Anime & Manga > 07 Ghost
Ricorda la storia  |      
Autore: La Tigre Blanche    05/04/2013    2 recensioni
Cosa succederebbe se una notte un dio della morte di nostra conoscenza si addentrasse nelle stanze della figlia del capo del cielo mentre questa sta dormendo?
aggiungete un paio di imprevisti imbarazzanti ed ecco qua questa OS!
Dal testo:
I loro volti erano così vicini che l’uomo sentiva il respiro lento e regolare della ragazza accarezzargli il viso. La tentazione di baciarla divenne più forte, ma il dio della morte non poteva permettersi di cedere: se lo avesse solamente sfiorato, la ragazza sarebbe morta all’istante.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una notte senza luna.
Tutti gli abitanti del paradiso riposavano oramai nei propri letti. O meglio, quasi tutti. 
Il dio della morte era seduto sul davanzale della finestra e guardava con tentazione il corpo sinuoso della ragazza sdraiata nel letto.
Si trovava nel palazzo del capo del cielo, più precisamente negli appartamenti della figlia di Dio. Eve dormiva profondamente, acciambellata nel suo letto a baldacchino. I capelli castani giacevano elegantemente sul cuscino e sulle spalle della ragazza, mentre un sorriso beato le illuminava il volto.
Improvvisamente la ragazza cambiò posizione, girandosi verso il losco individuo che continuava intanto a scrutarla. Eve allungò le sue mani verso uno degli innumerevoli cuscini che erano adagiati sul letto. Lo prese, lo strinse a sé.
-Verloren…- mormorò la ragazza immergendo la faccia nel cuscino color malva.
Il dio della morte sorrise, distogliendo per un attimo lo sguardo dalla principessa e posandolo al di fuori della finestra aperta.
Se il capo del cielo lo avesse beccato nelle stanze di sua figlia sarebbe finito nei guai, ma non gli importava.
L’uomo scrutò il cielo limpido, soffermandosi sulla figura alata seduta su un grosso ramo di un albero lì vicino.
- Ancora qui, eh?- chiese lei.
L’uomo sbuffò, ignorando completamente la ragazza dai lunghi capelli corvini che intanto ghignava, trionfante di aver tanato per l’ennesima volta il suo capo intento a guardare teneramente la figlia di Dio.
- Allora, quando hai intenzione di dichiararti?- chiese nuovamente l’angelo, alzandosi in piedi e camminando in equilibrio sul ramo, avvicinandosi a Verloren. Quest’ultimo roteò gli occhi, stanco della domanda che la ragazza gli poneva ormai da giorni.
- Azarel, quante volte ti ho detto che non devi seguirmi quando esco?- sussurrò l’uomo guardando l’angelo della vendetta freddamente. Lei finse di pensarci un po’ su:
- diciamo… circa tremila volte, senza contare questa…- mormorò Azarel come risposta.
- non cambi mai…- Verloren le lanciò una stilettata. Lei fece spallucce:
- lo sai che se Gabriel ed Uriel ti beccano qui ti friggono?- nessuna risposta.
Il dio della morte volse nuovamente lo sguardo alla ragazza addormentata, prima di rispondere ad Azarel.
- ti pare che quel fuscelletto di Gabriel sia capace di farmi qualcosa? Figurarsi tua sorella, poi!- mormorò il dio della morte scendendo dal davanzale ed avvicinandosi ad Eve. Prima di accarezzarle il volto si mise dei guanti, per evitare di ucciderla al solo contatto della sua mano gelida.
- Verlo-chan, cosa stai facendo? Vieni qui che se si sveglia siamo finiti entrambi!- sibilò la mora sgranando i suoi occhi ambrati.
- per favore, chiudi quella bocca per una buona volta!- ribatté Verloren, iniziando ad accarezzare dolcemente i capelli di Eve.
La bella addormentata nel bosco corrugò leggermente la fronte, per poi mollare il cuscino imbottito ed avvinghiare il braccio del dio della morte.
- questo non ci voleva…- mormorò guardando preoccupato il suo braccio chiuso nell’amorevole morsa d’acciaio di Eve.
