colorblind.

PLAY

I am covered in skin
No one gets to come in
I am colorblind
Coffee black and egg white
Pull me out from inside

Zayn è daltonico.

E allora ad un certo punto della sua vita, nemmeno troppo in là, ha deciso di imparare a memoria i colori di alcuni oggetti e di imprimerseli bene nella mente, così da non rivelarlo a chiunque. L'ultima cosa che vorrebbe è che chi lo conosce veda quanto è debole e fragile e imperfetto. E succede anche ora che, quando è nervoso o stanco o arrabbiato o triste, ripeta a fior di labbra come una specie di mantra un frase che sua madre gli diceva quando era piccolo, per tranquillizzarlo:
"coffee black, egg white".

Sono i suoi due pilastri, gli estremi a cui appoggia il sottile filo che è la sua sanità mentale; il caffè è nero e l'uovo è bianco, è così e basta. Anche se per Zayn sono entrambi di chissà quale colore, sa che è così, e quando lo ricorda a se stesso tutto diventa più semplice, più chiaro, definito. Tutto sembra più affrontabile, fa meno paura. Zayn sa che, finchè se lo ricorderà, andrà tutto bene. Finchè saprà a memoria quei due colori, tutta la confusione colorata che lo circonda non potrà fargli del male.

Coffee black, egg white.

Lo mormora sempre prima di salire sul palco, lo ripete cinque, dieci, cento volte, fino a quando le mani non smettono di tremare. Qualcuno della troupe pensa che preghi.

Lo ripete sottovoce prima di tendere la mano sottile ogni volta prima di presentarsi a qualcuno. Ormai è un'abitudine.

Lo pronuncia come un'imprecazione tra un tiro e l'altro di una sigaretta che stringe tra le dita sottili quando è nervoso perchè ha steccato durante una canzone, o perchè proprio non riesce ad azzeccare una nota. Gli altri della band lo sanno e lo lasciano fare senza nemmeno prenderlo in giro.

Vorrebbe urlarlo, quando il suo mondo crolla perchè Liam lo bacia per la seconda volta, solo che questa volta non sono ubriachi ma perfettamente coscienti. Si accontenta peró di lasciarsi baciare e di pensare solo a quelle labbra sulle sue, perchè in fondo è molto meglio così. Semplicemente trema quando, dopo, Liam gli sussurra: "Di che colore sono i miei occhi?" con un sorriso felice. E trema ancora di più, quando pochi secondi dopo riesce con un filo di voce a rispondere: "Marrone".
Perchè in mezzo alla confusione di colori che è la sua vita, Liam lo vede, l'ha sempre visto.
E in quel momento esatto, il baricentro del suo mondo si sposta, tutto si sgretola, i suoi pilastri non ci sono più. C'è solo Liam e i suoi occhi, marroni. E non c'è più nient'altro che vorrebbe urlare.

Lo bisbiglia per la prima volta dopo due anni, tra le lacrime, lui che non piange mai, e lo ripete mille volte e anche di più con la bocca premuta sul cuscino, quando una mattina si sveglia e la parte destra del letto è vuota, la casa è silenziosa e tutti i vestiti di Liam sono spariti dall'armadio.

Si ritrova a urlarlo qualche mese dopo, quando su una rivista che gli recapitano a casa lo vede, lì, sulla copertina, sorridente come un bambino.
Liam, con le piccole rughe che gli si formano ai lati degli occhi quando è davvero felice, vestito con un completo elegante, nero. Di fianco a lui, davanti al portone di una chiesa, una ragazza castana dai lineamenti fini con un vestito da principessa gonfio e sontuoso, bianco.