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Autore: Lantheros    06/04/2013    2 recensioni
Primo sequel di Sidro Proibito.
E così non c'è più concorrenza, nella Città Proibita...
O forse no?
E' piuttosto semplice risolvere i problemi con una pallottola in fronte. Ma questa volta non sarà sufficiente.
Alleanze e tradimenti porteranno a conseguenze incontrollabili. La sete di potere spingerà lo spargimento di sangue.
Personaggi che si credevano usciti di scena per sempre... torneranno.
Questa volta non ci sarà pietà alcuna.
Ma le Redenzione non è qualcosa che si possa conquistare così facilmente..
La fiction ricalca i toni del suo predecessore e propone un approfondimento di alcuni personaggi, nonchè la comparsa di un nuovo... "protagonista" rispetto ad Applejack e al suo "gruppo".
La storia si basa sempre su toni noir e pulp aggiungendo però alcuni momenti drammatici esterni al conflitto fisico.
Verrà gettata luce sul passato oscuro di chi si credeva un nemico... mentre gli alleati... potrebbero rivelarsi non proprio così amichevoli.
Genere: Azione, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Applejack, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un rumore sinistro, simile a decine di rami che si spezzano disordinatamente, fece capolino dall’oscurità, dietro alla scrivania in mogano. I presenti spostarono lo sguardo in quella direzione.

Dal buio, quasi per incanto, si aprì un paio di occhi verde smeraldo, della stessa tonalità riconosciuta da Sparkle nelle orbite dell’alicorno.

Discord assunse un’espressione di compiacimento e si diresse lentamente verso la figura indistinta. Octavia lo osservò, senza capire cosa stesse facendo.

Quando i due furono vicini, una voce femminile fece capolino dall’ombra: “Ottimo, Discord. Davvero un ottimo lavoro”.

Tutti si guardarono con fare interrogativo.

“Grazie, Chrysalis. E’ stato un piacere”.

“Ehy…”, intervenne debolmente Applejack, “Che… che sta succedendo?...”.

Dash lanciò un’occhiataccia al pony grigio, che scosse il capo, senza dir nulla.

“Boss…”, domandò quindi, visibilmente spiazzata, “Cos’è questa faccenda?...”.

Il superiore si scrutò gli artigli per qualche secondo, come se fossi dalla manicure: “Uhm… Oh? Dici, questo? Mh. Niente di che. E’ solo… una questione d’affari”.

“Una… cosa stai dicendo?...”.

Rainbow montò su tutte le furie: “Lo sapevo! Traditore!!”.

“No, io… io penso ci sia una spiegazione a tutto, vero, capo?”, le chiese Octavia, non sapendo se credere a ciò che stava dicendo.

“Ma certo, mia cara. E’ tutto perfettamente lecito. Celestia è out. Loro sono out. Tutti i miei concorrenti sono out. Ecco la spiegazione”.

Rainbow caricò un balzo e gli volò addosso. Il sicario dagli occhi viola, istintivamente, la intercettò in un lampo e la costrinse a terra. Il suo volto, tuttavia, era afflitto da un’espressione di evidente sofferenza.

“Lasciami andare!!”, ringhiò il pegaso.

Octavia non sapeva che fare.

“Lascia perdere, Dash…”, le comunicò Applejack, togliendosi il cappello, con un filo di voce, “Sono… sono tutti traditori…”.

“Non è possibile!”, proruppe Rarity, sconvolta.

La musicista osservò Discord, assolutamente incredula: “I-io…”.

“Andiamo, amica mia. E’ tutto a posto”, la tranquillizzò la bestia caprina, porgendole un artiglio, “Molla il pegaso e sistemiamo la faccenda”.

“Traditrice!!”, l’apostrofò il pony blu.

“Cosa?...”, domandò Pinkie, con i capelli lisci, ma senza il canonico sguardo da invasata, “Tu… tu ci hai tradite?...”.

“Cosa? No!... Io… io…”.

“Andiamo, Octavia”, continuò l’altro, sempre a zampa tesa, “Hai agito in modo impeccabile. Non gettar via tutto in un istante”.

“Octavia!!”, la implorò l’amica rosa, “Cosa fai?? Siamo… siamo compagne di coltello-che-bello! Abbiamo giocato a ‘indovina cosa bevo’!... Ci… ci siamo salvate la vita a vicenda!... Ti piace il rosa confetto!... Io… io sono rosa confetto!...”. I suoi occhi erano umidi e le sue pupille ingrossate.

“Octavia…”, incalzò Discord, impaziente.

La puledra fece saettare ripetutamente l’attenzione tra i compagni e il suo superiore, sbattendo rapidamente le palpebre e trattenendo un lieve tremore alla mandibola.

