Anime & Manga > God Child
Ricorda la storia  |      
Autore: hinachan    24/10/2007    1 recensioni
"Oh inferno, apri i tuoi cancelli bronzei e fammi entrare... mi hanno spezzato le ali a colpi di frusta... anche l'ultimo mio serafino mi ha abbandonato...sto cadendo... precipito... vengo da te..." Alla fine Cain è riuscito a salvare la sua anima dannata, ha ritrovato quel Riff nato grazie a lui... Ma se invece dopo l'abbandono dell'amico non avesse retto al dolore? se l'angelo dalle ali strappate avesse deciso di cadere all'inferno? Leggete, vi prometto che vi piacerà! Se non è così vi autorizzo a scaricare la delusione con una recensione cattivissima! XDDD MODIFICATA! ORA E' MEGLIO DI PRIMA! HO INSERITO ANCHE RIFF!
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
de

Dio abbandonò veramente Caino?

Consiglio: leggettela mentre ascoltate un brano degli Evanescence, uno dei più significativi... vi sembrerà parlare della storia!

I tendaggi di velluto chiudono in un purpureo e greve abbraccio la finestra. Il vetro è freddo sotto l'alito della notte. Occhi di  mondi lontani e sogni aggrappati sulle ali di un demone che striscia immoto e ceco si affacciano in quel rettangolo di luce aperto sui quartieri benestanti di Londra.

E anch'io vorrei andarmene, vorrei stringermi alle ali piumate di un angelo caduto, e così, inerte, farmi trascinare fra le stelle e ascoltare il sussurro biascicato di dimenticati misteri.

Ma non posso.

Non posso sperare di trovare un rifugio in una notte sparsa di tremule stelle, quando anch'io, in un guanciale freddo di lacrime, mi ritrovo a tremare come una piccola stella appena nata. E allora non mi rimane scelta che restare a guardare. Una candela trema sulla soglia della finestra, illuminando le inferiate nere che si attorcigliano come un'edera maligna, come catene, e mi tengono chiuso qui.

Riff. Io non ti perdonerò mai. Una volta questa stessa prigione me l'avevi resa vivibile tu. Tu hai asciugato i miei guanciali pieni di lacrime. Tu solo hai accarezzato i segni della mia dannazione. Come a un angioletto a cui sono state strappate le ali hai accarezzato la schiena, guardando le morbide e bianche piume della mia innocenza imbeversi del sangue scuro di una frusta. Eppure quel giorno, quella notte in cui venisti a trovarmi nel limbo dove ero caduto, nel margine delle anime perse, giurasti che mi avresti seguito ovunque, in questa casa maledetta, fino all'inferno. Avresti reso dolce qualsiasi condanna, ci saresti stato tu vicino a me per l'eternità. Perchè tu in fondo mi amavi.

E ora? Come hai osato andartene così? Pensavo che tu almeno saresti rimasto sempre con me. Invece lui mi ha sottratto alle tue braccia  come ha fatto con tutto ciò che amo. Tu... tu mi avevi fatto una promessa! Maledetto! Come farò ora? Eh? Spiegamelo. Spiegamelo ancora una volta. Come quando mi hai detto "Vada all'inferno da solo... Signor Cain". Non puoi scaricarti così da questa responsabilità...

Le lacrime che mi asciugasti allora... me le farai versare adesso...

 

Una carrozza attraversava la strada desolata, fendendo l'austerità della notte con il gracchiare delle ruote sul selciato. All'interno un uomo dai capelli scuri stava discutendo con altri due, visibilmente più giovani.

"Cardmaster... è tutto predisposto per l'apocalisse . Mancano solo pochi  giorni... le statue sono state piazzate per tutta Londra"

"Bene. Voglio solo fare una visitina  al nostro pettirosso... voglio assicurarmi che la porta della sua gabbietta dorata sia ben chiusa. Sei d’accordo, Riffer?"

"Come vuole" rispose l’interrogato, senza un accento nel tono, senza un’emozione, senza uno sguardo al superiore.

