi di carne corrotta e putrescente che vagano credendo di avere uno scopo in questo inferno...”

Red ingurgitò un grosso quantitativo di saliva mentre fissava paralizzato il suo interlocutore.

Tutti dicono: 'Sono nella Zona per soldi, per fama, per avventura'. Ma dopo un po' tutti capiscono: La Zona è semplicemente un'anticamera infernale che raccoglie e castiga i malvagi, i mostri e gli infami come noi.”

Un brivido percorse la schiena di Red. Il discorso era tale quale a quello fatto da Summer Tip.

Quindi io non mi farei tanti problemi. Sei solo un cadavere sporco e puzzolente che dà il colpo di grazia ad un altro compagno di dannazione...”

Lo lasciò andare e sollevò un nuovo ago con filo.

Dammi lo zoccolo che te lo rimetto in sesto, non sono un medico ma a forza di rattoppare divise ci ho fatto lo zoccolo, zoccolo hai capito? Zoccolo, ti sto medicando proprio quello ed io dico... Hahahaha!”

Mentre l'ago forava la pelle del pegaso, Red abbassò lo sguardo osservando gli squarci e la sporcizia sulla sua divisa.

Io... Io sono diverso...”



Degli esseri mai visti si erano raggruppati di fronte ad una porta blindata, alcuni di loro stavano esaminando il grosso catafalco d'acciaio, mentre gli altri se ne stavano seduti ad aspettare pazientemente che accadesse qualcosa.

Non si erano accorti l'unicorno sdraiato pancia a terra sul pavimento. Strangeye non voleva avvicinarsi oltre, quei cosi erano almeno una decina.

Sospirò rassegnato mentre lentamente disinseriva la sicura del suo piccolo mitra appoggiando lo zoccolo armato sul pavimento, allineando il mirino sull'essere più vicino: almeno sette erano seduti in gruppo, poteva abbatterli o ferirli gravemente con poche raffiche; il problema erano quelli vicini alla porta, avrebbe avuto pallottole anche per loro? Oppure avrebbe dovuto correre l'immane rischio di ricaricare? Si maledì per non sapere utilizzare nessun incantesimo difensivo o offensivo.

Qualcosa volò da un punto oscuro del corridoio e cadde in mezzo al gruppo di immonde creature producendo un secco rumore metallico, un paio di creature si ritrassero spaventate mentre l'oggetto dalla forma cilindrica e dal manico di legno rimbalzava. Quando Strangeye capì la natura dell'oggetto questo esplose in potente boato seguito dal miagolio delle schegge che sferzavano l'aria, dal fruscio dei detriti che si riversarono vicino alle orecchie dell'unicorno e dagli strilli delle creature superstiti.

Le grandi mattonelle di marmo che ricoprivano i muri si sbriciolarono alzando una nube di polvere che investì Strangeye. L’unicorno si alzò a sedere puntando il mitra di fronte a se.

Una creatura barcollò verso di lui reggendosi malamente sugli arti che non erano state mutilati, non notò l'unicorno, lo scoppio gli aveva scombussolato i sensi e vagava senza alcuna cognizione dello spazio attorno a se. Strangeye puntò l'arma verso di essa, ma un secondo boato esplose ed una pallottola di grosso calibro trapassò la testa della creatura distruggendo la metà destra del cranio. L'inerzia scaraventò l'essere oltre Strangeye, mentre il sangue e la materia cerebrale si spalmò su di un muro del corridoio formando una scura striscia di resti; il piccolo corno venne sradicato dalla calotta cranica e roteò in aria ricadendo tra le zampe dell'unicorno.

Un altro colpo esplose proiettando fuori dal polverone brandelli di carne. Strangeye sentì degli strilli dietro di se, si voltò e vide un folto gruppo di creature che si stringeva a pochi metri da lui emettendo stridii e sibili. Non osavano avvicinarsi: essendo abituate a cacciare creature inermi come topi o pony scervellati erano rimaste spiazzate dalla reazione di questi intrusi che avevano massacrato senza problemi molti di loro.