Alla fine spinse Rainbow verso le altre e, con molta lentezza, afferrò l’artiglio leonino.

Pinkie ebbe un tuffo al cuore.

“Brava, ottima scelta”, concluse l’altro, soddisfatto.


    Le porte della cattedrale si spalancarono all’improvviso, rivelando uno stuolo di Agenti armati, che fecero rapidamente irruzione.

“Fermi tutti! Non muovetevi!!”, intimarono.

“Oh… mia Celestia!...”, esclamò uno di loro, accorgendosi del cadavere in fondo alla stanza.

Gli occhi nell’oscurità si chiusero, seguiti da altri rumori scoppiettanti.

Dopo pochi istanti, un pony in divisa governativa, con gli occhi verdi, uscì dall’ombra.

“Uomini!! Arrestateli!”, esordì, indicando gli invasori.

Gli altri ubbidirono: uno ad uno, Applejack e i suoi vennero placcati violentemente a terra. Nessuno oppose resistenza, eccetto Dash, che venne prontamente zittita con il calcio di un’arma sul muso.

Un ufficiale si avvicinò al pony in divisa: “Signore!! Cos’è successo??”, chiese, porgendo saluto militare e indicando successivamente l’alicorno privo di vita.

L’altro cercò di trattenere un sorriso e poi, con voce autoritaria, si rivolse a tutti quanti: “Uomini! Questi fuorilegge hanno fatto breccia attraverso le mura di Counterlot!  Sono i responsabili di quanto è accaduto questa notte! Sono inoltre penetrati nel nostro quartier generale… uccidendo…”. Chrysalis si leccò le labbra, prima di pronunciare quel nome: “Uccidendo il nostro governatore Celestia!!”.

Nessuno rispose, assolutamente atterrito da quella notizia, che suonava come un tabù che non si sarebbe mai potuto infrangere.

“Questi criminali hanno compiuto atti imperdonabili contro il Governo Celeste!!”, continuò.

Applejack e le altre, intanto, in ginocchio, ascoltavano impotenti le menzogne del pony governativo.

“Soltanto questa creatura e la sua compagna”, disse quindi Chrysalis, indicando Discord e il sottoposto, “hanno impedito ulteriori danni al nostro amato Governo! Sono riusciti a bloccare due sgherri, tra cui Grey Hound, il traditore di Counterlot!!”.

“Menzogne!! Siete voi i traditori!!”, strillò Rarity, incassando dolorosamente un colpo di manganello sulla schiena.

“Questo è un giorno molto triste! Il giorno in cui Celestia ha perso la vita nella nobile lotta contro la criminalità!! Purtroppo, ora dobbiamo pensare a rispedire gli invasori superstiti da dove sono venuti ma, non appena questa sanguinosa battaglia sacra si sarà conclusa, provvederemo a rivolgere gli adeguati ossequi alla nostra amata. Ora abbiamo ancora una battaglia da vincere, uomini!”.

Gli altri risposero all’unisono, con un altro saluto militare.

Il falso pony si calmò. “Caporale”, disse al funzionario di fronte a sé, “Prenda questa… feccia… e la sbatta in prigione. Verranno sicuramente impiccati fra pochi giorni”.

“Sissignore. Cosa ne facciamo dei feriti, signore?”.

L’altro scrutò Twilight e Hound, con estrema noncuranza, e poi rispose: “Portateli in infermeria. Se non muoiono, chiudeteli in cella con gli altri”.

“Sissignore. Avete sentito, gente??”, berciò, rivolgendosi alla squadra, “Ci sono altri criminali da respingere! Portate questi in cella e poi radunarsi di fronte alla cattedrale! Avete dieci minuti! Scattare!”.

I prigionieri vennero trascinati via di forza. Applejack perse il cappello. Ma non le importava, in quel momento. Anzi, non le importava più di nulla. I suoi pensieri tornarono alla tenuta. Una sensazione di nausea la pervase e dovette trattenere un conato di vomito. Le cose stavano per finire male, come mai si sarebbe aspettata.

Chrysalis rivolse un ultimo sguardo compiaciuto verso Discord, quindi seguì i sottoposti verso l’esterno.


    Octavia si avvicinò lentamente alle chiazze di sangue lasciate dai suoi ex-compagni. Il suo volto era contratto in una smorfia di profondo dispiacere. Raccolse delicatamente il cappello di Applejack e lo osservò per lunghi istanti.

“Discord…”, sussurrò.

“Sì, cara?”.

“Io… io… non sono sicura che tutto questo sia giusto”.

“Giustizia?”, ammise l’altro, incrociando le zampe, “Esistono diverse forme di giustizia, o suonatrice dei mille violoncelli”. L’artiglio leonino si sporse su un lato, inquadrando un drappo sullo sfondo, su cui compariva il simbolo del Governo: “Esiste la giustizia dei potenti…”. La zampa d’aquila si allungò sul lato opposto, delineando alcune foto di famosi ricercati, affissi alla parete: “…E la giustizia dei criminali”.

