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Autore: CharlotteisnotReal__    08/04/2013    2 recensioni
Michelle Miller è una ragazza di diciotto anni.
Non ha più una madre e non ha mai avuto un padre -o almeno così le piace pensare- in compenso, però, ha una sorella maggiore, Minerva, sempre al suo fianco ed un gatto nero di nome Salem pronti a darle tutto l'affetto di cui ha bisogno.
Thomas Matthew DeLonge è un uomo di trentasette anni.
Ha una madre che darebbe tutto per lui ed un padre che lo ha ama talmente tanto da avergli dato il suo nome, ma ha una moglie che lo rinnega e degli amici -meglio una seconda famiglia- che stentano a riconoscerlo.
Michelle non ha mai avuto tanto e quel poco che aveva se l'era sempre fatto bastare.
Thomas, invece, aveva sempre avuto tutto. Soldi, fama, ricchezze... Eppure non era mai contento.
Michelle odiava i bar, come odiava chi beveva.
Thomas era -inconsapevolmente- un alcolizzato.
Quando sentì una scia di profumo dal sapor di fragola avvicinarsi Thomas alzò il volto e fu allora ed in quelle condizioni che lei lo vide.
Per quanto diversi potessero esser stati il destino aveva fatto si che si incontrassero, volendo che i loro mondi diventassero un tutt'uno...
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom DeLonge
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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I

 
Lost and insecure... you found me, you found me 
Lying on the floor... surrounded, surrounded 
Why'd you have to wait?... Where were you? Where were you? 
Just a little late... you found me, You found me


 
Michelle Miller è una ragazza di diciotto anni.
Non ha più una madre e non ha mai avuto un padre -o almeno così le piace pensare- in compenso, però, ha una sorella maggiore, Minerva, sempre al suo fianco ed un gatto nero di nome Salem pronti a darle tutto l'affetto di cui ha bisogno.
 
Thomas Matthew DeLonge è un uomo di trentasette anni.
Ha una madre che darebbe tutto per lui ed un padre che lo ha ama talmente tanto da avergli dato il suo nome, ma ha una moglie che lo rinnega e degli amici -meglio una seconda famiglia- che stentano a riconoscerlo.
 
Michelle non ha mai avuto tanto e quel poco che aveva se l'era sempre fatto bastare. Finché svegliandosi la mattina aveva il suo tè caldo, preparatole amorevolmente da Minerva, le unghie laccate di rosso ed un obbiettivo qualsiasi con cui fotografare paesaggi, volti e cose inanimate Michelle poteva dirsi felice.
 
Thomas, invece, aveva sempre avuto tutto. Soldi, fama, ricchezze... Eppure non era mai contento. Aveva viaggiato il mondo, suonato la chitarra fino a far si che i polpastrelli sanguinassero, aveva una casa da sogno e dei fan che lo amavano quasi quanto i suoi compagni d'avventura che ormai erano fratelli, ma mai aveva assaggiato anche solo lontanamente la felicità.
 
Michelle, quando pioveva, amava chiudersi in casa, appostarsi alla finestra e carezzare il morbido pelo del suo gatto beandosi del tintinnio dell'acqua a contatto col vetro e dello scrosciare di essa fra le foglie degli alberi di fronte al suo appartamento o sulla fredda strada.
 
Thomas, quando pioveva, di sentiva come se il mondo gli fosse crollato addosso -anche più del solito- e preferiva affogare i dispiaceri nell'alcol, dimenticandosi del bagnato della pioggia e concentrandosi più sulle voci di chi, come lui, era rintanato in un modesto bar della periferia di San Diego. 
 
Michelle odiava i bar, come odiava chi beveva. Odiava l'odore acre dell'alcol, odiava i bicchieri nei quali veniva servito, le bevande con cui andava mischiato e in quel momento odiava sua sorella, che l'aveva convinta ad uscire quel sabato sera, lasciando Salem da solo alla finestra. Ma più di tutto odiava sua madre per aver ceduto a quel vizio così troppo debole.
 
Thomas era –inconsapevolmente- un alcolizzato; un bevitore il quale non poteva resistere ai piaceri dell'alcol, ragion per cui stentava a capire gli astemi, per lui troppo occupati a disprezzare un bicchiere di birra per accorgersi di quanto gradevole possa invece esser. Forse più degli astemi poco poteva sopportare le giovani ragazzine -come le due che sedevano al bancone- che, la sera, uscivano a bere con la scusa del divertirsi, ma che in realtà si sentivano solo più grandi con un bicchiere fra le mani.
 
