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Autore: YamiNoMana    07/04/2013    2 recensioni
Avrei voluto dirglielo, avrei voluto correre verso Amano e spiattellargli in faccia tutta la verità. Che subito dopo Yuno mi avrebbe ucciso comunque non m'importava, mi bastava che lui sapesse che quella che aveva accanto non era un'adolescente un po' troppo innamorata, ma una semplice ragazza con disturbi mentali, che non avrebbe esitato a farlo fuori a distanza di poco tempo.
Ma non potevo. Ormai non riuscivo più ad emettere nemmeno un misero suono.
Avrei voluto dirglielo, quanto l'amavo.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aru Akise, Yukiteru Amano
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi avviso che è una cosa cagosissima, scrivere non è il mio campo, preferisco di gran lunga disegnare =A= Però non avevo niente da fare, quindi ho scritto queste quattro righe su questi due bimbi adorabili.♥ Se ci sono errori sulla storia, i personaggi sono OC e bla bla, fottesega, è senza pretese =w= Spero vi piaccia almeno un pochino! ♥
 
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Quelle parole di Deus mi avevano sconvolto.
Non potevo credere che ogni mio pensiero, ogni mia mossa, ogni parte di me, fosse stata programmata da lui.
No, non poteva essere davvero così. Non riuscivo ad accettare l'idea che qualsiasi cosa fosse parte di me, in realtà, non mi appartenesse affatto.
O almeno, non tutto.
 
Così, mi sono interrogato: c'era almeno una cosa, una sola, che avessi mai fatto solo per me stesso? Per mia esclusiva volontà?
Doveva esserci. Non potevo essere semplicemente una marionetta nelle sue mani, incapace di muoversi se non senza un suo comando.
 
Però, c'era una cosa che quadrava meno di tutte.
Se davvero ero una creazione di Deus ed il mio scopo consisteva esclusivamente nel fornigli informazioni, se davvero tutto ciò che il mio cervello elaborava era in realtà soltanto un suo comando che mi forniva sottoforma di pensiero...
allora come mai, in quel momento, in punto di morte, mentre mi disattivava, m'importava ancora di continuare quel gioco?
Se tutti i miei pensieri fossero stati davvero opera sua, in quel momento non mi sarebbe dovuto importare nulla, avrei dovuto scomparire in silenzio.
E invece non volevo. Non perché avessi paura di morire, semplicemente avevo bisogno di tornare indietro.
Di tornare da lui.
 
-I have to tell him...-
 
Yuno non l'aveva preso in giro. Lei lo amava davvero. Ma io sapevo che l'avrebbe ucciso, e non potevo permetterlo.
Nessuno poteva uccidere Yukiteru-kun. Non senza che io avessi almeno provato ad impedirlo.
Per me era troppo importante.
 
-I have to tell to my beloved Yukiteru-kun...-
 
Avrei voluto dirglielo, avrei voluto correre verso Amano e spiattellargli in faccia tutta la verità. Che subito dopo Yuno mi avrebbe ucciso comunque non m'importava, mi bastava che lui sapesse che quella che aveva accanto non era un'adolescente un po' troppo innamorata, ma una semplice ragazza con disturbi mentali, che non avrebbe esitato a farlo fuori a distanza di poco tempo.
Ma non potevo. Ormai non riuscivo più ad emettere nemmeno un misero suono.
Avrei voluto dirglielo, quanto l'amavo.
 
-Yuno, stop!-
 
Che carino. Le labbra di Yukiteru erano quanto di più amabile ci potesse essere. Avevo avuto anche la fortuna di posarvi sopra un bacio, semplice e breve, ma piacevole. Erano morbidissime, avrei tanto voluto avere la possibilità di godere della loro
dolcezza un po' di più.
E adesso quelle labbra imploravano Yuno a non farmi del male. Ma la ragazza era furibonda, e nulla l'avrebbe fermata.
Infondo, avevo toccato il suo Yukiteru-kun. Avevo poggiato le mie mani sulle sue spalle strette e tremolanti, e l'avevo baciato.
 
Sentii la lama piena d'odio di Yuno trafiggermi il collo. Era finita.
Il viso del mio amato mentre alternava lo sguardo dal messaggio scritto sul cellulare che il mio corpo reggeva ancora, al mio capo che si abbandonava precipitando verso il suolo fu l'ultima cosa che vidi.
La sua espressione di meraviglia, ed allo stesso tempo triste e colpevole, era semplicemente stupenda.
Spero ancora, che dopo aver letto il messaggio contenente informazioni sulle intenzioni di Yuno, abbia notato la parola più in fondo. La ragione per cui sono andato avanti, l'unica cosa che la mia mente sia mai stata capace di fruttare in modo
indipendente.
 
"Aishiteru."
  
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