La mani della creatura si ricongiunsero al centro, verso Octavia: “Poi c’è la giustizia di chi sa usare il cervello”.

“Che vuoi dire?”, chiese titubante, “Insomma… tutto questo… Attaccare la tenuta Apple, con una piccola e un’anziana all’interno… Il tradimento di poco fa… Credevo che avessimo dei principi”.

Lo sguardo dell’altro si fece soddisfatto: “E tu, mia cara, sai usare il cervello… oltre che un po’ di quel piccolo cuore che ti è rimasto”.

“Cioè?”.

“Non ho ordinato io l’attacco alla tenuta Apple. Sennò lo avrei affidato a te”.

“Cosa??”, chiese stupita.

“Non ci sono superstiti, quindi non posso averne la certezza, ma… Quelli erano i miei uomini ed hanno agito come se gli avessi impartito un ordine... un ordine che, tuttavia, io non ho mai emanato. Dato che tu eri alla Carousel Maison, è ovvio che un terzo si è occupato di mandarli alla tenuta”.

Octavia scosse la testa, sforzandosi di capire.

Il superiore iniziò a camminare su e giù per gli archi delle balconate, con le braccia dietro alla schiena: “I miei sospetti erano fondati. Chrysalis sta facendo il triplo gioco”.

“Ma… ma chi è questa Chrysalis, esattamente, si può sapere?”.

“Lei è… loro”, esordì Discord, puntando un dito verso i quadri dei ricercati.

“Chi??”.

“Tutti loro. Chrysalis è una trasformista. Una mutaforma. Lei è i pony più malavitosi e potenti mai apparsi in Equestria…”.

“Cosa? Quindi tu lo sapevi! Lo sapevi e hai mandato AJ e gli altri al massacro!”.

“Oh…. AJ? E’ così che la chiami adesso?”, la schernì.

“Non fare lo stronzo, Discord!!”.

L’altro la cinse rapidamente per le spalle, quasi spaventandola: “Così ti voglio!! Incazzata nera! Anzi… dovrei dire grigia… ma comunque… Ora Chrysalis ha la concorrenza in pugno e conta di dare il buon esempio della condotta del Governo, facendoli impiccare pubblicamente! Rimanendo a Counterlot, sotto mentite spoglie, avrà tutto ciò che desidera!”.

“E… e quindi?”.

“Quindi… lei si fida di me. Stanotte le ho dato la prova della mia fiducia”.

“Non capisco… a che gioco stai giocando?”.

La bestia allentò la presa e le diede le spalle: “Quella Chrysalis è un avversario formidabile. Non c’è verso di toglierla di mezzo senza le dovute precauzioni. Se fossimo realmente venuti qui, senza che io fossi un passo avanti a lei, ci avrebbe ammazzati tutti, dal primo all’ultimo”.

“E cosa cambia ora?”.

“Ora?? Ora abbiamo i nostri alleati infilati direttamente nel cuore della città! Chrysalis si aspetta che vengano trucidati pubblicamente e non sa che io e te la stiamo ingannando!”, le rispose, serrando un pugno.

Octavia era visibilmente confusa: “Come… come faccio a sapere se stai dicendo il vero? Dopo quello che hai fatto??”.

“Proprio perché l’ho fatto! Ah! Non l’hai capito? Chrysalis non potrà mai mangiare la foglia perché, a tutti gli effetti, io vi ho ingannati tutti! Ora, però, saremo noi a ingannare lei! A toglierla dalla piazza definitivamente!”.

La puledra rimase titubante: “Non lo so… non so cosa pensare, sinceramente…”.


    Discord fece roteare la zampa di leone nell’aria, come un prestigiatore, facendo comparire un piccolo mazzo di chiavi tra le unghie. Lo porse al pony grigio.

“Non posso darti torto. Ma, questa notte, non ho visto ‘Octavia l’assassina a sangue freddo’ ma bensì ‘Octavia l’assassina che ha una coscienza’. Ed è quello che volevo”.

L’altra lo ascoltò in silenzio.

“Queste aprono le celle della prigione”, continuò, “Prendile. Ora, prima che tu vada… devo informarti su quanto dovremo fare, nelle prossime ore…”.

La musicista strinse il metallo tra gli zoccoli: “Cos’hai in mente?”.

I denti del muso caprino arricchirono il suo ghigno divertito. I suoi zigomi si contrassero. Le pupille si fecero sottili.

“Quest’anno comparirà nei libri di storia. E saremo noi a scriverne gli esiti…”, ridacchiò, “Non è eccitante??”.
   
 
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