- sei un idiota!!- esclamò Azarel con le mani sui fianchi –ora se tocca la tua pelle muore! Ma un po’ di materia grigia non ce l’hai? E fortuna che devi essere onnisciente! Tsk, Cupido è più intelligente di te!- ringhiò.
- tappati quella dannatissima bocca, altrimenti la svegli!- sbraitò di rimando il dio della morte. Per tutta risposta la ragazza gli fece la linguaccia, incrociando le braccia.
Mentre tentava di liberarsi dalla stretta di Eve, Verloren si incantò momentaneamente a scrutare i tratti somatici del viso di quest’ultima: era così bella quando dormiva.
I loro volti erano così vicini che l’uomo sentiva il respiro lento e regolare della ragazza accarezzargli il viso. La tentazione di baciarla divenne più forte, ma il dio della morte non poteva permettersi di cedere: se lo avesse solamente sfiorata, la ragazza sarebbe morta all’istante.
- oh, no, ora si è impallato! Ma guarda che idiota che è questo qui!- esclamò Azarel.
Era da poco che era stata affidata a Verloren, in modo tale che lui le facesse da maestro per sviluppare nuovi poteri. La ragazza, nonostante nutrisse molto rispetto nei confronti del tutore, qualvolta si ribellava, chiamandolo spesso con nomignoli non graditi e stuzzicandolo in ogni modo.
Di solito a Verloren bastava lanciarle uno sguardo gelido per zittirla o, al massimo, mostrarle la sua falce, ma quella notte nessuno avrebbe potuto tappare la bocca di Azarel.
- sento che mi uccideranno! Sì, sono sicura che da un momento all’altro arriveranno le bodyguard della principessa e a quel punto sarò finita! Mi esilieranno sulla terra, mi massacreranno, mi infliggeranno le punizioni più crudeli solo per colpa di questo stupido dio della morte con la faccia da ebete!-  esclamò preoccupata la ragazza, iniziando a girare per la stanza tenendosi le mani tra i capelli - … e poi sbucherà dal nulla Mikhail, che, per farsi bello agli occhi di mia sorella, inizierà a blaterare dicendo cose senza senso contro di me e di questo citrullo qui!-
Il citrullo in questione fece scaturire dalla sua falce un lampo oscuro che colpì Azarel sul deretano. La ragazza incespicò, cadendo di faccia. Si rialzò poco dopo, massaggiandosi la parte semi-affumicata e lanciando una stilettata al suo maestro.
- bene, allora se la metti in questo modo, io me ne torno a letto!- sbraitò l’angelo spiegando le sue ali corvine e volando via rapidamente, borbottando tra sé e sé qualcosa di incomprensibile.
Verloren ghignò, trionfante, per poi concentrarsi su come liberarsi dalla morsa amorosa della dea addormentata. L’uomo tentò di tutto pur di scollarsi da quella trappola, ma fu tutto inutile: ogni tentativo che faceva, non provocava altro che il rafforzarsi dell’abbraccio.
- Verloren…ti amo…- mugugnò Eve, continuando a dormire e ad abbracciare l’arto ormai dolorante del dio della morte.
Se da un lato gioiva interiormente per aver scoperto che il suo era un amore corrisposto, dall’altro si malediceva  per essersi avventurato ancora una volta nelle stanze principesche.
Il desiderio di Verloren era sempre stato quello di rimanere legato ad Eve, ma di certo non in quel senso.
Cercò con gli occhi un qualcosa che potesse aiutarlo a sgusciare via dall’amorevole (troppo amorevole) abbraccio che gli aveva oramai fermato la circolazione del sangue.
Cuscini, spazzole, cuscini, una macchinetta fotografica, vestiti sparsi dappertutto, cuscini, uno specchio, una sottana, cuscini, un… coso informe?
Il dio della morte alzò un sopracciglio. Fece rientrare la falce nel suo braccio prima di allungare la mano verso quel pezzo di stoffa deforme. Lo prese in mano e lo scrutò attentamente: cosa poteva essere quel lembo di stoffa  dalla forma vagamente triangolare bucato in più parti? Verloren sbuffò.
