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Autore: SummerRestlessness    08/04/2013    6 recensioni
Catherine, detta Cate, riceve un messaggio nel bel mezzo della notte da qualcuno di cui non si libererà tanto facilmente... e di cui forse non vorrà liberarsi.
“W-hazzaaaaaa” diceva semplicemente il primo. Non avevo idea di cosa volesse dire. "Hazzaaaa dove sei?" recitava il secondo. Era forse un modo di dire o di salutarsi? Mah. I messaggi continuavano sulla stessa linea di… pensiero, se così si poteva dire.
“Hazza?!?!?”
“Rispondi, cretino xD”
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1. Whazza



Mi svegliai di soprassalto, tirando a me le coperte come se potessero difendermi da qualsiasi minaccia ci fosse davanti a me, nella mia camera da letto, in quel momento. Un ronzio insistente mi fece pensare per una frazione di secondo a uno sciame di api impazzite, poi a un serial killer che fosse entrato in scooter nella mia stanza. Uno scooter? Cercai di schiarirmi la mente annebbiata dal sonno e mi guardai intorno nel buio senza smettere di stingere il lenzuolo in cerca di una spiegazione più plausibile a quel rumore molesto. L’occhio mi cadde sull’orologio che segnava le 4:26 del mattino, prima di individuare la causa del mio risveglio poco tranquillo: il mio cellulare, posato sul comodino, aveva appena smesso di vibrare a intermittenza, segnalando una chiamata e la luce azzurrognola dello schermo era ancora accesa.

«Chi cazz…?» imprecai fra i denti, prendendolo con una mano. Chi avrebbe potuto chiamarmi a quell’ora di notte tra la domenica e il lunedì? Nemmeno Chelsea, la mia migliore amica festaiola, doveva essere sveglia a quell’ora.

Lessi il numero sul display, constatando che non ce l’avevo in rubrica. Sgranai gli occhi quando vidi che mi aveva già chiamato 6 volte e che c’erano 9 messaggi non letti. Iniziai a leggerli uno a uno, sempre più sgomenta.



“W-hazzaaaaaa” diceva semplicemente il primo. Non avevo idea di cosa volesse dire. "Hazzaaaa dove sei?" recitava il secondo. Era forse un modo di dire o di salutarsi? Mah. I messaggi continuavano sulla stessa linea di… pensiero, se così si poteva dire.

“Hazza?!?!?”

“Rispondi, cretino xD”

“Dove cazzo seiiii U.U”

“E perchè non rispondi!”

“Hazza sul serio”

“Harry?!?!?!?!??!??”

“Harry non fare lo scemo che sono preoccupato”

Dopo aver letto quell’ultimo messaggio rimasi un po’ interdetta a rimuginare. Mi specchiai nel riflesso del cellulare: due occhi castani e gonfi di sonno mi fissavano sotto una matassa di capelli scuri arruffati. Avevo proprio bisogno di altre 3 ore di sonno, almeno, e per qualche secondo contemplai la possibilità di spegnere il cellulare e rimettermi a dormire. Poi però rilessi l’ultimo messaggio, arrivato pochi minuti prima e, messaggi senza senso a parte, pensai che dall’altro lato del mio telefono c’era una persona in pena, preoccupata e in ansia per un’altra persona di cui a quanto pareva aveva il numero sbagliato. Con un sospiro perciò composi rapidamente un messaggio di risposta che facesse capire a chi scriveva che aveva sbagliato persona. Non riuscii a trattenermi però dall’essere un briciolo ironica.

"1. Cos'è un Hazza?
2. Nessuno dovrebbe chiamare i propri figli "Hazza" per nessun motivo al mondo
3. Evidentemente non sono Hazza"

Premetti il tasto di invio e misi giù il cellulare dov’era prima, riavvolgendomi nelle coperte e appoggiando la testa sul cuscino, dando le spalle al comodino. Passò circa un minuto e sentii il telefono vibrare contro il legno. Chiusi gli occhi più forte, come se quel gesto servisse a scacciare la curiosità. In fondo cosa ci poteva essere scritto se non “Ah, scusa, ho sbagliato numero”? Appunto, pensai, leggo questo messaggio così la faccio finita del tutto e potrò dormire. Sbuffai di nuovo, tesi la mano fuori dalle coperte e presi il cellulare.

"Dai harry, piantala di fare il coglione, dove sei?"

