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Autore: Low_Armstrong    08/04/2013    4 recensioni
[Seconda classificata al contest di GiulyHermi96 “Hermione e... Ron, SOLO Ron” e vincitrice del Premio per il Miglior Ron]
Ron ha una domanda da fare alla sua ‘Mione. LA domanda. Ma prima deve comprare qualcosa, e chiede aiuto al suo fidato amico con gli occhiali tondi e i capelli mori e ribelli. Tra serate chic e frivolezze, sorprese e fallimenti, sarà un sì?
Prima long che pubblico, dopo averne ideate e lasciate a metà decine. Questa è completa, tranquilli!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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There’s something harder than falling in love







CAPITOLO 9. Just let it be

«Vedi laggiù, il limitare della foresta?» domandò Ron, stringendo ancora le spalle di Hermione con il braccio destro dopo la Smaterializzazione congiunta, con l’indice puntato verso il punto dove il prato cessa per lasciar spazio all’irreale magia del sottobosco.
«Sì, e siamo su un prato vicino a una foresta con abiti eleganti al posto di essere a un pranzo di famiglia perché…?» ribatté Hermione, disincantata.
«Perché non c’è nessun pranzo di famiglia, non oggi. E perché è nel folto di quella foresta che ti ho abbandonata». Ron sembrava imbambolato nel parlare, come se tutto fosse amabilmente surreale, in una dimensione inesplorata e bellissima.
«Come come come, scusa?! Nessun pranzo di famiglia?! Io ho passato ore in cucina a preparare un antipasto che non sfigurasse tra le prelibatezze di…» L’agitarsi di Hermione, tuttavia, riportò bruscamente ala realtà il rosso.
«Basta» sussurrò con estrema calma interrompendola.
«Oh, oh, Ronald, non mi zittire così! Devo lamentarmi ancora un bel po’! Sai quanto è difficile cucinare una quiche lorraine senza la magia?!» Ad essere “estrema” in Hermione, era l’irritazione.
«Potevi usarla, ‘Mione» le fece timidamente notare uno spensierato Ron.
«Lo sai che non voglio! E comunque perché mi hai raccontato una balla? Avrei potuto parlare con Ginny o Harry, con Molly stessa, magari!»
«…Perché mi piace la tua quiche lorraine. Babbana o no», le sorrise dolce, inclinando la testa. «Sei bellissima», disse poi semplicemente, come parlasse di che vino bere con l’antipasto. Lei non sembrò toccata dal complimento, ma lasciò cadere l’argomento. Il che, date le circostanze, era già abbastanza.
«Che vuol dire che mi hai abbandonata qui, comunque?» chiese stringendo gli occhi curiosi e accusatori insieme.
«È la foresta dove mi sono Smaterializzato quando…» Hermione gli prese la mano all’improvviso e la strinse forte tra le sue, a tal punto che le nocche sbiancarono. Ron si interruppe: si vergognava ancora di quello che aveva fatto, anche se era tornato ed era stato perdonato (con non poche tribolazioni, comunque), ma soprattutto temeva che riportare alla mente quell’immagine potesse far arrabbiare, o peggio, turbare, Hermione. Il gesto della riccia, però, aveva tutt’altro significato: in quell’intreccio, in quella stretta salda e intima, c’erano le parole troppo spesso celate, il desiderio di una vita di pace insieme, il disegno di un futuro più lieto con i ricordi della vita passata. Perché, in fondo, siamo ciò che la vita ha fatto di noi. Rimasero così, le mani unite, gli sguardi persi verso la stessa direzione. Ad un tratto, il rosso sentì che era il momento, il momento giusto che aspettava da mesi, il momento perfetto che aveva tentato invano di creare molte volte. Si augurò che non sentisse il suo cuore martellargli nel petto.
«’Mione, c’è una cosa che devo chiederti, e so che devo farlo qui. Ma prima devo dirti qualcosa», deglutì, mentre si voltava per far sì che i loro sguardi si intrecciassero. La guardò negli occhi e seppe che tutto ciò che serviva in quel momento erano due ragazzi innamorati da impazzire, con in custodia l’una il cuore dell’altro. E una piccola scatolina di velluto blu notte.
«Non è proprio una cosa, in effetti. Ci sono tante cose che vorrei dirti, ma non so come». Iniziò ad arrossire, ma lei lo notò appena. Sembrava non aver capito ancora nulla di ciò che stava per accadere.
«Beh, comincia dall’inizio! Non farmi stare sulle spine!» incalzò lei, divertita e elettrizzata come una bambina davanti a un uovo di cioccolata o ai regali sotto l’albero.
«Tu non smetti mai di fare la maestrina, vero?» sorrise Ron, cercando di nascondere l’agitazione. Il discorso che aveva preparato era ormai finito in una parte sconosciuta e irraggiungibile del suo cervello, aveva finito il suo turno di reperibilità come tanto tempo prima avevano fatto le nozioni di Trasfigurazione o le ricette delle pozioni di Piton.
«Che vuol dire? Tutti noi amiamo istruire gli altri! È vero, forse possiamo insegnare soltanto ciò che non vale la pena di sapere, ma io non credo che ci sia qualcosa che non è interessante conoscere. Insomma, non sai mai cosa ti servirà sapere nella vita» asserì, parlando come un libro stampato, senza sapere se essere scherzosamente irritata, superba o semplicemente… Hermione, quella Hermione saputella e fastidiosa dei primi anni a Hogwarts. «Per esempio, se io posso insegnarti un incantesimo poco utilizzato…»
Ron, d’un tratto, le posò l’indice sulle labbra, riuscendo a farla stare zitta per qualche secondo. «Non è di questo che voglio parlare, ‘Mione. Più tardi potrai insegnarmi tutti gli incantesimi che vuoi e ti prometto che mi impegnerò per impararli, ma ora… devi lasciar parlare me, ok? Credo di avere qualcosa di più importante da dire. E sì, se proprio ci tieni tanto, comincerò dall’inizio». Le sorrise di nuovo, tentando di nascondere il turbinio di emozioni che lo riempivano, sperando che lei non ribattesse tacitamente colpendolo con la borsetta. Fece un respiro profondo, sotto lo sguardo intenso della ragazza. Con le mani a stringere le sue, cominciò.
«Sei l’amore della mia vita, Hermione. Non so se te l’ho mai detto, ma è così. So che tu lo sai, perché sai sempre tutto, per questo non lo dico spesso. Ma oggi voglio che tu te lo senta dire, e per essere sicuro che tu abbia capito bene, te lo ripeterò: sei l’amore della mia vita. E sei anche la mia migliore amica, anche se litighiamo, ci punzecchiamo e non ci sopportiamo per tre quarti del tempo. Molti dicono che la perfezione non esiste, e io non so se è così o no, però so che tu sei perfetta per me. Proprio così come sei, con i riccioli che ti danno il tormento e le occhiatacce che mi riservi quando combino qualche pasticcio. La verità è che non riesco ad immaginare come sarebbe la mia vita senza di te, ci ho provato e… è impossibile. Sarebbe come immaginare qualcosa che non esiste, in effetti. E io voglio vivere, ‘Mione. È per questo che siamo qui: perché io voglio vivere. E l’unico modo che ho di farlo è insieme a te. È esattamente qui che voglio prometterti di non lasciarti mai più, se lo vorrai. Voglio passare il resto della mia vita con te, Hermione, perché, insieme, non importa che cosa accadrà, non importa a quante altre sfide ci troveremo di fronte, noi saremo pronti… insieme».
E, in un istante, si trovò in ginocchio davanti alla ragazza.
La scatoletta di velluto si aprì con uno scatto nello stesso istante in cui dagli occhi di ambra scivolava una lacrima dal dolce sapore, con in sé la luce della felicità. Un altro luccichio, amplificato da un raggio di sole, li raggiunse. Nel diamante l’eternità, nell’oro la purezza, nell’incisione la poesia del passato.
«Vuoi sposarmi?»







