Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: _Hana    06/04/2013    1 recensioni
Non siamo sempre sicuri di voler sapere la verità, soprattutto quando questa potrebbe rischiare di portarci verso qualcosa più grande di noi, verso qualcosa che sappiamo non essere in grado di superare con le nostre sole forze.
Ed è qui comincia la nostra storia: quando si decidere di uscire dalla propria posizione di ingenua ignoranza per prendersi le responsabilità della propria vita, delle proprie scelte e del proprio futuro.
Forse sarebbe stato meglio se avesse soddisfatto quel giorno le mie curiosità, se invece di quel riprovevole silenzio avessi udito una volta per tutte la crudele verità.
Ma non fu così.
Non avrei fatto quello che ho fatto, non sarei diventata quello che sono se quel giorno non mi fosse stata negata la possibilità di sapere.
E, ancora oggi, non so cosa sarebbe stato meglio.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sogni e realtà

Quelle terribili giornate durarono più di quanto mi sarei mai potuta aspettare.
Pensavo che tutto sarebbe finito presto, che appena avessimo raggiunto un nuovo villaggio ci saremmo fermati, e lì avremmo costruito la nostra nuova casa. Invece non fu così.
Superato il primo villaggio continuammo a marciare, e così pure per il secondo, il terzo e così via.
Non riuscivo a capire il perché di quella decisione e non potevo concepire un’idea talmente assurda.
Eppure non chiesi nulla e continuai silenziosamente a camminare.
 
Quella sera ci fermammo per la notte in una piccola radura al centro di una piccola foresta in cui ci eravamo addentrati nel primo pomeriggio; tutti ci sistemammo secondo quelle che ormai erano divenute abitudini, e accendemmo dei piccoli fuochi. Era stata una giornata faticosa per me, resa ancora più angosciosa dagli infiniti sciami di zanzare che tormentavano quei luoghidesolati e dalla pungente pioggia fredda che aveva continuato a battermi sul viso fino a poche ore prima.
Eppure, malgrado la stanchezza, quella sera ero decisa ad ottenere delle risposte: volevo sapere il perché, il perché di tutto: se avrei mai più rivisto le pareti turchesi della mia cameretta, se quella fuga sarebbe dovuta durare per sempre, il perché non ci fermassimo in nessun paese e soprattutto perché e da chi stavamo scappando.
Ero pronta, o almeno lo credevo, mi sedetti su un tronco, e incrociate le gambe e fissai mia madre per qualche secondo prima di riuscire a far uscire tutte quelle domande a raffica dalla mia bocca.
Non dimenticherò mai lo sguardo che mi rivolse in quell’attimo: un misto tra attonimento, disperazione e tristezza, che scomparve un momento dopo per lasciare spazio ad una rabbia improvvisa e devastante, manifestata tra urla, gesti e sguardi. Ero impietrita e impaurita, in preda alle lacrime, così corsi via, nella foresta. Continuai a correre, sperando che si preoccupasse, sperando di causarle un po’ di dolore con il mio comportamento irresponsabile. Ma sapevo benissimo che non avrebbe funzionato.
Sia io che lei sapevamo benissimo che sarei tornata, come sapevamo benissimo che ci saremmo riviste tra abbracci,baci , promesse di felicità e gioie future; ci saremmo guardate negli occhi e avremmo capito: ci saremmo perdonate, così, senza dire una parola.
Ma nel mio piccolo cuore c’era troppo orgoglio per tornare da lei senza un minimo di lotta, così decisi di passare la notte lì. Mi sistemai ai piedi di un grosso albero secolare, non distante più di una quindicina di metri dall’inizio della radura, in modo tale che, se avessi avuto paura, ero in grado sia di vedere i fuochi dell’accampamento, sia di tornarvici in qualsiasi momento. Mi sistemai in mezzo alle poche foglie ai piedi del tronco, e mi addormentai.
Il mio fu un sogno agitato, tormentato dagli incubi, dalle urla e dai pianti tanto che quando mi svegliai fu difficile distinguere i sogni dalla realtà.
Era ancora poco più dell’alba e, dato che non ero una figlia poi così terribile, decisi di tornare dalla mia famiglia. Ancora con in testa i miei incubi andai verso la radura e ,man mano che mi avvicinavo, cominciai ad avvertire qualcosa, ancora oggi non saprei ben indicare cosa fosse: forse solo unpresentimento senza fondamenta, o quell’innato sesto senso che hanno solo i bambini; fatto sta che in preda all’ansia cominciai a correre sempre più veloce verso la radura, e quando finalmente varcai il confine segnato dall’ultima fascia di alberi mi si presentò davanti un terribile scenario.
A quanto pare i miei non erano stati solo sogni.
 

Megalomane
Giornomondo
Grazie mille per aver letto il capitolo <3
Come state?
Io sto crollando dal sonno, mi si chiudono gli occhi, finisco qua e sarà meglio che vada a nanna.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :)
Chissà cosa succederà, sono curiosa!
Ditemi cosa ne pensate, non so bene che cosa ne verrà fuori ma ho un’idea mezza carina :)
Grazie ancora per aver letto <3
Un bacione
_Hana
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: _Hana