Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: WakeMeUp    05/04/2013    3 recensioni
«Non avrei dovuto fidarmi di te, mi dispiace per essermi illuso e fatto nel male tutto questo tempo.» continuò ancora Harry. Il silenzio attorno a loro spezzato solo dai rumori del mare e del soffiar del vento.
Zayn era lì, muto, e osservava il riccio senza riuscire a dire nulla. Si sentiva sporco, terribilmente sporco, ma se solo Harry lo avesse ascoltato…
Le sue mani erano intrecciate tra di loro, mentre nella sua mente una delle due era di colui che era stato in grado di fargli provare l’amore. Era pietrificato, stava tremando e no, non era per il freddo.
«Adesso ho solo una domanda, Zayn: Mi hai mai amato?»
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La dedica va a te babe, che un giorno forse riuscirai ad apprezzare questa coppia.
Hope you'll like it.
Love ya. x











Le lacrime scendevano veloci, calde, sul suo viso leggermente rosso per la rabbia che gli stava divorando il petto, facendosi spazio nel suo cuore prepotentemente, tanto da fargli stringere i denti.
Se c’era una cosa che non aveva mai sopportato quello era il tradimento e ne era stato vittima, sotto tutti i punti di vista.
Le mani stringevano saldamente il manubrio della Yamaha rossa, il contagiri segnava 150 km orari: poco.
La mano destra s’inclinò e la velocità aumentò ancora, la rabbia che cresceva in lui come un leone inferocito, la moto che urlava e ringhiava tutto il suo dolore.
L’asfalto asciutto sembrava volersi ritirare, anch’esso intimorito da quella regina della strada che, fedele, lo stava portando dove sapeva lui volesse andare.
I ricci morbidi erano schiacciati dal casco, le nocche sbiancate per la stretta salda, gli occhi verdi, come fari, puntati contro quel buio spaventoso che circondava la sua figura e lo abbracciava protettivo, come suo unico alleato.
Il buio, il silenzio, tutto ciò che voleva e che la sua amante sotto di lui stava rompendo, spezzando, nel modo più brusco e noncurante. Era stanco, stanco di preoccuparsi per gli altri, stanco di amare, stanco di essere uno stupido ragazzino fragile che crede nelle favole.
L’adrenalina si era impossessata di lui, aumentando la sua voglia di correre e sentirsi forte, spietato, libero, mentre spezzava il buio e il vento che gelido provava a colpirlo e scuotere il suo corpo che, ardente, si faceva beffa del freddo, coperto solo da una t-shirt e la giacca di pelle.
Fu solo quando avvertì l’odore familiare del mare e il sapore amaro delle lacrime asciugarsi sulla sua lingua, che la sua amante rallentò la sua corsa, smettendo di ruggire e inchinandosi a colui che aveva più potere di qualunque altra cosa al mondo: il mare.
Parcheggiò la sua moto sul lungomare, si fidava di lei, forse solo di lei. A passi decisi si diresse verso gli scogli, salì su quello più alto. Il vento gli spingeva dietro i capelli, un buco nero sotto di lui.
Il mare calmo, piatto, gelido e nero, come l’anima di colui che aveva giurato di amarlo, sotto di lui sembrava l’unica via d’uscita.
Si spogliò di ogni indumento, compresi i boxer, guardò il cielo stellato, quello che prometteva sogni a chi ancora aveva il coraggio di averne, poi fissò il mare: maestoso, forte, invincibile, infinito e si gettò.
L’acqua gelida venne a contatto con la sua pelle calda e rossa di rabbia, creando un contrasto che lo fece sentire per un attimo padrone del mondo.
Il sangue scendeva copioso dalla gamba destra, da un taglio causato da uno scoglio, ma lui non ci fece neanche caso.
Per un attimo, mentre l’acqua gelata gli intorpidiva ogni senso, la testa pulsava, gli occhi erano serrati e le braccia aperte, si sentì veramente libero. Libero da tutto, da tutti.