Angolo dell’autrice:
E tadaaaaaan! Fine! Spero tantissimo che vi sia piaciuta, perché ci ho messo l’anima in questa storia (e tutta la mia fluffosità repressa) e ci tengo davvero un sacco!
Dico solo che:
- la parte dove Hermione fa la secchiona e parla dell’istruire, è una citazione a pezzetti della frase del pacchetto scelto per la storia: “Tutti noi amiamo istruire gli altri, anche se possiamo insegnare soltanto ciò che non vale la pena di sapere.”. Amo “Orgoglio e pregiudizio”, amo Jane Austen e le chiedo umilmente perdono per aver bistrattato la magia delle sue parole piazzandole in una Babbanissima, indegna storia.
- “Nel diamante l’eternità, nell’oro la purezza, nell’incisione la poesia del passato.” è una ripresa della descrizione dell’anello nel cap. 2 (“Diamante, promessa di infinita luce di sguardi indistinti. Oro bianco, testimone e garante dell’eternità del sentimento. Un’incisione segreta, ricordo intimo di come tutto ebbe inizio.”) e tutto parte da un’idea di fondo (sì, ora per torturarvi ancora un pochino, la spiego):
° diamante = futuro = eternità
° oro bianco = presente = purezza
° incisione = passato = ricordo
E sì, la richiesta particolare che Ron fa all’orefice è proprio quella di incidere… qualcosa di insolito (per i Babbani!): Wingardium Leviosa.
Niente, ho finito. Per davvero.

Grazie a Any_, blablablasheeranblablabla, FenPluffa, Heartvolante22679, ronnyhermy, Moony_98, carmen_v88, Emma 4 ever, GinMarty, Giuliasss93, hermione_06, Iulia_E_Rose, i_love_louis, Onika, Saidy, Shike, Swamplie, Telyn, writegirl,_lilli93_, Kurapika95, RainPluffa24456 e Canny che hanno messo la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite e recensito.
Un grazie speciale a MioneWeasley, strepitosa beta-reader supportante e sopportante che mi ha aiutato durante l’ideazione e la stesura della storia, a cui la dedico.
E grazie anche a tutti voi lettori silenziosi, nella speranza che abbiate apprezzato questa mia storia anche solo un decimo di quanto io ho amato scriverla… e sarebbe davvero moltissimo.

Grazie a tutti e a presto,
Lally_Weasley
  
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