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Autore: TrustInBieber    05/04/2013    72 recensioni
Tiro fuori il telefono e lo sblocco.
Aspetta.
Lo blocco e guardo il display.
Sicuramente non avevo come sfondo Justin Bieber e Selena Gomez.
Lo sblocco di nuovo e vado a controllare i messaggi.
Ho scambiato il mio telefono con una ossessionata con Justin? Perfetto.
Selena, Scooter, Chaz, Christian, Taylor, Fredo.
Vado a vedere le foto.
Justin, Justin, Justin, un cesso, Justin, un braccio, un gufo.
Decisamente non è il mio telefono.
Grande.
Ho il telefono di Justin Bieber in mano e l'unica cosa che sono capace a fare è andare a vedere se tiene foto di se stesso nudo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro un occhio, poi l'altro, guardandomi intorno.
Che cosa ci faccio in ospedale un'altra volta?
Sento delle voci tutti intorno a me, così cerco di mettermi a sedere, ma la gamba e il braccio appesi a un'asse me lo rendono abbastanza difficile.
«Evelyn! Tesoro, ti sei svegliata! Finalmente! Non ci speravo più!» Mia madre mi corre incontro in lacrime, fiondandosi su di me e stritolandomi in un abbraccio. «Dicevano che non ti saresti più svegliata, che dovevamo staccare la macchina entro le cinque di oggi. Ho pregato con tutte le mie forze e ha funzionato!»
Che cosa? Allontano mia madre e la guardo confusa. «Cosa?»
Si passa le mani sulle guance, asciugandosi le lacrime. «Tesoro, l'aereo ha avuto un incidente, siete precipitati e siete rimasti nell'oceano per un giorno intero. Tu e un'altra ragazza siete gli unici sopravvissuti.»
«Ma che stai dicendo? No, sono arrivata a Los Angeles benissimo! Ho anche finito il college, e ho incontrato Justin, e sono finita in ospedale dopo essere andata sotto un camion perchè Serena mi ha spinta!»
Vedo tutti scambiarsi degli sguardi scioccati, poi mio padre parla per primo. «Sei stata in coma per due settimane, Eve. Hai delle brutte ferite, ti ci vorrà del tempo per ricordarti tutto. Probabilmente era solo un sogno.»
Spalanco gli occhi, poi mi guardo intorno, vedendo Vanessa, Grace, Jimmy e mia madre lì.
Niente Chad, Connor, Serena... Justin.
«E Chad?» Chiedo piano.
«Chi è Chad, Eve?» Vanessa corruga la fronte, pettinando i capelli di Grace.
Guardo fuori dalla finestra. «Non importa. Dove sono?»
«A Los Angeles.» Mia mamma mi bacia la fronte e sospira. «Vado a chiamare il dottore. Dalle da bere.»
Mio padre annuisce e prende il bicchiere, mettendolo davanti alla mia bocca.
Scuoto la testa leggermente. «Non ho sete.»
«Eve, so che sarà difficile, ma devi cercare di rimuovere tutto ciò che ti è successo. La vita va avanti, e due settimane non sono poi così tante.»
«In queste due settimane io ho vissuto interi mesi! Ho avuto Justin Bieber come ragazzo, ho finito la scuola con il massimo dei voti, sono andata sotto un camion e ho conosciuto una stronza che faceva riti satanici contro i ragazzi!» Quasi urlo, catturando gli sguardi di qualche infermiere e paziente che passavano accanto alla stanza.
Mi ributto a letto e sospiro, asciugandomi le lacrime. 
«Tesoro, passerà. Era solo un sogno, non è successo niente di quello.» Mi rassicura mio padre, accarezzandomi piano il braccio. 
Mi allontano da lui e cerco di sdraiarmi sul fianco, fallendo miseramente. «Lasciatemi da sola.»
«Il dottore aveva detto che avrebbe subito dei cambiamenti. Dai, andiamo. Diamole del tempo per digerire la situazione.» Jimmy si alza e prende in braccio Grace, uscendo dalla stanza.
Mio padre e Vanessa lo seguono, chiudendosi la porta alle spalle.
Quindi non ho incontrato Justin Bieber, non sono finita sotto un camion e non ho passato gli esami con il massimo dei voti.
Però in compenso sono precipitata con un aereo e sono sopravvissuta, mi sembra già un buon inizio.

Un mese dopo.