Una raffica di mitra sparata verso il gruppo bastò ad abbatterne due e a far fuggire nell'oscurità il resto delle creature. Nel frattempo il polverone si diradò mostrando una figura slanciata che colpiva ripetutamente la carcassa tremante di una creatura con il calcio del suo fucile; questa quando ebbe terminato la sua opera sollevò lo sguardo sull'unicorno: i suoi occhi verdi rilucevano attraverso le lenti sporche della maschera antigas come un faro portuale.

Ehi pazzo!” La voce era attutita e resa inequina dalla maschera.

Hai trovato gli altri? O hai cercato di ammazzare pure loro?”


Red si avvicinò ad un grande contenitore di vetro dalla forma cilindrica, dentro di esso riposavano immersi in un liquido trasparente i resti perfettamente conservati di un puledrino di un anno o poco più. Dalla fronte si ergeva una piccola escrescenza uguale a quella dei mostri che popolavano i corridoi del laboratorio, e sui fianchi si potevano notare un paio di piccole ali, leggermente più grandi e lunghe per un pegaso di quell'età.

Ho capito da dove son saltate fuori quelle bestiacce!”

Si voltò mostrando un sorriso soddisfatto a Rontgen, come se si aspettasse un bel voto da parte del suo compagno.

Ma che bravo, ti darei una stellina d'oro... Ma purtroppo ne sono a corto”

Solo che non capisco come hanno fatto a diventare quello che sono ora”

Red avvicinò il muso a quello del piccolo osservandolo nella posizione in cui la morte lo aveva colto: si stava mordicchiando lo zoccolo e si copriva il corpo con le ali.

Eh si! Un vero mistero da sottoporre alla comunità scientifica!” lo canzonò Rontgen mentre faceva comparire un tenue globo di luce verde sulla punta del corno.

Mi stai prendendo in giro?” Red si voltò sibilando le parole a denti stretti.

Ma certo che no! Prof...”

Il globo si staccò dal corno sollevandosi alcuni metri sopra i due; il corno del pony aumentò di luminosità ed il globo esplose frusciando in una potente nova verde che illuminò a giorno l'enorme stanza: il soffitto era alto otto metri, la superficie della stanza rasentava il centinaio di metri quadrati. I muri erano completamente ricoperti da macchinari e pannelli elettronici ormai spenti da decenni. Almeno venti contenitori uguali a quello che aveva studiato Red erano sparsi per tutto lo spiazzo della stanza. Alcuni erano rotti e vuoti mentre altri si erano svuotati del loro liquido e mostravano dei mucchi di piccole ossa sul fondo.

La Zona” disse Rontgen mentre trottava per la stanza.

Eh?”

È stata la Zona a renderli come sono ora, come ogni dannatissimo animale o pony dopotutto”

Semplice adattamento?”

Esatto! Se qualcuno, o qualcosa passa troppo tempo in mezzo alle radiazioni magiche e alle anomalie si trasforma adattandosi meglio che può all'ambiente... Prendi come esempio le arpie di Hayville... O, Strangeye”.

E cosa sarebbero queste arpie?” Chiese Red timoroso.

Pegasi mutati”

Un'aura magica avvolse un pannello di controllo estirpandone la placca di ferro del telaio, poco dopo diversi pezzi elettronici volarono fuori dal macchinario posandosi in mucchi ben ordinati mentre l'unicorno li esaminava uno ad uno e li cacciava nello zaino.

Bah! Questo posto non mi piace!” sentenziò il pegaso dopo pochi minuti di silenzio.

A chi lo dici Ginger... Pochi artefatti, poca roba interessante, e molti fottutissimi mutanti e pony zombificati!” lanciò via una grossa scheda elettronica bruciata.

Spero che Bloodspring... Anzi, il TENENTE ALASTOR...” pronunciò l'ultimo nominativo con un tono falsamente riverente.

... chiami i suoi fratelli del Loyalty a ripulire sto posto con i lanciafiamme! Cazzo, adoro i lanciafiamme quando li usano sembra di assistere ai fuochi magici di capodanno ehehehe”

Red ridacchiò portandosi lo zoccolo sopra il collo dolorante; l'antidolorifico iniettato direttamente nella giugulare doveva ancora fare effetto.

