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Autore: Silvia_sic    07/04/2013    6 recensioni
“[...] -Ho preso una decisione e non ho intenzione di cambiare idea.- disse secco.
-Certo. L'azienda è sua e può fare quello che vuole, non sarò io a farle cambiare idea. Ma... la conosco troppo bene, Tony, e sono sicura che è stato qualcosa a farle prendere questa scelta. È vero?- domandò, guardandolo negli occhi scuri come le tenebre.
Tony si ammutolì e distolse lo sguardo da quello di lei, credendo che quegli occhi cerulei potessero leggergli dentro. Si sistemò meglio nella vasca, sollevando leggermente il petto sopra il pelo dell'acqua e Pepper notò immediatamente la lucina blu che si sprigionava dal suo torace.
La donna si inumidì le labbra con la lingua, deglutendo faticosamente, incerta se porre una domanda o meno. Alla fine prese coraggio.
-Cos'era quella luce?- Tony la guardò negli occhi, insicuro nel rispondere, ma d'altra parte cosa poteva pretendere? Era sicuro che prima o poi l'avrebbe scoperto. Fece uscire dall'acqua la parte superiore del torace, manifestando il reattore arc al centro del suo petto. -È quel qualcosa che mi ha fatto prendere quella decisione...- ammise amaramente.”
Remake del primo film di Iron Man con qualche sostanziale cambiamento che porterà Tony a prendere importanti decisioni.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Obadiah Stane, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 21

 

Camminava lungo l'ampia pista con le mani infilate nelle tasche dei jeans e gli occhi coperti da un paio di occhiali da sole. Proseguiva diritto superando lentamente gli aerei posteggiati ai lati, immerso nei suoi pensieri. Non riusciva proprio a darsi pace per quello che non era riuscito a dire a Pepper, nonostante lei fosse stata comprensiva nei suoi confronti senza mettergli fretta. Tony non capiva cos'era che lo bloccava, che l'amasse era ovvio, perciò non riusciva a spiegarsi tutta quella difficoltà a dirle quelle semplici tre parole. E dire che ci aveva anche provato più volte senza successo.

 

-È un miraggio quello che vedo o sei veramente tu?- Una voce familiare lo destò dai suoi pensieri, alzò lo sguardo, riconoscendo l'amico Rhody che gli veniva incontro con un sorriso. Era proprio la persona che cercava.

 

-Non saresti il primo a vedermi in miraggio. Mi desideri così tanto?- affermò con il suo solito modo scherzoso.

 

Il colonnello gli si avvicinò, dandogli una pacca sulla spalla. -Come stai?-

 

-Non c'è male...- disse, facendo spallucce, mentre Rhodes cominciava a guardarsi in giro alla ricerca di qualcuno.

 

-Dov'è Pepper? Non dirmi che l'hai trattata male perchè credo che un pugno non te lo risparmierebbe nessuno!-

 

-Piuttosto ti dovrei tirare io un pugno per come la guardavi l'altra mattina.- affermò, portando ad un notevole imbarazzo l'amico che rimase in silenzio, guardandolo negli occhi. -Pepper è alle Industries e va tutto bene.- aggiunse Tony poi, prima che Rhodes si preoccupasse più di tanto.

 

-Ah ok! Meraviglioso allora! A quando le nozze?- gli chiese con una risata, dandogli una leggera gomitata.

 

-Tu stai correndo un po' troppo. E smettila di urlarlo ai quattro venti, Pepper non vuole ancora che si sappia. Bhè che facciamo? Stiamo qui in piedi o mi inviti a prendere un caffè?-

 

-Tecnicamente tu mi dovresti ancora un caffè. Comunque andiamo nel mio ufficio, devo sistemare ancora un paio di pratiche.- Tony lo seguì senza aggiungere altro. Pensava se fosse una buona idea chiedere un consiglio a lui, dopotutto era l'unico che fosse a conoscenza della sua relazione ed era forse il suo unico vero amico.

 

Entrarono nell'ufficio, molto modesto con una scrivania, delle poltrone e degli scaffali, occupati da scatoloni dal colore beige. Tony si sedette sulla poltrona girevole davanti alla scrivania, mentre Rhodes raccattava gli ultimi documenti sparsi sul ripiano. -Sai, ieri è venuto Hammer per cercar di stipulare un contratto in ambito bellico con l'aeronautica militare, non so proprio- continuò a parlare, Tony però non lo stava ascoltando. Le parole che gli aveva detto Pepper risuonavano continuamente nella sua testa, ricordando alla perfezione ogni sillaba e momento.

