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Autore: VidelB    26/10/2007    3 recensioni
La storia è ambientata in quel periodo di tempo che in realtà il manga ancora non ci rivela. Il futuro 4°hokage ha 24 anni, è un jounin e si occupa di diplomazia durante l'ultimo periodo di guerra fra i Paesi ninja. Kakashi è un ragazzino. Il futuro Yondaime ha conosciuto una ragazza del villaggio del Vortice durante le sue missioni per lo scambio di informazioni; il loro rapporto sarà fondamentale per gli eventi futuri... soprattutto per Naruto...
Genere: Generale, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Sorpresa, Yondaime
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio
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20 ottobre. Una mattina d’autunno dall’aria fredda, intrisa di umidità, buia. Un ragazzo appostato su un albero, rassicurato dall’ombra che lo ripara. Sta aspettando.

All’improvviso un fruscio da est, la direzione in cui il sole sta iniziando a sorgere. Il ragazzo sente il cuore balzargli nel petto mentre il suono si avvicina e lui non può ancora credere di trovarsi lì con certe intenzioni.

Spiare è un lavoro da shinobi dopotutto… però nessuno lo avrebbe pagato per questo. Era da poco salito al grado di jounin, ma non si trattava di una missione; almeno non tecnicamente. Si trovava lì infatti per sua iniziativa, per semplice curiosità in fondo, ma che avrebbe potuto pagare a caro prezzo. L’obiettivo che si era posto era di un livello ancora troppo difficile per le sue possibilità. Tanti dichiaravano quanto fosse dotato nel mimetizzarsi con l’ambiente e nel combattimento; nonostante tutto, un brivido gelido gli percorse la schiena.

Il suo ex-maestro aveva un carattere riflessivo, comprensivo, ma era anche estremamente pericoloso, forse il più abile mai vissuto nel villaggio… non per niente era stato soprannominano “Fulmine giallo di Konoha”. Con un piccolo sforzo di fantasia, immaginò come sarebbe stato colto di sorpresa alle spalle e stordito, prima ancora di poterlo guardare in viso; o magari avrebbe fatto appena in tempo a vedere il suo sguardo colmo di profonda delusione. In quel caso sarebbe stato ancora peggio.

Kakashi, questo il nome del jounin, deglutì imponendosi la calma e la freddezza assoluta. Erano necessarie se voleva evitare di manifestare la propria presenza.

Il ragazzino chiuse gli occhi e captò una seconda serie di fruscii farsi sempre più vicini, ma provenivano dalla direzione opposta rispetto ai precedenti; risollevò le palpebre quando entrambi i rumori cessarono improvvisamente. Poteva voler dire solo una cosa: erano infine arrivati al luogo dell’incontro.

Kakashi allungò lo sguardo oltre il tronco, in basso sulla radura, e vide il suo obiettivo: Namikaze Minato. Quest’ultimo sembrò guardarsi un attimo intorno, dopodiché si sedette nell’erba alta. Il ragazzino non poté fare a meno di sporgersi un po’ di più da dietro il suo nascondiglio per osservarlo meglio, ma subito si ritirò, deciso a non rischiare troppo.

Il sangue gli si gelò nelle vene quando udì la voce dell’ex-maestro chiamare il suo nome; l’interessato rimase immobile, pietrificato dall’incredulità e dall’orrore che sopravvennero in un’unica ondata.

- Kakashi, ti ho visto. Scendi giù.- ripeté Minato calmo.

Com’era possibile che non fosse arrabbiato con lui? Doveva essere un trucco per metterlo del tutto allo scoperto… o forse, semplicemente, credeva che lui stesse passando di lì per caso, senza intenzioni precise.

- Salve.- si sforzò di assumere un’espressione indifferente, prima di saltare a terra.

L’uomo aveva un’aria leggermente divertita:

- Che ci fai così lontano dal villaggio? Ho interrotto una delle tue prime missioni?

Il ragazzino spalancò gli occhi:

- No, si figuri, niente di particolare!