Come facciamo ad uscire di qui?” Chiese il pegaso mentre Rontgen, dopo aver abbandonato la razzia, stava scaricando le cartucce che non erano ancora state sparate da due fucili facendole levitare dentro il tamburo della terza arma. Red contò tre cartucce ancora utilizzabili.

Beh, anche questo impianto di areazione avrà delle prese in superficie, per quanto isolato che sia... Io ho visitato un sacco di posti simili e...”

Un'esplosione stroncò sul nascere l'ennesimo e snervante monologo dell'unicorno e spalancò la porta blindata scagliando diversi metri più avanti il macchinario che la bloccava; una nube di polvere fece capolino da essa iniziando ad invadere la stanza. Red si affrettò a barricarsi dietro ad uno dei cilindri puntando il mitra scarico verso la nube di polvere, in meno di un minuto questa si posò a terra mostrando i cardini divelti e il muro scheggiato. I due stalloni attendevano pazientemente l'ondata mortale di mostri. Un cilindro schiacciato con attaccato sotto di esso un manico di legno cadde oltre la porta rimbalzando diverse volte sul pavimento, una granata. Anche se diversa: il cilindro era più schiacciato alle sommità e una striscia rosso vivo decorava il manico.

Merda!” gridò Rontgen prima della detonazione; la granata esplose con uno scoppio secco, per una frazione di secondo l'aria intorno all'ordigno esploso si saturò di una densa coltre di polvere bianca che si incendiò subito bruciando l'ambiente circostante con un fruscio. Le fiamme lambirono il riparo di Red mentre grumi di materiale incendiario appiccicoso piovvero intorno a lui, alcune gocce caddero sulla tuta di del pegaso bruciacchiandola.

Quando la tempesta infernale cessò, Red sollevò la testa oltre il suo riparo: diverse decine di metri di pavimento e pareti nei dintorni dell'epicentro dell'esplosione erano anneriti, mentre alcuni focolari persistevano sfrigolando nella loro combustione chimica.

Fermi maledizione! Ci siamo noi qui!” gridò istericamente Rontgen.


Strangeye fu immensamente felice di vedere i due pony sani e salvi, anche se Red non era un esempio di salute: delle vistose fasciatura impregnate di sangue si avvolgevano intorno alla zampa ed al collo e se non fosse stato per il suo manto rosso avrebbe giurato di vederlo più pallido.

Trovata l'armeria?” chiese sorridendo ai due mentre la pony bianca gironzolava per la stanza studiandone ogni minimo particolare. Red sorrise e si portò la pistola alla tempia piegando un paio di volte la levetta sullo zoccolo ottenendo solo dei miseri click.

Purtroppo ci siamo persi” disse continuando a puntarsi contro la pistola scarica. Bloodspring trottò accanto a Strangeye che si affrettò a ritirarsi avvicinandosi ai suoi due compagni.

E così non avete trovato nulla?” chiese guardando di sottecchi Rontgen.

Solo mostri affamati di carne di prima scelta!”

Diede una pacca sul collo ferito di Red, trasformando il suo sorriso in una smorfia dolorante.

E anche se avessi trovato qualcosa di certo non lo verremmo a dire a te!”

Alla risposta dell'unicorno verde la pony sorrise, e dopo essersi seduta imbracciò il fucile puntandolo alla testa del pony più vicino: Red.

Il pegaso indietreggiò terrorizzato spalancando le ali.

Ehi, che cosa diavolo stai facendo!?”

Strangeye puntò a sua volta l'arma contro la pony, la quale per tutta risposta alzò lo zoccolo in direzione di Strangeye; sotto la manica nera della veste spuntava una piccola bocca di fuoco scura, mentre con l'altro zoccolo continuava a puntare la faccia cremisi del pegaso: lo zoccolo era incastrato all'interno del ponticello aumentando a dismisura la possibilità di un mortale sparo involontario. Red guardò i due pony che si fronteggiavano, una goccia di sudore colò sul naso, raccogliendo lungo la sua strada lo sporco che intaccava il manto; non voleva essere da meno; si piazzò con le zampe anteriori piegate come quando aveva sparato ai mutanti e spostò la canna del mitra scarico sul corpo di Bloodspring.

