Serie TV > Altro
Segui la storia  |      
Autore: lovelyhead    06/04/2013    1 recensioni
[Telefilm stranieri]
Questa fanfiction è tratta dalla telenovela argentina Malparida, una delle mie preferite.
S'incentra particolarmente su Barbara e Andrés Soriano, coppia molto tormentata all'interno della serie.
Lui, Andrés, è un uomo brutale, privo di qualsiasi sentimento buono verso gli altri e braccio destro di un uomo molto potente.
Lei, Barbara Castro, è una ragazza molto bella, con grandi doti manageriali, con un passato alle spalle oscuro, misterioso e sinistro.
Entrambi si ritrovano dopo anni in cui hanno cambiato radicalmente le loro vite.
Cosa succederà tra loro, ora che sanno di essere per forza acerrimi nemici?
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-          Soriano, smettila, basta, lasciami subito!
 Non sa neanche lei perché continua ad urlare, a strattonarlo e a pregarlo di non continuare a perseguitarla, a cercarla continuamente per sfruttarla, per toccarla, per avere solo il suo corpo, per minacciarla, per usarla come più gli piace.
Lo considera e l’ha sempre considerato una bestia, una bestia incapace di amare, ma solo di provare passione, quell’istinto animale che lo porta ad avvicinarsi a lei come un predatore feroce ed affamato.
Lei, la sua lepre, la sua preda, era sempre caduta nelle sue trappole.
Ricatti, minacce, atteggiamenti violenti difficili da dimenticare l’hanno legata a lui da anni e anni. Anni in cui la povera bionda visse in estrema difficoltà.
Barbara visse in una famiglia piena di amore ed affetto, fin quando sua madre non morì quando era un’adolescente e suo padre dovette prendersi cura di lei e suo fratello.
Anche suo padre cadde in disgrazia, perdendo il lavoro; e Barbara, consapevole che oramai era compito suo occuparsi di tutto, cercò in tutti i modi di mandare avanti la famiglia. In tutti i modi.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa, e infatti la fece: diventò una prostituta. A quei tempi conobbe Andrés Soriano, il primo uomo con cui andò a letto. Così diventò la sua preda.
Soriano la condusse a conoscere “el Almirante”, un uomo molto importante in Argentina, che aveva segretamente un bordello in cui andavano persone molto famose come deputati, senatori e impresari, che poi venivano incastrati con dei video in compagnia di prostitute. Una di quelle prostitute divenne Barbara. E, assaporate per bene le sue capacità erotiche e di “intrattenimento” da Soriano, diventò colei che supervisionava tutto, con Soriano sempre accanto, sempre dietro di lei, qualunque cosa facesse, in qualunque luogo andasse, Soriano era sempre e comunque vicino a lei.
Ogni volta che Barbara provava ad intuire il perché Andrés le stesse sempre dietro, lui le lasciava intendere chiaramente che erano ordini dell’Almirante. E se magari Barbara insinuava che ci fosse qualcosa di più da parte sua, ecco che Soriano si chiudeva a riccio e la offendeva in modo molto pesante.
-         
Sei solo una puttanella, non te lo scordare mai. Non potrei mai provare un interesse per una che va in giro con tutti, mai.
Barbara ci rimaneva veramente male. Tutte le volte che la trattava da poco di buono, lo guardava intensamente negli occhi neri con quel suo sguardo da sbandata. Era una sbandata molto speranzosa quando lo fissava negli occhi: si aspettava che le chiedesse perdono, che le rivelasse davvero quello che provava per lei, perché qualcosa c’era. Una notte d’inverno nevicava davvero moltissimo, così erano rimasti rinchiusi entrambi in quel bordello, che nessuno riuscì a raggiungere. Erano entrambi nervosi, adirati l’uno con l’altra, frustrati, stressati da quella situazione: solo il rumore dei loro passi e il continuo versare del caffè caldo erano percettibili. Ma Soriano, annoiato, si diresse da Barbara con intenzioni che a Barbara non piacevano. Per una sera che poteva sentirsi una donna, una vera donna, preferiva evitare di dover andare a letto con qualcuno; ma Soriano la raggiunse e, senza neanche dare importanza a ciò che Barbara voleva, iniziò a sollevarle il vestito, a baciarle il collo, a non lasciarle via d’uscita per scappare da quell’inferno fatto solo di lussuria, di passione. Barbara si sentiva in trappola, in una gabbia senza via d’uscita; Soriano continuava senza sosta, senza considerarla minimamente, come se fosse un oggetto senz’anima, senza un cuore, dei sentimenti, senza nulla, e non era così; l’unico uomo che l’avrebbe sfiorata al di fuori da quel bordello sarebbe stato l’uomo che l’avrebbe amata. Al di fuori da quel bordello nessuno l’avrebbe più importunata. Ma le cose andarono molto diversamente da quel che promise a se stessa.