- Comunque sei migliorato, ci ho messo più tempo del normale a individuarti, i miei complimenti!- esclamò l’altro.

- La ringrazio sensei.- rispose composto.

- Non sono più il tuo sensei ora. Comunque tra qualche anno scommetto che sarai diventato talmente abile da non farti più scoprire da nessuno.

- Uhm…- mugugnò Kakashi lasciando vagare lo sguardo.

Un profondo silenzio, quasi imbarazzante, calò per qualche secondo, finché Minato non riprese la parola:

- Non so quali fossero le tue precise intenzioni venendo qui, ma ora ti prego di andartene.- disse serio. Il ragazzino rimase scosso a quella frase.

- Lei… perché è qui?- si arrischiò a chiedere.

Ci fu una seconda pausa, carica di tensione, durante la quale gli occhi blu del suo interlocutore lo squadrarono severi.

- Questioni di diplomazia, non posso rivelarti i dettagli.- rivelò infine.

- Capisco…- commentò abbattuto l’altro.

- Ma per questa sera sarò al villaggio. Se vorrai farmi compagnia per una mangiata di ramen, ne sarei contento!- esclamò battendo amichevolmente una mano sulla sua spalla.

- Oh… certo, perché no?- rispose Kakashi un po’ confuso- Ora la lascio, a presto!- disse, prima di volatilizzarsi e iniziare una nuova corsa fra gli alberi con l’amaro in bocca. Quei minuti di appostamento non erano serviti a nulla: non solo non aveva scoperto niente, ma aveva anche fatto una figura da stupido. Però, un fatto positivo c’era: se il suo ex-maestro non l’aveva attaccato dopo averlo visto, forse non aveva niente da nascondere. Le prolungate assenze dal villaggio, quindi, erano dovute a una missione segreta e non a qualche losco incontro. Sì, doveva essere così per forza; dopotutto, se non fosse stato per Minato, il Paese della Foglia sarebbe uscito con molti più danni dalla Terza Guerra Segreta. Lui era un eroe quanto suo padre, la “Lama d’Argento di Konoha”.

Il ragazzino si allontanò ancora più velocemente, ormai senza più dubbi a bloccarlo, deciso a tornare il prima possibile al villaggio per uno spuntino.

- Namikaze-san.

La voce di donna riecheggiò nella radura e fece voltare l’interessato.

- In ritardo come sempre.- proseguì quella.

- A quanto pare…- rispose l’uomo, mentre la figura si materializzava sul prato a pochi metri da lui- Ma se escludiamo il mio breve dialogo con Kakashi, siamo arrivati nello stesso momento, no?- la fissò in cerca di conferma.

- Sì, è vero.- sbuffò lei distogliendo lo sguardo infastidita- Però l’ultima volta non aveva scuse.

- Non proprio.

- Come?- si scaldò- Ho aspettato per più di un’ora, stavo perdendo le speranze… avevo anche pensato che non sareste venuto mai più e ne ho avuto paura. Credevo vi avessero intercettato!- esclamò mordendosi il labbro inferiore.

Minato la stava osservando attentamente, con aria tranquilla, e nel frattempo si avvicinò.

- Mi dispiace, ma dovreste avere più pazienza. Non posso uscire dal villaggio a mio piacimento senza destare troppi sospetti. Solo l’hokage deve sapere di questi miei spostamenti.

- Cosa crede, anche per me è un’impresa ogni volta… solo che tento sempre di arrivare nel luogo dell’incontro in orario.- replicò accigliata fissando i propri piedi. D’un tratto il giovane fece un ulteriore passo in avanti. Adesso era diventato troppo vicino per permetterle di sembrare semplicemente arrabbiata, soprattutto nel momento in cui arrivò quasi a sfiorarle l’orecchio con le labbra:

- Uzumaki-san…- pronunciò Minato sottovoce.

