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Autore: Hazza_Boo    03/04/2013    7 recensioni
JERRIE ARANCIONE. Se non vi piace il genere non entrate, chiaro?
A Jade piace tanto osservare Perrie dormire sul suo petto, accarezzarle la pelle diafana, passare la mano sui fianchi della ragazza... e questa volta si perde nei pensieri e nei ricordi. I pensieri sono riguardo a quando Perrie sia perfetta, ed i ricordi sono riguardo al loro primo bacio. La prima volta in cui Jade capì che le loro anime erano legate da un filo invisibile ed indistruttibile, quella notte che erano andate a fare un bagno al mare, sotto quella luna tondeggiante e mozzafiato.
Dal testo: "[...] «Cosa c’è?» mormorò al mio orecchio con fare dolce. Aprii gli occhi, scossi la testa incapace di parlare.
«Nulla...»
«Hai paura?»
Dissi di no con un movimento del capo.
Allora Perrie non ebbe più bisogno di altre informazioni, ed io non chiesi nulla. I nostri respiri accelerarono, chiudemmo gli occhi, galleggiammo nell’acqua, tenendoci strette l’una all’altra, le nostre fronti si sfiorarono, poi sollevai il capo e..."
Stop. Buona lettura.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Jade Thirlwall, Perrie Edwards
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione:contenuto Jerrie (Perrie/Jade) arancione. Vi consiglio di non leggere se non vi piace questa coppia, o se non vi piacciono baci tra ragazze. Leggete le note finali o niente biscottino (?)
Ps. Chiedo scusa in anticipo per gli errori.
 
Di rose e vaniglia.
 
 
Bellezza
I suoi capelli erano lunghi, mossi e biondi. Profumavo di shampoo ai fiori di ciliegio, il suo preferito. E quando ci abbracciavamo dolcemente sotto le coperte, o quando lei mi sfiorava il collo con le labbra potevo sentire qualche ciocca solleticare la pelle. Erano setosi e morbidi, amavo immergerci le mani, avvolgere una ciocca intorno al dito, e amavo come lei mi osservava incantata, senza distogliere lo sguardo dai miei occhi.
Purezza.
La sua pelle era diafana. Bianca come la luna, morbida e profumata. Aveva un profumo unicamente inebriante. Sapeva di primavera, di piogge e di temporali, allo stesso tempo di fiori, di rose e vaniglia. Quel chiarore puro era interrotto dall’inchiostro dei tatuaggi. Con le dita tracciai il contorno. Sotto il mio tocco la sentii rabbrividire. Allontanai subito la mano per paura che si fosse svegliata. Invece Perrie si strinse più forte contro il mio petto, sorrise nel sonno ma non si svegliò.
Perfezione.
Con una mano passai sul suo collo, poi alle spalle, scesi percorrendo le curve dei fianchi. Mi fermai sono quando raggiunsi gli slip neri, in tinta con il top, che non facevano altro che mettere più in risalto la sua pelle chiara ed il suo fisico perfetto. Era una ragazza abbastanza alta, snella e formosa. Sentivo il suo seno premere contro il mio, quel contatto mi fece rabbrividire. Chiusi gli occhi e mi morsi un labbro. Possibile che una semplice ragazza fosse stata in grado di entrare nella mia vita e cambiare ogni cosa? E poi, una persona così bella, pura e perfetta come lei come poteva amare una come me?
Le nostre gambe erano intrecciate, i nostri corpi mezzi nudi coperti in parte dalle coperte disordinate, i nostri corpi stretti vicini sul letto. E mentre lei dormiva io la osservavo, passavo le dita tra i suoi capelli e le lasciavo qualche leggero bacio sulla pelle.
 
Perrie scoppiò a ridere come una pazza. In mano reggeva una bottiglia di birra mezza vuota. Ed era già la terza che si scolava in sole due ore. Ma lei era così: dopo il primo bicchierino era già andata.
«Dai, Jadie, vieni!» esclamò biasciando le parole. Barcollava nel buio della notte, con un tacco dodici, che le rendeva le gambe più snelle e lunghe. Indossava un vestito nero, lungo fino a metà coscia, aderente e ricoperto di paiette, con uno scollo a V sulla schiena. Metteva in risalto le sue curve, i suoi fianchi sinuosi, la sua pelle delicata e bianca.