 

-Ha detto di amarmi.- disse improvvisamente con lo sguardo verso un punto fisso di fronte a sé. Rhodes smise di parlare, osservandolo stranito. -Ha detto che mi ama...- ripeté Tony.

 

L'amico si sedette, continuando a guardarlo. -Qual è il problema? State insieme... da quanto? Una settimana o più, no? Da anni se vogliamo proprio essere puntigliosi!-

 

-Sì, ma... ieri sera me l'ha detto e-

 

-Perchè dopo così tanto tempo?- domandò, leggermente basito per quella rivelazione. Lui era convinto che si fossero già dichiarati. -Vi amate!- esclamò con ovvietà.

 

-Non è così facile. Dimostrarlo è una cosa, dirla è un'altra.-

 

-Cosa?! Ma che stai dicendo?- esclamò alterandosi leggermente, Tony gli volse uno sguardo e subito l'amico capì che c'era qualcosa che lo disturbava. -Ok...- iniziò con tono più tranquillo. -Ieri sera ti ha detto di amarti e tu? Che hai fatto?-

 

Tony abbassò lo sguardo affranto. -Non sono riuscito a dirglielo...- ricordò alla perfezione quella scena, avvenuta solamente la sera prima, mentre teneva Pepper tra le braccia e la guardava in quei suoi meravigliosi occhi sinceri.

 

Rhody corrugò lo sguardo confuso, facendo un leggero movimento col capo all'indietro. Davvero non riusciva a capire quella faccenda all'apparenza così semplice. -Aspetta...- affermò, pensandoci un po'. -E poi? Che è successo? Lei se n'è andata?- Tony alzò di scatto gli occhi come se quelle parole lo avessero trapassato da parte a parte come un coltello.

 

-No! Ma che ti salta in mente?- sbottò.

 

L'amico sbatté le palpebre confuso per quella reazione così impulsiva. -Scusa!- esclamò alzando le braccia in segno di resa. -E quindi che ti ha detto?- domandò confuso.

 

Tony accennò un sorriso, facendo spallucce. -È stata comprensiva.- sospirò. -Ha detto che aspetterà fino a quando non sarò pronto...- Si guardò le mani, intrecciandone le dita insieme in una salda stretta.

 

Pepper... Lei lo aveva capito subito ed era disposta ad aspettare, forse anche un'intera vita.

 

Rhodes rimase a fissare il compagno d'infanzia che aveva smesso di parlare. Doveva proprio chiedergli ogni cosa? -Dio, Tony! Mi sembra di cavar sangue da un muro! Vuoi continuare a dirmi cos'è successo?!-

 

Il miliardario lo fissò basito, per poi sbuffare sonoramente, alzando gli occhi al cielo. -Ma non sai farti gli affari tuoi?-

 

-Ti ricordo che sei stato tu a cominciare il discorso, perciò pretendo di sapere anche il finale.- affermò, sfoggiando la carta che solitamente spettava al carattere spigliato di Tony.

 

-Cosa vuoi che ti dica, Rhodes?- Si alzò in piedi, facendo qualche passo per la stanza, per poi tornare a guardarlo. -Abbiamo fatto l'amore sul divano in soggiorno! Così adesso ogni volta che ti sederai sul mio meraviglioso divano a casa, ti verrà in mente questo piccolo particolare!- affermò con uno di quei sorrisi maliziosi.

 

Il colonnello increspò le labbra per poi sorridere da un lato della bocca, manifestando una reazione del tutto contraria da quanto si aspettasse Tony, che non riuscì a spiegarsi la causa di quel sorriso. -La cosa ti diverte, cupido?- lo punzecchiò.

 

-Se devo dire la verità: sì!-

 

Tony corrugò lo sguardo. -E per quale motivo, di grazia?-

 

-Hai detto di aver fatto l'amore. Non sesso, scopata o una botta e via!- esclamò con forse un po' troppo entusiasmo.

 

L'altro rimase per qualche secondo con la bocca socchiusa, guardandolo smarrito. -Da dove impari questo linguaggio, Mr. Perfettino?-

 

-Un paio di mesi fa la persona di fronte a me parlava esattamente in questo modo. Comunque, non è questo il punto... Hai detto di aver fatto l'amore. Tu. Tony Stark.- asserì con un sorriso a trentadue denti.