L'uomo più giovane fece un segno al cocchiere e la carrozza si arrestò, ed il silenzio e il buio e la notte inondarono ancora le strade di Londra. Si erano fermati di fronte alla grande residenza degli Hargreaves, dove il giovane conte, ultimo discendete di quella famiglia maledetta, era conosciuto nella capitale per la sua eccentricità. La luna cadeva sui capelli grigi di un componente del terzetto, graffiandoli con artigli argentati. Il bel viso era nascosto da quella cascata di ciocche che scendevano sulle spalle lucenti come riflessi di specchi lontani. Ed uno specchio era il volto così nascosto. Uno specchio che diceva molto di ciò che Isabel portava dentro.

"Sempre e solo Cain... Eppure ci sarebbe così tanto a cui pensare alle porte di un giorno come questo, lo progettiamo da anni... Invece no, padre. Tu devi sempre pensare al tuo giocattolo preferito, al tuo passatempo. Ogni tuo piano è sempre finalizzato a far soffrire Cain. La tua ultima parola, il tuo ultimo pensiero è sempre per lui. Ma perchè? Io nonostante tutto ciò che mi hai fatto ti sono rimasto vicino, però... però è solo Cain, il fratello maledetto che vuoi. Pagherei con il mio stesso sangue per vedermi rivolgere anche solo una volta quello sguardo pieno di divertimento e sofferenza che fai ogni volta che pensi a lui. Ma a questo punto... dove finisce l'odio e dove comincia l'amore?"

Il suo compagno invece se ne stava in silenzio, come un automa; i capelli celesti erano un oceano scuro nella notte, quasi ne avessero assorbito le tenebre. Era immobile, fermo nella sua divina bellezza, cinica e fredda bellezza. Sembrava che qualcuno gli avesse strappato l’anima dalle membra… negli occhi rimanevano solo ombre…

L'uomo dai capelli corvini sorrideva mentre teneva fra le labbra una pipa dalla curiosa lavorazione. Era un sorriso compiaciuto, sardonico, meschino... eppure tanto simile a ciò che rimane della smorfia di un antico dolore.

"Cain, figlio mio... come ti senti senza il tuo Riff che ti allaccia le scarpe e che ti consola quando vai a piangere in un angolo buio? Ti fa male? Eh eh... anche a me ha fatto male vedere morire tua madre, piccolo mostro"

 

Mi hai portato via anche l'ultima speranza di luce... hai rubato il rosario di un penitente... hai soffocato le preghiere di un moribondo... Padre.

L'aria qui dentro mi sembra irrespirabile. E' caldo, sto soffocando... lo sento, è l'aria dell'inferno... l'ora si avvicina... è Satana che reclama la mia anima... Sono i demoni che mi invitano a ballare con loro una strenuante dans macabra ... La Nera è più bella che mai, così seducente mentre mi fa segno di venire con lei! Eppure mentre il mio cervello vaga per gli abissi sconfinati e assurdi della follia e del dolore, sopra le grida dei diavoli, sopra il richiamo di Lucifero... sopra i sussurri gravidi di promesse delle tombe… E' il tuo nome il peso che opprime di più il mio respiro. I sospiri si trasformano in ansiti, gli ansiti in rantoli... Aria. Spalanco la porta per assaporare quel brandello di libertà, per risucchiare nei polmoni un pò di ossigeno e forse un pò della pura luce siderale... eppure anche qui sul balcone tutto comincia a tingersi del rosso cupo dei pozzi dell'Averno. Padre... mi hai portato via anche lui... sei riuscito a dannarmi completamente infine... ma quel Riff che conosco solo io... lui sarà per sempre mio...

Che senso ha continuare una vita senza te... No, oh no... ora sarò sempre il figlio maledetto... il Caino che uccise Abele...

E allora stelle, non cercate di salvarmi con i vostri sguardi innocenti... brezza frizzante della notte, smetti di soffiare sulla mia pelle bianca... voi siete nate solo per gli angeli.

Oh Nera, io sono nato solo per sposare te...

Oh inferno, apri i tuoi cancelli bronzei e fammi entrare... mi hanno spezzato le ali a colpi di frusta... anche l'ultimo mio serafino mi ha abbandonato...

sto cadendo... precipito... vengo da te...