Vediamo quando vola lontano questa testaccia fascista!” ringhiò tentando di mascherare l'evidente paura espressa dalla sua voce tremante.

Adesso da bravi puledri che siete, gettate le armi e datemi tutti gli artefatti ed informazioni che avete raccolto!”

La pony mostrava una innaturale ed inquietante calma, la zampa di Strangeye si tese ancora di più facendo tintinnare la piccola mitragliatrice.

Scordatelo!”

Prima sbriciolerò la testa al rosso, poi verrò a cavarti quel bel paio di occhi azzurri” Un largo sorriso si fece strada sulla prima inespressiva faccia della giumenta.

Siamo in tre! E te sei sola! Adesso io ti ammazzo!” stava per aggiungere dell'altro, ma un'aura magica gli avvolse lo zoccolo armato abbassandoglielo.

Biondo, fai come dice!” disse Rontgen iniziando a vuotare le grandi tasche del cappotto. Strangeye si voltò fissandolo sconvolto.

Perché?” Si limitò a balbettare.

Perché se la facciamo fuori ci ritroviamo contro tutto il Loyalty, questi bastardi hanno dei palmari che registrano ogni cosa come una scatola nera”.

Rontgen rivoltò una tasca e da essa caddero delle piastre metalliche di colore blu fiordalisio.

Ho trovato solo questi miseri artefatti antiradioattivi mentre accendevo il generatore... Il rosso non ha nulla con se, siamo stati attaccati quasi subito...”

La giumenta guardò un attimo Red: la maschera antigas le copriva la testa fino alla fronte rendendo il suo aspetto ancora più inequino di quanto non fosse già; abbassò il fucile, Red si lasciò cadere a sedere tirando un sospiro di sollievo.



Strangeye era di fianco a Red e osservava Bloodspring ringhiando sommessamente.

Signori è stato un piacere, spero di rivedervi preso... Tranne te Rontgen. Tu devi solo crepare!”. L'unicorno verde accennò un sorrisetto maligno.

Spero che i tuoi amici ripuliscano questo posto per bene; magari ti scambiano per uno di quei mostri e ti fanno saltare in aria!”

La pony non rispose, si limitò ad aprire lo zaino gettando agli zoccoli dei tre pony due piccole scatole di legno che caddero rovesciando sul pavimento alcune grosse cartucce di plastica insieme a qualche munizione affusolata di metallo bruno.

Stranamente ho trovato subito l'armeria...”

Non disse altro. Si limitò a nascondere il suo bianco viso sotto la fredda gomma nera della maschera antigas e sparì trottando oltre la porta blindata.




Eccoli di nuovo! Per Celestia! Red tienili a bada!” strepitò Rontgen mentre tentava goffamente di arrampicarsi su di una rugginosa scala a pioli che risaliva un pozzo di ventilazione; nonostante si aiutasse con la magia non riusciva a salire velocemente, provocando numerose imprecazioni da parte del ben più agile Strangeye che trepidava sotto di lui. Red invece si era piazzato a zampe larghe sul fondo della scala fronteggiando un gruppo di creature. Queste avevano capito che gli invasori potevano colpire duramente, e si erano limitate a raggrupparsi di fronte al pegaso iniziando a strillargli contro a distanza di sicurezza, fingendo di tanto in tanto una carica. Anche Red li imitò sbraitando minaccie di ogni tipo e nitrendo. Si voltò un paio di volte per vedere a che punto della scalata erano arrivati i suoi compagni; voleva andarsene subito da quel posto.

Un pezzo di cemento gli atterrò di fianco sbriciolandosi facendolo saltare indietro impaurito; adesso stavano iniziando a lapidarlo. Il pony indietreggiò sotto la fitta sassaiola lanciata dalle creature tramite una debole levitazione magica. La reazione del pegaso alle sassate galvanizzò alcune creature che si lanciarono all'attacco. La mitragliatrice di Red era di nuovo carica e sparò una lunga raffica vomitando pallottole sulle creature più impavide abbattendole; il gruppo decimato questa volta si riempì di strilli impauriti mentre i membri superstiti si dileguavano alla spicciolata incalzati dalle pallottole.