L’interessata arrossì violentemente e tentò di indietreggiare, ma le gambe non si mossero, come inchiodate al terreno. Rimase pietrificata mentre una mano le sfiorava il collo e si ritraeva un attimo dopo; non riusciva ad aprire bocca. L’incantesimo si ruppe quando lui riprese la parola:

- Perché non legate i capelli quando siete in missione? Rischiate di portarvi dietro ogni singola foglia che incontrate lungo il viaggio.- commentò pacato, mostrando le quattro piccole foglie ingiallite che teneva ora tra le dita.

- …- l’imbarazzo sul viso della ragazza diminuì appena- Che importa, tanto dobbiamo parlare di politica, no?- disse, passandosi comunque velocemente le mani fra i capelli rossi.

- In effetti avete ragione. Però siete buffa.- rispose abbozzando un sorriso.

Lei si schiarì la gola con aria autoritaria per imporre il silenzio:

- Parliamo di cose serie. Sono qui in missione per conto del Paese del Vortice, quindi un po’ di contegno per piacere.- lo fulminò con sguardo torvo.

- Va bene, ma poche formalità, sono mesi che ci scambiamo informazioni due volte alla settimana.- commentò l’uomo sedendosi nell’erba alta.

- Non c’è problema, preferisco essere diretta.- replicò lei facendo altrettanto- Come ben sappiamo, il mio Paese confina ad est con quello della Foglia e a ovest con quello della Sabbia. Gli attacchi da parte dei shinobi della Sabbia si stanno facendo sempre più pressanti, come vi avevo anticipato l’ultima volta…

- Sì, mi ricordo. Ho già provveduto ad avvisare l’hokage.- la interruppe annuendo.

- Ebbene, negli ultimi giorni la situazione è decisamente peggiorata. Non solo i migliori combattenti del nostro villaggio, ma ormai chiunque sia in grado di combattere è impegnato a difendere il confine. Nonostante si sia trattato finora solo di attacchi brevi, sono stati numerosi e abbiamo già perso più di un centinaio di uomini. Considerando che i nemici finora non si sono impegnati seriamente, la situazione potrebbe diventare critica. Iniziamo a temere che presto non riusciremo più a tenerli a bada. Insomma…- proseguì, posando le iridi verdi decise su quelle blu dell’interlocutore- … abbiamo bisogno di rinforzi a breve termine.

Minato continuò a fissarla pensoso anche quando lei ebbe finito di parlare.

- E’ una richiesta ragionevole, non credo ci saranno problemi ad organizzare una squadra ben addestrata da inviarvi. Dopotutto, il villaggio della Sabbia pare sia l’unico ad non essersi ancora placato; dobbiamo porre fine a questa guerra, dura da troppo tempo.

- Già.

- Mi dispiace solamente di non poter aiutare il villaggio del Vortice in prima persona.- aggiunse a bassa voce.

Kushina fu leggermente sorpresa da quell’affermazione, ma rimase in silenzio, limitandosi a scrutarlo con pura curiosità.

- Vorrei vedere se avete l’energia di un uomo e se fate gesti sconsiderati quando combattete. Siete una testa calda, perciò…- rifletté ad alta voce. La ragazza automaticamente si accigliò e strinse un ciuffo d’erba in una mano, per poi strapparlo e tirarglielo addosso.

- Siete insopportabile! Sono una delle migliori del mio villaggio se proprio lo volete sapere!- gridò accingendosi ad alzarsi, quando fu bloccata per un braccio.

- Io continuo a pensare che siete buffa.- scosse la testa lui mentre si rimetteva in piedi e lei si dimenava furente- Comunque, il vero motivo è che starei più tranquillo.- spiegò, allentando la presa.

- Tranquillo?- chiese sospettosa la giovane, allontanando il braccio finalmente libero.

- Esatto.- confermò Minato.

Kushina si aspettava una spiegazione a questo, ma non arrivò.

- Ah… beh, vi preoccupate troppo. Dopo l’arrivo dei rinforzi ce la caveremo benissimo, ne sono sicura. E’ solo una questione di numero, non siamo inferiori a loro tecnicamente.- spiegò la ragazza con orgoglio.

L’altro jounin si girò a fissare intensamente il prato:

- Non intendo questo.

La giovane si grattò la testa confusa:

- Cosa allora? Non capisco quale sia il problema!