«E io che pensavo che non avrebbe più avuto fame!» Ride Jimmy, porgendomi un altro piatto di patatine fritte.
«Io ho sempre fame.» Mugugno, infilandomi le patatine in bocca e bevendo il mio succo all'arancia.
Grace mi guarda con un'espressione divertita. «Tu mangi quasi come papà quando deve andare a lavoro presto e non ha tempo.»
Rido e Jimmy scuote la testa. «Hai già deciso quando parti?»
«Domani sera, ho già il biglietto e questa volta spero di non frantumarmi.» Sospiro, facendo spallucce. «É un peccato che Vanessa sia dovuta partire.»
«Ah, dovevamo prenderci una pausa.» Jimmy mi fa cenno di lasciar perdere. «Era diventato abbastanza difficile stare insieme, ultimamente.»
«Spero non perchè ci fossi io. Insomma, so di aver portato parecchi problemi con tutto ciò che urlavo e sognavo, perciò...»
Jimmy aggrotta la fronte, poi mi da una sberla sul braccio. «Cogliona.»
«Mamma ha detto di non dire quelle parole davanti a me.» Trilla Grace, afferrando una patatina dal mio piatto e ficcandosela in bocca.
«Scusa, piccola.» Jimmy le spettina leggermente i capelli, poi si alza e prende il suo vassoio. «Dai, andiamo.»
«Ma non ho finito.» Lo guardo, raccogliendo la borsa da terra e prendendo il pacchetto di patatine.
«Beh, io devo andare a lavoro tra qualche minuto, perciò porto Grace da Jenna e poi te a casa. Non ho tempo.»
Annuisco e prende Grace in braccio, seguendo Jimmy fuori dal McDonald's. 
Entriamo in macchina e io allaccio la cintura a Grace, mentre Jimmy parte sgommando ed entra velocemente nel traffico di Los Angeles.
In qualche minuto arriviamo a casa di Jenna e Jimmy porta Grace dentro casa, poi rientra e mi accompagna a casa.
«Ci vediamo dopo, e non guardare documentari sugli incidenti in aereo.» Mi ammonisce, spingendomi scherzosamente fuori dall'auto.
Rido ed entro in casa, gettando la borsa in un angolo e andando al piano di sopra, buttandomi sul letto e fissando il soffitto senza muovermi.
Da quando sono tornata a casa e i miei genitori sono tornati a Cannes, non ho perso nessuna programmazione che trattava di Justin, nessuna rivista, niente di niente, e come al solito era sempre accompagnato da Selena.
Ma penso sia giusto così: in fondo il mio era solo un sogno durato tre mesi che si meritava un lieto fine e un brutto risveglio.

Il giorno dopo.