 

Tony si sentì per la prima volta in imbarazzo di fronte all'amico. Sin dalla prima volta aveva considerato amore quello che faceva con Pepper, mai avrebbe potuto definirlo in altra maniera. -E quindi? Dove vuoi arrivare?- gli domandò con voce irritata.

 

-Io non sono arrivato da nessuna parte! Hai fatto tutto da solo. Ragiona, Tony: non sei mai stato con una donna per più di una notte e sicuramente non ricordi neanche il nome di quelle ragazze! E ora invece? Andiamo! Lo capirebbe perfino un bambino!- Gli si avvicinò, poggiandogli amichevolmente una mano sulla spalla. -Sai di amarla. Devi solo trovare il coraggio di dirglielo.- Tony rimase immobile a rimuginare su quelle parole, mentre il Colonnello si avvicinava alla porta d'uscita del suo ufficio dall'aspetto sobrio.

 

-Andiamo a prenderci questo caffè.-

 

Tony sollevò lo sguardo, incontrando gli occhi scuri di Rhodes, che notò immediatamente il cambiamento radicale degli occhi dell'amico rispetto a qualche mese prima. Era innamorato, innamorato cotto. E molto probabilmente lui non se n'era neanche accorto. Gli venne spontaneo sorridere: finalmente quell'uomo così sicuro di sé aveva trovato una piccola debolezza e, cosa che divertiva maggiormente Rhody, era sempre stata al suo fianco, paziente e comprensiva con quegli occhi azzurri che brillavano con una scintilla ogni qualsivoglia venisse fatto il nome di Tony.

 

Uscirono dall'ufficio, dirigendosi verso l'ala dello stabilimento che fungeva da cucinino e che veniva per lo più usato solamente per preparare caraffe di caffè.

 

-Ci sarai alla festa di stasera?- incalzò Rhody dopo aver percorso parecchi metri in totale silenzio, nel tentativo di cambiare discorso e risvegliare Tony dai suoi pensieri confusi.

 

-Festa? Quale festa?- domandò riprendendosi e scuotendo impercettibilmente il capo.

 

-La festa di beneficenza in onore dell'associazione-

 

-Ah già! Pep, mi ha accennato qualcosa sul fatto che devo assolutamente essere presente. Sai, com'è... Far vedere al mondo che Tony Stark è vivo!- disse quelle ultime parole, mimando delle virgolette immaginarie con le dita.

 

Rhody alzò un sopracciglio, leggermente confuso per quell'apparente disinteresse di Tony nel stare al centro dell'attenzione. Arrivarono nel cucinino e Rhodes, dopo aver recuperato due tazze, le riempì con la bevanda scura che riposava nella caffettiera.

 

-Comunque non credo che ci andrò... Tu?- A quelle parole Rhody si accigliò maggiormente. Tony che si rifiuta di mettersi in mostra?! Il livello di innamoramento dev'essere proprio alle stelle! Ridacchiò silenziosamente.

 

-Io ci sarò... Ma a cosa è dovuto questo immediato disinteresse per i riflettori?- lo punzecchiò.

 

Tony strinse le spalle, per poi sorseggiare un po' di caffè. -Ho cose più importati a cui pensare, e devo soprattutto sistemare un paio di cosette lasciate in sospeso...- affermò, ripensando alle basi afghane con le sue armi, importate illegalmente. E cosa più amareggiante era il sospetto per il suo socio. Se quell'ipotesi fosse stata veritiera, non capiva ugualmente il motivo di tale gesto... L'azienda era sulla cresta dell'onda e di certo non c'era l'urgente bisogno di nuovi compratori sul mercato. Eppure una risposta c'era, solo che lui non riusciva a trovarla.

 

-Che genere di cosette?- domandò curioso.

 

Tony si irrigidì all'istante. Non poteva dirgli nulla, nonostante fosse un vero amico era sempre un colonnello militare, e rivelare tutti i suoi sospetti e ciò che si era presentato davanti ai suoi, non era sicuramente la cosa migliore del mondo. -Niente di che...- disse, agitando per aria una mano in un gesto del tutto spontaneo che però non convinse l'amico che lo fissava con la tazza a sollevata a mezz'aria.