Mi guardai intorno. Non c’era più nessuno. Avevamo perso persino le nostre amiche Leigh-Anne e Jesy. Eravamo andate tutte ad una festa sulla spiaggia quella sera, ma all’una di notte Perrie si era già stancata di stare in quella confusione di alcol e corpi caldi e appiccicati nel frastuono della musica a tutto volume. Allora avevamo lasciato il party. Lei mi aveva preso per mano, mi aveva sorriso con quel suo modo di fare malizioso e accattivante e mi aveva convinto a farci un bagno in mare.
«Jade!»
La sua voce squillante richiamò la mia attenzione. Lanciai uno sguardo davanti a me e sorrisi. Perrie si stava lentamente spogliando in riva al mare. Mi assicurai di nuovo che non ci fosse nessuno poi iniziai a togliermi la giacca di pelle, buttandola per terra. Mi disfai di quelle fastidiose scarpe dal tacco vertiginoso. Infine mi sfilai il vestito, lasciandolo scivolare lungo il mio corpo fino a quando questo si accasciò sulla sabbia.
Rimasta in biancheria intima misi i piedi in acqua, cacciai un urlo. «Perrie, ma è gelata!» gridai, ridendo per l’alcol ma rabbrividendo per il freddo.
La mia amica ridacchiò, ignorandomi completamente. La birra, la borsetta ed i suoi tacchi erano già a terra, e ora stava cercando di fare scendere la zip dell’abito.
«Oh, cara, mi dai una mano?»
Non esitai. Mi avvicinai all’amica da dietro, controllai dove si trovava la zip e gliela abbassai. Percorsi con la mano e lo sguardo tutta la sua colonna vertebrale, mi godetti quella visuale, sentendo un formicolio nel basso ventre… poi mi allontanai subito, chiusi gli occhi e scacciai quelle immagini dalla testa. Era la mia amica, eravamo in una band insieme, non potevo avere una cotta per lei. Ah, sì, io avevo una cotta per lei, quindi è meglio dire che: dovevosmettere di avere una cotta per lei. Non sarebbe funzionato. Era tutto sbagliato.
Perrie mi fece una pernacchia, gridò qualcosa come: «Prova a prendermi» poi iniziò a correre. Mi arrivarono degli schizzi, rabbrividii ed urlai. Scattò in me il desiderio di vendetta. Perrie giunse fino a dove l’acqua le arrivava alle cosce, lì si fermò e si voltò a guardarmi. Un attimo dopo l’avevo quasi raggiunta. Perrie avanzò ancora, poi inciampò nei suoi stessi piedi e cadde nell’acqua, in quello stesso istante riuscii a cingerle la vita. Così andò sott’acqua lei e portò con sé anche me.
Combattemmo sotto la superficie, rincorrendoci, nuotando, cercando di non ridere. Ritornammo a prendere aria, dove ormai i nostri piedi non toccavano più la sabbia.
«Presa!» esclamai felice.
Perrie stava ridendo e non riusciva a smettere. Ed io rimasi ipnotizzata, come sempre, ad osservare il suo sorriso. Era bellissima… i suoi denti erano dritti e bianchi, le sue labbra si stavano facendo più chiare per il freddo, i suoi occhi brillavano ed intorno si erano formate delle piccole rughe d’espressione. La luce della luna nel cielo notturno la colpiva in volto, illuminando la sua pelle, facendo luccicare le gocce d’acqua sul suo corpo.
Mi dovetti ricordare di respirare. E mi accorsi di essermi morsa il labbro solo quando sentii in bocca il sapore del sangue.
Perrie nuotò lentamente verso di me.
«Non è bellissimo?» disse con voce impastata e biascicata per l’alcol. Stavo tremando per il freddo così tanto che non riuscivo nemmeno ad annuire. Perrie non distolse mai lo sguardo dai miei occhi. E ciò fece fare al mio cuore una capriola nel petto. Mi si avvicinò, azzerò ogni distanza, e gettò le braccia intorno al mio collo, le sue gambe intorno alla mia vita. Si strinse forte a me, la punta del suo naso a sfiorare la mia, i nostri occhi chiusi… improvvisamente non sentii più freddo.
«Cosa c’è?» mormorò al mio orecchio con fare dolce. Aprii gli occhi, scossi la testa incapace di parlare.
«Nulla...»
«Hai paura?»
