Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: Hisana    08/04/2013    1 recensioni
Ho iniziato a scrivere questa storia un anno fa ma poi l'ho accantonata. "Non comprendevo ancora cosa stavo facendo ma mi alzai, presi la pistola ed uscii sotto gli occhi increduli di quegli uomini." Piccola frase del primo capitolo.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi chiamo Esme, Esme Chester, o almeno così ricordo prima che uccidessero il mio presente. Ero una normale ragazza di 23 anni che per vivere faceva la commessa, anche se avevo avuto più aspettative, ma con le aspettative non si paga ne l’affitto ne si mangia.
Avevo avuto un’infanzia nella norma ed avevo lasciato gli studi a 15 anni.
Il giorno in cui cambiai, ancora lo ricordo come se fosse ieri. Come al solito stavo andando a lavoro a piedi, naturalmente non potevo permettermi una macchina ed il lavoro non era tanto distante da casa. Sentivo che qualcuno mi seguiva o che qualcosa stava per accadere e voletti ascoltare quella vocina nel mio cervello che mi urlava –Sbrigati, accelera il passo- e così feci , ma riuscirono a raggiungermi ugualmente. M’incappucciarono, legarono e mi caricarono sopra un furgoncino. Pregai di morire perché non avevo idea di cosa mi avrebbero fatto.  Dopo un tempo che mi sembrò infinito, mi tolsero il cappuccio dalla testa e finalmente rividi la luce. Ero in un luogo molto buio illuminato solo da una lampadina sopra di me, avrei detto che fosse una cantina ma non c’avrei giurato. Alla fine i miei occhi incrociarono quelli dei malintenzionati. Il primo aveva degli occhi minacciosi, vestito quasi come un soldato, in tenuta militare, mentre il secondo sembrava più pacato e tranquillo vestito con jeans ed una maglietta nera.
-Benvenuta Esme-.  Parlò il ragazzo più tranquillo. Semplice frase ma forte contenuto.
-Come fate a sapere chi sono, chi siete, cosa volete da me e … dove sono ?-. Erano domande semplici e volevo delle spiegazioni.
-Ti abbiamo seguita per tempo, sappiamo dove abiti, con chi lavori , chi frequenti e tutto questo ad uno scopo.-
-E cioè ? –.
-Vogliamo che lavori con noi, o per meglio dire , con noi.-
-Voglio una sigaretta.-
-Come scusa?-
-Voglio una fottuta sigaretta.- Mi accontentarono. Se prima o poi sarei dovuta morire volevo prima fumare.
-Adesso ditemi cose volete che faccia.-
-Secondo te con questa cosa dovrai farci ? – Il ragazzo più minaccioso buttò, su un tavolo posto al centro della stanza, una pistola.
-Volete che uccida qualcuno ?-
-Per esattezza quel qualcuno è chi stupra o uccide altre persone, bisogna eliminare chi commette questi atti orribili. Adesso tu non mi dovrai dire se accetti, ma se lo fai prenderai quella pistola, la metterai nella tua borsa, tornerai a casa e la lascerai lì per poter tornare a lavoro. Alla fine della giornata riceverai per e-mail con la foto della persona che dovrai cercare ed eliminare. Però ricorda che se non accetti non vivrai a lungo.-
Non comprendevo ancora cosa stavo facendo ma mi alzai, presi la pistola ed uscii sotto gli occhi increduli di quegli uomini. Seguii tutte le loro istruzioni e la sera per e-mail mi arrivò la foto di un uomo con scritto –Soggetto numero1. Cercare, individuare, eliminare. MISSIONE 1.-
La mia missione, come la definivano, era quella di dare fuoco al diritto inviolabile della vita e quindi sentivo che stavo sbagliando ma allo stresso tempo agivo nel modo giusto.
Iniziai a cercare su internet, sui social network, fortunatamente sapevo come gestire un computer, e poi finalmente dopo due giorni di ricerche lo trovai.
Dopo essermi appuntata l’indirizzo su un foglietto decisi che dopo il lavoro l’avrei seguito per capire, come hanno fatto con me, abitudini e persone che frequentava. Era un normale giornalaio con un vizio: stuprare le donne, ma non le sceglieva, a lui bastava la bellezza e questo suo desiderio si accendeva. Sapevo che l’avrei dovuto eliminare ma avrei dovuto decidere quando. Mi dispiaceva solo di una cosa e cioè che avrebbe lasciato moglie e figli, ma una persona così meglio perderla che trovarla.
La sera, prima di rincasare, andava in un bar, avvicinava una donna e poi la invitava per una passeggiata in macchina che sarebbe diventata la sua più brutta serata di tutta la vita.
Decisi che per ucciderlo sarei dovuta essere io la vittima. Mi feci avvicinare e accettai l’invito che poneva ad ogni gentil donna. Arrivati al momento in cui lui avrebbe fatto la sua mossa da stupratore gli puntai la pistola alla testa.
-Dì le tue ultime parole stai prendendo un viaggio di sola andata per l’inferno-.
-Non mi uccidere ho moglie e figli ! –
-Io mi vergognerei ad avere un marito o padre come te ma comunque hai sprecato le tue ultime parole-.
Premetti il grilletto ed il proiettile gli trapassò il cranio e adesso quella persona che aveva arrecato tanta sofferenza era un corpo che avrebbe marcito all’inferno. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: Hisana