Michelle, in quel momento, solo voleva tornare a casa e dimenticarsi di quel sudicio barista che ci stava provando spudoratamente con lei e sua sorella , quando la sua unica preoccupazione sarebbe dovuta esser quella di servir drink; e avrebbe voluto dimenticare più che volentieri gli scomodi quanto alti sgabelli troppo appiccicati a quel freddo banco in marmo.
 
Thomas non si reggeva più, nonostante fosse già seduto, e, dopo aver inghiottito l'ultimo sorso della sua tequila poggiò stanco la testa su quel tavolo solitario, all'angolo dell'entrata, sperando solo che nessuno gli soffiasse il portafogli approfittando della situazione, e che il proprietario non si accorgesse di lui ad orario chiusura, così che avrebbe avuto un posto per quella notte.
 
 
Quando finalmente gli amici di Minerva arrivarono Michelle si sentì sollevata, e libera di potersene andare da quel locale per nulla morale, secondo lei.
 
Quando sentì una scia di profumo dal sapor di fragola avvicinarsi Thomas alzò il volto e fu allora ed in quelle condizioni che lei lo vide. 
 
Per quanto diversi potessero esser stati il destino aveva fatto si che si incontrassero, volendo che i loro mondi diventassero un tutt’uno.
 
Michelle lesse una disperata richiesta d'aiuto negli occhi di quell'uomo, dal viso fin troppo dolce e sbarazzino per esser sciupato così dall'alcol.  «Come ti chiami?». Chiese, sperando solo che l'uomo avesse la lucidità per rispondere.  «Tom». Rispose stanco e biascicante lui socchiudendo gli occhi che altro non volevano se non riposo.  «Io sono Mischa». Sorrise lei, porgendogli una mano.  «Hai bisogno di aiuto, Tom?». Chiese dolcemente quando l'uomo le ebbe afferrato la mano.  «Mi basta anche solo un prato dove dormire». Rispose lui, strofinandosi con la mano libera il naso arrossato. Quel gesto intenerì ancor di più la dolce Michelle, che prese in simpatia Thomas.  «Oh, questa notte dormirai su qualcosa di più comodo di un prato, contento?». Sussurrò ridacchiando, cercando di issare il braccio dell'uomo sulle sue esili spalle.  «Su, andiamo». Disse spronandolo ad alzarsi, tanto che Thomas cercò il più presto l'equilibrio, sicuro che la piccola figura di quella ragazzina non avrebbe potuto reggerlo un granché.
 
 
«Perché ti dai tanta premura per me?». Chiese Thomas, sotto il caldo della coperta che Michelle gli stava accuratamente sistemando sul tutto il corpo. «Perché non dovrei?». Rispose la ragazza, che nulla di male ci vedeva in ciò che stava facendo.
Stava semplicemente aiutando il prossimo, possibile fosse stato così raro nelle persone quell'altruismo? A quella domanda la ragazza non seppe rispondere, diede solo a Thomas la tazza di tè che aveva preparato per entrambi e lo lasciò riposare sul divano, andandosi a sedere sul davanzale della finestra accanto a Salem, al quale le sue carezze cominciavano a mancare.


Cullata dal dolce scroscio della pioggia Michelle si liberò di ogni brutto pensiero e stringendo forte a sé Salem sperò che l'indomani Minerva non desse i numeri...





 

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"Quando sentì una scia di profumo dal sapor di fragola avvicinarsi Thomas alzò il volto e fu allora ed in quelle condizioni che lei lo vide".


 
Charlie's:
HOLAAA!
E' la seconda volta stasera che posto qualcosa in questo fandon, e la cosa proprio non va bene! lol
Beh, ora non vorrei annoiarvi troppo anche perché per la maggiore ci ha pensato già la storia in sé, quindi mi fermo soltanto a dire che la fiction sarà breve. Avrà un massimo di dieci capitoli aggirati tutti sulle mille parole. 
La nostra Mischa sarà interpretata da Karen Gillan e la pestavolto di Mini è Rose McGowan, famosa per il ruolo di Paige Halliwell in Streghe (Charmed), mentre Salem è... Salem! :)
Spero questo prologo insolito vi abbia incuriosito!

A presto, Carlotta!







Qui vi lascio i link delle mie altre due storie, sempre su Tom :)

Hello Sanity

Remember It

 

  
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