Dissi di no con un movimento del capo.
Allora Perrie non ebbe più bisogno di altre informazioni, ed io non chiesi nulla. I nostri respiri accelerarono, chiudemmo gli occhi, galleggiammo nell’acqua, tenendoci strette l’una all’altra, le nostre fronti si sfiorarono, poi sollevai il capo e le mie labbra trovarono quelle di Perrie. La mia intenzione era quella di sfiorarle e poi allontanarmi, invece lei ricambiò il bacio, lo approfondì appena. Si strusciò su di me. Sentii sul ventre il suo bacino e i movimenti dell’acqua. Allontanammo le nostre labbra, buttai la testa all’indietro e gemetti impercettibilmente. Quando aprii gli occhi davanti a me trovai il cielo blu scuro, una luna tondeggiante che ci guardava e illuminava i nostri volti, riflettendo la sua immagine nel mare calmo e freddo.
«Jade?»
A quel richiamo, - questa volta la sua voce era un sibilo dolce e tremante-, tornai a fissare Perrie. Il suo volto era serio, quasi intimorito. Il labbro inferiore tremava appena, i suoi occhi azzurri erano pieni di un barlume che brillava in modo particolare, erano lucidi ed irritati per l’acqua salmastra.
«Sì?»
«Io ti amo.»
Rimasi basita. Spalancai gli occhi, ma subito mi rilassai. Sorrisi dolcemente, capendo che era ubriaca ed il giorno dopo si sarebbe dimenticata tutto. Da una parte era meglio così, dall’altra parte desideravo impellentemente che quella situazione si potesse ripetere ancora… intendo il bacio. E qualcosa di più, magari.
«Oh, Jade,» Perrie scosse la testa. Si strinse più forte a me, chiudendo in pugno una mano, imprigionandoci dentro anche ciocche dei miei capelli bagnati. «ti amo. Non come una amica, non come una sorella. Ti amo così come… come…» si guardò intorno cercando le parole giuste. Scoppiai a ridere, e lei mise su un broncio offeso.
«Mi ubriaco per avere il coraggio di dire questo segreto e tu mi prendi in giro. » e concluse con un: «fottiti», per poi togliere mani e gambe via da me. Senza di lei sentii ritornare il freddo. Non mi mossi, però. Cosa aveva detto?
«Ti sei ubriacata per…»
Perrie abbassò lo sguardo. Una lacrima solcò la sua guancia, quando la luce della luna la colpì questa brillò, poi scivolò giù e si disperse nell’acqua del mare. Senza dire nulla, mi avvicinai, le presi il volto tra le mani e la costrinsi a guardarmi.
«Guardami, Perrie, va tutto bene»
Il momento in cui ci guardammo negli occhi mi fece capire tutto. Non importava cosa sarebbe stato. Noi eravamo lì, eravamo vive e vivevamo il presente.
Con foga Perrie mi avvolse i fianchi con le gambe. Passai una mano tra i suoi capelli, i nostri volti si avvicinarono e ci baciammo. Ma non uno di quei baci innocenti e casti, come quello di poco prima. Un bacio che gridava a pieni polmoni: “Ti amo da morire. Voglio te per tutta la vita”.
Non pensammo ad altro. Non importava il futuro, importava essere insieme, importava quello che sentivamo. E allora la baciai con passione, con tutta me stessa. Ed in quel bacio legammo le nostre anime con un filo invisibile, certo, ma forte ed indistruttibile.

 
Al ricordo sorrisi. Sentii una lacrima scivolare via da sotto la palpebra chiusa.
«Che succede? Perché piangi?»
Quando sentii arrivare quella voce famigliare alle mie orecchie sussultai. Mi asciugai subito la lacrima e aprii gli occhi. Perrie si era appena svegliata, mi guardava accigliata.
Scossi la testa e le sorrisi dolcemente. «Niente. Ora va tutto bene»
Ora che ci sei tu nella mia vita, ora che possiamo dedicarci al nostro presente e al nostro futuro insieme. Ora che possiamo camminare mano nella mano nel destino.