-         
Devi smetterla, fermati! Io non voglio sentirmi ancora un oggetto, io non lo sono! Sono una donna, e l’unico uomo che mi toccherà al di fuori di qui sarà colui che mi amerà davvero! E tu non lo sarai mai!
Lo strattonava, si divincolava continuamente, fin quando Soriano non fu costretto a fare il peggio che avesse mai fatto per ottenere ciò che voleva: le diede uno schiaffo in pieno viso. Barbara cadde a terra. Il tempo di realizzare ciò che successe che le sue lacrime già rigavano il suo viso; tremava, era scossa, piena di paura e se ne stava là, rannicchiata in una parte della studio con la testa rivolta verso il pavimento; il pianto ed i suoi lamenti erano l’unica cosa che si avvertiva in un silenzio tombale. Soriano si sentiva un mostro, lo stesso mostro che picchiava sua madre ogni volta che ne aveva l’occasione; non fece mai nulla per difendere sua madre, mai, perché gli ribadiva che andava tutto bene, era tutto orribilmente perfetto; ma Soriano sapeva che era tutto un inganno quella perfezione. Da quel momento, giurò a se stesso che non avrebbe mai avuto il coraggio di fare a nessuna donna, nessuna, quello che suo padre faceva a sua madre. Strumentalizzare il corpo delle donne è perfido, qualcosa di altamente perverso e indescrivibile per quanto cinismo trasparisse; ma picchiarle è tutt’altra cosa; picchiarle vuol dire annullarle, considerarle come la cosa peggiore che esiste, voleva dire che non valgono nulla, non sono niente; sono solo da maltrattare, da comandare, da insultare perché esseri inutili, non meritano nulla. Ma Barbara non è nessun oggetto, non è nessuna nullità, non è una delle tante con cui è andato a letto e da cui ha voluto solo il corpo; Barbara era una delle ragioni per cui continuava a lavorare costantemente con l’Almirante, era la ragione per cui la seguiva sempre, dovunque, senza mai lasciarla sola un secondo per paura che qualcuno, chiunque, là dentro potesse approfittarsi di lei; ogni volta che la vedeva entrare in una di quelle stanze accompagnata da un uomo che le faceva le avance, la gelosia s’impossessava di lui, una rabbia, una collera e un nervosismo sempre in crescita che faticava a non mostrare; e mandava giù parecchi bicchieri di superalcolici per calmarsi, per mantenere i nervi saldi e seguitare a mentire a se stesso, ribadendo che per lui non era niente. Ma per lui era tutto, tutto quello per cui combatteva giorno dopo giorno, anche se non lo voleva mai ammettere: da quando la incontrò ubriaca in un piccolo bar di Buenos Aires, non poté più fare a meno di lei. L’amava per la sua infinita bontà, per la sua voglia di vivere, di combattere per le proprie cause e per la propria famiglia, per l’affetto, la gioia, la felicità e la serenità che trasparivano da quei suoi occhi infinitamente e meravigliosamente blu; lo sorprendeva per quanto lo schifo che si ritrovava intorno non la scalfiva minimamente, non scalfiva neanche un po’ l’innocenza che emanavano i suoi occhi, niente avrebbe mai potuto distruggere quella felicità che ha sempre avuto; ma l’odiava per questa sua grande capacità di saper ascoltare gli altri, di saper aiutarli e perdonarli per qualsiasi cosa, perché faceva in modo che anche un minimo spiraglio di buoni sentimenti entrasse in lui, risanandolo per pochi secondi di tutto il male che ha provato nella sua vita, quel male che l’ha cambiato; odia sapere che c’è qualcuno che s’interessa a lui, che cerca di avere un rapporto, un dialogo con lui, perché gli fa avvertire come la vita non sia solo sofferenze e amarezza, abbattendo in parte quella sua corazza di odio per qualunque cosa, provocando un dolore indescrivibile e comprendendo dolorosamente quanto abbia sbagliato nella sua vita.
I lamenti di Barbara rimbombavano come un eco nella sua mente, dei lamenti struggenti e rattristanti, a cui Soriano cedette, perché non tollerava vederla in quello stato.
Almeno a lei non voleva far del male.
