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Autore: Lantheros    06/04/2013    2 recensioni
Un luogo lontano e dimenticato.
Quando ancora tutto era vago e indefinito.
Esseri primordiali si affacceranno al mondo, con arcani e misteriosi progetti da compiere.
Un giovane alicorno si ritroverà gettato in un universo strano e cangiante.
Le sue paure emergeranno all'improvviso, gettandola nel panico.
Ma anche nell'oscurità più profonda si può nascondere una piacevole sorpresa.
Spiriti e strani misteri insegneranno ad un piccolo pony cosa significa andare oltre l'apparenza.
Tramite essi, arriverà ad amare la fredda pietra, a compiere un passo importante e a decidere le sorti del creato.
E quando tutto sembrerà volgere al peggio... tutto andrà bene. Se ancora non va bene... è perchè ancora non è la fine.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Princess Celestia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Passarono alcune centinaia d’anni dal quel curioso episodio e, come pattuito, ne il pony ne lo spirito, ebbero il ricordo l’uno dell’altra.


Celestia si trovava in una lussuosa camera finemente arredata, intenta ad osservare uno strano monile, che ruotava a mezz’aria, tramite la magia. La puledra era cresciuta divinamente: si era slanciata in altezza e la chioma era diventata fluente, come quella del padre, arricchendosi inoltre di altre tonalità vivaci. Il corno acuminato scintillava come l’avorio e le ali, anche se ripiegate, la coprivano interamente lungo i fianchi, da cui spiccava il simbolo di un sole dorato.

L’alicorno osservò con sommo piacere l’oggetto e lo poggiò quindi su un tavolo.

“Permesso”, si udì, oltre la porta d’ingresso, accompagnato da un leggero bussare.

“Avanti”, rispose l’altra, con voce semplicemente splendida.

Un imperioso unicorno dall’armatura scintillante entrò nella stanza, porgendo i propri ossequi all’occupante.

“E’ tutto pronto, Principessa”, esordì, “Aspettano tutti lei”.

“Grazie, giungerò tra breve”, rispose cortesemente, congedandolo.

La puledra sollevò nuovamente il monile: era il girocollo di Mantle, lucidato e rifinito. Al centro era stato incastonato un frammento scuro, quasi violaceo, del cuore di Grigiomanto. Il volto di Celine si riempì di commozione, subito prima di agganciarlo sotto alla criniera, facendolo ricadere elegantemente sul petto.

Prese un grosso respiro e, con decisione, spalancò la porta. La luce dell’esterno, per un istante, parve accecante.

    Al suo sguardo, oltre la piccola balconata su cui era uscita, comparvero le mura e le guglie d’argento del fantastico castello in cui si trovava. Le foreste e le colline verdeggianti si stagliavano, in lontananza, quasi a fondersi col cielo azzurro.

Sotto di lei, allineate ordinatamente, una schiera di figure equine la osservava in muto rispetto.

Sul balcone, oltre ad un paio di guardie, c’erano anche Ivory e Dedalo, assolutamente orgogliosi per la propria figlia.

Celestia fece qualche passo in vanti, mostrandosi ai presenti.

La madre le si avvicinò e sfiorò delicatamente il muso con il suo.

“Dimmi”, sussurrò, volgendo lo sguardo verso l’orizzonte, “Cosa vedi?”.

Celine sorrise: “Vedo… una terra ricca e fertile. Vedo la vita sbocciare in ogni angolo del mondo. Sento le risate, la gioia ed anche i pianti ed i turbamenti di mille entità diversificate. Vedo le opportunità e le possibilità che questo luogo ha da offrire”.

“Sono molto fiera di te, piccola mia”.

“Lo so, mamma… ma non sarei mai giunta fino a qui, da sola”.


    Quello fu il tempo, in un luogo lontano e non più dimenticato, in cui il Mutamento ebbe sfogo. Un tempo ed un luogo unici, distanti da tutto ciò che si potrebbe definire sconosciuto.

Quando il primo zoccolo si posò sul terreno, quando le ali presero a sferzare l’aria nel cielo, quando si udirono le prime voci di vita, il Creato era un ribollente calderone di entità.

C’era chi, osservando una statua, avrebbe visto solo fredda pietra.

C’era chi, nelle tenebre, avrebbe percepito solo l’oscurità terrificante.

C’era chi, di fronte alla morte, avrebbe riconosciuto solo una vacua distruzione.

E c’era chi, forte delle proprie esperienze e con la consapevolezza nell’anima, avrebbe visto tutt’altro.

Osservando le ombre, potrebbe capitare di scorgere un muso ghignante.

Questo è ciò che accade a chi ha imparato a vedere col cuore.
   
 
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