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Autore: Tripudium tantum    03/04/2013    6 recensioni
In quel momento il sangue mi si gelò nelle vene. Brividi e ricordi mi invasero ogni cellula del mio corpo. Non l’avrei sopportato ancora. Sono stanco. Sono fottutamente stanco. La vita è bella, ma per me no. Dicono che sono pessimista, che non è niente. Ma mi sento male a fare quello che faccio.
Uscì dalla stanza con il suo permesso. Diedi un pugno al muro. Non avrei ucciso proprio nessuno. Ma, sono costretto; giusto?
[…]
Una sensazione bruttissima si impossessò del mio corpo. Avevo un vuoto allo stomaco. Dopotutto, è anche colpa mia. Non era nei miei piani innamorarmi della ragazza che devo uccidere.
Genere: Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Al mio risveglio non vidi Harry, ma ebbi una sensazione davvero brutta al petto. Mi scostai subito le coperte di dosso e corsi al piano di sotto. Non c’era nessuno, niente di niente. Ero seriamente preoccupata.
Ciondolando per la stanza notai un bigliettino sotto ad un bouquet lasciato nel tavolo della cucina. Non lessi ancora il biglietto, ma calligrafia era quella di Harry, n’ero certa.
Presi prima il bouquet con la mano tremante. Erano orchidee, lui sapeva che le adoravo. Con riluttanza, cominciai a leggere il biglietto.
“ Faith…
Probabilmente non mi avrai trovato al tuo risveglio e, scusa se non ti ho salutata come si deve. Ma non volevo svegliarti, sembravi un angelo senza ali. Non ti preoccupare per me, sono andato a mettere fine a tutto. Comunque vada… sappi che ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre amore mio. Harry x”
Scoppiai in lacrime. Mi sentivo afflitta, distrutta, amareggiata, preoccupata. Era come se qualcuno avesse infilato su uno spiedo il mio cuore e lo stesse arrostendo su una brace. Metafora che poco coincide in quella situazione, ma era davvero così. Stavo malissimo e niente mi avrebbe tirato su, se non vedere Harry sorridente che mi gridava che era uno scherzo. Calò un silenzio pesante nella stanza. Volevo trovarlo, prenderlo a schiaffi fino a farlo sanguinare e abbracciarlo.
Tutto il mio mondo si stava sgretolando, sgretolando lentamente. Non avevo più la forza di andare avanti.
Suonarono alla porta e, come un fulmine andai a vedere chi era.
Vidi mio zio che, con aria sconsolata entrava nella casetta.
- Zio…- bisbigliai con voce rotta.
- Mi dispiace, Faith- disse lui senza voltarsi.
Di male in peggio. In quel momento, volevo sparire dal mondo, dall’universo.
- Intendi dire che…- pronunciai sperando di aver capito male.
- È morto Faith. Le sue ultime parole verso di me sono state “di’ a Faith che la amo, anche troppo. Perché ho fatto questo per lei.”
- Dimmi dov’è – ordinai decisa.
L’uomo mi guardò con un’aria afflitta.
- All’ospedale qui di fronte. Fai due isolati e sei lì. Ma non credo che ce la farai a piedi.-
Appena pronunciò l’ultima frase ero già fuori. Stavo correndo come non avevo mai fatto. Non mi ero mai spinta così oltre, neanche quando il mio professore di ginnastica mi aveva fatto fare cinquanta minuti di corsa. 
Il cuore mi stava scoppiando nel petto, e la milza chiedeva pietà.
M in quel momento, niente era importante.

I only miss you when I’m breathing,
I only need you when my heart, is beating,
You’re the color that I0m bleeding,
I only miss you when I’m breathing!
This isn’t an ordinary feeling,
You’re the only thing that I believing…

In circa venti minuti ero lì. Il mio petto si alzava e abbassava ad un ritmo spaventoso, così ripresi lentamente fiato. Il grosso edificio bianco era davanti a me. Mi veniva da piangere, ma volevo essere forte. Varcai la soglia con riluttanza. Quando entrai, un uomo in camice bianco mi venne subito incontro.
- Vieni con me- mi ordinò quasi.
Lo guardai con un sopracciglio alzato. L’uomo mi sorrise cordiale.
- So chi stai cercando, vieni con me- disse porgendomi la sua mano.
Mi incuteva un po’ di timore, ma avevo l’impressione che fosse una persona buona. Era un uomo paffuto, con la pelle smorta. Aveva lunghi capelli che gli arrivavano alle spalle e, spessi occhialoni che tirava giù quando mi guardava. Aveva delle bellissime iridi azzurre, più del cielo.
Lo seguì. Mi portò fino ad una camera con su scritto “Stanza 452, paziente Styles”
Le lacrime minacciavano ardentemente di uscire. Non so con quale forza d’animo non uscirono. Mi piombai immediatamente nella stanza. Appena vidi Harry in quel letto, con un braccio ingessato e le gambe garzate, completamente rosse, avrei voluto spararmi un colpo.
L’espressione sul suo viso era sofferente. Era attaccato a un aerosol, con molteplici fili attaccati al suo braccio. Era troppo per me.
Presi la sedia disposta in un angolo della stanza e mi misi vicino a lui. Cominciai a fissarlo, quasi che se l’avessi fatto si sarebbe svegliato. Cominciai a ridere. Un aggeggio metallico continuava a suonare. C’era una linea dritta e verde, nello schermo. Sapevo benissimo cosa significava.
La mia risata non era di gioia, ma neanche legata al pianto.
Era demoniaca, spaventosa, inquietante.
- Sai Harry,- dissi cercando di non ridere – è buffo. Stamattina ho visto per l’ultima volta i tuoi occhi-