L'uomo vestito di nero, di corvini capelli, di cuore ancor più scuro, aveva tirato fuori un cannocchiale dorato, magari per strappare qualche immagine alla privacy della grande villa nobiliare che stava di fronte a loro.

"Sono curioso di vedere come ti contorci piccolo pettirosso... ti stanno già facendo il funerale?*"

Proprio in quel momento un cigolio uscì dall'oscurità simile al canto di un uccellino ferito. Bianche dita apparvero, poco differenti dal marmo pario della soglia a cui stavano aggrappate come zampe rapaci. Una figura si innalzò sulla ringhiera come la statua di un angelo sui pinnacoli di una cattedrale. Un'opera tanto realistica che le vesti bianche sembravano muoversi con il vento, insieme agli scomposti capelli, nere ali di corvo.

"Card Master! Guardi! Ma quello è!"

Alexis e Riff guardarono in alto, sorpresi per l’improvvisa esclamazione del loro compagno.

"Sembra proprio il nostro Cain. Forse questa sera il pettirosso vuole imparare a volare?!" fu l’unico commento di Alexis.

Isabel si sorprese agitato, cosa diavolo stava facendo Cain?! Magari stava solo camminando nel sonno, forse all’inconscia ricerca della sua metà…forse sentiva la sua vicinanza… ma come faceva Alexis a rimanere sempre impassibile qualsiasi cosa stesse succedendo?

"Ma pa...Card Master!"

"Taci, Isabel, perché non stai un po’ tranquillo come fa Riffer? Stiamo per assistere a uno spettacolo molto particolare... il primo volo di un uccellino è cosa rara da ammirare, eh eh eh!"

Il tono di voce di Alexis era sarcastico, in quella risatina era racchiuso tutto il divertimento di un'anima distorta che vede finalmente il risultato dei suoi sforzi perversi.

"Allora hai deciso che questo mondo è troppo crudele? Hai capito che per te non c'è spazio finchè ci sarò io? Bene, allora vai verso l'inferno. Satana aspetta Caino affamato della sua anima sporca del sangue di Abele... Peccato che Dio infliggerà una punizione sette volte maggiore a chiunque oserà fargli del male..." I pensieri scorrevano fluidi nella testa corvina dell'uomo, non convinto fino in fondo di ciò a cui stava assistendo.

Riffer però non sembrava essere tranquillo come diceva il Card Master. Per un momento, fra le tante ombre che si riflettevano nei suoi occhi, passò una figura concreta. Era l’immagine di un bambino, solo, indifeso, con gli occhi pieni di lacrime e un uccellino morto tra le mani. Il piccolo fantasma lo guardava in silenzio e chiamava un nome, la cui eco proveniva da un mondo lontano, offuscato, astruso… L’uomo volse lo sguardo verso l’alto. Il richiamo sembrava provenire dall’alto quasi si materializzasse in una voce reale.

Ma ciò che vide fu solo la statua dell'angelo spiccare il volo. Un balzo elegante. Morbide vesti si gonfiano d'aria e disegnano il corpo gracile sospeso nell'aere. Grandi ali di soffice nero. Per un momento sembra rimanere così, sospeso: l’angelo alza la testa, guarda verso il basso. Una scintilla dorata trapassa gli occhi, lapislazzuli di esotica giada. Forse, laggiù, ha riconosciuto uno dei demoni che lo chiamava? Un diavolo dalla chioma celeste? Uno sguardo… un sorriso amaro.

Piume appesantite di sudicio vermiglio; non riescono a sostenere il peso di un'anima dannata. L'angelo cade. Cancelli bronzei si aprono per accoglierlo... una signora nera ride beffarda; riflesso di fiamme sulla falce argentea.

Un gemito di sorpresa...

Un dolore simile a un sottile spillo…

Un ghigno pieno di immensa tristezza... e un solo, ultimo pensiero: "Mi chiedo se Dio abbandonò veramente Caino..."

 Fine

 *è un riferimento a una favola dei fratelli Grimm riportata nel manga divenuta molto famosa tra i fan

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > God Child / Vai alla pagina dell'autore: hinachan