-         
Perdonami, Barbara, perdonami, io non voglio farti del male…
Le accarezzò dolcemente il viso angelico, sorridendole e provando a fare uno slancio, un piccolo slancio nei suoi confronti.
Barbara non disse niente, lasciò che Soriano continuasse ad accarezzarla e ad asciugarle le lacrime che aveva versato fino a quel momento.
-         
Dovevamo arrivare a questo punto, dovevi picchiarmi per aprirti con me…
Soriano la baciò.
Da quel momento, la loro storia cominciò davvero, con alti e bassi, fin quando non si lasciarono, perché Soriano alla fine si rivelò incapace di amare.
Ma un giorno l’Almirante tornò nella vita di Lorenzo Uribe, capo di Uribe Propiedades, e da allora anche Soriano tornò nella sua vita, molto cambiato.

-          Non sei cambiata per niente, rubia. Ti lamenti sempre perché non vuoi che andiamo a letto insieme, ma alla fine sei la prima che mi cerca. O mi vuoi dire che mi hai già dimenticato?
-         
Mi hai fatto passare l’inferno, mi ci è voluto molto tempo per dimenticarti.
Barbara mente spudoratamente. Stare con lui non era un inferno, perché era molto più gentile e premuroso durante la loro storia; stava bene, la faceva sentire protetta e amata, e in quegli anni terribili per lei era come una salvezza, anche se poi finì tutto.
-         
Ti ho salvato da una fine pessima, e questo lo sai bene. E vedo anche che hai avuto un ottimo posto in questa azienda, ma non è per altre qualità…
-         
Sei sempre lo stesso bastardo. Adesso, leva quelle tue mani dai miei fianchi, e lasciami passare, ché devo lavorare.
-         
Adoro quando ti arrabbi, mi ricorda i vecchi tempi…
-         
Va via, lasciami!
Per questa volta, Soriano la lascia andare senza che lei debba pregarlo in ginocchio perché lo faccia.
Tornata nel suo studio e cercando inutilmente di concentrarsi sul lavoro, Barbara ripensa a come Soriano sia stranamente ripiombato nella sua vita. Pensava, anzi, sperava che uno dei periodi peggiori della sua vita fossero solo lontani, brutti ricordi da cui oramai non poteva più attingere alcun male; in realtà non era stato tutto uno schifo: Soriano stava accanto a lei in quel periodo, stavano insieme fin quando non capirono entrambi che dal peggio non può nascere qualcosa di buono. Quella relazione era nata nel marcio, e morì nel marcio.
Adesso che era ritornato, cosa sarebbe successo?
Magari Soriano si sarebbe accontentato di andare a letto con lei per qualche volta e poi le cose sarebbero tornate perfettamente normali, come sempre.
Ma quando Soriano arriva da qualche parte, c’è sempre l’Almirante dietro, e non si prevede nulla di buono.
-         
Ehi, Barbara, tutto bene? Sembra che tu sia entrata in una trance totale!
Mabél entra nello studio di Barbara, per consegnarle delle cartelle a cui deve provvedere.
-         
Si, va tutto bene. Stavo solo pensando…
-         
Davvero stavi solo pensando? – poggia le cartelle sulla sua scrivania – O stavi facendo in modo che i tuoi pensieri non ti mangiassero i nervi dalla preoccupazione?
-         
Sono un libro aperto per te, vero? Be’, comunque si, hai ragione, sono un po’ preoccupata. Ma sta’ tranquilla, sono cose che si possono serenamente risolvere.
Barbara preferisce infilare la testa fra le cartelle, prima che Mabél si renda conto che c’è qualcosa di molto più da scoprire sotto quella facciata pensierosa; e si sa che Mabél sarebbe pronta a farle una cascata di domande, a cui lei risponderebbe solo a monosillabi, per poi essere messa alle strette e confessare. Ma non poteva confessare, visto che poteva giocarsi tutto se avesse rivelato a qualcuno il suo passato e chi proveniva dal suo passato.
-         
Spero per te che si possano risolvere.
Mabél lascia lo studio di Barbara, colpendo nel segno.
Passa circa un’ora chiusa nel suo studio a visionare quelle cartelle, fino a quando Hernàn non le propone di andare a prendere un caffè per parlarle di una questione molto importante per l’azienda.
Hernàn è uno dei suoi più cari amici, collega di lavoro ed esecutivo esattamente come lei. Entrambi si occupano sempre insieme dei nuovi progetti a cui lavorare, studiano le strategie da adottare e quasi sempre escono vittoriosi da ogni riunione in azienda.