La grata di ferrò coperta da decenni di humus e terriccio saltò via sotto la violenza della magia di Rontgen spargendo ovunque zolle d'erba umida e fango. L'unicorno verde strisciò fuori a fatica gemendo per lo sforzo seguito da Strangeye che saltò agilmente all'aria aperta e Red che uscì in volo librandosi a pochi metri d'altezza. Una fredda e sottile pioggia punse il naso del pegaso rinfrescando il suo colpo surriscaldato per gli sforzi compiuti nel sottosuolo. Il cielo era nero come il carbone e le scariche elettriche di fulmini lontani illuminavano la Zona.

Dolce, dolcissima aria fresca! Non c’è niente di meglio di un po’ d’aria genuina come questa per rimetterti in sensto!” Strillò Rontgen trottando nel fango ad occhi chiusi; il contatore geiger dell'unicorno iniziò a ticchettare segnalando la presenza di una discreta quantità di radiazioni di fondo.



Mi dispiace fratelli, ma non ho niente da scambiare...” mugugnò un pony attraverso ad una malandata maschera antigas marrone. I tre pony avevano improvvisamente incrociato un gruppo di sei stalker composto da tre pegasi, un pony di terra e due zebre; tutti muniti di maschere antigas e respiratori. Inizialmente si erano limitati a puntarsi contro le rispettive armi, ma fortunatamente Rontgen aveva tirato fuori dallo zaino di Strangeye una bottiglia di vodka offrendola ai nuovi arrivati: calmando la situazione.

Nemmeno una maschera? Dai qui finiamo male se continuiamo a respirare pulviscolo irradiato!”

Abbiamo equipaggiamenti solo per noi” tagliò corto il pony di terra che sembrava essere il Leader del gruppo.

Però abbiamo viveri in abbondanza” Continuò annuendo vigorosamente. Rontgen rispose alla proposta del pony con una smorfia disgustata.

Allora non so proprio come aiutarvi...” Disse il pony alzandosi in piedi e trottando verso il resto del suo gruppo che lo attendeva qualche metro più indietro.

Anzi no! So che a Sodoma è arrivato un carico di armi ed equipaggiamento. Quei banditi devono aver assaltato qualche deposito militare ai confini della Zona”.

Questa volta la faccia dell'unicorno si illuminò e, senza nemmeno salutare il gruppetto, prese a marciare tra le sterpaglie che delimitavano quello che rimaneva di una strada secondaria. I suoi due compagni si affrettarono a salutare con un gesto gli altri e raggiunsero l'unicorno accompagnati dal cozzare secco dei loro zoccoli e dai tonfi sordi dei pesanti scarponi sull'asfalto dissestato.

Quanti soldi avete?” chiese Rontgen senza accennare a rallentare. I due pony si guardarono l'un l'altro, poi Strangeye prese la parola.

“Abbiamo i bits che ci ha dato Dealer”

Ottimo, almeno ci rimarranno i soldi per comprare un po' di munizioni e delle buone maschere antigas!”

Costano così tanto?” Chiese Red che chiudeva la fila guardandosi intorno nervosamente: quella strada era troppo allo scoperto, e le poche esperienze avute con banditi, mutanti ed altri stalker gli avevano dato un'ottima ragione per temere gli spazi aperti.

Abbastanza, ma il problema è un altro” Rontgen rallentò avvicinandosi ai due.

In pratica per andare a Sodoma dobbiamo oltrepassare un fiume, e a quanto dicono il ponte più vicino è in mano ad un gruppetto di banditi... Quindi preparatevi ad essere spennati per bene hehehe! Poi vabbeh, son soldi ben spesi! Nemmeno a mezzo chilometro c'è questa stazione di controllo dove una volta ci controllavano le cataratte di un canale di irrigazione. Adesso è un avamposto commerciale gestito da una delle bande di banditi più importanti della Zona, cavolo questa porzione di Zona è completamente gestita dai banditi non trovate? Nemmeno la mafia di Saddle potrebbe fare di meglio hahaha!”

