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Autore: Hayley Black    08/04/2013    2 recensioni
Nella squallida stanza di un ospedale psichiatrico, mentre una Hermione Granger ormai ottantenne aspetta la fine, riflette su quello che è sempre mancato alla sua vita e che la raggiungerà solo alla sua morte.
“A volte mi chiedono cos’ho, sai, Fred? Le infermiere, i dottori. Il problema non è quello che ho, ma quello che non ho.”
Fred sorrise, un sorriso spento che le spezzò qualcosa all’altezza del petto. Quello che non ho. Quello che non ho mai avuto.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quello che non ho
 

È questo il problema, mi chiedono: “cos’hai?”, quando, invece, il punto è ciò che non ho.


Le pareti bianche della stanza, spoglie come gli alberi del cortile inondato dalle foglie secche d’autunno, riflettono la luce del sole che filtra dalle finestre.
La noia domenicale è palpabile nell’aria assieme all’odore di canfora e di medicine, di lenzuola lavate, di arrosto e di dopobarba; quel posto ha un odore che ti si attacca addosso e che non va più via, come un parassita. Una persecuzione. La televisione è accesa su uno sgabello di legno a tre piedi che traballa a ogni soffio di vento, i canali scorrono sullo schermo a colori in una lenta processione funebre a cui nessuno presta attenzione, come sempre; in un angolo c’è anche una radio, abbandonata sul pavimento con l’antenna spezzata e i pulsanti staccati che lasciano buchi nel legno simili alle orbite vuote di uno scheletro.
Una Hermione Granger ormai ottantenne siede sulla sua poltrona a fiori osservando il cielo fuori dalla finestra, le nuvole si allontanano verso l’orizzonte e la città si sveglia dal suo sonno preparandosi alla notte imminente; le sue mani, adagiate sulle gambe scheletriche, stringono la fotografia sbiadita di un ragazzo occhialuto ritagliata dal giornale di quella mattina. La didascalia della foto, in bella vista sotto l’immagine in bianco e nero del giovane che ammiccava all’obbiettivo, recitava: “Harry Potter, il Salvatore del Mondo Magico, il Prescelto, è morto questa mattina nella sua abitazione a Londra.
Il resto era stato tagliato via.
Hermione non aveva pianto quando aveva letto quella notizia; gli occhi le si erano incupiti, si erano fatti più scuri, ma nient’altro. Di Harry ricordava ormai ben poche cose.
“Tu cosa ne pensi, Fred?” chiese alla poltrona vuota accanto a se, “pensi che fosse arrivata la sua ora? Che non avesse altro da dare al mondo?”
Fred Weasley, bloccato nel suo sudario di diciannovenne immortale ed eterno, scrollò le spalle, facendo cadere pezzetti di pietra e polvere sui braccioli di rose ricamate; aveva lo stesso sguardo vitreo e spento di quando era morto, più di sessant’anni prima.
“Io penso che non avesse altro da dare,” commentò Hermione, stirando la foto spiegazzata sulle ginocchia. Harry sorrideva alla macchina fotografica che gli aveva scattato quella foto, i capelli erano accarezzati da chissà quale vento. Chissà che giorno era, se c’era il sole, se stava pensando a Ginny, se stava pensando a quanto l’amasse; nessuno l’avrebbe mai saputo.
Sentì lo sguardo di Fred su di se e lo sostenne, abbozzando un sorriso. Aveva i capelli e il volto sporchi di polvere, ancora.
“Non fissarmi così, Fred. Avrei tanto voluto passare la mia vita con te, così come Harry ha trascorso la sua assieme a Ginny. Magari saremmo morti nello stesso letto, mano nella mano, invece guardaci: io morirò qui, in un ospedale psichiatrico dove a volte non ricordo neanche come mi chiamo, mentre tu sei morto più di cinquant’anni fa sotto un cumulo di pietre. Ma io sto parlando con te, adesso, e ti vedo,” disse, e avvicinò una mano alla sua. Le dita sfiorarono la pelle morta del cadavere di Fred, i suoi occhi vitrei la guardavano senza vederla davvero. In quel momento le venne da piangere, ma cacciò indietro le lacrime. “A volte mi chiedono cos’ho, sai, Fred? Le infermiere, i dottori. Il problema non è quello che ho, ma quello che non ho.”
Fred sorrise, un sorriso spento che le spezzò qualcosa all’altezza del petto. Quello che non ho. Quello che non ho mai avuto.
“Tra poco arriverà anche la mia ora, e potrò riabbracciarti. Fino a quel momento, resta con me. Non andare via.”
La figura del ragazzo scomparve, lasciando la sedia vuota; una singola lacrima cadde sulla fotografia sulle ginocchia di Hermione, mentre il vento soffiava e smuoveva le foglie nel cortile che vorticavano silenziose. Un’infermiera le si avvicinò preoccupata.
“Cos’ha, signora Granger?”
Hermione sorrise, un sorriso triste che creò una serie di rughe sottili sul suo volto.
“Non ho niente. Niente. E’ questo il punto.”

Hayley's corner
Niente di che da dire, ultimamente mi sento molto ispirata anche se è il periodo PEGGIORE per esserlo. Domani ho una dannatissima gara di greco e in generale con la scuola sto sempre piena d'ansia e non riesco a scrivere come vorrei, mentre quando non ho un cazzo da fare la mia ispirazione va a farsi benedire e quindi tanti saluti.
Ha senso? Ovviamente no.
BTW, mi era mancato scrivere Fred/Hermione. Fred/Hermione quantomeno decenti, insomma, che avessero un briciolo di senso, chiariamoci. Questa penso ne abbia. Penso, ma in realtà so che non è così.
Suvvia dovreste essere felici del fatto che non è la solita nonsense-angst-noir-dark-checazzohoscrittoaiuto che propino di solito, ma è una cosa abbastanza normale... sempre sclerotica, sempre con quel qualcosa di macabro - ma mi piaceva troppo l'idea di Hermione vecchia seduta su una poltrona affiancata da Fred, morto, con gli occhi vitrei e il volto e i capelli sporchi di polvere e pietre. Ma soprattutto l'idea di far crepare Harry, o comunque di mettere fine alla generazione del giovincello occhialuto che vaga per il Mondo Magico a far volare via le bacchette dei cattivoni.
Nient'altro da dire, il titolo è un tributo a Faber e alla sua canzone omonima, che mi ha aiutata nella stesura della storia.
Tanto amore,
Hayley che scappa a studiare greco. (non è vero.)

   
 
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