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Autore: Bale    04/04/2013    1 recensioni
"Sentiva ancora il respiro di Katherine sulla pelle.
Non aveva neanche fatto la doccia, come per paura di lavare via quei ricordi, quelle sensazioni.
Non voleva dimenticare, non poteva lasciare che lei uscisse completamente dalla sua vita"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Amori Sbagliati


Noah era in piedi davanti a lei e la guardava con aria dispiaciuta.

Il borsone gli pendeva dalla spalla destra. Erano in aeroporto. Stava per partire.

-Non avrei mai creduto di dirlo-   cominciò Olga guardandolo dritto negli occhi con decisione   -ma è stato un vero piacere conoscerla-

Noah sorrise.

-Ti prego, diamoci del tu-

Lei annuì e rispose al suo sorriso.

Per un attimo si perse in quegli occhi tanto tristi e le ritornò alla mente Andrea. Il suo Andrea.

 

Erano passati molti anni ormai, ma Olga sapeva che non avrebbe mai dimenticato quel giorno.

Era mattina presto. Lei era ancora a letto quando il telefono prese a squillare insistentemente.

Non voleva rispondere. Si rigirò nel letto e lo lasciò squillare.

Quando scattò la segreteria la voce della sua amica Sara riempì la casa:

-Olga? Ci sei? Ti prego, rispondi!-

Sembrava realmente preoccupata.

Olga spalancò gli occhi e afferrò la cornetta dal comodino.

-Che cosa c’è? Sono le sei di mattina-   protestò.

-Olga?-

La voce della sua amica si incrinò per un instante. Lei si mise a sedere sul letto sconvolta. Sentiva che era successo qualcosa e doveva essere qualcosa di terribile.

-Si tratta di Andrea-   proseguì Sara.

Olga trasalì. Strinse la cornetta fino a farsi diventare le nocche bianche.

-Ieri sera avevi un appuntamento con lui, vero?-

La risposta non fu immediata, si fece attendere qualche istante. Un timido raggiunse infine l’orecchio della sua amica.

-Ha avuto un incidente-

Olga trattenne il respiro, mentre le lacrime cominciavano a scendere sul suo viso di porcellana.

-E’ morto sul colpo-   concluse Sara.

Seguì il silenzio più assoluto, più assordante. Dopo quella che parve un’eternità, Sara mormorò un timido “mi dispiace”.

-Devo andare ai funerali. Quando…?-

-Olga, non puoi!-   la interruppe Sara con tono di rimprovero   -Ci sarà sua moglie, ci saranno i suoi figli…-

-E ci sarò anche io-  concluse lei gelida.

-No che non ci sarai!-   la rimproverò ancora l’amica   -Sua moglie sa bene che Andrea stava venendo da te ieri sera. Potrebbe prendersela con te. Sappiamo bene quanto è avventata quella donna, senza contare che è anche distrutta dal dolore-

-Stai dicendo che è tutta colpa mia?-   chiese Olga mettendo finalmente bene a fuoco la situazione   -E’ colpa mia se Andrea è morto?-

-No!-   si indignò Sara   -Certo che no!-

Seguì di nuovo il silenzio, questa volta carico di imbarazzo.

-Non andarci, ti prego-   supplicò infine la sua amica   -Poi andremo insieme a portargli dei fiori al cimitero-

Quella mattina Olga si lasciò convincere, senza sapere che non sarebbero mai andate al cimitero ad inginocchiarsi sulla sua lapide. Non ce l’avrebbe fatta, non ci sarebbe mai riuscita.


 
-E’ stato un piacere anche per me!-

La voce di Noah distolse Olga dai suoi dolorosi ricordi.

Si voltò a guardare il tabellone delle partenze.

-Devo andare-   disse poi.

Gli occhi di Olga si riempirono di lacrime.

Nessuno dei due riusciva bene a capire cosa fosse nato tra loro. Forse erano legati dal fatto di aver vissuto degli amori dolorosi, degli amori sbagliati. Forse erano anime gemelle. O forse si erano solo incontrati nel momento giusto, anche se apparentemente erano decisamente partiti con il piede sbagliato.

-Buon viaggio, Noah-

Olga, stupendo persino se stessa, si lanciò in un abbraccio. Lo strinse con ardore, con passione. Lasciò che qualche lacrima scendesse sul suo volto, mentre lui le accarezzava la schiena.

-Magari un giorno ci rivedremo-   disse poi, lasciandolo andare.

-Magari-   confermò lui con il suo solito sorriso da bambino.

Le accarezzò dolcemente il viso e sparì tra la folla.

Olga rimase lì ferma per diversi minuti, poi tornò a casa vuota, triste. Era come se un pezzo di lei fosse andato via con Noah. Le mancava qualcosa.

Si versò da bere e si lasciò cadere sul divano, ignara che due mesi dopo avrebbe ricevuto un manoscritto accompagnato da una lettera di Noah Gallagher che chiedeva la sua opinione sul suo nuovo libro e chiedeva il permesso per la pubblicazione.

Quel libro avrebbe parlato di lei.



   
 
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