-         
Dimmi, che succede?
-         
Hai visto quel tipo che è venuto in ufficio per parlare con Lorenzo? Fa parte di Megabrokers, è il braccio destro del proprietario ed ha incontrato Lorenzo proprio per alcuni progetti su cui ci hanno battuto sul tempo perché hanno trovato il modo di appropriarsi di quelle costruzioni prima che lo facessimo noi.
-         
Immagino che ce li vogliono vendere al triplo del prezzo. Ma di certo Lorenzo non si lascerà convincere.
Le previsioni di Barbara erano più che esatte: Soriano era venuto per portare solo guai a Uribe propiedades, oltre che alla sua vita.
-         
Esattamente, Lorenzo non ne ha voluto sapere. Però ha chiesto un consulto con il capo di Megabrokers, e vorrebbe che noi partecipassimo alla riunione, insieme a Lautaro e a tutti gli altri per trovare insieme una soluzione: lo sai che Megabrokers ci ha anche tolto l’ultimo investimento su cui stavamo noi per mettere le mani. Ora più che mai bisogna trovare un accordo con questi tizi.
-         
Sarà difficile, trattandosi di un’azienda al pari della nostra. Credo che sarà una guerra alquanto efferata tra Megabrokers e Uribe Propiedades, quindi toccherà metterci al lavoro da subito e parlare con Lorenzo e Lautaro di quale metodo adottare per la riunione con Megabrokers.
-         
Si, hai ragione.
Dopo la non troppo felice chiacchierata con Hernàn, Barbara torna in ufficio per continuare a lavorare senza sosta.
Senza neanche che se ne accorgesse, si fanno le otto di sera, solo lei era rimasta in ufficio.
-         
Rubia, lo sai che sono le otto di sera? Dovresti essere a casa a riposarti…
Soriano si era intrufolato furtivamente nel suo ufficio, spaventandola.

-          Che cosa ci fai qui, Andrés?! Come hai fatto ad entrare?!
Barbara si alza dalla sedia e si allontana il più possibile da Soriano, che le si avvicina, pur sapendo che lei non vuole che le stia accanto.

-          Ehi, tranquilla, sono qui solo per passare del tempo insieme a te: nonostante tutto quel che è successo, siamo ancora buoni amici, no?
Nello studio rimbomba una risata molto sarcastica per le parole appena proferite da Soriano. Loro non sono mai stati amici, non lo sono ora e non lo saranno mai.
Barbara capisce perfettamente le intenzioni di Soriano, anche se comunque spera con tutto il cuore di sbagliarsi. Ma, sfortunatamente, non si sbaglia proprio per niente.
Soriano continua ad avvicinarsi a lei, la chiude in un piccolo angolo, avvicinando sempre più il suo viso a quello di Barbara, mettendole le mani sui fianchi, mentre Barbara evita in tutti i modi di abbandonarsi a lui.

-          Soriano, ti prego…
Sospira, affaticata da quella situazione, affaticata dal fatto che deve resistere ai suoi desideri, a ciò che desidera e vuole davvero: Soriano è il nemico, il suo peggior nemico sia nella vita sia anche nel lavoro; sono stati ostacolati nel passato, sono ostacolati anche nel presente, e lo saranno sempre e comunque per la guerra  che si sta per scatenare senza esclusione di colpi.
-         
Rubia, siamo solo io e te. Finalmente siamo di nuovo io e te.
Soriano la bacia, e Barbara sembra incapace di opporsi, perché lo vuole anche lei.
Le parole appena dette “Siamo solo io e te” la colpiscono nel profondo: Soriano non era mai stato capace di dirgliele, mai, eppure in quel momento lo aveva fatto.
Ma perché? Perché avrebbe mai dovuto avvicinarsi così a Barbara?
In quel momento la rubia, o bionda, non sa che cosa pensare, non sa cosa aspettarsi.
Sa solo che si sentiva vicina a Soriano come non mai.
E chissà se non sia tutto un inganno da parte sua…

Angolo dell'autrice:

Ciao! Be', eccomi giunta alla fine di questo primo capitolo. Scusate, lo so che all'inizio le cose non sembrano molto delineate, ma col tempo poi tutto si spiegherà per bene; pur essendo una telenovela mai trasmessa qua in Italia, farò in modo che tutto si spieghi al meglio, in modo che anche chi non l'ha vista possa tranquillamente leggerla. Non mi resta che augurarvi buona lettura. Un bacio, ciao!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Altro / Vai alla pagina dell'autore: lovelyhead