- Ecco, non si sa dove potrebbe riapparire…- replicò il suo interlocutore rabbuiandosi- … gira voce che la Volpe a Nove Code si sia risvegliata.

Un silenzio spettrale era calato sulla radura.

La ninja del Vortice sussultò e un brivido freddo le percorse la schiena.

La Volpe… era in circolazione?

- Ma come… non dite assurdità!- gridò alzandosi in ginocchio e prendendolo per il bavero- Vi rendete conto di quello che state dicendo?!

Lui la guardò impassibile.

- Se fosse vero saremmo tutti in pericolo. Tutti, compresi quelli del villaggio della Sabbia. Non dovremmo perdere tempo con queste guerriglie; non sono niente in confronto a quello che potrebbe succederci. Un solo colpo di coda di quel demone ci distruggerebbe! Perché me l’avete detto solo ora?!- proseguì agitata.

- Calmatevi.- la rimproverò il giovane posandogli le mani sulle spalle tremanti- E’ solo una voce per ora.

- Anche se ci fosse una minima possibilità non possiamo ignorarla!

- E’ la mia nuova missione scovare la tana della Volpe.- affermò d’un fiato spiazzandola- Oggi è il nostro ultimo incontro. Dopodiché ho ricevuto l’ordine di dedicarmi esclusivamente a quello.- aggiunse, mostrando per la prima volta in sua presenza una certa inquietudine e stringendole istintivamente di più le spalle.

- Non… non credevo…- balbettò colta sempre più alla sprovvista, mentre le sue guance iniziavano a perdere colore.

- Ai primi segni di stranezza o sospetti inviatemi un messaggio. Arriverò con una squadra supplementare e decideremo sul da farsi. Nel frattempo manderò la prima squadra per difendere il vostro villaggio dal Paese della Sabbia.- disse frettolosamente, quasi avesse paura di parlare oltre.

- …- lei aveva abbassato il capo e rimaneva silenziosa.

- Avete capito tutto?

- E al vostro villaggio chi penserà nel frattempo, nel caso in cui ci sbagliassimo e faceste un viaggio a vuoto?- domandò immobile.

- Ci penseranno i nostri due ninja leggendari. E inoltre rimarrà l’hokage. Il villaggio sarà in buone mani.- rispose lui pronto.

- Allora potrebbe funzionare.

- Sì.

La ragazza emise un sospiro:

- Bene… un’ultima cosa. Se non ci saranno situazioni di emergenza, non ci rivedremo mai più; ho capito bene?

- Esatto.- rispose il giovane sentendosi sempre più nervoso- Considerando anche il fatto che affronterò una missione molto rischiosa, è difficile che accada.

Lei strinse i pugni e senza preavviso gli si buttò contro.

- … Uzumaki-san, cosa state facendo?!

- Non voglio!- disse la sua interlocutrice con voce strozzata, stringendosi maggiormente a lui.

- Ehi…

- Voglio stare con voi, non andatevene per favore.- lo pregò mettendo da parte ogni freno inibitorio, sapendo che non avrebbe più avuto occasioni.

- Ma… devo, al villaggio mi aspettano.- rispose debolmente l’interessato.

La ninja avvertì le lacrime invaderle gli occhi; probabilmente lui non provava niente di simile ai suoi sentimenti e non avrebbe potuto in alcun modo costringerlo. Era una situazione senza speranza. Rialzò il volto per poterlo guardare un’ultima volta da vicino e si ritrovò a fronteggiare un paio d’occhi sconosciuti. Erano di un blu profondo, come normalmente erano quelli del jounin che conosceva, ma esprimevano un forte turbamento, non li aveva mai visti sotto quella luce.

- Minato-kun…- lo chiamò timidamente. Ciò bastò per indurlo a prenderle delicatamente il viso tra i palmi delle mani e fissarla.

- Kushina-chan… posso darti del tu?- chiese lievemente arrossito.

- Sì.- acconsentì lei confusa.