Non uscì, restò lì per circa trenta minuti, a bearsi del freddo gelido, del vento freddo sul volto, del sangue caldo sceso dalla gamba, dal cielo stellato che con lui aveva smesso di mentire, di tutto ciò che ci potesse essere di sbagliato in quel momento. Ma no, nulla era sbagliato, non era lui ad esser sbagliato.
E fu in quel momento, quando sentì la stanchezza impossessarsi del suo corpo, le lacrime riprendere la loro corsa, la testa disconnettere ogni pensiero, che Harry credette di aver finalmente ricevuto qualche attimo di quella pace che tanto agognava.
Ma fu solo un’illusione perché le uniche mani che avessero mai toccato il suo corpo nudo, immeritatamente, lo toccarono ancora. Un paio di braccia familiari gli afferrarono le gambe e il bacino e lo portarono fuori dall’acqua.
Harry non si preoccupò di aprire gli occhi, lasciò che quelle braccia toccassero la sua pelle per l’ultima volta.
Il riccio si lasciò asciugare e rivestire, da quelle mani sporche di tradimento, poi, ancora con gli occhi chiusi, parlò. Non l’avrebbe perdonato perché aveva affrontato la sua più grande paura solo per lui, non era abbastanza. Non avrebbe mai dimenticato le sue labbra poggiate su labbra sconosciute, le sue mani su un corpo nuovo, le sue gambe intrecciate ad altre probabilmente più belle delle sue.
Lo aveva tradito, ma l’aveva fatto nel modo peggiore, l’aveva umiliato. Alla festa del suo migliore amico, lo aveva tradito, davanti a tutti, senza vergogna.
«Vattene via Zayn.» il suo tono uscì freddo, glaciale, e a Zayn arrivò come una coltellata.
«Harry, ti prego, lasciami spiegare.» supplicò il moro. Harry aprì gli occhi e si alzò in piedi, guardando il moro con disprezzo.
«Non c’è niente da spiegare, niente!» asserì, allontanandosi da colui che aveva avuto tutto, di cui lui si era fidato, colui che era stato il suo primo in tutto, avvicinandosi nuovamente alla riva, lasciando che il mare accarezzasse i suoi piedi scoperti. Zayn si alzò a sua volta e si avvicinò a lui, con la testa bassa e i vestiti gocciolanti.
Harry guardava il mare, lo osservava mentre il vento gli accarezzava i capelli, facendolo sentire al sicuro, mentre si abbatteva forte su Zayn, congelandolo attraverso i suoi vestiti bagnati. «Io ti ho dato tutto di me: ti ho dato la mia fiducia, la mia anima, il mio corpo, il mio cuore e tu hai spezzato tutto, solo perché sei un lurido bastardo.» sputò fuori, senza lacrime, con un tono freddo e deciso. Non avrebbe più permesso a Zayn di ferirlo, di fargli versar lacrime, anch’esse erano troppo pure per un essere sporco come lui.
«Non avrei dovuto fidarmi di te, mi dispiace per essermi illuso e fatto nel male tutto questo tempo.» continuò ancora Harry. Il silenzio attorno a loro spezzato solo dai rumori del mare e del soffiar del vento.
Zayn era lì, muto, e osservava il riccio senza riuscire a dire nulla. Si sentiva sporco, terribilmente sporco, ma se solo Harry lo avesse ascoltato…
Le sue mani erano intrecciate tra di loro, mentre nella sua mente una delle due era di colui che era stato in grado di fargli provare l’amore. Era pietrificato, stava tremando e no, non era per il freddo.
«Adesso ho solo una domanda, Zayn: Mi hai mai amato?» chiese infine il riccio. Harry si voltò verso di lui e quando i suoi occhi verdi incontrarono i suoi nocciola Zayn riuscì a percepire tutto il dolore che c’era dietro quelle iridi verdi.
Lo amava, lo amava come non aveva mai fatto in tutta la sua vita e avrebbe continuato a farlo.
La voce tremò, le gambe si fecero molli. Stava per finire tutto, e tutto per colpa sua.
«Sì e ti amo ancora, se solo tu mi lasciassi spiegare..» provò, ma Harry scosse la testa, tornando a puntare quegli occhi per cui lui da quel momento avrebbe potuto solo star male, sul mare che con una calma inaudita ondeggiava leggero, quasi per fargli sentire ancor di più il peso della sua anima macchiata.