Ecco, appunto. Niente scuse e un insulto. Certo che questi due ragazzi (uomini?) sembravano molto legati… Mi accinsi a scrivere un nuovo sms, ridendo sotto i baffi:

"E tu smettila di fare il fidanzato geloso. E poi ho già detto che non sono questo Harry e non so chi sia"

Inviai e dopo qualche secondo lo schermo iniziò a illuminarsi per segnalare l’arrivo di una chiamata. Il telefono cominciò a vibrare e apparve il numero della persona che pensava fossi Harry. Rimasi un attimo indecisa sul da farsi, poi scelsi di non rispondere: innanzitutto avrei svegliato le mie compagne di dormitorio e poi non mi piaceva parlare al telefono con gli sconosciuti. Non appena il cellulare smise di suonare tirai un sospiro di sollievo, ma subito arrivò un altro messaggio:

"Ti odiooooo rispondi a quel cazzo di telefono"

Ridacchiai per quell’espressione di odio e premetti “Rispondi”, digitando un nuovo messaggio:

"Non sono Harry! In quante lingue te lo devo dire? Ich bin nicht Harry, no soy Harry, 私はないんだけど (questa l'ho tradotta con google translate)"

Attesi poco per la risposta:

"Smettila di prendermi per il culo, Tom vuole vederci tutti stamattina, dev'essere qualcosa di importante!"

Ma chi era questo Hazza/Harry che faceva questo genere di scherzi ai suoi amici? Doveva proprio essere un burlone, visto che l’altro non aveva nemmeno per un momento pensato di aver davvero sbagliato numero! Pensando di divertirmi un po’ alle sue spalle, visto che proprio non voleva capire, scrissi:

"Io conosco solo Jerry, non so chi sia Tom"

E per tutta risposta:

"Il nostro manager, Harold. Chi è questo Jerry? Dimmi dove cazzo sei che ti vengo a prendere"

Il fidanzato geloso e Harry avevano un manager?!? Cos’erano, una coppia di comici? Ora ero anche curiosa, non avrei dormito mai più. Sempre ridacchiando, composi la risposta:

"Hazza harry e harold sono la stessa persona? Questo tuo amico non soffre per caso di personalità multiple?"

"Aha, molto divertente. Quanto cazzo hai bevuto stasera, santo cielo?"

Guardai l’orologio. Erano ormai le 5 passate. Sbuffai; ormai sapevo che non avrei ripreso sonno e comunque tra poche ore mi sarei dovuta svegliare per andare in università. Tanto valeva capirci qualcosa di più.

"Stasera? Sono le 5 di mattina"

"Sì be' non sono andato a dormire ancora"

"… forse dovresti."

"Forse dovresti rispondere a quel cazzo di telefono! Tom mi uccide se non ci siamo tutti"

“Be’, se uccide solo te ci faccio un pensierino…”

“Harry…”

“Non sono Harry!”

“Non conosco nessun altro così coglione”

“Grazie, modestamente...”

“Se non vuoi dirmi dove sei almeno prometti che vieni domani mattina”

Sbuffai. Niente, non voleva proprio capire. Cos’avrei dovuto fare? Probabilmente il suo amico Harold/Hazza/Harry era a letto a dormire mentre lui si faceva mille paranoie, quindi tanto valeva rassicurarlo e… dormire un po’, no?

"Va bene, a che ora?" risposi dandogliela vinta. Prima o poi avrebbe capito che aveva il numero sbagliato.

"Alle 9 nel suo ufficio"

"Ok ci saró"

Fissai per qualche minuto il telefono e poi mi convinsi che quello sarebbe stato l’ultimo messaggio. Misi giù il cellulare sollevata ma con un briciolo di tristezza: in fondo mi stavo divertendo. Provai di nuovo a chiudere gli occhi e a dormire, non ci credevo quasi quando dopo qualche minuto sentii un ronzio familiare.

"Ma perchè cazzo non mi vuoi dire dove sei?"

Trattenni a stento una risata. Certo che era proprio un fidanzato geloso. Me lo vedevo, cioè me lo immaginavo, intento a leggere l’ultimo messaggio che gli avevo mandato e poi a mettere giù il cellulare; poi mangiarsi le unghie per qualche minuto, rimuginando; e infine prendere di nuovo il cellulare con rabbia e rimetterlo giù più volte, indeciso, per poi comporre quell’ultimo messaggio. Velocemente scrissi una risposta, immaginandomi la sua faccia quando l’avrebbe letto, e inviai:

"Qui su marte hanno delle particolari regole sulla privacy, ti racconto quando torno"

La risposta scontata non si fece attendere:

"Dai, Harry!"

La frustrazione si leggeva perfettamente anche in quelle due parole. Avrei potuto smettere lì e invece inviai un altro messaggio, sorridendo:

"Oh scusa, dimenticavo: baci!"

Se prima avevo solo riso sotto i baffi, la sua risposta mi fece scoppiare:

"Baci un cazzo!"

"Io non bacio nessun cazzo!” scrissi fiera di me stessa, sempre con un sorriso stampato in faccia. Rimuginai un attimo e poi aggiunsi “Aspetta... Hazza sì?"

Non rispose e dopo aver tentato di prendere sonno per un’ora mi alzai e mi feci una doccia e un caffè bollente, preparandomi per la mia giornata in università.

   
 
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