Rontgen stava entrando nella famigerata “modalità logorrea”; Red si limitò a calcarsi il cappuccio sulla testa cercando di sentire meno baggianate possibile da colui che con molta probabilità li stava conducendo ad una vera e propria rapina legalizzata.


Erano sdraiati dietro ad i resti rugginosi di un piccolo furgone rovesciato, in lontananza si poteva scorgere lo scheletro marroncino di un ponte di ferro, sotto di esso scorreva impetuoso il fiume ingrossato dalle recenti piogge. Il capo del ponte in vista era stato pesantemente fortificato con un muro di sacchi di sabbia e automezzi alto tre volte un pony, la strada che portava al ponte era costellata di ostacoli anticarro e filo spinato. Quella che una volta era la centralina dove si trovavano i comandi che permettevano al ponte di aprirsi per far passare le imbarcazioni era stata trasformata in un bunker, che sembrava essere stato sventrato di recente da una grossa esplosione.

Da quando si erano avvicinati al furgone il contatore geiger aveva preso a scricchiolare furiosamente, ma Rontgen sembrava non dargli peso e se ne stava bellamente appoggiato sul metallo irradiato.

Red, io vado a parlare con i gentlecolts sul ponte, tu coprimi dall'alto, credi di farcela?”

La domanda dell'unicorno freddò Red: e se la trattativa sul prezzo fosse andata storta? Avrebbe dovuto uccidere dei pony sconosciuti, oppure fuggire abbandonando al suo destino un compagno che gli aveva salvato la vita ormai diverse volte; per quanto la seconda opzione lo disgustasse era meglio che privare un pony della propria vita per la terza volta. Mentre pensava a tutto ciò l'immagine di Summer Tip che si accasciava su di lui con la testa spaccata da una pallottola lo fece rabbrividire; finalmente si sbloccò.

Si... Credo di, insomma si! Ce la faccio... Ma non so quanti colpi mi rimangono..." mugugno a Rontgen, che sorrise, e dopo essersi avvicinato al pegaso stacco il caricatore a tamburo della sua mitragliatrice.

Vedi questa piccola tacca al centro? Questa quando spari ruota in senso orario come la lancetta delle ore... Quando è mezzogiorno il caricatore è pieno, mentre a mezzanotte, beh sei fregato, uhm! Il tuo segna le sei. Dovresti farcela, basta che non spari a cavolo” Red sorrise amaramente mentre rimetteva a posto il caricatore.

Bene occhio di biscia tu...”

Le bisce hanno le pupille tonde sai?” nitrì Strangeye diventando ancora più rosso di quanto non fosse normalmente.

E secondo te quanto me ne frega da uno a dieci?” rispose l'unicorno verde troncando sul nascere l'ennesima litigata.

Tu striscia nell'erba alta fino all'argine del fiume, in modo da avere il loro fianco sotto tiro, in caso di problemi sarai tu a fare la maggior parte del lavoro sporco, quindi non risparmiare le munizioni”

Parli come se dovesse per forza finire in uno scontro” borbottò Red mentre si aggiustava le cinghie che tenevano la parte anteriore dell'arma saldamente attaccata al fianco.

Beh, di solito da queste parti le questioni si risolvono con la polvere da sparo” Rispose Rontgen con nonchalance rimettendo gli zoccoli a terra.

Aspetta che raggiunga i primi ostacoli, poi decolla e circuita sopra le loro teste!” L'unicorno trottò in direzione del ponte senza aggiungere altro. Mentre Strangeye si apprestava a fare lo stesso uno zoccolo si posò sulla sua spalla trattenendolo.

Aspetta un attimo” Quando Strangeye si voltò, si ritrovò di fronte alla faccia un quaderno dall'aria piuttosto vecchia, il titolo recitava: “Composizioni per chitarra classica vol. 3”.

L'unicorno rimase un attimo sorpreso dal gesto del pegaso non capendone il significato, poi capì; il suo corno si illuminò sfogliando alcune pagine con la magia, si sorprese di non avere usato gli zoccoli data la sua proverbiale antipatia per la magia. Fischiò in tono di sorpresa e ammirazione.

Accidenti... Figata... ”

L'ho trovato nel laboratorio, bello eh? Almeno adesso siamo pari! Io la rivista pornografica e te gli spartiti no? Eheheh” lo interruppe Red con un sorriso a trentadue denti.