Prendo la valigia da terra e la trascino fino all'auto, mettendola nel bagagliaio.
«Eve, non andare!» Strilla Grace, correndomi incontro e attaccandosi alla mia gamba.
Ahia. «Lo sai che devo tornare a casa. Ci rivediamo a Natale.»
Alza la testa e sporge il labbro inferiore in avanti. «Però mi chiamerai, vero?»
«Ovvio che sì.» Ridacchio, inginocchiandomi e abbracciandola forte.
«Ehi, vuole sbrigarsi o vuole pagare di più?» Il tassista suona il clacson e mi rialzo, alzando gli occhi al cielo.
«Fai un buon volo, questa volta. Mi dispiace di non poterti accompagnare.» Jimmy mi da un abbraccio veloce e apre la portiera dell'auto, aiutandomi ad entrare «Chiamaci quando arrivi.»
Annuisco e chiude la portiera, lasciando che il taxi inizi la sua corsa lungo le strette stradine.
Ignoro la radio che trasmette la partita di calcio e guardo fuori dal finestrino.
Arriviamo all'aeroporto circa mezz'ora dopo, dopo che il tassista ha urlato a tutti i passanti di muovere il culo e dopo che ha quasi messo sotto mezza popolazione.
«Ecco, lascia che la aiuti.» Tira fuori la mia valigia e la trascina fino all'entrata dell'aeroporto, lasciandola lì.
Lo pago, lo ringrazio ed entro, andando direttamente all'edicola per prendere un mucchio di riviste da leggere durante il viaggio.
«Salve, signorina.» Un uomo sulla cinquantina mi sorride, poi sgrana gli occhi. «Ma lei non è la sopravvissuta all'incidente aereo di un mese fa? Cavolo, deve essere una situazione così spiacevole trovarsi nell'oceano da sola, per un giorno intero. Non è nervosa di salire su un altro aereo?»
«Beh, prima no, ma adesso sì. Grazie mille.» Bofonchio, prendendo un mazzo di riviste e dandogli i soldi.
«Mi raccomando, se l'aereo cade-»
«Arrivederci!» Lo interrompo, allontanandomi velocemente e portandomi dietro la valigia.
Dio, quanto pesa. 
Mi siedo su una sedia e apro la prima rivista a una pagina a caso, leggendo in stampatello maiuscolo 'JELENA IS OFF', ovvero che finalmente hanno rotto e danno pace alle Beliebers di tutto il mondo.
Sfoglio le pagine della rivista e la chiudo, alzandomi e andando allo Stabucks dell'aeroporto.
Dopo una marea di clienti insoddisfatti, vecchiette che dovevano assolutamente appoggiarsi a quelli davanti a loro perchè erano stanche e qualche spinta qui e lì, finalmente raggiungo la cassa.
"Salve, vorrei un caffè con marshmallows." Do i soldi alla donna dietro il bancone e tamburello piano con le dita. Controllo l'ora di nuovo e appoggio il telefono sul bancone.
Non vedo l'ora di essere a casa.
Un tipo col cappuccio mi viene accanto. "Ciao, scusa, posso passare davanti? Il mio aereo parte tra poco e ho urgente bisogno di caffeina."
E che palle! Annuisco leggermente. "Certo." Mi sposto indietro e lo lascio passare.
"Grazie." Sorride e ordina un caffè con doppia razione di zucchero e panna.
Aspetta.
Io questa scena l'ho già vissuta, e me la ricordo anche bene!
Mi volto velocemente verso destra, vedendo ciò che mi aspettavo: una donna corre dietro alla figlia, tenendo palloncini viola scuro nella borsa. 
Mi volto di nuovo e osservo attentamente la maglia del tipo davanti a me.
Qual era la marca? Non Gucci, non Dolce e Gabb- Hollister! 
É una maglia dell'Hollister!
Guardo velocemente il mio telefono appoggiato accanto a quello del ragazzo davanti a me, poi guardo il ragazzo.
Oh, minchia.
«Scusa?» Lo affianco e lui mi guarda da dietro i suoi occhiali da solo.
«Ci metto solo un secondo, prometto. Devo andare fino a Cannes, non posso stare senza caffè.»
Aspetta, non me la ricordavo così la storia. «Anche io vado a Cannes. E l'aereo parte tra mezz'ora. Sei furbo.»
Ridacchia e prende il suo caffè dalla donna, poi mi sorride. «Allora ci vediamo. E grazie ancora.» Prende il telefono e se ne va, mentre la donna a cui avevo ordinato il caffè mi da una leggera scossa.
«Ecco a lei, signorina.» Sorride.
Lo prendo velocemente e prendo il telefono, andandomene dal bar. 
Quindi non può essere Justin.
Dio, sto impazzendo. Probabilmente mi è crollato l'intero aereo in testa e ora sto manifestando sintomi da idiozia avanzata, giusto?
Sì.
Sorgeggio il mio caffè mentre aspetto nella sala d'attesa.
Mi piacerebbe ricordarmi cosa diavolo è successo quando l'aereo è caduto.
Magari sono un'eroina e ho salvato la ragazza che è rimasta viva con me, che tra l'altro non ho mai conosciuto.
O magari ho combattuto contro uno squalo e sono stata portata a riva da un gruppo di delfini come succede nei film.
O forse ho semplicemente nuovato a mo' di cane fino alla riva di qualche isola e sono morta di stanchezza lì.
Molto eroico, mi dicono.
«Ehi, scusa?» Una mano mi tocca la spalla e io sobbalzo.
«Ma ti sembra il modo di parlare a una persona?!» Sbotto, alzando lo sguardo fino a incontrare gli occhiali da sole di prima.
«Scusa.» Il tipo ride e si siede accanto a me, porgendomi un iPhone bianco. «Penso che questo sia tuo.»
«No, questa volta no. Questa volta il mio ce l'ho io e il tuo ce l'hai tu.» Tiro fuori il telefono dalla tasca dei jeans e lo sblocco, mostrandogli lo schermo.
«Sì, ecco, io...» Il ragazzo sorride e indica il mio telefono. «É mio.» Lo gira verso di me e aggrotto la fronte appena vedo la foto del display.
Justin.
Minchia.
Minchia, doppia minchia, tripla minchia!
«Aspetta, è successo davvero!» Mi metto a sedere di colpo e fisso il telefono, poi Justin, poi il mio telefono.
«É successo cosa?» Justin inarca un sopracciglio, guardandomi confuso.
«Questo! Io ho già avuto il tuo telefono, e tu andavi in Australia, e poi sei venuto a riportarmi il mio telefono e ti sei messo con una mia amica, ma quell'amica mi ha mandato sotto un camion e noi ci siamo messi insieme e poi mi sono svegliata dal coma!»
Mi guarda spaventato, poi prende il suo telefono dalle mie mani molto lentamente. «Come mai eri in coma?»
«L'aereo su cui ero è crollato nell'oceano e penso sia iniziato tutto lì.» Faccio spallucce.
Ridacchia e controlla l'ora. «Abbiamo dodici ore da passare insieme, a quanto pare. Perchè non mi racconti del tuo sogno?» Chiede, infilandosi il telefono nella tasca dei jeans.
Sorrido.
Ecco il mio lieto fine.


Dovete amarmi, cazzo! É passato solo un giorno e ho già postato l'epilogo c:
Spero vi piaccia, e mi dispiace se non sono riuscita a rendere minimamente triste anche questo D:
Semplicemente non ci riesco, boh!
C'est finì. Mi dispiace anche dell'enorme ritardo per il capitolo prima, ma sono contenta che molte voi di voi siano rimaste con me, nonostante tutto. :)
Per quanto riguarda la fine della storia... Sta a voi immaginare se si sono messi insieme oppure no ;)
Un'altra cosa: una mia amica sta scrivendo una ff su Justin, PASSATE per favore? Cliccate sul titolo, e godetevela. You are afraid to burn?
Sciao, bellesse. <3
   
 
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