«Penso tu abbia già detto tutto.» asserì il riccio con voce rotta.
Zayn, se non fosse stato Zayn, probabilmente sarebbe già scoppiato a piangere, ma sperava non lo facesse Harry perché non aveva mai sopportato le sue lacrime.
Lo aveva ferito, aveva rovinato tutto per un fottuto ricatto e non aveva avuto scelta. Non poteva dire nulla ad Harry e probabilmente il riccio non gli avrebbe neanche creduto.
«E adesso vattene Zayn, se mi ami davvero come dici, allora va via e non tornare, perché la tua presenza è la mia più grande distruzione.» quelle furono le ultime parole che il riccio gli rivolse.
Zayn si morse le labbra e trattenne una lacrima. Infilò una mano nella tasca della sua giacca, estraendone un piccolo astuccio. Lo aprì, guardò un’ultima volta il contenuto, poi si calò e lo lasciò a terra, accanto ai piedi del riccio.
Rivolse un ultimo sguardo ad Harry, poi fece per andare via, ma si bloccò quando passando accanto al riccio le loro spalle si sfiorarono un’ultima volta.
«Ti amo.» sussurrò. «Sempre, era una promessa.» concluse, senza guardarlo, così da non scorgere le lacrime che avevano ripreso la loro corsa sul volto del riccio che non appena fu solo si calò sulle gambe e aprì l’astuccio blu.
Un anello…una catenina in oro bianco…un biglietto.
“Indossalo e suggellerai la nostra promessa. Io l’ho già fatto.”
E nonostante Harry non avesse creduto a quelle parole, nonostante avesse voglia di strappare quel biglietto e gettare in mare quella collanina legata a quello stramaledetto anello, non lo fece.
Le gambe tremarono e il riccio fu costretto a piegarsi e sedersi sulla sabbia. I singhiozzi avevano scosso il suo corpo, il freddo pungente aveva iniziato a farsi sentire sulla sua pelle, nuovamente fragile.
Tremava, piangeva e nonostante la sua rabbia, il suo rancore, Harry andò contro se stesso, ancora.
Le sue mani sfiorarono l’anello, tirandolo fuori dall’astuccio, le sue dita corsero ad afferrare il gancetto della catenina e la slacciarono, prima di poggiarla attorno al suo collo e legarla, suggellando quella promessa.
Lo amava, avrebbe continuato a farlo, ma nonostante tutto, non sarebbe riuscito a fidarsi ancora di lui.
Il mare si muoveva leggero, il vento aveva smesso di soffiare potente, le lacrime scendevano copiose dal suo volto, il corpo rannicchiato tremava, i capelli ricci umidi accarezzavano la sabbia, la luna gli illuminava il viso e le dita che stringevano quella promessa come l’ultimo pezzo di terra in un oceano di lacrime.

 
 
 
 
 
Piccolo angolo mio.

Hi guys!
Okay, sono qui con questa cosa e non so neanche perché. La verità è che avevo iniziato a scriverla un po’ di tempo fa, poi oggi l’ho ritrovata e ho deciso di concluderla, ma in realtà non è finita qui, ci sarà un missing moments, uno speciale, un secondo capitolo, non so come chiamarlo, che vi posterò appena posso.
C’è l’amore e un tradimento. Un tradimento non voluto, un tradimento forzato.
Zayn non voleva, non voleva davvero, ma le sue ragioni si capiranno meglio nel prossimo.
Harry è ferito, deluso. Vede crollarsi un muro fatto di certezze all’improvviso, tutto insieme e si sente morire.
Scappa, va al mare e si tuffa, non gli importa nulla, vuole sentirsi libero e forte, per una volta.
Ma non serve, Zayn riappare perché è un punto fisso nella sua vita e non può sparire.
Sto dicendo cose senza senso, sono stanca e mi fa male la testa.
Spero mi perdonerete per queste pessime note d’autore.
Spero solo vi sia piaciuta almeno un po’. u.u
Alla prossima.
WakeMeUp. Xx
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: WakeMeUp