Ah... ehm, perché me lo dai ora?”

E che quelle bestiacce mi hanno fatto pensare ad altro tutto il tempo, me ne sono ricordato solo ora” rispose il pegaso allargando ancor di più il sorriso.

Va bene... Maledizione stai diventando come Rontgen ehehehe...”

Ripose il quaderno nello zaino, questa volta senza la magia.

A proposito di quel cazzone, meglio darci una mossa prima che qualcuno gli faccia lo scalpo” disse dando una sonora zoccolata sulla fronte di Red per poi saltare nelle fitta vegetazione ai lati della strada scomparendo. Red rimase un attimo immobile ascoltando il battito furioso del suo cuore terrorizzato dalla situazione e tirò un profondissimo sospiro.

Speriamo bene... Cazzo!” Aprì le ali e si alzò in volo.

Rontgen era ormai a pochi metri dalla barricata: al lato della barriera erano stati ammonticchiati una decina di cadaveri smembrati e bruciacchiati. Un paio di teste scorgevano da dietro i sacchetti di sabbia intente ad osservare il nuovo arrivato; l'unicorno poté sentire il temibile suono delle cartucce che venivano incamerate e delle sicure disinserite, un suono familiare nella Zona. Un grosso pegaso in divisa mimetica e bandana verde scavalcò la parte più bassa della barricata, composta semplicemente da una automobile rovesciata sul varco tra le imponenti mura di sabbia e lamiera.

Buongiorno Stalker!” Esordì il pegaso ghignando e sbattendo le ali sotto la pesante divisa; dopo il saluto sollevò lo sguardo preoccupato. Anche Rontgen guardò in alto e vide Red che volava sopra di loro descrivendo dei larghi cerchi come fa un avvoltoio prima di avventarsi su di una carogna.

E tu chi sei? Non mi sembri uno degli uomini di Spin!” Disse guardando di sottecchi il pegaso che nel frattempo aveva fatto segno a qualcuno di tenere d'occhio Red.

E chi diavolo sarebbe spin?” Esclamò il pegaso.

Quello che in teoria dovrebbe essere qui a contrattare con me riguardo al pedaggio per attraversare il ponte.

C'è stata una rilevazione dell'attività” Disse il pegaso indicando il mucchio di cadaveri.

Adesso qui la faccenda la gestisce il sergente Buttermane, cioè io” Si batté uno zoccolo sulla piccola mitragliatrice da fianco sorridendo. Rontgen indietreggiò per un paio di metri.

Siete dell'armata di contenimento!?”

Si, abbiamo effettuato un Raid giusto stanotte, per stanare un po' di feccia della Zona hehehe, ma questo non vuol dire che non sia disponibile a far affari con chi si comporta bene...”

Rontgen si ricompose: “Dobbiamo attraversare il ponte!”

Ehi, quel pegaso che svolazza è un tuo amico giusto? Fatti dare una mano da lui e sparisci di qui prima che decida di rispettare l'ordine di fare fuoco a vista sugli stalker” rispose il pegaso senza muoversi di un millimetro. Rontgen sapeva che Red nelle condizioni in cui era stato ridotto nel laboratorio non sarebbe mai riuscito a trasportarlo, era già un miracolo che volasse per se.

Questo non è affare tuo, allora! Vogliamo discutere sul prezzo del pedaggio o no!?” Sbottò l'unicorno stizzito. Il militare esibì un sorrisetto soddisfatto.

Dammi tutti i bits che hai! Più gli artefatti, medicine, munizioni ed equipaggiamento elettronico! Lo stesso prezzo vale per il pettirosso qua sopra!”

Rontgen nitrì grattando lo zoccolo per terra.

Già che ci sei sparami in fronte e toglimi tutto quello che ho!”

Buttermane rispose all'unicorno disinserendo la sicura del mitra.

Non mi tentare stalker! Il prezzo è questo! Se vuoi passare vieni avanti e paga, altrimenti ti consiglio di sparire prima che mi venga voglia di prendermi quello che hai con la forza!”

