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Autore: Zazar90    04/04/2013    1 recensioni
Quante ne saranno successe dietro le quinte del Rock N' Roll?
Capitolo per capitolo, cerchiamo di scoprirlo.
Inventate di sana pianta o tratte da fatti realmente accaduti, a voi la scelta!
[Fanfic Roundrobin - altre persone possono postare nuovi capitoli anche senza autorizzazione]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: Zazar90
Titolo: Bob Dylan meets the Beatles
Rating: Giallo
Personaggi: Bob Dylan e i Beatles
Note: Questo capitolo appartiene ad un'altra mia fanfiction che si trova in questa sezione, "Foxy Lady". Togliendo un po' di dettagli ho deciso di riproporlo in questa raccolta, buona lettura!



Era il 30 agosto 1964. Bob Dylan si stava dirigendo insieme al suo entourage nella suite dei Beatles all’Hotel Delmonico. Il suo avanzare era come sempre deciso e sicuro di sé, mascherando qualsiasi ombra di insicurezza dietro alle lenti dei suoi fedeli occhiali scuri. Un’orda di fan si levò al suo passaggio, tentando in ogni modo di strappargli se non un autografo, perlomeno uno sguardo.. Ma il suo volto rimaneva serrato in una posizione da automa, senza lasciarsi sfuggire un minimo segno espressivo.

“Quindi è stato proprio John Lennon a chiederti di contattarmi.” domandò il musicista ad Al Aronowitz, un importante giornalista incaricato dal Saturday Evening Post di seguire i Beatles in tournée. Quest’ultimo fece cenno d’intesa e lo intimò di seguirlo in mezzo ai poliziotti.
“Ebbene si.. Mister Lennon è rimasto molto colpito dalle vostre canzoni.”
“Beh.. Quello già lo sapevo.” sbuffò Bob, attraversando la falange di poliziotti pronti a proteggerlo dai fan. Mesi prima infatti, durante un suo concerto alla Royal Festival Hall di Londra, gli era arrivato un telegramma dallo stesso Lennon, nel quale ammetteva che gli sarebbe piaciuto essere lì con gli altri, se solo non fossero stati impegnati con le riprese del loro film.
“È emozionato, Mister Dylan?? Questo è il vostro primo incontro con i Beatles..”
“Io emozionato??” una smorfia sghemba spuntò fuori in quel viso di fanciullo. “I Beatles mi piacciono molto, ma I want to hold your hand non ha di certo la profondità della mia Don’t think twice, it’s all right.”
Ancora non era consapevole di cosa stesse andando incontro.. Ancora non sapeva che quell’avvenimento sarebbe stato così importante da cambiare il corso della storia della musica.

“Bob Dylan.. Cioè, cazzo. Bob Dylan!!!” 
John non riusciva a stare un attimo fermo. Era seduto insieme ai suoi compagni e al loro manager Brian Epstein, avevano appena finito di cenare. George pure era parecchio agitato e si rigirava nervosamente la forchetta fra le dita, guardandosi di continuo intorno.
“Ma quando arriva??”
“Mah, quello secondo me si sta facendo aspettare di proposito..” borbottò Ringo, curiosando la sala con i suoi occhioni azzurri. Il suo sguardo però cadde sulla figura pensierosa di Paul, maggiormente interessato alla contemplazione di un bicchiere mezzo vuoto.
“Tutto a posto, Paul??” domandò Epstein, chinandosi verso di lui. Il giovane sussultò un poco, poi sbatté più volte le palpebre.
“Si, si.. Tutto a posto.” mentì, sistemandosi la cravatta.
“Oh, cazzo!!! È arrivato Bob Dylan!!!”

