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Autore: Moon Angel    06/04/2013    1 recensioni
Un amore impossibile,
Una ribellione che sconvolgerà le regole dell'universo,
Un cigno innamorato dell'angelo sbagliato:
Il paradiso e la terra non sono mai stati così vicini.
Sopratutto se ad unirli è solo una semplice ragazza
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Ditemi cosa ne pensate, grazie!
Moon Angel
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO CINQUE
 
L’acqua del lago era calma, mossa soltanto da impercettibili soffi di vento. Lunghe alghe fluttuavano nell’immensità sempre più scura di quelle acque gelate. Delle figure leggiadre, dipinte di nero dalla luce del tramonto screziata di oro, si muovevano eleganti sulla superficie ghiacciata del lago.
Nell’esatto momento in cui l’ultimo raggio di sole si immerse nelle acque eternamente scure, le nuvole, che fino a poco tempo prima sovrastavano innocue la città di Como, divennero scure e pesanti, come se volessero cadere dalla volta celeste.
Le figure rivolsero la testa verso l’alto, verso il cielo, spalancando quelle che sembravano immense ali bianche. I loro occhi si accesero dello stesso bagliore che emanava la luna in cielo nel cuore di quella notte tenebrosa, mentre i loro cuori presero a battere all’impazzata. Sembrava di poter sentire ogni singola pulsazione scuotere impercettibilmente il loro petto bianco ricoperto di piume.
***
Sophie sfiorò con la punta dei piedi la neve che avvolgeva le rive del lago e guardò verso l’orizzonte, dove la notte inghiottiva lentamente l’enorme sagoma impotente del sole, mentre alcuni astri iniziavano a comparire in cielo. Gettò l’occhio sui suoi abiti: era vestita con un leggero abitino a strati di seta bianco che faceva un forte contrasto con il cielo plumbeo di quella sera d’inverno. Due eleganti guanti di pizzo le sfioravano i polsi. Ai piedi aveva leggiadre scarpette da danza color carne, che le infondevano una sensazione di benessere; come se fossero un’estensione del suo piede. Inspiegabilmente avanzò verso l’acqua, come attratta da un senso di appartenenza.
 Appena i suoi piedi toccarono le fredde acque un’innata voglia di danzare l’attanagliò. Si alzò sulle punte e si diresse verso il centro del lago, piroettando. Degli animali bianchi come la neve le si avvicinarono, quasi emergendo dalle acque. I loro becchi affusolati le sfiorarono le caviglie, facendole accorgere del fatto che stava camminando sul lago. Ma le sembrò una cosa naturale: come se non fosse la prima volta. I cigni le girarono attorno, aprendo le loro eleganti ali. Sembravano vanitosi pavoni esporre orgogliosi le loro ruote colorate.
 Sophie guardò le loro ali deformarsi ed assumere una forma allungata. Osservò come le zampe palmate degli animali si allungavano e di ventavano muscolose gambe avvolte da un sottile strato di calzamaglia. Ora ne era sicura, quegli non erano più puri cigni: bensì avvenenti ballerini. Ognuno aveva una diversa tonalità di capelli. Dal biondo platino stile Marylin Monroe a il più scuro dei neri corvini.
 Ogni ballerino aveva due chiarissimi occhi azzurri color ghiaccio, mentre la carnagione era sempre chiara come la neve. Il più vicino, un ragazzo oro, le porse la mano e sprofondò in un galante inchino. Sophie restò allibita mentre gli occhi maliziosi dell’uomo e scrutavano il viso titubante. Come mossa da una forza ignota la ragazza fece, a sua volta, un inchino e poggiò la sua mano su quella del cavaliere. Cominciarono a danzare alla melodia di una musica immaginaria ma che tutti sembravano sentire. I loro corpi si muovevano sempre più velocemente, volteggiando sopra l’acqua scura del lago.
 Sophie passava da un cavaliere all’altro provando con ognuno passi di danza differenti e sconosciuti. In un unico istante gli uomini volsero la testa verso la luna. Piccole sagome scure vennero illuminate dalla luce flebile dell’astro, oscurandone una parte.
  Cominciarono a volteggiare il cielo in cerchio in un’altra danza sempre più frenetica come per fare concorrenza a Sophie. Ben presto le sagome, rivelatesi essere maliziosi corvi neri, fendettero l’aria volando ad ali spiegate verso Sophie e gli altri uomini. Gli uccelli li avvolsero in una nube nera che non permetteva di guardarvi attraverso. I ballerini cominciarono ad allarmarsi ed i corvi beccavano l’aria in cerca della carne di questi ultimi. Erano troppi, nessuno sarebbe mai riuscito a sfuggirgli. Sophie guardava gli uomini cercare di scappare in qualsiasi posto da quello stormo assassino. L’attenzione degli uccelli neri non era rivolta in alcun modo a lei. nonostante ciò la nube continuava ad avvicinarsi sempre più pericolosamente a Sophie e lei cercava invano di scappare. Ma una forza ignota la teneva attaccata alla superficie dell’acqua. Chiuse gli occhi per quello che le sembrò essere un secolo.
  
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