Rontgen alla minaccia del sergente sembrò calmarsi: “Ok, ok!... Luridi porci ladri!” Mormorò voltandosi.



Due fucili vennero circondati da un'aura magica verde e volarono fuori dalle rispettive fondine. Rontgen si voltò con un salto scaricando due colpi sulla faccia del militare, che scomparve in una nube rosacea di sangue nebulizzato, frammenti cranici e materia cerebrale straziata. Riuscì a gettarsi dietro la base di una delle travi portanti del ponte mentre il fuoco di diverse armi portatili accompagnate dal rombo di una mitragliera di grosso calibro si abbattevano dietro di lui. Poco lontano dal ponte si accese il fuoco della mitragliatrice da zoccolo di Strangeye che iniziò ad emettere dei latrati secchi in direzione del fianco scoperto del ponte. Al trambusto si aggiunse pure la mitragliatrice di Red che sparava delle brevi raffiche: il pegaso svolazzava in tutte le direzioni evitando la fiumana di traccianti ogni volta che il fuoco si concentrava su di lui. Era in posizione di netto vantaggio rispetto ai difensori del ponte, ma non riuscì a colpire nessuno, anche se molti sentirono il fischio dei suoi proiettili. Rontgen lanciò un incantesimo contro il muro di sacchetti distruggendone la sommità e estrasse una granata rubata a Bloodspring da una bisaccia.


Il soldato scelto Keyfree stava fumando tranquillamente una sigaretta immerso nella boscaglia dell'argine dietro al posto di blocco sul ponte quando infiammò la battaglia; gettò a terra la sua amata “Mareboro” e fece galleggiare grazie alla sua magia di unicorno il suo fucile di precisione avvicinando il mirino all'occhio sinistro: qualcuno aveva attaccato il ponte uccidendo almeno quattro soldati, ed i restanti sette si erano barricati stretti da due fuochi, uno proveniente dalla prateria vicino all'argine opposto al suo, mentre l'altro dall'alto, ad opera di un pegaso che volava in tutte le direzioni sparando brevi raffiche.

Calcolò bene la distanza, ed aspettò il momento propizio per fare fuoco.

Questo arrivò quando il pegaso volò verso l'alto per sfuggire ad una raffica di mitragliatrice. Il soldato tirò il grilletto ed il fucile emise un forte boato beccheggiando a causa del rinculo. Il pegaso si piegò in posizione fetale stringendosi il petto e cadde nel fiume scomparendo tra i flutti scuri. Il mirino si spostò alla ricerca del secondo tiratore. Una granata esplose in mezzo al ponte uccidendo cinque pony che avevano fatto lo sbaglio di serrare i ranghi. Il soldato staccò l'occhio dal mirino sconvolto capendo che ormai il ponte era caduto, afferrò ciò che poteva e si diede alla macchia.


Rontgen scavalcò un cadavere trottando sul ponte: un soldato era ancora vivo ma gravemente ferito.

Si stava trascinando lungo il ponte verso una radio miracolosamente intatta lasciando una larga scia cremisi sul cemento; L'unicorno girò intorno a lui e sorridendo sadicamente si divertì a rovesciarlo di schiena alcune volte, poi iniziò a depredarlo di ogni suo bene come se fosse già morto.

Strangeye comparì dal nulla guardandosi intorno.

Porca puttana, ci è andata bene. Dov'è Red?”

L'unicorno si distrasse un attimo dalla sua occupazione e scosse la testa indicando il fiume per poi riprendere la sua opera di saccheggio sul resto dei cadaveri lasciando a terra il morente.

Merda...” Mormorò Strangeye cadendo a sedere.

Com'è succ...”

Dai qui abbiamo finito! Andiamocene prima che arrivi una pattuglia o peggio!” lo esortò Rontgen.

Mentre l'unicorno verde si allontanava Strangeye osservò un attimo la disperata impresa del soldato, era ormai a pochi metri dalla radio: al moribondo non sembrava importare altro, il mondo si era ristretto ad un piccolo corridoio tra lui e la radio, il resto sembrava non importargli. Non fece nemmeno caso alla fredda canna del mitra che Strangeye gli appoggiò sulla nuca.

  
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