- Non mi sono mai sentito bene con qualcuno come con te. Anch’io vorrei rivederti.- disse scrutandola profondamente negli occhi.

Lei, stupita, stava per replicare qualcosa, ma fu fermata.

- No, aspetta. Nonostante lo voglia anch’io, non possiamo condizionare due villaggi per i nostri interessi personali. Non sarebbe giusto.

La giovane sbatté le palpebre sempre più confusa.

- Che problemi ci sarebbero? Non capisco…- volle sapere, sentendo una profonda tristezza impadronirsi nuovamente di lei.

- Se decidessimo di continuare a frequentarci, finiremmo per abbandonare i nostri villaggi; in un certo senso li tradiremmo.

- Perché mai? Continueremo a combattere per loro!- si ribellò sconvolta.

- Con il pensiero di perderti non potrei combattere con tutto me stesso. Cercherei di trattenermi per non esagerare e poter tornare da te.

- Ma… quante sciocchezze… per quanto mi riguarda, il tuo pensiero mi spingerebbe al contrario a dare tutta me stessa. Non capisci?

Minato rimase pensieroso a sguardo basso. Lei sorrise leggermente, intenerita dai tanti problemi che il ragazzo si poneva… se quanto le aveva detto era vero e non una scusa per rifiutarla, allora lui era eccessivamente altruista.

- Uhm… secondo me è solo una scusa!- esclamò allegramente per metterlo alla prova.

Il jounin la guardò sorpreso, mentre lei avvicinava il proprio viso al suo.

- Tu hai semplicemente paura di dire che ti piaccio…- gli lanciò un’occhiata maliziosa-… e di baciarmi. Vero?

Il ragazzo sconvolto arrossì ancora di più:

- Io, semplicemente… ho 24 anni come te, non è come pensi!

- L’età non c’entra niente.- gli sussurrò Kushina a fior di labbra, prima di posarvi un piccolo e casto bacio, a occhi chiusi.

Una fresca brezza mosse contemporaneamente le foglie ai loro piedi e i capelli intorno ai loro visi, nascondendone a tratti il punto in cui si erano toccati per un istante. Loro erano rimasti immobili. Nessuna parola era più necessaria per comunicare; da allora non parlarono più veramente.

Minato prese la giovane per la vita e la riattirò con urgenza verso di sé per baciarla di nuovo, ma con passione stavolta, assaporando il più profondamente possibile quel primo vero contatto con colei che aveva desiderato da tempo. Neanche lui riusciva a rendersi conto da quanto esattamente; ora sapeva solo di volerla come mai gli era capitato di volere qualcosa, o qualcuno.

Il bisogno impellente lo stava guidando in ogni singolo movimento, quasi senza che se ne rendesse conto, troppo impegnato a sprofondare con i sensi in lei.

- Minato-kun…- mormorò Kushina aggrappandosi alla sua maglia e cercando di respirare tra un bacio e l’altro, rabbrividendo di piacere ad uno fra gli altri scesi sul collo; e poi lentamente più giù, fin quasi sul petto, per poi risalire. Si sentì stringere e accarezzare con dolcezza e fece altrettanto, giocando con i capelli dorati dell’uomo e toccandone le guance.

Poco a poco scivolarono verso il basso. Mentre le foglie secche scricchiolavano, si ritrovarono sdraiati l’uno sull’altra, intenti a studiare ognuno l’odore dell’altro, il sapore, la forma, il colore.

Un vortice di sensazioni ed emozioni li aveva ormai intrappolati senza lasciare vie di fuga.

Si sorrisero: un sorriso pacatamente dolce disegnato sulle labbra sottili del ragazzo, uno luminoso su quelle rosso sangue dalla giovane.

I due ninja non sapevano che quel loro incontro avrebbe dato un frutto ben maggiore di ciò che credevano allora. E che quel frutto sarebbe stato la salvezza del villaggio della Foglia… uno di loro vi avrebbe posto un sigillo, l’altro un segno di protezione.

Grazie a loro Naruto Uzumaki sarebbe nato e avrebbe utilizzato il chakra della Volpe a Nove Code.

  
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