A causa della mancanza di luce e del braccio occupato, non poteva scoprire cosa fosse l’oggetto misterioso.
Improvvisamente Eve emise un mugolio sommesso. Aprì un occhio, poi l’altro, infine sbatté varie volte le palpebre, posando il suo sguardo sul braccio del dio della morte. Subito si scansò, lanciando un piccolo urletto ed allontanandosi rapidamente fino a raggiungere l’altro capo del letto, spaventata.
Ci volle qualche secondo prima che i suoi occhi si abituassero alla pallida luce lunare. La ragazza corrugò la fronte:
- Verloren? Cosa ci fai qui?- si raddrizzò, mettendosi seduta a gambe incrociate.
Lui non rispose, tanto era assorto nel guardare il pezzo di stoffa. La ragazza sgranò gli occhi, avvampando quando si accorse di ciò che aveva in mano. In meno di un secondo la ragazza scattò in avanti, riappropriandosi dell’oggetto rubato. Corrugò la fronte, adirata:
- c-cosa stavi facendo con le mie mutandine?!- Eve era a dir poco infuriata.
Verloren sgranò gli occhi: l’oggetto misterioso quindi non era altro che un capo di biancheria intima?
L’uomo arrossì fino alla punta dei suoi capelli bianchi, maledicendosi per non essersene accorto prima. Subito si mise a macchinare una scusa plausibile per il suo gesto villano:
- io stavo…- non gli veniva in mente niente di abbastanza credibile per farsi perdonare.
- non sei altro che un pervertito!- esclamò la principessa, stringendosi al petto le mutande – fammi indovinare, volevi appropriartene, non è vero?- era visibilmente imbarazzata. Ed anche Verloren lo era.
- cosa vai a pensare? Certo che no, io non avrei mai potuto fare una cosa del genere!- esclamò l’uomo dai capelli argentei, tentando di nascondere il rossore del viso sotto al cappuccio.
- allora cosa ci facevi con le mie mutande in mano? Ma soprattutto, cosa ci fai in camera mia a quest’ora?- chiese Eve, con più calma di prima.
- stavo… cercando una cosa di Azarel, sai, lei mi ha detto che probabilmente se l’era  persa qui ed allora sono entrato di nascosto... non volevo svegliarti- disse. La ragazza soppesò con attenzione quelle parole, per poi esclamare:
- ancora non mi hai spiegato il fatto delle mutande? Per non parlare del tuo braccio! Cosa ci facevo abbracciata al tuo braccio?- chiese nuovamente. Il dio della morte non rispose subito.
- stavo continuando a cercare l’oggetto di Azarel quando, non so perché e non so percome mi sono ritrovato con il tuo capo d’abbigliamento intimo in mano; per quanto riguarda il braccio, bhè, quello è colpa tua, insomma, stavo camminando tranquillamente quando tu mi hai afferrato il braccio…- ed in un certo senso ciò che aveva detto era in parte vero.
La ragazza continuò a fissarlo per un po’, poi sospirò:
- scuse accettate!- esclamò scendendo dal letto e recandosi davanti al comò in legno intarsiato per mettere a posto i suoi slip.
Verloren sorrise, contento di essere appena scampato una delle prediche incredibilmente lunghe della ragazza.
 
 
 
Angolo autrice pazza maniaca
Ok, questa OS mi ronzava in testa da un po’ di tempo e avevo troppo voglia di scrivere su questi due!
Spero di non avervi annoiato e, anzi, che almeno vi abbia fatto sbocciare un sorriso sulle labbra!
Fatemi sapere cosa ne pensate, soprattutto tu, bobby92, spero tanto in un commento tuo e di _Calamaretta_941.
Un ringraziamento anche a tutti quelli che sono riusciti ad arrivare fino alla fine di questa schifezza senza aver vomitato!
By
White Tiger
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > 07 Ghost / Vai alla pagina dell'autore: La Tigre Blanche