Da quel giorno passarono due settimane, due settimane infernali. I medici continuavano a dirmi che era in coma e, che da un giorno all’altro si sarebbe svegliato, ma io non ci credevo. Da qual giorno mi ubriacavo ogni sera e, tornavo a casa con una dose di eroina nel sangue ogni giorno maggiore. Però, quando mi riprendevo ed ero ‘stabile’ andavo a trovare Harry. Gli raccontavo tutto quello che avrei voluto dirgli. Gli raccontavo anche che mi ubriacavo aggiungendo un “lo so che non dovrei, ma soffro troppo. Ti prometto che non ci andrò più”.
Ma alla fine ci andavo sempre. Prendevo pillole a caso nel cassetto dei medicinali tanto per sentirmi un po’ stordita, e attutire il dolore che provavo sempre più ardentemente nel petto. La mia vita stava andando a rotoli.  Un giorno in cui ero più stabile, però, andai a trovare Harry. Presi la sua mano tra le miei e cominciai a parlare.
- Harry, è da tanto tempo che sei qui, e mi manchi davvero tanto. A volte mi chiedo se riesci a sentirmi… i medici dicono che sei in coma, a volte in stato vegetativo… sinceramente non so più a cosa credere.-
Vidi il suo viso spento, e senza fossette. Mi venne istintivamente da piangere. Mi misi di fianco a lui nel letto, appoggiando la testa sul suo petto. Non sentivo battito, e questo mi distruggeva. Mi strinsi a lui, addormentandomi poco dopo.

Mi svegliai la notte. Un’infermiera mi disse che l’orario delle visite era finito. Sospirando, tornai a casa. Stranamente non mi andai a ubriacare, ma guardai solo l’album di foto che avevamo io e Harry. Mi lasciai affogare in quei ricordi, senza malinconia o tristezza. Non so neanche io che provavo. “Devo rivederlo” sussurrai tra me e me. Buttai l’album per terra e corsi verso l’ospedale. Provai ad entrare dalla porta d’ingresso, ma era chiusa. Cercai di tirarla un paio di volte, ma niente. Notai una finestra aperta sul corridoio. Era un po’ alta, ma ce la potevo fare. Mi aggrappai con le mani e appoggiai i piedi sul muro; con una spinta sovraumana cascai a faccia a terra. Mi rialzai immediatamente. La mia bocca sanguinava, così asciugai il sangue con la manica della maglia. Scorsi tutte le porte, fin quando non vidi il numero “452”. Spinsi la porta ed entrai. Era rimasto uguale. Presi un’altra volta la sedia che ormai aveva la mia faccia, e, senza smettere di fissarlo assunsi la mia solita posizione: la sua mano tra le mie.
- Harry…- cominciai – non ce la faccio più. Ho bisogno di te! Ho bisogno del tuo sorriso, ho bisogno dei tuoi occhi, ho bisogno del tuo patetico senso dell’umorismo, della tua voce così roca, delle tue carezze, dei tuoi abbracci, ma soprattutto del tuo sorriso.- conclusi scoppiando a piangere.  
Fu un attimo.
Fu un secondo.
Sentì la mia stretta ricambiata.
Alzai immediatamente gli occhi. Vidi Harry con un flebile sorriso sul volto. Mi sentivo rinata. Per la prima volta sorrisi, e quel sorriso non era dovuto all’alcool.
I suoi occhi si aprirono a fatica, ma erano semi-chiusi. Mi buttai fra le sue braccia urlando. Lui ricambiò il mio abbraccio.
- Harry…- sussurrai con voce rotta dall’emozione.
Mi staccai dal suo abbraccio, e corsi fuori dalla stanza. Inciampai un paio di volte e avevo lividi su tutte e due le gambe, ma niente importava. Vidi il dottore che mi aveva portato da lui la prima volta, e lo presi con forza per un braccio.
-Forza!Forza!- urlai – Harry si è svegliato! Harry si è svegliato!-
- Tu non dovresti essere qua a quest’ora!- disse severo.
Non smisi di sorridere.
- Possiamo parlarne più tardi?! Venga subito!- urlai entusiasta.
Lo trascinai nella sua stanza. Harry sorrideva ancora.
- Bene, bene!- esclamò il dottore – si sta rimettendo, signor Styles!-
- Dottore…- disse flebile. – potrebbe lasciarci un attimo soli?- chiese guadandomi.
Avvampai. Era così bello risentire la sua voce!
Il dottore ci lasciò con un sorriso stampato in volto. Mi avvicinai ad Harry. Lui mi sorrise, allargando le braccia con un po’ di fatica.Mi ci buttai dentro, cominciando di nuovo a piangere.
- Ti ho sentita, sai?- mi sussurrò all’orecchio. – sentivo tutto, quando mi parlavi. Grazie per non avermi abbandonato…- 
Mi staccai immediatamente sorridendo.
- Perché mi ringrazi? Dovrei ringraziarti io.- risposi.
Lui rise, ed il mio cuore fece un balzo nel petto.
- Per cosa?- chiese continuando a ridere.
Sbarrai gli occhi. Scossi la testa e mi ributtai tra le sue braccia. Cercai di staccarmi nuovamente, ma Harry mi afferrò il viso. Mi guardò per una manciata di secondi negli occhi, prima di appoggiare le sue labbra sulle mie.
In quel momento capì che quelle labbra mi erano mancate, mancate come  a un bambino mancherebbe giocare.