Fu lo stesso Aronowitz a fare le presentazioni. Un Bob Dylan più che deciso, ma meno alto del previsto, strinse le mani dei quattro Beatles, senza neppure togliersi gli occhiali. Dopotutto, il suo personaggio veniva assolutamente prima delle buone maniere.
“Mister Dylan.. Lei, lei è davvero un mito!!” ammise timidamente George, senza staccare gli occhi dalla sua figura. “Cioè.. The Freewheelin’, che spettacolo quel disco!!! L’abbiamo rovinato a furia di ascoltarlo!!!”
“Ah si, eh??” ridacchiò Bob, alzando un sopracciglio. Harrison mosse più volte il capo, in modo affermativo. 
“Che figura ci fai fare, George??” scherzò John, colpendolo rapidamente sulla nuca. Il più giovane dei quattro allora si morse un poco il labbro inferiore, seppur sorridendo.
“Ma.. Voi inglesi come siete soliti divertirvi??” domandò improvvisamente Dylan, infilandosi le mani in tasca. Paul lanciò un’occhiata al suo manager e si rivolse pure lui al musicista.
“In che senso??”
Bob trattenne un risolino e si avvicinò maggiormente a lui, in modo da potergli sussurrare in un orecchio.
“Che ne dite di farci uno spinello??”
“Uno spinello??” 
Il bassista parve piuttosto basito dalla sua proposta. 
“Si, uno spinello. Che c’è, hai paura??”
“No, no.. Ma che dici.” 
Eppure Dylan non sembrava tanto convinto..
“Non dirmi che.. Non avete mai fumato!!”
Al suono di quella frase, John e George si guardarono divertiti. Loro almeno avevano provato l’erba.. Anche se non di ottima qualità.
“Beh?? Cos’è quella faccia??” si indispettì McCartney, storcendo il naso. Il musicista americano scoppiò quindi in una sonora risata.
“Non ci credo.. Lo dite pure nella vostra canzone!! Come fa quel pezzo.?? I get high! I get high!!” 
E canticchiò sulle note di I want to hold your hand, pienamente convinto. Anche se.. I Beatles non lo erano altrettanto.
“Forse vuoi dire.. I can’t hide!!!!” corresse John, sempre più perplesso. Dopodiché, furono gli altri Beatles stavolta a ridere, mentre Bob iniziava goffamente a rollare il primo spinello, facendo cadere addirittura un po’ di marijuana. Aveva cercato di fare il gradasso con loro, ma i suoi risultati erano stati più che disastrosi.

“Tieni, Lennon.. Fuma!!”
Bob passò il primo spinello a John, dopo aver fatto un lungo tiro di prova. Quest’ultimo però non sembrava fidarsi molto e si voltò di scatto verso Ringo.
“Provalo tu per primo.”
“Perché io??” si impaurì, con voce piagnucolosa. Lennon roteò gli occhi all’indietro e gli porse lo spinello proprio di fronte alla bocca.
“Sei o non sei il mio assaggiatore??”
“Infatti non lo sono!!!”
“E fuma!!!!” lo incitò dunque il chitarrista, fulminandolo con lo sguardo. Ringo sospirò con volto rassegnato e si portò la canna fra le labbra, iniziando a fumarla come una sigaretta.
“Si, ma passa!!!” si innervosì John, notando che ci aveva preso gusto. Bob ghignò divertito e iniziò a rollarne un altro.



Era uno dei momenti più alti dell' esistenza di Bob Dylan e quell' incontro cambiò il corso della storia della musica: Bob da allora riadattò in senso «beatlesiano» il suo modo di fare rock' n' roll, mentre i Beatles cominciarono a scrivere testi seri e profondi come quelli delle canzoni di Dylan.

Non ci volle molto perché fossero tutti fumati persi. McCartney disse di aver scoperto il significato dell’esistenza e cercava una matita per scriverlo. Starr ridacchiava. Brian Epstein diceva che si sentiva alto fino al soffitto.
Il giorno dopo, alla luce fioca del mattino, McCartney guardò i suoi appunti a matita per scoprire il significato della vita distillato in una sola frase: «Ci sono sette livelli». 

Nei giorni successivi Bob e i Beatles si videro spesso, in albergo e in giro per New York. Da allora nacque un legame d' amicizia particolarmente stretto tra Dylan, Lennon e Harrison. Quando i Beatles suonarono al Paramount Theater, il 20 settembre, Bob andò a vedere i suoi nuovi amici in azione. Era un pandemonio, con un pubblico di ragazzine scatenate che strillavano così forte che era praticamente impossibile riuscire a sentire il gruppo. Bob, che era piccoletto, stava in piedi su una sedia in uno dei corridoi laterali per riuscire a vedere meglio. Notò con soddisfazione che il concerto era l'opposto dei suoi, in cui il pubblico ascoltava in silenzio ogni parola e applaudiva alla fine.
   
 
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