Vestito con la
sua tonaca bianca ed
immacolato dalla luce divina che entrava dalla finestra, Don Camillo
aveva
appena finito di prepararsi per la messa della domenica. Decise di
essere
originale, preferendo un’entrata di scena diversa dal
semplice entrare dalla
porta. Salì sulla cupola della chiesa, si lanciò
e sfondò il vetro che la
ornava, atterrando su un chierichetto ( tutto calcolato, eh ) ed
uccidendolo. Le
schegge piovvero dal cielo, colpendo e benedicendo i fedeli con le loro
pugnalate angeliche.
Don Camillo,
sorridente nel vedere
tante persone sofferenti, capì che solo lui poteva annullare
tale sofferenza, e
ciò era possibile solo con una messa, una serena e santa
messa. Chi meglio di
lui poteva recitarla?
<<
Grazie per essere entrati
nella casa del Signore, cioè casa mia. Congiungete le mani e
preghiamo, o
fratelli >>.
Quasi tutti i
presenti congiunsero le
mani, tranne quelli che dopo la pioggia divina erano rimasti mutilati,
che
dovettero togliersi le scarpe ed usare
i
piedi per rimediare. Un odore di gorgonzola si espandé per
la chiesa, facendo
smorzare il naso al parroco, il quale, maniaco della pulizia (solo di
quella,
eh) fece in modo che, con un battito di ciglia, un ictus cerebrale
colpisse
tutti coloro che stavano intossicando l’aria. Egli, sentita
la terribile puzza
provenire dalle schifosissime falangi di quelle capre, non aveva potuto
non provare
la più completa e piena pietà nei loro confronti,
decidendo così nel porre fine
a quelle vite misere e puzzolenti.
Ma in quel
momento avvenne un fatto
insolito, stranissimo: una enorme scala mobile tutta in oro cadde dal
cielo,
schiacciando una cinquantina di fedeli ( quelli più lontani
dall’altare ).
Don Camillo
guardava a bocca aperta
una forte luce bianca illuminare il sentiero verso il cielo: quella era
la
scala mobile del paradiso, frutto di centinaia di migliaia di leggende
(mah…).
<<
Don Camillo, sono io, il
Signore. Tu, o grandissimo uomo di fede e misericordia, hai dimostrato
tutto il
tuo valore in questa terra. Non posso non dire che hai fatto meglio di
Papa
Giovanni Paolo II e di madre Teresa di Calcutta messi insieme. Con
ciò, ti
offro la possibilità di ascendere al cielo non morto, cosa
che nessun uomo ha
mai fatto >>.
Don Camillo
corse, non curandosi dei
chierichetti che, inevitabilmente, iniziarono a piangere dalla
tristezza. Arrivò
nei pressi di un bambino costretto su una sedia a rotelle, lo prese per
le
spalle e lo buttò per terra: << Haha! Dio ha
scelto me perché posso
camminare! >>.
Arrivò
nei pressi di un cieco, gli
infilò le dita negli occhi e disse: << Haha!
Dio ha scelto me perché
posso vederci! >>.
Poi si
avvicinò ad un uomo muscoloso
e privo di difetti fisici, ma Don Camillo non si scoraggiò,
gli diede un calcio
nelle palle e disse: << Haha! Dio ha scelto me
perché ho i coglioni!
>>.
Dopo aver
smaltito tutta quell’estasi
(nel vero senso della parola), Don Camillo prese le scale e corse a
più non
posso, cercando di arrivare il più velocemente possibile
alle porte del Paradiso.
Superò i pianeti del sistema solare, facendo però
qualche sosta, che consisteva
nel fare pipì e sputare sul pianeta Terra così,
giusto per lasciare un
ricordino agli schifosissimi umani. Raggiunte le porte del Paradiso,
Don
Camillo si trovò di fronte ad un vecchio con la barba bianca.
<<
Babbo Natale! Che ci fai
qui?? >>.
Lui lo
guardò sconvolto: << Non
sono Babbo Natale, sono San Pietro… >>.
<<
Oh scusami, santissimo
inferiore solo a me, potresti farmi entrare? >>.
<<
Ma certo >>. Disse contento
<< Il Signore desidera vederti! >>.
Le porte si
aprirono ed il Don entrò,
ma non senza farsi circondare dagli angioletti che, eccitati,
incominciarono a
ballare Gangnam Style insieme a lui, mentre procedevano fino a Dio.
Dio, che non
aveva mai visto un ballo
simile, non poté non ballarlo anche lui, ma poi, cercando di
mantenere una
certa autorevolezza, decise di interrompere il ballo e chiese
gentilmente agli
angioletti di lasciare i due da soli.
<<
Caro Don Camillo, quale
onore averti qui con noi! >>.
<<
Hei, ciao! Ma lo sai che
Babbo Natale sorveglia le porte del Paradiso? >>. Disse,
dimenticatosi
del dialogo precedente.
<<
… ma quello è San Pietro!
>>.
<<
Si, dicono tutti così!
>>. Disse, ricordatosi stavolta.
<<
Senti, questo è il Paradiso.
Sei libero di fare tutto quello che vuoi, quindi datti alla pazza gioia
>>.
Don Camillo
sorrise e, stranamente
(certo, come no), nel Paradiso si scatenarono un paio di tempeste che,
insidiosissime, fecero disperdere un migliaio di angioletti.
<<
Incominciamo bene! >>.
Disse, iniziando a ridere come il pazzo e buttandosi per terra.
Non riusciva a
credere a ciò che
stava vivendo e, ahimè, in effetti questa non fu altro che
una visione. In realtà
Don Camillo era rimasto tutto il tempo in chiesa, preso da una crisi
epilettica
che gli aveva portato fortissime allucinazioni. Furono chiamati gli
infermieri
del manicomio più vicino, che lo strinsero in una camicia di
forza e lo imbavagliarono.
Oramai bisognava pur fare qualcosa, ed era ora che qualcuno lo portasse
via da
tutte quelle povere creature. Ma è proprio qui che inizia il
dramma: fu
rinchiuso, costretto a prendere massicce dosi di medicinali per la
schizofrenia
e dovette essere seguito costantemente da un tour di psicologi. Don
Camillo non
riusciva più a fare niente, bloccato continuamente dalla
camicia di forza. A nulla
sarebbe servito divincolarsi, la camicia non lo mollava. Data la sua
situazione, probabilmente sarebbe rimasto rinchiuso per il resto della
vita, anche
se era giovanissimo d’età. Ma intanto qualcosa di
strano stava succedendo nei
caldi bassifondi terrestri. L’Inferno si stava gonfiando e i
demoni erano
pronti a banchettare con il sangue degli uomini, ma questa, miei cari
lettori,
è tutta un’altra storia.
E
così finisce la mia
storia sul parroco più pazzo del mondo ;w;
Spero
vivamente di essere
riuscito a strapparvi qualche risata e vi ringrazio per tutto il tempo
speso a
leggere questa storia. Sappiate solo che questo non è un
addio, ma un
arrivederci! :)
Ho
in mente qualcosa di
nuovo per questo personaggio (come si è potuto capire dal
finale).
Abbiate
pazienza e vedrete
;)
Ciao
a tutti ed ancora
grazie mille! :D