Lo lasciarono ancora una settimana in osservazione, poi tornammo a casa. In quella settimana, lo andavo a trovare la mattina presto e me ne andavo a fonda notte. Ogni giorno portavo cibo cinese da mangiare per pranzo. Mi divertivo a guardarlo armeggiare con quelle due bacchette! Una volta se l’era infilate nel naso, e io non ho fatto altro che scoppiare a ridere. Invece la sera prendevamo un pezzo di pizza. Una volta il dottore ci aveva beccato, e per farlo tacere ho dovuto donargli un pezzo della mia pizza. Harry mentre rideva come un cretino!

- È cambiato qualcosa?- chiese lui preoccupato.
Scossi la testa felice. Lo presi per mano e lo trascinai nella nostra solita casetta in legno. Zio Frank sapeva già che Harry si era risvegliato dal coma, ma non ci credeva fino in fondo, perché pensava fossi impazzita dal dolore. Appena Harry varcò la soglia i suoi occhi si illuminarono. Lo corse ad abbracciare, mentre Harry stava letteralmente soffocando. Mi unì anche io a quell’abbraccio.
- Harry, ho una sorpresa per te.- gli disse mio zio.
Harry inarcò un sopracciglio. Mio zio sparì dietro il muro, quando vicino a lui comparve una donna dai lunghi capelli castani, ed un sorriso splendido.
Harry si precipitò verso di lei, dicendo cose tipo “mamma! Oddio mi sei mancata così tanto!”. Mi accarezzai l’avambraccio destro un po’ imbarazzata. Harry corse verso di me, mi mise un braccio intorno al collo e mi presentò.
- Mamma, lei è Faith, Faith Jhonson.- sorrise. – è la mia ragazza.-
La donna si avvicinò verso di me, con gli occhi spalancati.
- Tuo padre era un grande uomo. Io sono Anne, tuo padre è sempre stato il mio migliore amico.-

Parlammo ancora molto. In un momento di silenzio, pronunciai: “Vi rendete conto? Tutto adesso è finito. Tutto”






INIZIO COL DIRE CHE QUESTO CAPITOLO E’ PARI ALLA DIVINA COMMEDIA AHAHAHAHAHAH
Ehyla, ledies c:
Coooome vass? Ho recuperato un po’ I voti, yeeeeh! So, per festeggiare la mia ispirazione ha fatto il giro della mia testa, e non riuscivo più a smettere di scrivere! Stranamente, mi piace molto questo capitolo. Questo sarà l’ultimo, il prossimo sarà l’epilogo :c questa storia è la mia preferita, tra quelle che ho scritto. Penso che quando pubblicherò l’epilogo scoppierò a piangere.
Ma non vi libererete di me tanto facilmente c: ho cominciato a scrivere una storia, passateci, se vi va! A me farebbe davvero tanto, tanto piacere! E se volete lasciarmi una recensione, oggi, perché è la penultima volta che ci vediamo… non mi offendo :c se questo capitolo arriva alle 6 recensioni pubblico l’epilogo la prossima settimana c:
Ecco il link della mia nuova FF:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1695450&i=1
Uhm… passate anche nel mio profilo magari ^.^ ciau <3 
   
 
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