Libri > I Dannati di Malva
Segui la storia  |       
Autore: Rixbob    05/04/2013    1 recensioni
[I Dannati di Malva]
Questa fan fiction è il continuo del libro "I dannati di Malva" di Licia Troisi.
Parte presa dal primo capitolo:
Quando sono sceso qua sotto ero Telkar, il mezzosangue cresciuto con gli umani, il primo mezzosangue che era diventato una Guardia, la spia che si era offerta per porre fine agli omicidi che infestavano Malva... ora sono Zeno, il Mezzosangue. Non mi vergogno più di esserlo. Voglio essere un mezzosangue, ne vado fiero.
La mia sarà una guerra di parole, di verità sussurrate, di ribellione silenziosa.
Darò vita a una rivolta, che porterà finalmente gli uomini e i Drow a vivere insieme, in pace, senza schiavi e padroni.
Questo è quello che voglio fare, questo è quello che farò.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 2

ACCOGLIENZA

 

La frusta mi colpì di nuovo, mentre la Guardia ancora inveiva contro di me. Ma io non lo ascoltavo più. Svolgevo il mio lavoro meccanicamente, sapendo che, questa volta, nessuno si sarebbe preso la colpa per i miei sbagli.

Una volta, era Lavio a farlo per me… Ma la notte in cui l’ho ucciso, tutti hanno capito che in realtà ero una spia, anche coloro che non facevano parte del mio dormitorio o gruppo di lavoro.

È vero, sono tornato qua sotto da schiavo, ma gli altri Drow non mi hanno accettato, si ricordavano ancora perfettamente di me che gridava alla Guardia di sbrigarsi, perché un Drow stava andando ad uccidere ancora.

Quando sono tornato mi hanno messo in un dormitorio e in una fornace diversa, adesso lavoro per far arrivare l’acqua calda a Malva.

La cosa che mi è dispiaciuta di più è stato vedere che nel mio dormitorio c’era Carea, è stato lui il primo a scoprire che ero una spia. Non potrò mai dimentica quello che mi disse quando entrai nel suo, nel nostro, dormitorio.

Entrai con la testa bassa, mentre una Guardia ancora mi premeva la lancia sulle scapole. Mi mostrò il mio posto, poi andò via, disgustato dal nero della mia pelle e dai miei capelli grigi.

Sentivo gli sguardi dei presenti puntati su di me, alcuni mormoravano preoccupati, alcuni evitavano i miei occhi, impauriti, molti, moltissimi altri, mi guardavano con odio. Tra questi, Carea era il più ostile, fu lui a parlare per primo –Ancora qui, traditore?-

-Non sono un traditore, Carea. Sono qui per dimostrarvelo-

Una donna uscì dal gruppo, stringendo forte la mano di un bambino –Cosa ci fa credere che ci possiamo fidare di te? Che garanzie abbiamo?-

Mi sedetti pesantemente a terra, stampai un sorriso stanco sul viso –Non ne avete. Avete solo la mia parola. Ma se mi conoscete come credete di farlo… dovreste sapere che basta e avanza-

Guardai Carea intensamente, aveva le nocche bianche, talmente stringeva i pugni, era rosso di rabbia. Il suo viso era così simile a quello di Lavio quella sera… eppure era anche così diverso… -Non raccontare balle, traditore! La tua parola vale quanto quella di una Guardia! Tu sei esattamente come loro! Lui ti aveva salvato la vita! Aveva salvato quella piccola, inutile cosa che è la tua vita! Non meritavi la sua amicizia! Non meritavi niente! E lui invece ti ha dato tutto!- i suoi occhi si inumidirono appena, o forse fu solo una mia impressione –E qual’è stato il tuo modo di ringraziarlo, eh? Lo hai ammazzato! Hai ucciso il tuo salvatore! Non meriti una seconda chance, non meriti niente!-

Rimasi con la bocca aperta, volevo urlare che non era così, che non volevo ucciderlo, che avrei preferito morire io, piuttosto che ucciderlo, che la mia mano aveva agito contro la mia volontà. Ma non ci riuscivo. La bocca non rispondeva ai miei comandi, rimasi con la bocca spalancata, sperando che qualcuno capisse la mia silenziosa preghiera. Ma non lo fece nessuno. Nel dormitorio solo facce ostili.

Su nessuno di quei volti c’era un briciolo di comprensione, o, quantomeno, di compassione. Io mi sentivo uno di loro, ma per loro ero solo un Traditore.

Una Guardia arrivò di corsa, richiamata dal baccano.

Ci urlò  di andare a dormire, che non voleva sentire volare una mosca. Io non lo sentivo, la sua voce mi appariva distante. Doveva veramente finire così? Doveva veramente finire prima ancora che fosse cominciata?

Non riuscivo a crederlo, non potevo accettarlo.

Mi misi a letto silenziosamente, nessuno  più badava a me, ma non mi importava. Le parole di Carea mi avevano ferito molto. No, io non ero più una Guardia, non ero più uno di loro. Io mi sentivo completamente Drow, ormai.

Volevo urlare al mondo la mia verità. Volevo che tutti sapessero perché ero venuto, poi, mi avrebbero pure potuto uccidere, ma prima dovevano sapere. Ne avevano il diritto.

Presto il rumore di corpi che si giravano nel sonno, il respiro di centinai di persone, mi cullarono. Erano gli stessi di quelli che c’erano nell’altro dormitorio, quando arrivai la prima volta. Almeno quello non era cambiato.

 

Un'altra frustata mi riportò alla realtà. Guardai la Guardia di sottecchi, il mio sguardo era carico di odio. Io non ero come lui. Non lo ero neanche quando stavo Sopra. Non ero mai stato così.

Pochi secondi dopo, un ragazzino alla mia destra, si piegò in due, e cominciò a tossire.

 

 

Salve a tutti! Spero che questo secondo capitolo vi piaccia! ^.^  

Ringrazio Porrima Noctuam Tacet433 per la recensione, spero che anche questo capitolo le piaccia e possibilmente piaccia anche a qualcun altro ^.^

Recensite se vi va! A me fa sempre piacere! ^.^

Roberta

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > I Dannati di Malva / Vai alla pagina dell'autore: Rixbob