 

-È per quello che è successo in Afghanistan?- domandò il colonnello, centrando con un colpo il bersaglio. Tony non rispose e continuò a sorseggiare il suo caffè senza guardarlo negli occhi. Sentì Rhody sbuffare prima che cominciasse nuovamente a parlare con tono, che gli sembrò scocciato. -Potresti spiegarmi una volta per tutte cos'è successo laggiù? E il motivo che ti ha spinto a chiudere la fabbricazione armi della tua azienda?-

 

-Non credo che sia una buona idea.- Si sedette al tavolo e intrecciò le dita tra loro, continuando a fissarsi le mani.

 

-Buona idea?!? Devi affrontare quello che è successo e dovresti parlarne con qualcuno.-

 

-L'ho fatto. Con Pepper.- asserì, alzando finalmente lo sguardo per guardarlo negli occhi. Rhody si trattenne dal rispondere. Evidentemente era difficile tutto quello che stava vivendo l'amico, ma lui non riusciva proprio a capire il perchè. Tony ci pensò un po' poi decise di metterlo al corrente di quello che stava pianificando. -C'è un progetto a cui sto lavorando che si lega direttamente a questa faccenda.- affermò, riferendosi alla sua armatura. -E forse potrà essermi utile un tuo consiglio...- Il colonnello sbatté le palpebre confuso: non voleva dirgli cosa fosse successo durante la prigionia in Afghanistan e poi voleva renderlo partecipe a questo presunto “progetto” che entrava in stretta connessione con quello che non sapeva?

 

-Tony, secondo me dovresti andare in vacanza. Prendi Pepper, sali su un aereo e vai, che so? Ai Caraibi?- Stark si alzò in piedi, sorridendo appena all'amico. Si sistemò con una veloce mossa la giacca, che gli calzava perfettamente alle spalle.

 

-È meglio che vada. Grazie per il caffè.- disse, infilandosi gli occhiali da sole dalle lenti scure che proteggevano il suo sguardo. -E anche per la chiacchierata.-

 

Rhody restò abbastanza stupito, continuando a guardarlo allontanarsi senza capire cosa gli fosse preso. -Ci vedremo stasera?- gli chiese alzando di poco la voce per farsi sentire.

 

-Non credo, cupido. Ci sentiamo.- affermò dandogli sempre le spalle e alzando un braccio in segno di saluto.

 

Rhodes rimase sulla soglia del cucinino a fissare l'amico che si allontanava progressivamente, fino a quando non lo vide scomparire da dietro l'angolo. Si grattò la nuca confuso. Nonostante gli sforzi non era ancora riuscito a capire perfettamente tutte le sfumature di carattere che colpivano Tony. Era arrivato senza preavviso e se n'era andato nello stesso modo, lasciando il colonnello con una miriade di dubbi e solamente una certezza: quell'uomo era innamorato, ma aveva paura di affrontare la realtà.

 

 

Continua...

 

 

 

NdA: Buonasera bella gente! :D Non sapete qnt io sia contenta di essere qua a casa sana e salva u.u sono appena tornata da una festa compleanno (serie bordello tremendo... davvero tremendo) e ho passato le ultime due ore a tentar di scappare da un mio amico che voleva abbordarmi -.- che incubo!

Cambiando discorso che è meglio... non so voi ma sto facendo il conto alla rovescia per IRM3 :') E con tutte le foto delle premiere io sto in estasi :Q___ comunque torniamo a noi e a questo remake che ora sta entrando nella parte che più preferisco ^^ sia chiaro che questo capitolo è un altro che reputo “di transizione” xD poiché il prossimo chappy è un po' lunghetto se lo univo a questa parte perdeva effetto xD

Ben bene... ^^ ci avviciniamo a quella fatidica serata della festa di beneficenza dove Tony e Pepper si sono quasi baciati (-.-” maledetto Jon), dire che sarà uguale è una presa per i fondelli! Sarà molto ma moooolto diverso u.u E chissà se Tony ci andrà? Ora sto zitta xD

Tornando a questo chappy... mi sembrava giusto portare Tony a confidarsi con qualcun altro su quello che è successo e che lo ha messo parecchio in confusione xD

Ora i ringraziamenti a coloro che hanno lasciato un commentuccio :3 Grazie a: mirianval, nicolettasole, Suky, Fipsi, Anne White, _M4R3TT4_ ed evenstar :)

Un bacione!!! Alla prossima settimana ;)

   
 
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