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Autore: Ticket to anywhere    07/04/2013    0 recensioni
« Chissà se in quel momento stava guardando se stessa in quel riflesso. Difficile dire se la distorta immagine intrappolata nelle due strette tazze da caffè fosse più simile a lei o a me. »
Sto facendo una cernita tra le vecchie fanfiction: questa è stata scritta dopo la seconda serie; protagonista, una Katherine infastidita dal bacio d'addio che ha coinvolto Damon ed Elena che si prende una piccola rivincita.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Elena Gilbert, Katherine Pierce | Coppie: Elena/Katherine
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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Il pensionato dei Salvatore era avvolto dal familiare odore di caffè appena fatto. Da Elena, per esser precisi. La ragazza ne versò in due tazze bianche e perfettamente circolari, specchiandosi occasionalmente nel liquido cui apparteneva lo stesso colore dei suoi occhi. Chissà se in quel momento stava guardando se stessa in quel riflesso. Difficile dire se la distorta immagine intrappolata nelle due strette tazze da caffè fosse più simile a lei o a me.

Non mi guardava negli occhi neanche quando mi parlava.

- Ne vuoi? -

Domanda superflua, dato che aveva già preparato caffè per due. Avrei scommesso che l’ultima volta fosse stato per lei e Stefan, magari a colazione, dopo una magica notte passata insieme.

- Caffè? - chiesi canzonante - Non hai niente di meglio da offrire? -

La ragazza mi porse indignata il mio caffè tenendo lo sguardo basso e mimando indifferenza.

- Dovrai accontentarti, Katherine. Ti basterà il sangue rubato all’emoteca. -

Sorrisi divertita dalla sua reazione. Ostentava il suo odio nei miei confronti in maniera quasi patetica.

- Non volare con la fantasia, piccola Gilbert. Solo che lo preferisco macchiato. -

Adoravo mettere doppi sensi in ogni mia frase e, ancor di più, adoravo vedere il mio stesso volto adirato eppure, in ogni fibra, perfettamente controllato. Quella ragazza meritava una medaglia al valore per l'autocontrollo: non aveva ancora mosso un dito contro di me e non aveva ceduto ad un Damon vulnerabile ed ineccepibilmente cotto di lei. Autocontrollo da vendere.

Elena si mosse verso la cucina, uscì il latte dal frigo e con mano tremante allungò di poche gocce il mio caffè. Era arrabbiata, eccome se lo era.

D’altronde anch’io ero arrabbiata: non solo aveva fatto innamorare perdutamente Stefan, ma aveva anche intenzione di portarmi via il mio più prezioso capriccio. Non le avrei concesso vita facile, non dopo il ridicolo bacio a cui avevo assistito.

- Dovresti ringraziarmi, sai? -

Il braccio le si bloccò a mezz’aria, una volta rimesso il latte al suo posto. Richiuse il frigorifero con un gesto secco e finalmente si voltò a guardarmi.

- E per cosa, di grazia? -

Incrociò le braccia e il suo sguardo si fece spavaldo e severo. Stava per esplodere, il sibilo della miccia che avevo acceso si sentiva a metri di distanza.

- Per il sesso. -

Non potevo evitare di sorridere divertita nell’assistere all’espressione che scatenarono quelle due semplici parole. Elena era quasi sconvolta e si tratteneva dal ridere, esattamente come me. Ma non perché la situazione la divertisse, era chiaro. Lei rideva perché irritata.

- Scusami? -

Domanda che terminò in uno stridulo acuto. O anche musica, per le mie orecchie.

- Non lo sai? Sono stata io ad insegnare a Stefan tutto ciò che sa e che sicuramente ti ha dimostrato di sapere sul sesso. Sai, non è sempre stato così bravo, ma ammetto che mi piaceva da morire anche quando era il ragazzino umano e ingenuo di una volta. -

Il sapore della vendetta era semplicemente sublime. I suoi occhi erano pieni di rabbia e nelle sue iridi vibrava una forza un po’ troppo potente per la timida umana quale era. Sembravano mari in tempesta seppur il loro colore ricordava di più la vellutata superficie di un cioccolatino.

- Ecco a te -

Si avvicinò a me stringendo tra le dita la tazza. Il liquido era scosso dalla sua stessa agitazione, ma non una goccia fu versata sul morbido tappeto di raso.

- Il tuo caffè macchiato. -

Non avrei mai creduto che la vendetta potesse essere tanto piccola da entrare perfettamente in una tazza da caffè.

- Se è un modo per ringraziarmi dovrei dire prego. -

  
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