Lei mi sorrise dolcemente. Nei suoi occhi brillava un barlume di malizia. Si allungò verso il comodino, afferrò il pacchetto di sigarette e l’accendino. Sbadigliai e mi stiracchiai, lanciando uno sguardo fuori dalla finestra. Il sole sorgeva alto nel cielo blu, all’orizzonte era ancora di un colore rosato e arancione. Erano passati anni da quella volta al mare, ed era incredibile che dopo tutto quel tempo io e Perrie ci guardavamo come la prima volta, come quel primo bacio, con le farfalle nello stomaco ed il cuore stracolmo di felicità e amore.
«E’ solo l’alba, potremmo tornare a dormire.» proposi, mentre osservavo il fumo uscire dalla sigaretta di Perrie. Da dietro quella coltre di nebbia vidi le sue labbra aprirsi in un sorriso malizioso.
«O magari…» gattonò su di me, poi si mise a cavalcioni sul mio bacino e si chinò sul mio volto. Si mosse sopra di me, facendo scontrare i nostri bacini. Mi sentii avvampare, lei si accorse del rossore sulle mie guance e ridacchiò. Una mano reggeva la sigaretta, l’altra correva sul mio collo, scendendo al mio petto e lì iniziò a palparmi un seno.
«… potremmo fare qualcos’altro.» sussurrò sensualmente al mio orecchio. Allora annuii felice. La osservai portarsi la sigaretta alla bocca, inalare e poi chinarsi per baciarmi. Prima che le nostre labbra si sfiorassero dalle sue lasciò uscire il fumo, io lo inspirai e sorrisi inebriata da quel calore e dalla pace che si espanse dentro di me. Poi ci baciammo, aumentando l’intensità e la passione di quel bacio sempre di più. Fino a quando Perrie fece scivolare una mano sul mio interno coscia, rabbrividii ed inarcai la schiena. Trattenni un gemito mentre lei rideva di gusto nel vedermi in quella situazione. Spense la sigaretta nel portacenere sul comodino e tornò a dedicarsi a me.
Mi lasciò dei baci lungo il collo. Si fermò all’altezza della clavicola, e lì non riuscii ad evitare di lasciarmi sfuggire dalle labbra un gemito quando sentii i suoi denti nella carne, e lei iniziare a succhiare quel lembo di pelle. Feci vagare le mie mani sul suo corpo, godendomi ogni dettaglio e sorrisi quando la udii fremere per l’emozione.
Prima di spingermi oltre l’elastico degli slip, allontanai il suo volto dal mio collo per guardarla negli occhi. Il suo sguardo da malizioso si fece tenero e dolce, i suoi occhi brillarono come quella notte al mare: lucidi, pieni di un barlume particolare.
«Ti amo, lo sai, vero?»
Lei finse di pensarci, poi sorrise e mi passò una mano tra i capelli. «Penso di averla già sentita questa frase da te.»
«Perché è vera…» lei non mi lasciò nemmeno terminare la frase che, con lo sguardo più serio e sincero che avesse mai avuto in vita sua, disse: «Ti amo anch’io, Jade.»
Non avevo bisogno di altro. Sorrisi radiosa, le gettai le braccia al collo e tornai a riempirla di baci.
 
Note finali:Innanzi tutto devo ringraziare chi ha letto questa fan fiction fino alla fine, frutto della mia malata fantasia da fangirl. Perché sì, adesso sto apprezzando le Little Mix e sono felice di scrivere fan fiction su di loro. Questa è la mia prima femslash più spinta che abbia mai scritto, potete anche prendermi in giro se volete. Non volevo fare parti rosse, anche perché mi vergognavo troppo. Quindi sì, questa storia mi fa vergognare e dunque se non piace nemmeno a voi la eliminerò.
Infine, chiedo scusa per eventuali errori e, vi prego, recensite e fatemi sapere se devo tenerla questa os oppure no. Ah, giusto, vi starete chiedendo: ma che c’entra la prima parte? Oppure semplicemente vi state chiedendo perché questa one shot non ha senso ed io vi rispondo: Non lo so nemmeno io! Yeah.
Bene, se non vi dispiace faccio un po’ di pubblicità. Le mie fan fiction a cui tengo di più, e che se non avete nulla da fare vi consiglio di leggere, sono: Per le
Larry Shippers (cliccate e vi si apre la pagina. E’ una larry rossa) e questa che è una larry verde e dolce. Per chi è interessato ho scritto anche altre Jerrie, ma vado fiera solo di pretend it's okay .
Ho fìnito. Non vi importuno più con le mie fan fiction folli. Bye.
 
  
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